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Autore: Alison Cole    19/01/2016    3 recensioni
(Capitolo Speciale di Capodanno della saga "The Curse")
E siamo giunti alla notte di San Silvestro. Pensavo di passare il capodanno più tranquillo della mia vita, ma a quanto pare se non mi capita una rottura di scatole ALMENO una volta al giorno, il mondo non è felice.
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Curse- La Saga delle Maledizioni'
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Speciale Capodanno
 New Year with a Ghost?


**ATTENZIONE**
Questa One-shot è basata sulla saga The Curse- La Maledizione di Mezzanotte. Non influenza sulla trama, ma consiglio caldamente a chiunque voglia inoltrarsi nella lettura di leggere prima la storia principale, solo per comprendere meglio chi sono i protagonisti di questa avventura. Premesso questo, buona lettura ♥

 

Copro con una mano l'ennesimo sbadiglio che mi costringe a spalancare la mandibola peggio di un serpente… e quelli sono capaci di ingoiarsi un elefante per intero.
Sbattendo le palpebre dei miei occhi color mogano, ormai inondati di lacrime, entro nel sottosuolo del Twelve's dalla porta secondaria, circondata da un'alta recensione, quasi completamente ricoperta di vegetazione.
Questa volta per fortuna non sono stata costretta a scavalcarlo e ad arrampicarmici in perfetto stile Spiderman.
Infatti, i
n mezzo al fogliame vi è una serratura che apre una piccola porticina ma che da china posso utilizzare senza alcun problema. I ragazzi si sono preoccupati di recuperare una copia della chiave che apre il cancelletto proprio per evitare che io rischi di rompermi l'osso del collo ogniqualvolta venga a trovarli.
L'ultima occasione in cui avevo usato questa entrata (o meglio uscita) ero in fuga dalla pasticceria, durante la prima notte passata con loro in versione animatronica.

Mi trovo qui perché Myra aveva proposto di passare il capodanno insieme, ascoltando musica, mangiando pizza e magari guardandoci un bel film.
Nulla di clamoroso, ma molto confortevole e intimo.
Se non ci fosse anche quel coniglio idiota, sarebbe tutto perfetto, ma purtroppo nella vita bisogna anche accontentarsi, no?
Faccio per aprire la porta del salone principale quando questa si spalanca e una figura mi investe, saltandomi addosso e stritolandomi in un enorme abbraccio.
-Roxy!- grida entusiasta una platinata dagli occhi miele.
-M-Myr-ra… c-così m-mi s-soffoc-chi…- riesco a dire con un filo di voce, sentendo l'ossigeno mancare. Ho sicuramente il viso viola… e probabilmente sto per morire (sai che novità…).
Lei si allontana subito spalancando gli occhi e inchinandosi un milione di volte per implorare il mio perdono. Tranquillizzata la volpe bianca, saluto Caelie, intenta a preparare degli stuzzichini da mangiare durante la serata.
-C-cerco solo di essere d'aiuto…- risponde lei timidamente, dopo che le ebbi fatto i miei complimenti: queste pizzette al pomodoro fatte di sfoglia sono paradisiache!
Noto Blake e Zack seduti sul divano ed incollati davanti il televisore al plasma, concentratissimi in una partita all'ultimo sangue di Call of Deuty, uno sparatutto di degna nota.
-AH! Colpo in testa ihihih... Beccati questa, scemo!- ridacchia il biondino, sbeffeggiandosi dell'inutile tentativo dell'amico di farlo esplodere con una granata.
-Tsk… questa si chiama f-o-r-t-u-n-a! Vedi ora come salti in aria, nanerottolo.- risponde il rosso con un ghigno. E così i due iniziano una delle loro solite stupide “liti” sul fatto che “Io non sono un nanerottolo, idiota”, e “Idiota a chi? Sono più grande di te! Mi devi rispetto.”, e ancora “Non farmi ridere che ti comporti da femminuccia...” e…
No, aspetta, CHE???
Con una tempia pulsante mi dirigo spedita verso i due, afferro un terzo joypad e regalo a loro uno sguardo assassino.
-Femminucce hai detto? Bene, che ne dite di una partita? Voi due contro di me.- propongo con voce calma, totalmente in contrasto con il ghigno sadico che mi increspa le labbra.
Loro si scambiano un'occhiata sorpresa e abbastanza confusa.
-O-ok…- rispondono all'unisono, anche se leggermente riluttanti.

