Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club
Ricorda la storia  |      
Autore: manubibi    19/01/2016    0 recensioni
Sousuke e Nagisa si incontrano dopo anni dalla fine del liceo, ad Iwatobi. Sousuke ora porta gli occhiali, ai quali Nagisa lega dei ricordi. A Sousuke lega un po' anche se stesso. Menzione di una reigisa possibilmente one-sided e forse del sourin (dipende da come volete vederla!)
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Nagisa Hazuki, Sosuke Yamazaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La prima volta che lo rivede, Sousuke è seduto ad un bar un po' fuori dal centro di Iwatobi durante la pausa per il pranzo dall'azienda di suo padre, mentre mangia del pollo fritto e legge varie notizie di cronaca dal cellulare. Alza lo sguardo per guardarsi attorno - con un po' di noia, a dire il vero - e i suoi occhi vagano attorno per il posto. Non è proprio pieno, ma abbastanza da non avere tempi morti. Finché, per sbaglio, non individua una figura familiare. Ovviamente non è uguale al ragazzino che Sousuke ha incontrato al suo ultimo anno alla Samezuka, ma ci assomiglia abbastanza da attirare la sua attenzione.

Che ci fa Hazuki ancora qui? Sousuke aveva sentito che Nagisa stesse studiando a Tottori... forse sta solo visitando qualcuno, la famiglia. Comunque, lo guarda entrare assieme ad una ragazza - capelli rossicci, molto carina a dire il vero - e guardarsi attorno. Prima che possa fare finta di nulla e risparmiarsi una chiacchierata lunga un'ora, i loro sguardi si incrociano e Sousuke riconosce la stessa curiosità che ha appena provato sul viso dell'altro. Dopotutto, anche Sousuke è cambiato. La cosa che, scommette, sia più facile da notare per prima è che ora indossa un paio di occhiali dalla montatura nera che aggiungono angoli al suo viso già di per sé piuttosto squadrato. E la barba corta vecchia di almeno due giorni, che stamattina non ha avuto il tempo - né la voglia, a dire il vero - di rasare. Ma Nagisa lo riconosce comunque, e anche se Sousuke si prepara a sentirlo blaterare fino alla fine della sua pausa, quello sorride salutandolo con la mano per poi indicare alla ragazza con lui un tavolo da un'altra parte e sedersi lì con lei. 
Sousuke sbatte le palpebre, basito. Ma poi scrolla le spalle, dicendosi che è tanto meglio così, mentre torna al suo pranzo. Però è strano, perché da quanto ha imparato di Nagisa il ragazzo è davvero più espansivo della media: se vede qualcuno che conosce di solito attacca bottone. Ma forse la ragazza con lui è la sua fidanzata... il che avrebbe senso. Si accorge comunque aggrottando le sopracciglia che non sa nulla di ciò che Nagisa abbia finito per fare, effettivamente. Se si sia sposato, che lavoro abbia… non sa nulla. Ricorda che una volta Rin gli aveva detto che, parlando con Makoto, avevano convenuto che effettivamente Nagisa non parlava molto di sé e della propria vita privata. La cosa aveva fatto stupire Sousuke perché, insomma… Nagisa era sempre così espansivo. Eppure, ora che vede un lato di lui da nascondere, per un momento si dice che ha senso.

