Anime & Manga > Captain Tsubasa
Ricorda la storia  |       
Autore: sissi149    19/01/2016    6 recensioni
Nel Principato di Yomiuri Land, a prima vista, tutto scorre tranquillamente, senza grossi problemi. In realtà il Principe Legittimo è partito da più di un anno per un viaggio senza meta, seguendo uno strano individuo che un giorno si era presentato al castello. Il compito di governare è affidato al fratello e al fedele Sovrintendente, ma il primo è da qualche tempo colpito da misteriosi malori.
Nella foresta, invece, si sta formando un gruppo agguerrito di Ribelli, deciso a porre fine ad alcune crudeli decisioni dell'ultimo periodo prese dalla casa reale.
Tra gli schieramenti trovano posto anche la serva del Signore del Caos e la devota alla Dea dell'Armonia. In più, un tradimento è dietro l'angolo...
[I personaggi sono più di quelli indicati nello specchietto, dove il massimo è 5]
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Genzo Wakabayashi/Benji, Jun Misugi/Julian Ross, Kojiro Hyuga/Mark, Koshi Kanda
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
- Questa storia fa parte della serie 'Poemi di Yomiuri Land'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nella Capitale del Principato la giornata era bellissima, una delle migliori da qualche tempo. Il sole splendeva nel cielo, appena a metà della sua parabola ascendente, e una leggera brezza primaverile portava gli odori dei campi e della cittadina sottostante fino alla finestre più alte della castello.

La Fortezza Musashi, costruita settecento anni prima, era da sempre la sede dell'attulae famiglia reale, ancora prima del suo insediamento al trono: inizialmente era stata una base strategica difensiva, si diceva non fosse mai stata espugnata. Da lì il nome di Fortezza, rimasto inalterato nel tempo. Con la pace e il regno degli Ozora, attorno ad essa fiorì la Cittadella che divenne ben presto il punto di riferimento del Principato, rimanendo però fedele alla sua origine: mano a mano che le case, le botteghe e le taverne aumentavano, un'alta cinta muraria veniva costruita sul nuovo perimetro.

Sulla cima della torre più alta, incurante degli intrighi che venivano orditi, sventolava il vessillo della famiglia: spada blu e scudo rosso su fondo giallo, a rammentare che attacco e difesa erano le due facce della stessa strategia.

Koshi Kanda osservava e ricordava tutto questo dalla finestra dell'ampia Sala del Trono, situata al primo piano. Soprattutto rammentava le parole di suo padre sul fatto che la Fortezza non fosse mai caduta per mano di un nemico esterno.

“Già, ma presto accadrà e sarà dall'interno.”

Si spostò verso il centro della sala e rimirò il trono di prezioso legno di Naniwa, la città degli artigiani al confine sud, intagliato dalle abili mani del famoso Mastro Nakanishi: una vera opera d'arte. Un sorriso soddisfatto apparve sul volto dell'uomo e si allargò ulteriormente quando si accorse di non essere solo.

“Da quanto tempo sei qui Kumi?”

“Abbastanza da accorgermi del tuo stupido sorriso, Sovrintendente.”

“Ancora per poco!”

“Lo so, ma proprio per questo non è il caso di inciampare a un passo dal traguardo. - La donna gli si avvicinò fino a potergli sussurrare nell'orecchio, sollevandosi sulle punte e facendo fluttuare la gonna del vestito blu notte – Il Priore è salito dal Principe, sei in grado di sembrare abbastanza dispiaciuto per le notizie che ti porterà?”

“Mi prendi per un idiota?” Sibilò, allontanandola brutalmente da sé.

“Ti prendo per quello che sei: un uomo avido di potere, allettato dall'occasione che ha dinnanzi. Finora sei stato molto abile a far passare per ordini di sua Maestà molte tue decisioni, approfittando dei suoi malori, ma la vicinanza all'obiettivo potrebbe farti agire sconsideratamente.”

Con noncuranza Kumi si sistemò lo scialle nero sulla spalla sinistra, da dove era scivolato lasciando intravedere un lembo di pelle.