 

Osservo con estrema soddisfazione le facce scioccate dei due ragazzi fissare lo schermo con i risultati scritti a caratteri cubitali.
-Tutto ciò non ha alcun senso…- mormora Zack con gli occhi ambrati ridotti ad una fessura.
-C-ci ha stracciati…- continua Blake incredulo.
Mi alzo e spengo la console con nonchalance, per poi girarmi e donar loro un sorriso divertito.
-La prossima volta che reputate “femminuccia” un insulto, vi faccio ingoiare i joypad, chiaro?-
I due annuiscono con foga, mentre sgattaiolo dietro a Caelie e rubacchio un altro paio di pizze.
Mentre sono intenta a sorbirmi i rimproveri della piccola bionda, con la coda dell'occhio vedo un'esemplare di zombie uscire dalla stanza con mooolta lentezza.
Per poco non tiro un urlo di terrore, bloccato solo da un'occhiata stralunata di quest'ultimo.
Iridi blu mare, capelli color cacao…
-Frederick...- dico analizzando il ragazzo ingobbito, anche se sembra più una domanda che un'affermazione.
-Sì? Che c'è?- risponde abbastanza stizzito, cosa stranissima visto il carattere pacato e solare dell'ex-orso.
Che avesse il ciclo?

-Sembri un morto che cammina…- constato ad alta voce... ed è un complimento.
Sembra il gobbo di Notredam in versione zombificata, se trascuriamo il fatto che è pallido come un cencio e che probabilmente si potrebbero costruire due piscine nelle borse che porta sotto gli occhi.
Rick mi rivolge un sorriso tiratissimo, con un certo tic all'occhio.
-Si da il caso che non ho dormito questa notte. Inoltre ho un mal di testa pazzesco. Quindi, se non vi dispiace…- e così dicendo esce definitamente dalla sala sbattendo la porta.
Bene, credo di aver appena appreso che se Frederick sta male, diventa decisamente PEGGIO di Peter… anche se lui è così tutti i giorni, purtroppo.

-Pensate che gli passerà?- chiedo ad alta voce.
Tutti fanno spallucce.
La loro sensibilità tocca livelli pari alle temperature artiche.
-Non preoccuparti. Ci ammaliamo raramente e con durate minime. Non ha bisogno di una badante.-
Faccio un salto, notando Peter intento a leggere un libro comodamente seduto su di una poltrona.
Parli del diavolo è spuntano le corna...

-Da dove salti fuori?- mi sfugge.
Distacca la sua attenzione dalla lettura e la porta su di me.
-Sono sempre stato qui.- dice con ovvietà, alzando elegantemente un sopracciglio.
Se, e io sono la beniamina della Dea della Fortuna.
Le due ore seguenti le passiamo a preparare la pizza sotto le rigide indicazioni di Caelie: sarà una ragazza timida e cordiale, ma quando si parla di cucina diventa una vera e propria dittatrice!
Comunque dopo averle infornate ed aver aspettato la cottura, nel frattempo dando una rivincita ai due pro-player (così si considerano), con risultato la loro schiacciante sconfitta, ci mettiamo a guardare un film e mangiare pizza, scherzando e... rovesciando anche un'intera bottiglia di Coca in testa a Blake… colpa di Zack, io non c'entro.
Sorvolando sulla scazzottata tra i due e che ovviamente il biondo è stato costretto a cambiarsi, Bevis, che si era unito a noi quando la pizza, e quindi tutta la faticaccia, era già stata fatta (tsk…), esce fuori con una proposta…
-Che ne dite se racconto una storia horror?- dichiara con un sorriso a trentadue denti.
Silenzio. Tutti tornano a farsi gli affaracci propri.
-Siete malvagiii!-
-Non per cattiveria, ma mi sembra paradossale raccontare una storia dell'orrore a, ehm, degli orrori?- gli risponde Myra inclinando la testa e poggiandola sulla spalla del fidanzato.
-Grazie tante…- mormora Caelie demoralizzata.
-Ah-ah era per dire- cerca di giustificarsi la platinata.
Bevis sembra il ritratto della tristezza. Ci guarda e poi abbassa la testa remissivo.
Noi sette, dopo una lunga occhiata, sospiriamo.
-Va beneee…- cediamo all'unisono.
Il coniglio si riprende subito (che attore...) e un sorrisetto sghembo increspa le sue labbra. Iniziamo già a pentirci di averglielo concesso.