La seconda volta si vedono di nuovo allo stesso bar, di sera. Mentre Sousuke sta bevendo, Nagisa entra questa volta da solo. Il bar è gremito, la luce è bassa e la musica pulsa monotona, facile da isolare in caso di conversazione, ci sono due televisioni che al momento trasmettono video musicali senza musica, ci sono davvero pochi posti rimasti a sedere; Sousuke osserva Nagisa mentre si guarda attorno cercandone uno. Questa volta, Nagisa non si accorge di lui, ma rimane lo stesso: compra qualcosa di frizzante e quindi siede da solo ad un tavolino in un angolo, con un occhio verso il cellulare.
E questa volta, Sousuke si alza per andare a parlargli, afferrando il suo bicchiere di birra. Alla fine è solo, annoiato e curioso, stava giusto per tornare a casa dopo il lavoro... scambiare due parole non può fare male. 
"Oi, Hazuki," chiama, troneggiando su di lui. Dapprima Nagisa sobbalza, troppo preso ad aprire la sua lattina per accorgersi di qualsiasi cosa, poi alza lo sguardo e subito si schiude in un sorriso che, a Sousuke, ricorda proprio il ragazzino di seconda liceo.
"Ciao, Sou-chan! Ho fatto un po' di fatica a riconoscerti, l'altra volta..." si scusa, spostando un po' la sedia per fare spazio all'altro e invitarlo, senza parole, a fargli compagnia. 
"Hazuki," risponde, spingendo con l'indice il ponte dei suoi occhiali sul naso. "Non pensavo ti trovarti ancora qui." Dopo il liceo, si intende. 
"Ah, sì, sto visitando i miei..." Nagisa risponde, con un largo sorriso, e poi strizza gli occhi fissando il viso di Sousuke, con un'aria esageratamente sospettosa. 
"Che c'è?" Quello scatta alla fine. 
"C'è qualcosa che non mi torna," Nagisa borbotta, il viso che si avvicina così tanto che Sousuke deve spingere il proprio all'indietro. 
"Adesso porto gli occhiali," Sousuke risponde alla fine, con un lungo e doloroso respiro. Tutti quelli che conosceva al liceo hanno finito per commentare sulla cosa, come se gli fosse spuntata un'altra testa. "Gli occhi mi si sono affaticati lavorando. Faccio otto ore al giorno davanti ad un computer..." spiega poi spingendo Nagisa per levarselo dalla faccia.
"Aaaah! Ecco cosa non andava. Ma ti stanno bene!" Nagisa cinguetta con un sorriso largo e smagliante. 
"L'undercut invece a te non sta bene," commenta, tentando di suonare irriverente quanto Nagisa ma, chiaramente, fallendo in modo imbarazzante. 
Nagisa infatti trasalisce, toccando il lato sinistro della propria testa, con una rasatura parziale sulla quale cadono alcune frange di capelli rimasti essenzialmente uguali a prima, solo più corti. "Sou-chan, sei cattivo!"

"Stavo scherzando," Sousuke comincia, arrossendo un po' quando si rende conto di com'è suonato. "Ti sta bene. È che mi sembra sbagliato vederti coi capelli così corti, i riccioli di prima mi piacevano... erano carini."

"Ah! Sou-chan ha detto che sono carino!" Nagisa canticchia subito dopo, sporgendosi sul tavolo con un sorriso largo sul viso.

"No, parlavo dei capelli," Sousuke para, avvertendo del calore sulle guance.

"Ma i miei capelli sono parte di me quindi in un certo senso sono tutto carino, no?" Nagisa continua con una serietà che basterebbe a far sembrare la sua assurda affermazione qualcosa di credibile, ma poi si mordicchia il labbro inferiore, evidentemente divertito.

"Ma tanto non hai più i capelli come prima," Sousuke ribatte con la netta sensazione di essere una mosca in una ragnatela.

"Quindi non sono più carino," Nagisa risponde con un broncio deluso, e poi incrocia le braccia sul tavolo prima di scoppiare sghignazzando.

"Ti stavo prendendo in giro."

Sousuke sospira, ma maschera il sollievo roteando gli occhi e beve un altro sorso di birra, guardandosi attorno. Ovvio che lo stava prendendo per il culo, quello ha una certa fama di pagliaccio. Forse un pagliaccio un po' triste, ora.

E poi una folata di vento pare investire in pieno il suo viso; l'attimo dopo si ritrova senza gli occhiali sbattendo le palpebre mentre Nagisa se li rigira fra le mani, poi li indossa sollevandoli sugli occhi con tutta la mano, come faceva Ryuugazaki.

"Sono Sou-chan! Ricevo complimenti e per tutta risposta dico cose insensibili!" Dichiara, incrociando le braccia sul petto.

"Dai, Hazuki," Sousuke grugnisce, riprendendosi i suoi occhiali e sistemandoli di nuovo sul suo naso, mentre Nagisa ride divertito.

"Ti stanno bene," ripete, e Sousuke annuisce borbottando qualcosa.

La conversazione fra loro rimane deliziosamente superficiale, parlano degli amici in comune - e quindi delle gare di Haruka e di Rin - e di argomenti senza peso, di cose che non li riguardano, di mode e film e musica, finché Sousuke non inizia a sentire il bisogno di ritirarsi. Magari guardare qualcosa in televisione, farsi una sega e poi andare dritto a dormire.

"Beh... io vado a casa."

"Posso venire con te? Non ho mai visto casa di Sou-chan, solo il dormitorio della Samezuka!" Nagisa si auto-invita senza perdere un colpo e subito infila il braccio sotto quello di Sousuke, guardandolo come se ci fosse una scelta o come se Sousuke potesse dire di no a quel punto.

