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Autore: Lord Gyber    19/01/2016    6 recensioni
La storia è ispirata ad un film chiamato appunto Heavy Metal.
Twilight incontrerà ciò che sembra una normale pietra verde, non sapendo che essa è il male assoluto.
Il Loc-Nar vi inquieterà.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Twilight Sparkle
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Twilight osservò terrorizzata il globo verde (grande quanto una palla da basket) levitargli a pochi centimetri di distanza, che emetteva una aura iridescente sparando a casaccio qualche lampo, distruggendo un po' dell'arredamento circostante.

L'unicorno provò ad arretrare ma si ritrovò con le spalle al muro, nel vero senso della parola.

Un vicolo cieco gli impediva di scappare.

La sfera si voltò verso di lei e gli si avvicinò.

Lei chiuse gli occhi e mise le zampe sopra la testa come tentativo per proteggersi da ciò che gli sarebbe potuto capitare.

« Guardami. » disse con voce greve a cavernosa l'oggetto ottenendo solo l'effetto contrario. Twilight non accennò nemmeno ad alzare lo sguardo, spaventata da ciò che stava accadendo.

« Ho detto guardami! » senza volerlo la puledra venne spinta dall'energia di quella cosa ad alzare il viso ed a sgranare gli occhi contro quella semplice eppure terribile presenza.

E pensare che poco prima pensava fosse un semplice meteorite caduto vicino alla sua abitazione.

Lo aveva portato dentro il suo laboratorio per studiarlo, incuriosita dallo strano artefatto.

Presto però si era rivelato.

Quando la sfera aveva cominciato a fare baccano aveva attirato l'attenzione di due guardie reali che quell'affare, solamente con l'imposizione della strana luce che emanava le aveva ridotte in polvere.

Twilight avrebbe voluto avere delle risposte ma la paura le impediva di parlare, ma le sue domande parvero essere captate dall'oggetto.

« Io sono il Loc-Nar. La personificazione di tutto il male dell'universo. GUARDAMI!!! » ribadì, facendo tremare tutta la stanza « Ti mostrerò tutto il dolore che ho causato su questo pianeta: passato, presente e futuro...»

La mente dell'elemento della magia venne annebbiata per poi rendersi subito più chiara...

 

1300 anni prima...

« Pronta per l'esplorazione? » chiese il giovane pegaso alla sua amica unicorno che titubante rispose « Non lo so, non amo molto le caverne. »

I due adolescenti, infatti, si erano avventurati nel bosco allontanandosi dalle rispettive famiglie e girando avevano incappato in quella misteriosa quanto inquietante caverna, che terrorizzava a morte la puledra, già affetta da claustrofobia.

« Suvvia, non fare la codarda. » il maschio le diede una spinta con la testa spingendola all'interno « Vedrai che ci divertiremo e chissà magari potremmo trovare il tempo per restare un pochino da soli. » lo sguardo che lanciò bastò alla ragazza per diventare rossa come una mela costringendola, per nascondere l'imbarazzo, ad avventurarsi all'interno della grotta « E va bene, ma se mi faccio male ti uccido! » urlò adirata « Suvvia, cosa potrebbe succedere? »

 

Niente.

 

Non c'era proprio niente in quella caverna.

Solo rocce, rocce e rocce.

C'era una sola galleria che li aveva condotti solo in una grotta più grande senza niente di particolare.

« Credo che il nostro sia stato un viaggio a vuoto. » ammise rammaricato il pegaso « Dico bene? » si aspettò qualche risposta sarcastica da parte dell'amica ma non arrivo « Ho detto, dico bene? »

Si voltò per accertarsi che fosse tutto a posto e trovò la sua amica fissare in una sorta di trance qualcosa di luminescente che fuoriusciva dalla terra.

Il maschio si sporse avanti e vide che dal terreno fuoriusciva la cima di quella che sembrava una roccia verde grande si e no come un tavolo per quattro persone.

Nonostante fosse un bello spettacolo quella cosa non piaceva al ragazzo « Non penso che dovremmo restare qui, forse è meglio se andiamo. » fece per avviarsi verso l'uscita ma ben presto notò che l'unicorno non l'aveva seguita « Ti muovi? »

La ragazza non sembrava ascoltarlo. Sembrava totalmente assorta nel contemplare quella roccia e teneva le orecchie dritte come se le stesse parlando. Dopo un attimo la ragazza porse in avanti lo zoccolo per toccare quella strana pietra e inutili furono i tentativi del suo amico dal dissuaderla.