 

Le luci sono state abbassate, creando un'atmosfera cupa e minacciosa.
Sono seduta su una delle tante poltroncine della stanza e osservo di sottecchi il moro che si posiziona comodamente sul divano, occupandolo completamente.
Mi torna in mente quella notte. Bevis mi lancia un'occhiata ambigua, facendomi rabbrividire.
Sembra che se la ricordi bene anche lui… tsk, stupido coniglio.
-Prima che ti faccia diventare il piatto del giorno di domani, che ne dici di iniziare questa benedettissima storia?- lo rimbecco io, lanciandogli un'occhiataccia che avrebbe spaventato anche il Re dei Demoni… beh, forse lui no.
Quel tipo è… al momento mi sfugge un aggettivo estremamente dispregiativo adatto a lui.
Comunque il moro, udendo il mio commento, alza gli occhi al cielo e finalmente comincia il racconto.
-Allora… esiste una leggenda. Sembra che la notte di Capodanno, per ogni anno nuovo terminante in 6, accadano avvenimenti inspiegabili e paranormali. Tutto cominciò con un gruppo di amici che festeggiavano insieme la notte di San Silvestro. Decisero di fare un gioco.
Un gioco di sopravvivenza. Avevano trovato su internet una formula per evocare i demoni, colui che avrebbe scelto le loro sfide.- inizia lui, mentre il sorrisetto sulle sue labbra si spegne, lasciando posto ad un'espressione serissima.
-Ovviamente, non si aspettavano veramente che davanti ai loro occhi apparisse un vero demone, in carne ed ossa. Egli prese la richiesta volentieri, trovandolo un gioco divertente e molto interessante.
I ragazzi vennero catapultati in un altra dimensione… non si ebbe più notizia di loro…- mormora con un filo di voce, facendomi rabbrividire per la seconda volta nella stessa serata.
-Si dice abbiano sofferto le pene dell'inferno, prove disumane e che abbiano esalato il loro ultimo respiro in maniere molto differenti, originali ed incredibilmente dolorose.- conclude infine, la voce grave e leggermente roca.
Nella stanza ora aleggia un clima opprimente, come se una cappa di fumo avesse invaso la sala, rendendomi difficile la respirazione.
Ho un brutto presentimento...
Risi, spezzando quel silenzio innaturale che era venuto a crearsi.
-Questa è solo una stupida storia! Non c'è nulla di qui preo…- non faccio in tempo a finire la frase che la voce divertita di Bevis mi interrompe.
-Oh, Rox… questa non è una semplice storia… d'altronde il 6 è il numero del diavolo.-
E l'ultima cosa che vedo è il sorriso divertito di quel dannato coniglio… prima di cadere in un denso e vuoto nero.

 

Ho freddo. Molto freddo. E il pavimento gelido che percepisco sotto di me non fa che peggiorare la situazione. Apro leggermente gli occhi, trovando ad attendermi un bellissimo e bassissimo soffitto di pietrisco ammuffito. Fantastico. Ma apparire dentro una Spa mai?
Sempre posti da schifo.
Mi tiro su a sedere e massaggio le tempie cercando di riprendermi e ricordarmi come diavolo sono stata catapultata qui.
Il coniglio aveva appena finito di raccontare la storia se non sbaglio… e poi era diventato tutto buio.
Mmmh, Bevis aveva parlato di un certo demone e di un gioco di sopravvivenza.
Quindi… oh, no. Spero vivamente di sbagliarmi.
Mi ritrovo in un corridoio creato interamente in pietra, largo tre metri ed alto due circa.
L'illuminazione è scarsissima, giusto due o tre fiaccole messe ogni tot metri che rischiarano leggermente l'ambiente, tanto per evitare di andare a sbattere contro un muro.
Non vi è anima viva.
-Si dice abbiano sofferto le pene dell'inferno, prove disumane e che abbiano esalato il loro ultimo respiro in maniere molto differenti, originali ed incredibilmente dolorose.-
Quel… Quel… QUEL DANNATISSIMO CONIGLIO!
Lo sapevo! Nella sala io ero l'unica seduta sola soletta sul mio divanetto, abbastanza in disparte rispetto agli altri. Nel teletrasporto sono stata quindi rigettata da sola, lontano da tutto e da tutti.
Come posso sopravvivere da sola?
Anche in forma umana loro sanno cavarsela benissimo, ma io?
Aveva puntato a questo fin da subito…
Giuro: se torno a casa sana e salva, lo pesto a sangue!