Indipendentemente dalla sua volontà, infatti, poco dopo si ritrova con l'amico di amici accoccolato sul divano, che sgranocchia caramelle in modo anche piuttosto rumoroso. Non che lo scocci così tanto, in fondo Sousuke è rimasto ad Iwatobi dalla fine del liceo per lavorare all'azienda del padre senza vedere molte facce conosciute, e quelle che vedeva al liceo erano di passaggio, ricordandogli di cosa avrebbe potuto stringere fra le dita se non avesse fatto lo stupido rovinando anni di allenamento e costruzione anche fin troppo rigorosa di un fisico potente e fisicamente perfetto. Un fisico da poter usare in modo effettivo. Non c'è giorno in cui non si penta di non aver programmato degli allenamenti misurati per potenziare il tono muscolare, invece di strafare.
Gli occhi si spostano lungo il corpo magro di Nagisa sebbene a questo punto sembri che di regola consumi molti più zuccheri di quanti ne bruci ora che non pratica più nuoto. O comunque ha detto che non nuota più ogni giorno come prima. Le sue linee sono ancora morbide, eppure il suo viso si è assottigliato, le guance sembrano essersi asciugate, e veste in modo più sobrio. Inoltre, deve essersi allungato di qualche centimetro, Sousuke valuta. Forse per Nagisa non c'è mai stato uno scatto di crescita poi molto rilevante. O forse deve ancora arrivare. In ogni caso, se qualcosa non è cambiato è l'aria serena. La sua spensieratezza è rimasta la stessa, forse è addirittura aumentata. Non è tanto una questione di aspetto fisico o di sicurezza, ma emana comunque una certa tranquillità, cosa che sembrerebbe cozzare con la parlantina che ha riempito la testa di Sousuke fino a poco fa. È curvato su se stesso quasi a palla, l'unico movimento quello del suo braccio quando pesca dal sacchetto di caramelle gommose alla frutta che sembra sempre portarsi dietro e sostituire. Come se lo zucchero fosse il suo carburante, e forse è davvero così. Stanno guardando un film dell'orrore probabilmente di decenni fa, al buio: Nagisa dice di non averlo mai visto quindi la loro chiacchierata a senso unico - visto che Nagisa è stato quasi l'unico a parlare - è sbiadita in un silenzio interessato.

