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Autore: Orphee    19/01/2016    1 recensioni
(Au!Omegaverse)
Lee Donghae attende pazientemente da otto anni il ritorno di Eunhyuk. Attente pazientemente anche un altro paio di cose, a volte lo coglie lo sconforto, altre -il più delle volte- una fottuta paura. La domanda più ricorrente è "e se si fosse scordato di me?" Non pensa spesso a quanto entrambi possano essere cambiati, quello no, anche perchè hanno una promessa da mantenere.
Donghae ha a che fare con un discreto numero di persone, non molte ma molto particolari ed importanti: suo fratello Leeteuk, il suo socio Kangin e quell'assurda "Pink Princess" che è sempre con loro, poi quella che pare la coppia d'oro di quella cricca sfasata, Ryeowook e Yesung, ed infine Sungmin, buon amico rimasto fulminato -e non in senso positivo- da uno spilungone che "ha un carattere orrendo, e sto usando un eufemismo, fidati."
Ciascuno di loro ha i suoi grattacapi, i suoi mostri da combattere, i suoi legami, piccole gioie di ogni giorno, vivono in una società per certi aspetti inclemente, ricca di pregiudizi e che pare impantanata in idee troppo vecchie, sempre sul chi va là perchè incapace di pensare alla pace invece che alla guerra.
Donghae, in tutto questo, attende, e poi...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Mpreg, Tematiche delicate
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If i had you, 1

Piccolo papirello informativo (?): Hello, sono Orphi (?), la tipa che sta scrivendo la storia, ci terrei molto a fare un paio di precisazioni prima di cominciare.
1) La ff è ambientata all'interno di un omegaverse immaginario. Le dinamiche alpha/beta/omega saranno rielaborate e declinate sulla base del contesto e delle esigenze di trama, quindi se qualcuno dovesse scrivere "ma nell'universo omegaverse non è così" -cosa tra l'altro discutibile in tutti i casi visto che certi aspetti sono "fluttuanti" e non è un universo canonico-, sarà bellamente mandato a Quelpaesedilà visto sto avvisando in queste noiosissime note u^u. In ogni caso ogni cosa verrà spigata con il procedere della storia, per chi fosse a digiuno di omegaverse.
2) Oltre alla EunHae tratterò anche altre coppie che avranno più o meno spazio, di sicuro penso che avrà un certo spazio la KyuMin. Devo solo decidere se ne avrà tanto quanto alla prima coppia o meno, ma se riesco a rispettare i miei piani avrà comunque uno spazio considerevole...quante volte ho ripetuto spazio? D;
3) il raiting è variabile. Partiamo con un giallino pallido che potrebbe rimanere invariato come no -molto no *coff*- e salire ad arancio o addirittura rosso. E' la prima ff che scrivo dopo millemila anni ed è la prima del genere e con personaggi che non sono fittizi, quindi l'aumento o meno del raiting dipenderà principalmente dal fatto che io mi senta pronta/in condizione di scrivere questo o quello. Ma tanto mi conosco, almeno ad arancio ci arrivo sicuro, ma insomma, andiamo per gradi u.u"
4) Vorrei ricordare una cosuccia: le recensioni agli autori piacciono un sacco <3 Quando leggete una storia tenete presente sempre una cosa, solitamente l'impegno di chi scrive è spesso proporzionale alla possibilità di interagire con i lettori, diversamente, almeno a livello personale, se non mi sento stimolata penso di scrivere solo per me stessa, se io me la canto e io me la suono alla fine della fiera potrei anche aggiornare ogni ventordici del mese, no? Tanto io mica ho fretta di rileggermi u.u"""
5) La nota OOC è d'obbligo direi, è una AU ed inoltre non ho la presunzione di conoscere o essere aderente al carattere e alla personalità dei personaggi, in ogni caso sempre filtrati attraverso i mezzi di comunicazione di solito.
6) Vogliatemi bene, sono carina e... buona lettura <3


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If I had you


Capitolo 1
A
nnuire con forza

Donghae sedeva scompostamente sotto l'albero in giardino godendo dei raggi del tiepido sole pomeridiano, il libro che stava leggendo giaceva abbandonato sulle sue gambe mentre lui, con gli occhi chiusi e il capo appoggiato contro la corteccia, cercava di rilassarsi tentando di isolarsi dai rumori cittadini. Il brusio della televisione che proveniva dalla cucina non gli dava particolarmente fastidio, anzi, in qualche modo, con una sorta di attenzione inconscia, cercava di captare le parole che provenivano dall'apparecchio. Non seppe dire che programma stesse guardando suo fratello maggiore Leeteuk ma una voe dal tono chiaro e composto stava illustrando le dinamiche interne alla loro razza, sostenendo che, erano proprio quelle dinamiche naturali che la legge rispecchiava e avrebbe dovuto continuare a rispecchiare.
Donghae fece una smorfia di disapprovazione cercando di staccare l'attenzione da quel discorso che gli arrivava fin troppo nitido alle orecchie. A scuola, sin da quando i bambini si trovavano alle elementari, era prevista una materia che portava il nome di "dinamiche di genere". Donghae ad un certo punto, crescendo, aveva iniziato a domandarsi se per caso non fosse una sorta di lavaggio del cervello.
La voce di un vecchio insegnante di scuola divenne lentamente il centro dei suoi pensieri mentre i sensi si abbandonavano ad un breve sonno riportandolo a vecchi ricordi.