“Ho aspettato fino adesso – le rivolse uno sguardo torvo – non rovinerò tutto per la fretta.”

La Lady rispose piccata:

“Eravamo d'accordo che un'azione graduale sarebbe stata meno sospetta e poi il Principe si è rivelato più resistente di quanto ci si potesse aspettare. Se avessi voluto, avrei potuto farlo cadere morto all'istante! Per tua norma, sappi che potrei farlo anche con te, se non rispetti gli accordi.”

Raggiunse anche lei il trono e fece scorrere le dita sulle preziose decorazioni, la sua brama di potere non era seconda a quella di nessuno ed era disposta a qualunque cosa pur di raggiungerla. Si sedette sullo scranno, rimirando la vista della sala da quella posizione sopraelevata.

“Mantengo sempre la parola con chi mi serve fedelmente...” Kanda si morse la lingua, rendendosi conto di aver sbagliato a esprimersi: la sua interlocutrice si era alzata furiosa, sembrando tre volte più alta della sua consueta statura.

“Io non servo nessun mortale! Il mio unico padrone e signore è il grande Gamo, il Signore del Caos! Da lui derivano i miei poteri. Faresti bene a ricordarlo!”

Era terribile a vedersi, gli occhi sembravano emanare fiamme e un alone nero pareva circondare la sua figura. Uno spettacolo terribile, ma allo stesso tempo, per l'uomo, attraente come un vortice.

“Lo so bene! Infatti non ti considero una serva, ma la mia più preziosa alleata, mi pare di avertelo dimostrato in più di un'occasione.” Sorrise malizioso, porgendole la mano e aiutandola a scendere dalla pedana.

La donna parve calmarsi, le fiamme si spensero, il suo respiro tornò regolare. Restarono qualche istante a fissarsi negli occhi: nessuno dei due era intenzionato a distogliere lo sguardo.

Un servitore fece capolino sulla porta, annunciando timidamente:

“Signore, il Priore desidera parlarvi.”

Kanda annuì.

“Va bene, fallo entrare.”

Il Priore era un uomo alto, aveva capelli castani lunghi fino alle spalle e su un occhio portava un monocolo con una spessa lente colorata. Indossava una lunga veste verde, il colore della conoscenza e della saggezza, stretta in vita da una cintura dorata sulla cui fibbia era inciso il simbolo del Priorato, il sole circondato dai raggi. Con sé aveva anche una bisaccia, in cui riponeva tutti i suoi strani strumenti e le erbe curative. Dietro di lui veniva l'uomo più basso che si fosse mai visto nel Principato: il suo apprendista Mitsuru Sano, che a stento superava in altezza un bambino di dieci anni.

“Sovrintendente, Lady Sugimoto.” Salutò inchinandosi.

“Priore Katagiri, siete il benvenuto, volete sedervi da qualche parte?” Kanda indicò le varie panche, solitamente utilizzate durante i giorni di udienza del Principe, ma Katagiri scosse la testa:

“Molto gentile. Preferirei camminare, possibilmente senza essere ascoltati da nessuno.”

Il Sovrintendente annuì gravemente.

“Credo che i passaggi sulle mura della Fortezza faranno al caso nostro.”

“Lady Sugimoto, – Katagiri la interpellò – ho terminato col Principe, può prendere il suo tonico ora.”

“Me ne occuperò personalmente.”

La donna fece una riverenza e uscì dalla sala del trono, rivolgendo però un ultimo sguardo verso Kanda, ricordandogli che si sarebbero visti più tardi.

“Prego, Priore, da questa parte.”

Presero la porta sul lato opposto rispetto a quella da dove era sparita Kumi e percorsero qualche corridoio, fino a giungere all'imboccatura del tunnel che conduceva sulla cima delle mura. Era molto stretto, le scale erano ripide e prive di illuminazione, perciò si era costretti ad appoggiarsi alle pareti e muoversi con cautela per non rischiare di inciampare, o, almeno funzionava così per Kanda: grazie al suo monocolo il Priore riusciva a muoversi perfettamente nell'oscurità.