E poi proprio quando Sousuke si decide a concentrarsi sul film - dopo che il plot twist è stato rivelato, quello sul quale hanno scommesso quattromila yen senza esito perché entrambi avevano sbagliato a indovinare - la figura acciambellata si muove. Quando volta la testa di riflesso per guardare, Nagisa è contro le sue labbra, forse un po' maldestro, ma si sistema meglio prendendo il viso del più grande fra le mani, con la lingua che inizia a muoversi da subito per entrare nella bocca di Sousuke. Che sbatte le palpebre, ricambia tentativamente mentre decide cosa fare, ma infine chiude gli occhi accettando lo stimolo, il suo corpo che obbedisce e risponde rilassandosi contro lo schienale. Nagisa non si tira indietro, si arrampica invece prendendo posto sul suo grembo, e continua a baciarlo con le mani che si aggrappano alle spalle, mentre un urlo disumano scoppia dalla televisione, ma nessuno dei due ci presta attenzione. Sa di Coca-Cola. Sousuke stringe le braccia attorno alla figura ancora piuttosto esile dell'altro, che sembrerebbe sentirsi scomodo dal modo in cui continua a muoversi, irrequieto.
"Hazuki," Sousuke chiama, osservando il viso in controluce. Cattura poco: gli occhi di Nagisa sono nascosti dal buio e sembrano muoversi ogni volta che Sousuke li cerca. Eppure sorride, lo bacia, si agita scomposto su di lui, finché Sousuke non lo fa scendere, e lo trascina verso la propria camera da letto, già spazientito dalla scomodità del divano.
Nagisa perde giusto qualche secondo ad osservare le pareti con delle mensole sulle quali prendono polvere vecchie medaglie e coppe di nuoto di poco valore, e poi ritagli del giornale campeggiano accanto ad esse - una notevole parte dei suddetti è composta dal ghigno feroce e vittorioso di Rin. Il resto ha un aspetto sobrio, tutto sommato, i muri sono quasi del tutto bianchi e puliti, il letto è grande, da una piazza e mezza, e Nagisa ci si siede rimbalzando e decidendo che è abbastanza morbido per lui.
Durante la breve pausa, Sousuke scova un lubrificante fra i tanti che continua a comprare e dimenticare in giro, e una scatola di preservativi che appoggia al comodino prima di squadrare Nagisa.
"Vuoi?"
Quello lo guarda, distraendosi dalla nervosa osservazione dei muri, e poi annuisce prendendo a togliersi i vestiti, un po' disordinatamente, lanciandoli qui e lì, per poi ritirarsi verso i due cuscini - gli sembra che il letto sia stato preparato per questo, ma è più probabile che a Sousuke piaccia dormire così, o che la sua vita sessuale sia attiva quanto la propria, si dice - e stuzzicare la voglia dell'altro con la mano che si infila nelle proprie mutande per dare un colorito più roseo alle proprie guance. Il tutto senza smettere di guardare Sousuke dritto negli occhi, col corpo che si riscalda piacevolmente. L'altro lo fissa incerto per qualche secondo, mentre decide se farle prima o dopo, le domande - o se valga la pena di farle, visto che è evidente che entrambi vogliano un corpo caldo e del semplice piacere. Semplice, senza cazzate, per poi separarsi domani. I pensieri svaniscono comunque, quando Nagisa allarga un po' le gambe e lo chiama con una voce che sembra traballare, quasi delusa: "Sou-chan...?"
A quel punto, Sousuke si spoglia velocemente, e non bada allo sguardo di Nagisa che lo sta bruciando.
"Sollevi ancora pesi...?" Lo sente domandare con una voce fioca, e quando lo raggiunge scivolando a gattoni fino a quando può baciargli il ventre con le labbra che avvertono subito i muscoli tendersi, solleva lo sguardo in quello del più giovane, fucsia.
"No... faccio esercizi per la spalla," risponde, e lo bacia sul collo qualche volta, infilando senza troppe cerimonie la mano nelle mutande del più piccolo che contrae anche i muscoli attorno ad essa, con un sottile mugolio che vibra su per la gola, seguito da uno sbuffo impaziente. Nagisa intrappola la mano di Sousuke fra le sue cosce, lascia che lo tocchi e che cominci a stimolarlo come può anche se è ancora asciuto, mentre lo bacia in modo frettoloso. Gli occhi si chiudono istintivamente quando una delle dita di Sousuke preme in mezzo alle natiche ed il polso strofina contro la pelle sensibile e calda fra le sue gambe. Lo guarda, le palpebre che sembrano pesanti, ma poi si inarca lascivo. Solo allora Sousuke attacca il suo collo, ma si interrompe quasi subito quando gli occhiali cozzano contro il corpo dell'altro. Fa per levarli, ma Nagisa scuote la testa, con un ansito.
"No, tienili, mi piace di più così," ammette, e li sistema meglio sul suo naso.
"Sei uno di quei fetiscisti degli occhiali?" Scherza, con un lieve ghigno, prima di scendere di nuovo, questa volta a baciare il petto magro di Nagisa, ma più tonico di come lo ricordasse. Se davvero ha smesso di fare esercizio fisico, allora lo odia per il modo fantascientifico in cui mangia caramelle a non finire senza allargarsi quanto un piccolo pianeta, ma anzi diventando più tonico... 'Non faccio più attività fisica' un paio di palle.