Quanto il suo entrò in contatto con la superficie liscia una scarica elettrica verde attraversò la ragazza che non emise nemmeno un grido, se ne stava con il muso rivolto verso l'alto con gli occhi spalancati diventati bianchi e la bocca aperta dalla quale fuoriuscivano dei fulmini dello stesso colore della pietra.

La puledra venne scaraventata con indicibile violenza contro una parete della caverna per poi cadere inerme al suolo.

Il suo amico si lanciò subito al soccorso, accertandosi che non fosse morta, cosa che sembrava all'apparenza.

Non si muoveva e sembrava non respirare più.

Gli mise uno zoccolo sulla fronte ma fu costretto a ritrarlo quando questa si svegliò all'improvviso cercando di azzannarglielo.

Il ragazzo cominciò ad indietreggiare mentre la sua amica si rialzava in preda a vari spasmi.

Da li a poco il suo corpo cominciò a mutare.

Sentì le ossa fare un inquietante rumore per poi allungarsi facendola diventare più alta, la sua schiena si squarciò e da essa sbucarono due ali da insetto insanguinate. Pezzi della carne degli zoccoli sembrarono decomporsi e caddero al suolo diventando una maleodorante poltiglia. Il corno cominciò a contorcersi diventando tutto storto ed aguzzo.

Due denti davanti caddero al suolo espulsi da due canini che presero il loro posto.

Per ultima cosa il suo manto divenne nero ed il crine verde acido.

Il pegaso, ad assistere a quella orrenda trasformazione, cercò di arretrare mentre il mostro soffiava come un gatto mostrando la nuova ed affilata dentatura.

Quando trovò il coraggio di scappare fu troppo tardi, la bestia gli saltò addosso, dilaniandolo.

La massa di carne però riprese stranamente vita, si ricompose ed assunse un nuovo aspetto, molto simile a quello della sua nuova padrona.

Il Loc-Nar aveva dato inizio ai changeling.

 

 

In un futuro non precisato...

In uno degli immensi corridoi del castello uno stallone verde raccolse una piccola biglia luminosa, del suo stesso colore, lasciata per terra. Affascinato dall'oggetto decise di portarlo con se, legandolo, come ornamento, ad una ciocca della sua criniera.

Al tribunale di Canterlot veniva giudicato il capitano della guardia Trad, un unicorno dal manto blu ed il crine nero, che indossava la sua armatura dorata, affiancato dal suo avvocato che, al contrario del suo assisto, sembrava parecchio agitato.

Il giudice diede inizio all'udienza battendo con il suo martelletto.

« Signor Trad, lei si ritrova qui oggi per le seguenti accuse: corruzione di alti ufficiali, distruzione di prove, violenza ed omicidio di secondo grado. Come si dichiara? »

Lo stallone si limitò a sorridere « Non colpevole. »

Il boato che si alzò in sala fu incredibile « Ordine! Ordine! » tuonò il giudice sbattendo il suo martello.

« Sei impazzito! » rimproverò l'avvocato al suo cliente « Dovevi dichiararti colpevole ed ottenere la grazia del tribunale. » ma ancora una volta Trad non mostrò altro che un sorriso « Fidati di me, ho un piano. »

Il giudice, dopo aver riportato l'ordine, prese un foglio fra gli zoccoli « Chiamiamo a testimoniare il signor Huk. » nella sala fece il suo capolino uno stallone verde che si sedette al banco dei testimoni.

Trad si sporse vicino al suo avvocato e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio « Gli ho promesso un sacco di soldi se dichiara a mio favore. »

« Possiamo cominciare. » disse il giudice « Mi dica Huk, cosa sa dell'imputato, il signor Trad. » « Trad è sempre stato una persona buona. » cominciò a dire lo stallone « Non ha mi commesso nessun atto criminale e si occupava anche di beneficenza...» il Loc-Nar si mise a brillare entrando in contatto con la tempia di Huk, facendogli partire un tic all'occhio « Tipo quando a fatto prostituire delle ragazze per pagarsi la retta universitaria! » sbottò, improvvisamente, adirato.

Tutti nella sala cominciarono a borbottare ma quello che ci rimase più di sasso fu proprio Trad, che spalancò occhi e bocca.