La luce alla fine del cunicolo fu abbagliante, ci volle qualche istante perché gli occhi vi si abituassero. Il sole era giunto al culmine.

I due uomini si incamminarono e Kanda ruppe gli indugi:

“È così grave?” Chiese.

“Dipende da cosa intendete con grave, Sovrintendente. Se vi riferite solo ad oggi o se ragionate a lungo termine.”

Kanda si morse nuovamente la lingua, per non rispondere irritato alla frase criptica: ai Priori spesso piaceva parlare per enigmi, mentre la sua vena pratica odiava perdersi in giri di parole.

“Siete voi l'esperto, lascio che mi illuminiate.”

“Il Principe ha completamente superato l'ultima crisi, si sente in forze e pronto a riprendere i suoi doveri. Oggi per lui sarà una buona giornata.”

“E' positivo.”

“Relativamente. - Katagiri si sistemò il monocolo – Ormai questi episodi si ripetono molto spesso e a causa di ciò il cuore di sua Altezza è molto indebolito.”

Kanda si fermò di botto, spalancando gli occhi allarmato:

“Che significa?”

“Un altro malore avrà altissime possibilità di rivelarsi fatale, il cuore potrebbe non sopportarlo e smettere di battere.”

Il Sovrintendente si appoggiò contro uno dei merli, nascondendo il viso e singhiozzando, o così pareva:

“Divina Machiko, che ha fatto di male il Principe per meritare questo? - tornò a rivolgersi all'uomo davanti a lui – Non si può fare più nulla?”

“No, mio Signore. Ho tentato tutto quello che la conoscenza e la scienza mi hanno permesso di fare. Ormai anche il tonico è solo un palliativo. Il destino del Principe non è più nelle mie mani. Solo una grazia della Dea lo può salvare e Voi sapete quanto noi del Priorato ci affidiamo a Essa solo nelle situazioni disperate.” Dopo la rivelazione, il Priore sembrò invecchiato di colpo di quasi vent'anni, era dura ammettere che la sua scienza aveva fallito.

Ripresero a camminare.

“Comprendo, sarà un duro colpo per il Principato: il Principe Legittimo è in viaggio per il continente e il Principe Reggente potrebbe morire. Se solo fossi riuscito a far ragionare sua Altezza Tsubasa e convincerlo a non partire.”

Katagiri poggiò una mano sulla spalla di Kanda, gesto di solidarietà insolito per un membro del suo ordine.

“Voi avete fatto tutto il possibile, Sovrintendente. I sensi di colpa non serviranno, dovete essere forte. Se sua Maestà dovesse mostrare anche il minimo sintomo di un nuovo malore, chiamatemi immediatamente, a qualsiasi ora del giorno e della notte.”

“Sarà fatto.”

Erano giunti in cima a una delle scale aperte, che dalle mura conducevano nel cortile. Mentre scendevano, sentirono le grida del cuoco inveire contro uno sguattero che aveva rovesciato un vassoio.

In fondo ai gradini il Sovrintendente strinse le mani dell'uomo che aveva davanti.

“Priore, grazie di tutto.”

“Dovere. Con permesso, devo fare altre consulenze.”

“Prego.”

Kanda osservò Katagiri allontanarsi e venire raggiunto dall'apprendista, congratulandosi con sé stesso per aver interpretato alla perfezione, ancora una volta, il ruolo del fedele servitore.

Sforzandosi di mantenere un'aria compita e pensierosa, si diresse verso la più orientale delle tre torri della Fortezza: la Torre del Sovrintendente, dove erano situati i suoi alloggi. La Torre Centrale, la più protetta e rifugio estremo in caso di assedio, era riservata al Principe Legittimo, colui che per diritto di nascita esercitava il potere, all'eventuale moglie e ai figli: al momento era occupata dal Principe Reggente. A ovest invece c'era la Torre della Famiglia, residenza di tutti gli altri componenti della famiglia reale e rimasta disabitata.