"No, è che... ti stanno davvero bene," Nagisa risponde, sfiorandone la montatura con un dito, e poi scoppia in un risolino. "Non so perché, ma quando ti ho visto portarli mi è venuta voglia di... uhm, di, ecco, di questo," spiega confusionario, gesticolando ancora un po' nervoso.
"Sei un fetiscista," Sousuke decide, afferrando il preservativo e guardandolo ancora, coi nervi ora un po' tesi, mentre rompe il pacchetto e srotola il silicone sulla propria lunghezza. "Ma non importa. Tutti hanno fisse così."
Nagisa lo guarda bagnandosi le labbra, e poi solleva lo sguardo lungo il corpo evidentemente teso per i nervi del più grande, infine allaccia le gambe attorno ai suoi fianchi quando decide di rilassarsi.
Sousuke mugola piano, e con più fretta apre la bottiglia di lubrificante, mentre Nagisa sollevandosi su un gomito lo bacia e lo aiuta a distribuire la sostanza, per poi stendersi e avvolgere di nuovo le gambe attorno ai fianchi di Sousuke, che prende con leggerezza a mordere la sua pelle in vari punti. Si sistema meglio, e poi inizia a spingere oltre la resistenza dell'altro corpo, che pian piano, non senza dolore, si schiude attorno a lui.
Nagisa tuffa le mani fra i suoi capelli, lo stringe a sé col corpo che trema; tutto stretto attorno a Sousuke lo stringe e si contrae, finché entrambi non si fermano e l'altro sospira.
"Devo togliere gli occhiali," Sousuke lo avverte, come se stesse chiedendo il permesso. Nagisa, gli occhi chiusi e la mente che fa solo silenzio, annuisce veloce e, dopo che Sousuke ha messo in salvo le lenti, comincia ad ansimare ancora per il movimento che riprende dentro di lui.
Senza ostacoli, Sousuke attacca il suo collo, continua a mordere non troppo forte, ma abbastanza da fare male, e Nagisa ricambia stringendo ciocche dei suoi capelli scuri e corti nella mano. Entrambi mugolano e si spingono l'uno contro l'altro, con le pelli che frizionano o si toccano appena, finché Sousuke non si riposiziona in ginocchio, il busto eretto, iniziando a spingere i fianchi con più decisione, la propria mano che scorre attorno a Nagisa e l'altro geme con colpi di reni sconnessi, si scompiglia i capelli, desiderando che. Come sempre.
Quando viene, lo fa con un sapore acido sulla lingua, forse per il sapore delle caramelle che ha smesso di essere dolce, forse perché è un prezzo che si trova a pagare ogni volta che si perde per più di qualche secondo nel solito pensiero e nel solito sogno ogni volta più lontano, quello che lo lascia rabbioso, quello che un po' l'ha cambiato.
Quasi non si accorge di Sousuke quando anche lui finalmente si svuota, ed è vagamente cosciente dei suoi movimenti quando si alza per andare a buttare il preservativo e poi torna con un asciugamano. Lo guarda, lo afferra con un sospiro, per poi pulirsi prima che cominci a farsi schifo da solo.
"Grazie," risponde con un sorriso, e poi caccia in gola il cattivo umore mentre guarda Sousuke crollargli a fianco. Si acciambella contro di lui quando Sousuke tira la coperta sopra di loro, e lo osserva sotto la luce che Nagisa tenta di chiudere fuori da se stesso.
"Dai, dimmi," dice, finalmente, in tono impaziente, quasi corrucciato, dopo un paio di minuti.
"Eh?"
"Cos'era quella reazione? Faccio così schifo?"
Nagisa sbuffa in una piccola risata.
"No. Scusa, è che mi sono messo a pensare," risponde e si gratta la testa con uno sbadiglio, impigrito.
"A cosa?"
"A niente."
Sousuke rotola sopra di lui, rendendolo di fatto inerme e immobile, nonostante i tentativi di scuoterlo di dosso. Nagisa lo avverte tutto premere sopra di sé e lo guarda sorpreso, non aspettandosi l'insistenza.
"Non dirmi stronzate, è da un'ora che mi chiedo che cazzo ti sia successo," Sousuke bisbiglia, come in un ringhio, ma non per intimidire.
"E come sarebbero affari tuoi, scusa?" Nagisa ribatte fissandolo dritto negli occhi, eppure l'audacia non significa nulla quando arriva per mano con la debolezza. "Levati di dosso."
"... Rin ti vuole bene. Voglio assicurarmi che tu stia bene, tutto qui." Una scusa un po' debole.
"Va tutto bene," Nagisa risponde, per poi stringere i denti, in un chiaro segno che non va tutto bene. Il sesso lo lascia sempre così, ultimamente, eppure continua a buttarcisi ogni volta che ne sente il bisogno. Deglutisce, voltando la testa e subito anche il resto del corpo quando Sousuke, arresosi per il momento, lo libera da sotto il suo peso.
"Puoi restare stanotte," borbotta. Nagisa ci pensa su per qualche secondo, decidendo che nonostante momenti come quello siano imbarazzanti se non distruttivi, avere un corpo caldo accanto a sé per la notte non è qualcosa da buttare via. Lo farebbe sentire meno solo. La sua bocca non sa più di caramelle.
"Sì, credo che resterò. Grazie."
Sousuke spegne la luce, prima di avvolgerlo con un braccio più gentilmente di quanto ci si aspetterebbe, e si stringe a lui nel calore del lenzuolo.