 

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!- urlo mentre ormai le mie gambe sono arrivate allo stremo, pronte ad abbandonarmi da un momento all'altro.
Ormai sono passate ORE da quando mi sono risvegliata qui e non ho fatto altro che correre come una gazzella da un pericolo all'altro: prima ci sono state le tigri; poi il classico masso gigante che ti perseguita come se avesse una dannata coscienza, anche se per fortuna devo ammettere che mi ha levato di torno le tigri, spiaccicandole; poco dopo ho rischiato di cadere in un precipizio e rimaner infilzata da degli spuntoni che si trovavano alla fine del dirupo e, per concludere in bellezza, ora sto scappando da un esercito di pipistrelli!
Ammetto che la mia sfiga è epocale e che di solito rischio di morire da un momento all'altro, ma adesso stiamo esagerando! 
Corro ancora e svolto a destra, per andar a sbattere direttamente contro il muro pochi secondi dopo. Ci mancava solo il vicolo cieco, maledizione!
Sento già il battere delle ali impazzite di quei succhiasangue assatanati rimbombare dietro di me.
Ragazzi, è stato bello conoscervi. Comincio a tremare come una foglia mentre tasto il muro cercando, che ne so, un pulsante magari.
Mi volto appena per vedere miliardi di occhietti rosso sangue avvicinarsi ad una velocità sorprendente, poco prima che le mie mani incontrino le braccia di qualcuno e che io trapassi letteralmente il muro.
Cado con un tonfo su qualcosa di morbido, e credo che sia il mio presunto salvatore e non un materasso… che poi un materasso in un posto del genere non avrebbe alcun senso. Aprendo gli occhi, trovo davanti a me un viso familiare contornato da dei morbidi capelli castani.
-Rick!?- urlo di gioia, abbracciandolo.
Il ragazzo ride e mi scompiglia i capelli accarezzandomi la testa.
-Per fortuna sono arrivato con un tempismo da supereroe.- dice gonfiando il petto con orgoglio.
Mi unisco alla sua risata e un sospiro di sollievo mi sfugge dalle labbra.
Questa volta ci è mancato davvero poco.
Ci rialziamo e lo osservo un attimo di sottecchi.
Sarà il sorrisetto sghembo che sembra non voglia abbandonare le sue labbra o il portamento sicuro e accattivante oppure quella scintilla maliziosa negli occhi, ma questo non sembra il Frederick di sempre.
-Mmm… come sei riuscito a trovarmi? E poi non stavi male? Che ci fai qui?- gli chiedo sospettosa.
Lui mi rivolge un'occhiata sorpresa, sostituita subito da un'espressione scherzosa.
-Beh, mi sento meglio. In realtà non ne ho idea di dove mi trovo, anche se penso ci sia lo zampino di quel combina guai di un coniglio… però da quando mi sono risvegliato in questa specie di labirinto fatto di pietra sono migliorato di minuto in minuto. Per quanto riguarda il “come” ti ho trovato, sono state le tue urla che mi hanno condotto a te. A meno che diventi sordo, anche se fossi riapparso in Cina ti avrei trovato… urlavi come un'aquila!- mi sfotte con un sorrisetto di scherno.
A quanto pare sono arrossita di brutto perché mi sento le guance in fiamme.
-N-non è v-vero…- balbetto appena, peggiorando decisamente la situazione.
Ecco, ora mi prenderà in giro a vita!
Inaspettatamente, si avvicina e mi cinge con le sue braccia in un tenero abbraccio.
-Se fossi morta… non sai cosa avrei fatto pur di riportarti da me…- mormora così piano da sembrare che lo stesse dicendo più a se stesso che a me.
Sinceramente non so cosa dire. Rick non si era mai dimostrato interessato a me.
Certo, al Twelve's era gentile e si dimostrava un vero amico, pacato e pronto a dare sempre degli ottimi consigli. E poi aiutava sempre tutti senza mai lamentarsi.
Era raro vederlo demoralizzato o arrabbiato, sempre con un sorriso cordiale sulle labbra che cercava di vedere il bicchiere mezzo pieno. Beh, tranne quando stava male… questo l'avevo imparato poche ore prima.
Però questo atteggiamento… non è da lui.
I miei pensieri vengono interrotti quando sento la sua stretta allentarsi e la sua mano destra scivolare lungo il braccio, afferrare la mia e stringerla tra le dita.
-Andiamo a casa.- dice con un sorriso tenero mentre il mio cuore fa una capriola.
Proseguiamo lungo quei corridoi in penombra superando altre insidie, come dei raggi laser (abbiamo un demone high-tech, eh), delle frecce infuocate che schiviamo per miracolo e un branco di cani oserei dire sproporzionati.
Però questa volta non sono sola e, grazie anche al suo aiuto, alla fine riesco ad arrivare all'uscita del labirinto sana e salva.
Aprendo un pesantissimo portone, ci ritroviamo in una sala spaziosa dalle pareti color crema e i lampadari di cristallo. Il pavimento è formato da lucide piastrelle nere mentre in un lato del salone sorgono delle ampissime finestre contornati da eleganti drappi cremisi. Al centro, vi è un enorme tavolo pieno zeppo di pietanze e leccornie, apparecchiato con posate e calici d'oro massiccio.
Vi sono molti posti a tavola e, seduti e beati in questo lusso estremo, scorgo la testa di Myra e degli altri, intenti a mangiare con gusto e chiacchierare tra loro.
Avanzo incredula verso il tavolo, mentre un certo tic prende l'occhio destro.
-V-voi! Cosa diamine state facendo!?- urlo alla stregua dell'isterismo.
La platinata si volta e rimane a bocca aperta, la forchetta che cade sul tavolo.
-R-roxanne? Ma non eri a casa sana e salva?- dice a dir poco scioccata, mentre anche gli altri si voltano a guardarmi come se fossi un fantasma.
-No! Ho passato tutto il tempo a scappare e scappare e scappare da una morte certa all'altra! Devo dire che se non sono nell'oltretomba ora è un miracolo!- sbraito adirata. Mi avevano abbandonato sola in un posto da schifo mentre loro se la spassavano senza di me.
Tutta l'attenzione dei presenti si sposta su Bevis che sta bevendo del vino da un calice d'oro.
-Beviiiis… non devi dirci nienteeee?- domanda la volpe bianca con un cipiglio minaccioso.
Lui sembra cascare dalle nuvole e ci osserva confuso.
-Mh? Beh, mi sarò sbagliato. Pensavo veramente che Bob non l'avesse portata con noi.- risponde con una scrollata di spalle.
Aspetta, che? Chi è Bob?
Un uomo grassottello e sulla cinquantina dall'aria simpatica sbuca da Nonsodove (rinomata città, più o meno vicino a Quelpaese) e prende posto a capotavola.
-Oh oh oh! In realtà, mi avevi implorato tu stesso di portarla con voi e di farle fare la via degli “Ospiti Indesiderati”. Comunque serviti pure, cara. Sai, è bello ricevere visite qualche volta da una giovane ragazza come te. Mi dispiace per il trattamento, ma cercherò in qualche modo di rimediare appena avrai bisogno di qualcosa.- gongola contento per poi scoppiare in una grassa risata.
Inizialmente sono incerta se accettare l'invito, ma un certo brontolio proveniente dal mio stomaco e il sorrisetto malizioso di Rick, mi “costringono” ad accomodarmi e riempirmi il piatto di quelle prelibatezze.
Sarebbe disumano che andassero sprecate, no?
Mentre io mi riempio la pancia, Myra e Zack sono impegnati a pestare a sangue un certo coniglio di nostra conoscenza.
Starei a guardare questo magnifico spettacolo con dei popcorn per giorni.
Passiamo il resto della serata a chiacchierare, scherzare e anche ballare (sempre se i miei movimenti esperti da gallina in calore siano considerabili come mosse di ballo).
Ho scoperto che il Conte Bob è, sì un demone, ma un demone nobile, la casta più “tranquilla” e “buona” i quali adepti sono famosi anche per essere i più ricchi.
Credo che i ragazzi gli abbiano salvato la vita, un paio di volte, e che lui per sdebitarsi li aiuti economicamente. A quanto pare, senza di lui il Twelve's non esisterebbe nemmeno.
La sua compagnia è piacevole ed è incredibile la cordialità e l'affetto che manifesta nei nostri confronti.
Bevis, da quello che disse tra un calcio e l'altro dei fratelli volpe, era stato invitato dal Conte a passare il capodanno in allegria, portando anche il resto della banda. Infatti, tutti gli altri erano sbucati fuori direttamente nel salone, e non in altre parti della villa. Il suo voleva essere un “innocente” scherzo, ovviamente. E io, ovviamente, non gli credo.