L'ingresso della Torre del Sovrintendente era affiancato da un blasone rimovibile con lo stemma araldico della sua famiglia: il pugno nero in campo grigio. Presto, ne era sicuro, sarebbe diventato lo stemma a cui tutti si sarebbero inchinati.

Raggiunta la sua stanza, all'ultimo piano, trovò Kumi accomodata su una sedia, intenta a sorseggiare da una coppa di vino. Con suo grande piacere si era liberata dello scialle, mostrando la profonda scollatura del suo abito: se le altre dame di corte l'avessero vista, avrebbero gridato allo scandalo.

“Vedo che ti sei già servita.”

La donna smise di bere e sorrise.

“Sai che ho sempre amato stare comoda. - accavallò le gambe - Allora, cos'ha detto il Priore?”

“Che il caro Principe è sul punto di lasciarci le penne.”

“Come sei scurrile! - Si alzò in piedi e gli porse la coppa da cui aveva appena finito di bere – Un po' di vino ti aiuterà a riacquistare un modo più appropriato di parlare.”

“Nelle mie stanze private parlo come mi pare.”

Prese con forza la coppa e la svuotò velocemente, lasciandola poi cadere sul pavimento. Col braccio sinistro afferrò Sugimoto per la vita e la girò di spalle, dopodiché iniziò a baciarla nell'incavo tra il collo e la spalla sinistra, mentre la mano destra scivolava nella scollatura, fino a raggiungere il seno. La schiena della donna si rizzò per il piacere.

“A cosa devo tutta questa riconoscenza?”

“Il tuo filtro ha fatto un ottimo lavoro. - Rispose l'uomo, tra un bacio e l'altro – Katagiri non si è accorto di nulla nemmeno stavolta. Dice che la prossima crisi potrebbe essere fatale.”

“Lo sarà, fidati. Ho potenziato l'ultima dose che ho somministrato oggi. Gli provocherà un attacco di cuore da cui non avrà scampo!”

Si lasciò sfuggire una risata. Le carezze del Sovrintendente si fecero più decise, i baci più famelici.

“Sarai presto sul trono, sempre che Tsubasa non decida di ritornare.”

A quelle parole Kanda strinse violentemente la mano attorno a uno dei seni della donna, provocandole un gemito di dolore.

“Cosa hai detto?” Domandò rabbioso.

“C'è sempre questo rischio, ricordatelo!”

Kumi si divincolò dalla presa, allontanandosi da lui e voltandosi a guardarlo negli occhi.

“Se quello stupido di Tsubasa dovesse decidere finalmente che è ora di prendersi le sue responsabilità, il nostro piano fallirebbe. Avvelenare due principi sarebbe troppo sospetto anche per Katagiri.”

Il Sovrintendente si rabbuiò.

“Prega il tuo dio che questo non succeda, Strega!”

“Non succederà, a breve. Ma devi essere pronto all'evenienza, ormai è più di un anno che è via. Poi ci sono i Ribelli.”

“Un manipolo di straccioni che schiaccerò prontamente!”

Kumi si riavvicinò e prese il volto dell'uomo tra le mani, baciandolo ardentemente sulle labbra. Questi rispose, infilando la sua lingua nella bocca di lei, spingendosi sempre più in profondità. Una volta separatisi, Kanda la spinse di forza contro un muro, accanto alla finestra, fermandosi a pochi millimetri dal suo viso.

“Tsubasa è stato abbastanza generoso da partirsene nel momento più opportuno con quel vagabondo, quell'individuo assurdo, tutto variopinto...”

“Roberto.” Sussurrò la Lady.

“Già, il Profeta della Luce. Quante balle! - la sua faccia mostrava tutto il disprezzo che provava – Solo Tsubasa poteva credere alle sue panzane! Dopo che è stato così gentile da lasciarci campo libero per sistemare il suo adorato fratellino, non tornerà proprio ora.”