Nagisa apre gli occhi, e la prima cosa della quale si accorge è come sia finito abbracciato a Sousuke durante la notte, e come l'altro lo abbia lasciato stringersi a lui quanto ne avesse bisogno.
Si districa dal nodo di braccia e gambe, per poi rotolare di nuovo di fianco, nella posizione iniziale, ed il suo sguardo pigro si alza sul comodino dove troneggiano gli occhiali contornati di nero. Se un secondo prima aveva intenzione di alzarsi e andarsene prima di svegliare Sousuke, ora fissa gli occhiali con uno sguardo perso e la mente forse ancora intorpidita, prima che realizzi che, come tutte le altre volte, il suo desiderio di avere Sousuke fra le gambe fosse da collegare sempre allo stesso motivo. Sempre a Rei - solo pensare al nome gli fa balbettare il cuore. La trova una tale stronzata. Ma è ovvio, che un suo gesto di un giorno qualsiasi debba essere ricondotto alla stessa motivazione, alla stessa persona. Patetico, pensa a bassa voce che risulta in un borbottio, prima di sedersi e guardare l'uomo steso accanto a sé, ancora addormentato. Sa per certo che il resto della popolazione mondiale lo adorerebbe e accetterebbe di morire per trovarsi accanto un tale perfetto miscuglio di bellezza e possenza, eppure Nagisa lo osserva solo con un po' di malinconia. Per essere bello, è bello. È bellissimo. Ma non è Rei. Non può essere Rei, Rei è sposato e vive in Europa. Rei è andato avanti.
Quando finalmente si alza, decide di non pensarci per oggi, ma Sousuke sembra essersi svegliato perché bofonchia: "Che fai?"
"Vado a fare colazione," Nagisa risponde riprendendosi subito dalla sorpresa, mentre recupera i suoi vestiti sparsi per la stanza.
"Anche per me?"
"No."
"Buongiorno anche a te," Sousuke borbotta, irritato.
"Scusa. Cosa vuoi?" Nagisa replica col petto stretto. Il fatto che si sia svegliato di pessimo umore, effettivamente, non significa nulla.
"... Lascia stare, mi faccio qualcosa io da solo."
"Okay."
E sparisce oltre la porta, indossando la maglietta e i pantaloni del giorno prima. Sousuke medita su come sembrerà alla gente, se uscirà con tutti i vestiti stropicciati e i capelli sparati per aria (undercut o no), ma subito dopo si veste a sua volta e lo segue, optando di tostare del pane e fare dell'onigiri.
Nagisa pesca invece un paio di snack al cioccolato dal frigo e aspetta pazientemente che il microonde finisca di scaldare dell'acqua per fare un tè. Sousuke sembra aleggiare come uno spettro dietro di lui, giudicandolo silenziosamente per un tale crimine.
Seduti uno di fronte all'altro in cucina, non producono alcun rumore oltre all'infinito tintinnare del cucchiaio nella tazza blu di fronte a Nagisa, e i morsi di Sousuke al pane tostato, finché quest'ultimo non lancia un'occhiata e rompe il silenzio.
"Vuoi spiegarmi cos'hai, adesso?"
"Eh?"
Nagisa gli lancia un'occhiata, e finalmente il sorriso che gli dedica sembra qualcosa di vagamente sincero.
"Niente, è che ho capito una cosa e mi sto sentendo in colpa," risponde infine criptico, per poi abbandonare il cucchiaino nel tè e stropicciarsi gli occhi. "Cioè... mi sto sentendo in colpa perché in un certo senso mi sono accorto che potrei, uh, averti usato," conclude rimpicciolendosi sulla sedia, e morde piano il proprio labbro.
"Ah. In che senso?" Sousuke risponde, calmo, addentando un onigiri, gli occhi che però osservano Nagisa con attenzione.
"Uh... cioè, il fatto è che... sai che io e Rei-chan eravamo sempre assieme, amici per la pelle, roba così? Al liceo?"
Sousuke annuisce, fiutando più o meno dove Nagisa voglia andare a parare perché la conclusione è ovvia per lui, ma rimane in silenzio.
"Io mi sono affezionato tanto a lui," Nagisa ammette, in un tono più dolce di quanto non intendesse.
"Diciamo che gli pendevi dalle labbra e ti sbracciavi perché ti notasse, praticamente non c'è niente di più ovvio," Sousuke commenta, e riceve uno sguardo nervoso. "Scusa."
"Ero innamorato di lui. Non sono mai riuscito a dirglielo, perché è complicato, no? Per noi. C'è così tanto che potrebbe andare male..."
"Troppo," Sousuke commenta, annuendo, mentre riflette con sorpresa e magari un po' di orgoglio su quanto sia stato facile farglielo ammettere a voce alta.
"Troppo," Nagisa ripete, sconsolato, guardando il suo tè, con il cuore che trema un po' meno per la comprensione che non si aspettava. Non pensava nemmeno che si sarebbe aperto con un amico di un amico più che con i suoi amici di una vita, quelli più stretti, ma forse è che aveva bisogno di parlarne. O forse è una congiunzione astrale. O forse c'era qualcosa nel tè. Forse il punto è che ci si apre meglio con chi non si conosce poi così bene da aver paura dei loro giudizi.
"E perché dici che mi hai usato?" L'altro incalza, alzandosi per preparare del caffè.
"Quando ti ho visto con gli occhiali, per me... sei diventato cento volte più attraente," Nagisa confessa dopo qualche secondo, e poi ride, più di se stesso che per altro.
Sousuke sbatte le palpebre prima di collegare le cose. Ah, Ryuugazaki porta gli occhiali, giusto.