Per quanto riguarda Rick, anche gli altri sono rimasti sorpresi di vederlo, soprattutto Bevis, il quale era certissimo di averlo escluso dal viaggio dimensionale.
Da quanto ho capito, esistono delle carte demoniache che, se scritti sopra i nomi dei viaggiatori e prefissata la meta, permetteva alle persone di teletrasportarsi.
Tenero il fatto che mi abbia chiesto il permesso per potermi smolecolare.
Sul serio, molto carino. Vorrei prenderlo a sberle.
Nel frattempo che gli altri si divertono, decido di uscire un po' sul gran terrazzo affianco alla sala per prendere una boccata d'aria.
Osservo il cielo stellato e la luna riflessa nell'acqua cristallina del lago che si estende di fronte a me. Infatti, la villa del Conte sorge in una splendida riserva naturale, vicino a un bellissimo lago incontaminato e contornato da un rigoglioso bosco che si dirama a vista d'occhio.
Il mio cuore perde un battito quando all'improvviso sento il fiato di qualcuno sul collo.
-AH! Da quando sei così silenzioso?!- urlo sorpresa a Rick, il quale mi guarda soddisfatto della mia reazione. Alzo gli occhi al cielo, esasperata.
-Sai, è difficile da credere che il Conte sia un demone…- dico riportando la mia attenzione al paesaggio. Lui si avvicina e poggia gli avambracci sul parapetto di marmo bianco.
-Non tutti i demoni sono persone cattive. Alcuni di loro sono incredibilmente stupidi, ma brutali allo stesso tempo. Altri si comportano come persone normali o sono delle bestie assassine. Altri ancora farebbero di tutto per la persona che amano… Ma questo forse lo fanno tutte le persone innamorate, non trovi?- conclude con un sorrisetto che mi fa arrossire fino alla radice dei capelli.
Ho un irrefrenabile voglia di sotterrarmi e/o di tirargli uno schiaffo. Perché sono così confusa con lui? Da quando mi fa questo effetto?
E poi perché i suoi occhi miele con pagliuzze cremisi mi danno alla testa?
Un attimo… da quando Frederick possiede delle iridi dorate? Non erano sempre state blu mare? Porta le lenti a contatto colorate?! E poi, ora che ci ragiono, come diamine ha fatto a farmi trapassare un muro quando mi ha salvato?
Sono sul punto di chiedergli una spiegazione quando vengo presa da un capogiro, la vista si appanna e delle chiazze nere invadono il mio campo visivo.
-Mi dispiace, non è ancora il momento giusto. Perdonami, Hope.- e poi, il nulla.