Huk, rendendosi conto di ciò che aveva detto, tirò un paio di finti colpi di tosse e ricominciò a tessere le lodi « Ehm, volevo dire che...per tutti gli anni in cui l'ho conosciuto è sempre stato un membro onesto della comunità. » gli saltò un altro tic « Cpme quella volta che ha investito un'anziana e ha dato la colpa ad un altro! »

L'avvocato tirò in aria i fogli sulla scrivania e si nascose sotto le zampe per non vedere mentre Trad faceva la faccia da ebete balbettando qualcosa di incomprensibile, allibito.

Huk, invece, sembrava sempre più furente e sul punto di esplodere, cosa che accadde subito « TRAD E' UN PERICOLO PER CHIUNQUE! IMPOSTORE! TRADITORE! INFAME! » il suo corpo fu preso dagli spasmi diventando sempre più grande « LA MORTE E' POCO PER LUI! LA MORTE E' POCO PER LUI! MERITEREBBE DI ESSERE STRITOLATO VIVO! » la sua massa muscolare crebbe fino a raggiungere quella di un centauro imbottito di steroidi « LO UCCIDERO'! LO UCCIDERO'! »

Con un colpo dei suoi possenti zoccoli distrusse il banco, mentre la folla, terrorizzata, si metteva in saldo da quella furia.

« RRRRRAAAAAAAAGGGGGGGHHHHHHH!!!!! » ruggì Huk prima di scaraventarsi contro Trad pronto per ridurlo in poltiglia, cosa che lo stallone riuscì ad evitare per poco lanciandosi verso uno dei corridoi del castello.

Trad corse il più veloce che poteva ma il mostro continuava a seguirlo per ammazzarlo. Vide uno squadrone di guardie mettersi in posizione per fermare il bestione, ma questo li buttò a terra come tessere del domino, rimettendosi a rincorrere la sua vittima.

Trad provò più volte a disorientarlo passando per vari corridoi ma era stato tutto vano, Huk lo ritrovava sempre, anche perché abbatteva gran parte dell'edificio per trovarlo.

Dopo dieci minuti buoni di corsa Trad arrivò su un balcone che dava sul burrone su cui era costruito il castello. Fece per tornare indietro ma Huk era li davanti a lui, bloccandogli ogni uscita, grugnendo come un animale.

Trad riprese fiato ed, accertatosi che nessuno lo vedesse si avvicinò al gigantesco equino « Ottimo lavoro. » da una tasca della sua armatura tirò fuori un sacchetto che conteneva delle monete che porse al bestione, che ritornò nella sua forma normale ed afferrò il malloppo « Ma si figuri, lei ora può scappare ed io mi posso godere i soldi. »

Fece per andarsene ma il suo complice lo fermò « Aspetta Huk, un'ultima cosa. »

A tradimento afferrò lo stallone verde e con una mossa lo lanciò giù dal balcone verso morte certa.

Trad si affacciò ed urlo « Tanto per non lasciare testimoni. Non è un problema vero? Ahahahah...»

E mentre precipitava il Loc-Nar si staccò da lui e prese una nuova rotta.

 

 

Twilight cadde a terra finita quella scena.

Era stato orribile.

Ma ancora più orribile era il Loc-Nar che gli stava ancora davanti irradiando la stanza con la sua luce tetra.

In quel momento la puledra realizzò una cosa.

« Non mi hai mostrato il presente. »

Il Loc-Nar si fece avanti, cimentandosi in una delle risate più malate di sempre « Sei tu il presente! »

 

 

Il giorno dopo...

Pinkie Pie sbirciò all'interno della stanza e trovò Twilight distesa su una delle sue scrivanie, non notò tutto il disordine presenta « Sveglia Twilight! Oggi dobbiamo andare da Fluttershy! »

Ancora mezza addormentata la puledra gli fece un gesto di approvazione e disse « D'accordo, aspettami fuori, fammi solo preparare. » « D'accordo! » disse entusiasta la pony di terra per poi uscire di corsa dalla stanza.

Andatasene Twilight alzò il volto dal tavolo e spalancò gli occhi.

Solo che all'interno dell'orbita sinistra si trovava il Loc-Nar.

« Ahahahah....»

 

 

 

Angolo Metal:

Che dire? Questa storia malata mi è venuta dopo essermi rivisto il film “Heavy Metal” che appunto parla del Loc-Nar. L'episodio del futuro è infatti ispirato ad una scena del film.

E' un film abbastanza disturbante, ma anche molto avvincente!

Spero che la storia vi abbia inquietato, infondo serviva anche a questo u.u

Alla prossima, Lord Gyber.

  
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