-Allora ragazzi, ricapitoliamo quanto studiato fino ad ora.- il buio calò nell'aula mentre alcune immagini furono proiettate sul grande schermo che copriva la parete davanti agli studenti.- i membri della nostra razza possono appartenere ad una di queste tre categorie: alpha, omega e...- piccola pausa- beta. Gli alpha sono gli individui sessualmente dominanti, essi  possono avere delle relazioni tanto con dei beta quanto con degli omega anche se è stato rilevato che essi sono maggiormente attratti dagli omega i quali rilasciano dei feromoni cui gli alpha sono particolarmente ricettivi. Gli omega sono la componente passiva, solitamente risultano, per le loro caratteristiche fisiche e caratteriali, dipendenti dai loro alpha. I beta occupano un gradino centrale, possono essere elementi attivi quanto passivi a seconda che abbiano a che fare con alpha, omega o altri beta, non sono tuttavia in grado di emettere feromoni in grado di attrarre gli alpha in maniera istintiva come invece avviene per gli omega.- l'umo fece una smorfia- e sono sterili- aggiunse.- Ricordate che non possono esistere relazioni tra due alpha o tra due omega, ricordate anche che la natura ha dato ad ogni genere determinate caratteristiche: fisiche, caratteriali, di indole, che si riflettono, ovviamente, sull'assetto della nostra società. E' consono che gli omega, naturalmente deboli, si affidino totalmente al loro alpha. In alternativa va bene anche un beta ma ricordate che gli alpha rappresentano, anche, l'apice della gerarchia sociale ed economica. E' il meglio cui si possa ambire. Compito dell'omega è mettere al mondo una prole sana e forte e...-
Donghae aveva smesso di ascoltare l'insegnante non appena aveva terminato di parlare degli alpha. Nonostante per anni fosse stato bombardato da tutte quelle storie aveva smesso presto di farsene influenzare, complice anche la caparbietà di un fratello maggiore che si era scoperto beta intorno ai tredici anni e che non apprezzava granchè quella lode incondizionata nei confronti degli alpha e i pregiudizi e le discriminazioni che ne derivavano per le altre due classi della razza. Eunhyuk invece, a differenza sua, osservava l'insegnante con gli occhi spalancati, assorbendo lentamente quel fiume di parole. Eunhyuk ci credeva, era convinto di quello che stava ascoltando, merito di due genitori ambiziosi e conservatori, fedeli ai principi della loro società fino al midollo. Eppure erano amici, inseparabili sin dalla culla, due facce della stessa medaglia.
All'epoca di quel lungo discorso avevano entrambi tredici anni, Eunhyuk sembrava cambiare lentamente, diventare più ricettivo agli stimoli esterni, agli odori che lo circondavano. Agli omega e ai beta. Era stato allora che il suo genere si era rivelato.
Era stato dopo quella noiosa lezione che l'amico lo aveva portato nel campetto di basket dietro la scuola, correndo a perdifiato sotto i raggi di un sole morente.
-C-che diavolo di fretta hai, Hyukkie?- aveva domandato Donghae mentre cercava di stare dietro ai passi dell'altro.
Euhyuk non aveva detto niente, si era limitato a girarsi un momento verso di lui, guardandolo con occhi che sembravano insolitamente cupi.
Quando arrivarono al campetto lo abbracciò forte a sé senza un motivo apparente.
-Hyukkie, mi fai male- mormorò Donghae ricambiando goffamente l'abbraccio. L'altro sembrava non avere sentito, rimase immobile, abbracciandolo forte e respirando il suo profumo.
-Non sento nulla, Hae- mormorò poi al suo orecchio- non sento il tuo odore.
Donghae si era sentito spiazzato di fronte a quell'affermazione che aveva il sapore della tristezza, spiazzato e poi ferito. Con le dita strinse forte la felpa dell'altro ragazzo, quasi nel tentativo di abbracciarlo di più, di sentirlo più vicino. Donghae non aveva ancora rivelato il suo genere di appartenenza quindi Eunhyuk non poteva percepire l'odore caratteristico di una classe o dell'altra.
Quel non sento il tuo odore, parve lasciare qualcosa in sospeso, un pezzo di frase che era stata mozzata ma che aleggiava tra di loro come una spada di Damocle.
Non sento il duo odore. Non posso amarti.
-Scusami- sussurrò Donghae sentendosi irrazionalmente in colpa, gli occhi che pizzicavano lacrime mal trattenute.
-Vorrei- si limitò a dire Eunhyuk- vorrei sentire il tuo odore.
E amarti.
Donghae sentì la pelle bagnata dalle lacrime sue e dell'altro, stretti in quell'abbraccio disperato e inconsapevole, in quel rapporto che era sempre stato strano, indefinito e delicato come i colori di un acquerello eppure così nitido nel suo manifestarsi come un affetto enorme, intenso, pervasivo. Era come l'acqua scossa da una pietruzza il loro legame, in grado di generare sobbalzi e onde nel petto per quanto esse fossero loro incoprensibili e macchiate da ideali, pregiudizi, dalle dinamiche stesse della loro razza.
Quando Eunhyuk si staccò da lui gli fece un mezzo sorriso dandogli un bacio a fior di labbra. Non era mai successo, pensò Donghae. Era il primo e l'ultimo, breve e fugace, dolce e intenso al tempo stesso. Così bello da desiderarne di più.
-Non sarò qui per scoprire il tuo genere assieme a te credo. Lo sai, domani parto- gli ricordò rammaricato.
Donghae annuì fermando lo sguardo sull'asfalto. Non appena Eunhyuk si era rivelato come alpha i suoi genitori non avevano esitato a mandarlo in un'accademia d'eccellenza che lo avrebbe formato come tale. Dentro di sé Donghae temeva di rivederlo cambiato, di rivedersi cambiati entrambi, che Eunhyuk si scordasse di lui.
-Donghae- chiamò l'altro sollevandogli il viso- fammi una promessa.
Il ragazzo annuì ancor prima che Eunhyuk parlasse e questo fece sorridere l'altro:- promettimi che se non sarai un alpha, e lo spero con tutte le mie forze, sarai solo mio.
Donghae veva annuito con forza, aveva annuito con forza anche quando si erano rivisti nei due anni successivi, per le brevi vacanze estive e per il Natale, quando ancora il suo genere non sembrava proprio volersi rivelare.