 

-Allora, chi ci ha riportato indietro se non sei stato tu!?- chiede Myra delusa, con un leggero broncio ad incresparle le labbra, dopo aver urlato contro Bevis per una buona mezz'ora sul fatto che voleva stare dal Conte ancora un po'.
Sentiamo la porta del salone aprirsi ed una figura fuoruscire dall'oscurità.
-Potete smetterla di urlare!? Stavo disperatamente cercando di dormire per far passare questo maledetto mal di testa! Vi dispiace avere pietà di me?- urla disperato Rick avvolto in un bozzolo, composto da una copertina rossa di pail.
F-frederick?!
-M-ma fino a poco fa non eri anche tu con noi da Bob?- chiedo allucinata, mentre i miei sospetti si concretizzano sempre più.
-Che? Il Conte? Mi dispiace deluderti ma se Bevis avesse deciso di portarmi, lo avrei come minimo ucciso. Non sono nelle condizioni di camminare, figurati fare un salto dimensionale! Ora, se non vi dispiace…- e richiude la porta sbattendola con forza.
Le gambe, non riuscendo più a sostenermi, mi abbandonano a terra, mentre Blake cerca di riacciuffare il mio spirito che fuoriesce dalla mia bocca, le grida di Myra che mi incitano a riprendermi di sottofondo.
Se quel ragazzo non era lui… allora chi era?! 


Ali's Note:
Ed ecco il capitolo speciale C:
Totalmente no-sense è solo per far un po' ridere se non si era capito ahah
Il Conte Bob però sarà veramente un personaggio... ma diverso ^^ 
Qui ho solo sdrammatizzato. Per quanto riguarda il personaggio ignoto... è sempre il solito tipo che appare e poi se ne va!
Solo che sta volta aveva voglia di passare del tempo con lei senza stare nell'ombra eheh ^^
Bene spero che vi sia piaciuto! Recensite che i vostri pareri sono sempre ben accetti e alla prossima!
Jaa ne ♥
Alison Cole

   
 
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