"Non lo trovo offensivo," risponde, con un piccolo sorriso che nasconde, voltato di schiena.
"Beh... okay. È che non..."
"Non mi aspettavo che ti... venissero sentimenti per me o una cosa del genere, okay? Era sesso," Sousuke lo interrompe, e gli sorride. "Cioè, non ti preoccupare. Sei un amico, è per quello che volevo sapere. È da un po' che non ti vedo, e mi chiedevo che fosse successo... ma insomma, effettivamente la situazione fa schifo. Lo sa, Ryuugazaki?"
Nagisa si guarda le mani, appoggiate sul tavolo, e scuote la testa sebbene la schiettezza sia solo un sollievo al momento.
"A che serve? È sposato. E sta bene anche senza di me, quindi..." Risponde piano, col petto che si appesantisce a quella ammissione.
"Mi dispiace," Sousuke offre, trascinando la sedia vicino a lui. "Senti, se 'usarmi' può tirarti su io sono sempre qui," aggiunge con un mezzo sorriso incerto. "O se vuoi guardare un altro horror o qualcos'altro. Tanto te l'ho detto, io da Iwatobi non mi muovo."
Nagisa lo guarda di sottecchi, ridacchiando.
"Grazie," scherza, e passa le dita fra i suoi capelli scuri. "Davvero?" Aggiunge poi, addirittura speranzoso.
"Non mi dispiacerebbe. Per niente," Sousuke replica strizzando l'occhio. "Seriamente, senti, adesso siamo ufficialmente amici..."
"Certo, tutti gli amici trombano. In amicizia."
"Stavo dicendo," Sousuke continua, lanciandogli una occhiata spazientita e ricevendone una divertita, "possiamo sostenerci. Non... mi piace l'idea di lasciarti da solo."
"Sou-chan è molto più gentile di quanto ci si aspetterebbe," Nagisa considera a bassa voce. "Posso cavarmela. Però dormire con te è stato bello. Intendo dormire. Tutto il resto era piacevole ma dormire da soli non è bello," ammette alla fine, e poi tira un gran sospiro con gli occhi che si inumidiscono un po' pericolosamente.
"Certo. Vieni a dormire da me quando vuoi," Sousuke risponde precipitosamente, allarmato. "Basta che me lo dici prima. Così cambio le lenzuola."
"Non mi dispiacerebbe dormire con l'odore di Sou-chan."
"... Che schifo," Sousuke borbotta, guardandolo col viso spiegazzato.
"Il tuo odore? No, è buono. Mi piace," Nagisa insiste, e poi come se si fosse reso conto di aver oltrepassato un ipotetico limite si morde il labbro, arrossendo appena.
"Va tutto bene," Sousuke dice scegliendo di ignorare l'ultima parte. "La cosa positiva è che Ryuugazaki sia lontano, quindi non devi vederlo e ricordare ogni giorno."
"Stai parlando di Rin-chan?" Nagisa chiede, fissandolo di nuovo attentamente.
"Che c'entra Rin?"
"Pensavo che..."
"Pensavi male," Sousuke ribatte, solo lievemente irritato. Non gli va di parlarne, e anche se lo facesse per lui Rin non può più essere un traguardo da raggiungere: ha una sua vita, delle nuove persone che si prendono cura di lui, altre spalle su cui piangere. Come sempre, Sousuke è rimasto indietro, ma non ha speso gli ultimi anni a commiserarsi. Non lo vuole nemmeno fare.
"Okay."
"Senti, ma la tipa di quella volta...?" Chiede poi, tornando a guardare Nagisa, che sbatte le palpebre e poi aggrotta le sopracciglia per qualche secondo prima che la sua espressione si schiarisca.
"Ah. Era una ragazza," Nagisa spiega, e si morde il labbro quando Sousuke solleva un sopracciglio. "Uhm, voglio dire, stavamo uscendo assieme ma poi lei mi ha mollato," continua scrollando le spalle, e beve dalla tazza. Non gli interessava molto, forse per niente.
"Ma a te le ragazze piacciono?" Sousuke insiste, pensando che forse sta chiedendo troppe cose. Che forse si sta interessando un po' troppo.
"Oh, sì! Cioè, gli uomini mi piacciono di più, ma le donne... mi piacciono anche loro, ma gli uomini di più," Nagisa risponde confusionario, con le ciglia che sbattono un paio di volte ed un lieve rossore sulle guance che sembra non far altro che andarsene e tornare. "Se mi piacessero solo loro, forse non sarei in questa situazione."
"Non crederci," Sousuke risponde, con la schiena ora poggiata contro la sedia e le spalle rilassate. "È un casino indipendentemente da chi ti piace."
"E se mi piacessi tu... ipoteticamente?" Nagisa chiede rubando un'occhiata di sottecchi. Sousuke lo osserva per qualche secondo, e poi scuote la testa con un mezzo sorriso amaro.
"Sono un casino anch'io," replica, per poi avvicinarsi e premere le labbra contro quelle di Nagisa.
Nagisa lo guarda, deglutisce, e poi si morde il labbro fissando gli occhi in quelli di Sousuke.
"Mettiti gli occhiali," gli ordina, piano, con le dita che passano di nuovo fra i suoi capelli.
"Per via di Ryuu-?"
"Perché ti stanno bene," Nagisa lo interrompe subito, e poi gli occhi scorrono giù per il corpo dell'altro. "Ti va?"
"Solo se poi non te ne penti," Sousuke risponde, sebbene i suoi di occhi appaiano già più scuri e densi.
"Abbiamo messo le cose in chiaro, no?"
"In teoria."
"E allora non c'è problema!" Nagisa trilla in tono leggero, balzando in piedi. Prende la mano di Sousuke che penzolava dal tavolo, e lo trascina verso la camera da letto, ritrovandosi subito dopo a chiudere la porta con la schiena, premuto contro di essa. Tanto dovevano ancora fare la doccia dalla sera prima.