Riprese a baciarla con voracità, sul collo, sulla bocca, sulla scollatura. Sentiva l'eccitazione crescere dentro di sé. Con un solo gesto strappò di netto il vestito della donna, in modo da scoprirgli una spalla e un seno. Le sue mani e la sua bocca corsero su quella pelle liscia, mentre il petto di Kumi si sollevava sempre più velocemente.

La porta si spalancò di colpo:

“Mio Signore, ho notizie importanti.”

Kanda interruppe di malavoglia la sua attività, voltandosi verso il nuovo venuto:

“Makoto, ti pare il modo?”

L'uomo si bloccò e si accorse solo in quel momento di Kumi. Questa, staccandosi lentamente dal muro, non diede il minimo segno di volersi ricoprire, anzi, rispose piuttosto irritata ai suoi sguardi:

“Che c'è, con tutti i bordelli che frequenti, non hai mai visto una donna mezza spogliata?”

Makoto Soda distolse rapidamente lo sguardo, tornando a rivolgersi al suo padrone:

“Mio Signore, il Principe è appena uscito dalla Fortezza con il suo Attendente. Hanno preso i cavalli, probabilmente usciranno dalla Cittadella.”

“A meno che non vogliano seminare il panico al mercato, mi pare una cosa ovvia.” Ribatté il Sovrintendente, irato.

“Sì, mio Signore. - Rispose imbarazzato – Vuole che li segua e magari faccia accadere qualche disgrazia lontano da occhi indiscreti?”

Kanda ghignò, era stato per quell'intraprendenza che tra i molti sicari di Azumachi, la città fantasma, arroccata sui monti all'estremo Nord, aveva scelto Soda come suo uomo di fiducia.

“Non sarà necessario, ormai l'ora del Principe è prossima, tra poco non dovremo più preoccuparcene. Trovati qualcosa da fare, senza provocare risse in qualche bettola, mi risulta difficile giustificarti ogni volta con la Guardia Reale. Torna qui al tramonto, ci vediamo nello studio.”

“Come il mio Signore desidera.”

Soda si inginocchiò e baciò la mano di Kanda, poi sparì fuori dalla stanza. Il Sovrintendente lo seguì fino alla porta, che richiuse posizionando un asse sui sostegni, per evitare ulteriori interruzioni.

“Sai, credo che il Principe abbia avuto un'ottima idea, la cavalcata farà entrare in circolo più velocemente il filtro.”

Kanda sbuffò:

“E dicono che lui sia più sveglio di Tsubasa.”

Si girò per tornare dalla donna, ma, dove l'aveva lasciata, c'era solo il vestito, abbandonato sulle fredde pietre del pavimento. La cercò con lo sguardo e la vide nuda e distesa sul suo letto, le braccia sopra la testa, come se lo stesse aspettando. In un attimo il suo desiderio si riaccese.

“Non perdi tempo, vero?”

Le disse, slacciandosi la cintura. Lungo il tragitto verso di lei lasciò gli stivali e i pantaloni. Le salì a cavalcioni.

“Quanto credi rimanga da vivere a sua Altezza?”

“Prima dell'alba il suo cuore avrà ceduto. Solo una Strega Bianca potrebbe avere una remota speranza di salvarlo. Purtroppo sono parecchi anni che non se ne vedono in queste zone.”

Sorrise e si sollevò, mise le braccia intorno al collo dell'uomo e lo baciò nuovamente. Dopo qualche istante le sue mani si mossero fino a spogliarlo del tutto, mentre lui le toglieva il fermaglio, liberando i lunghi capelli dall'acconciatura.

“Che dici, Sovrintendente, festeggiamo la nostra imminente vittoria?”

Kanda non se lo fece ripetere, la spinse sul materasso, calò affamato su di lei e la fece sua.









Ed eccoci qui con una nuova avventura dei nostri eroi.
In un contesto di questo tipo è necessaria una divisione in "buoni" e "cattivi", che però ritengo funzionale a questa storia: non è detto che io consideri chi è cattivo qui "cattivo" anche nella storia originale.
Ho scelto il titolo di Ballata, anche se tecnicamente sarebbe un componimento in versi, perché mi piaceva molto più di cronache o racconti.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: sissi149