La terza volta che lo vede, Sousuke è di nuovo sempre allo stesso bar, dopo una giornata particolarmente pesante. Sorseggia qualcosa di forte che gli dia il colpo di grazia prima di infilarsi a letto, e Nagisa dapprima lo scorge di sfuggita, e poi gli si appollaia di fianco con il mento poggiato sulla mano.

"Come va oggi, Sou-chan?" Esordisce, con un lieve sorriso tra le labbra e una sigaretta che penzola fra di esse, spenta.
"Non puoi fumare qui dentro," Sousuke risponde, lanciandogli una occhiata stanca.
"Lo so, sono entrato perché cercavo te. Domani torno a Tottori, quindi volevo salutarti."
Nagisa ha uno sguardo più intenso di quello che arriva con un semplice saluto.
"Okay. Guarda che non vai su Marte, siamo a pochi chilometri di distanza," Sousuke replica, con un sorriso.
"Lo so. È che, uhm."
Lo vede arrossire, e per un momento riflette sulla propria improvvisa voglia di baciarlo anche se il bar di sicuro non è vuoto. È perché le sue labbra sono morbide e sa sempre di zucchero. Nient'altro.
"Ho scritto un messaggio per Rei-chan. Non sono capace di mandarlo, però," continua, diventando teso.
Sousuke gli rivolge uno sguardo quasi preoccupato, di sicuro serio, mentre con la mano gli lascia una pacca sulla schiena.
"Basta che prima o poi glielo mandi. Almeno lo saprà," risponde.
"Voglio farlo e chiudere tutto, ma..."
"Hai paura. Va bene," Sousuke continua pazientemente. "Fino a quando glielo manderai, io sarò qui."
"E dopo?" Nagisa chiede, alzando gli occhi su di lui, prima abbassati sulle proprie mani.
"Anche dopo."
Nagisa sorride, guardandosi attorno furtivo per un secondo prima di lasciargli un bacio sulla guancia, poi si alza e lo saluta in silenzio prima di uscire ed andarsene. Sousuke strofina le dita sulla traccia umida, prima di sospirare e dirsi che lui, di altre complicazioni, non ne aveva bisogno.
In fondo, però, un po' se l'è cercata.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Free! - Iwatobi Swim Club / Vai alla pagina dell'autore: manubibi