Nevicava quell'ultimo Natale, Eunhyuk gli stringeva il viso arrossato dal freddo tra le mani guantate, un sorriso triste incorniciava le labbra carnose.
-Sarai solo mio.
-Sì.- Donghae non esitò.
-Ti sposerò.- il suo fu un sussurro delicato.
-Sì.- un mormorio sorpreso e felice dell'altro
-E ti proteggerò.
-Sì. Anche io- volle aggiungere- ti proteggerò.
Eunhyuk sorrise divertito: -E' una promessa.
-Sì, è una promessa- Donghae sorrise. Aveva annuito con forza. Aveva sempre annuito con forza.

Si era svegliato con gli occhi che gli pizzicavano, se li stropicciò ritrovandoli bagnati e sentendosi il cuore pesante mentre suo fratello lo chiamava affacciato alla porta. Gli fece un cenno per fare intendere di averlo sentirto, rimase qualche altro momento seduto mettendosi a gambe incrociate e osservando, senza realmente vederla, la copertina bianca del libro.
Aveva ventiquattro anni, sedici l'ultima volta che aveva visto il suo migliore amico, aspettando di rivederlo, di potere essere qualcosa: un alpha, un beta, un omega. Donghae, per otto anni, aveva aspettato, semplicemente. E avuto paura.
Prese una fetta di pane dalla cucina mentre Leeteuk gironzolava in giro per casa alla ricerca delle chiavi della macchina mormorando quanto si fosse fatto tardi e chiedendosi dove le avesse mai buttate la sera prima. Donghae alzò gli occhi al cielo accennando un sorriso, si avvicinò al mobile all'ingresso e l'attimo dopo chiamò il fratello mostrando le chiavi che pendevano tra le sue dita.
-Ieri sera le hai buttate sul divano- spiegò- e questa mattina mi ci sono seduto sopra per tua fortuna.
-Sono un uomo stanco ed impegnato- si giustificò il maggiore con un sorriso divertito.
-Sei un uomo schifosamente disordinato- lo rimbeccò il più piccolo accompagnandolo alla porta.
-Anche questo è vero, inutile negarlo. Ah- si ricordò- questa sera cena senza di me, rimango al giornale con Kangin ed Heechul. Scusa, scusa, scusa- affermò giungendo le mani in preghiera.
-Non fa niente, lo so che hai tanto da fare in questo periodo- ribattè Dongahae- e ora vai via- scherzò- o Kangin aggiungerà anche "ritardatario" alla lista dei tuoi difetti.

Leeteuk arrivò all'Observator con una puntualità che ebbe del miracoloso, particolare che gli risparmiò l'occhiataccia del suo amico e socio Kangin. Passò dal proprio ufficio giusto il tempo di posare il cappotto e prendere il portatile e alcuni documenti, poi, senza troppe cerimonie, entrò nella stanza dell'altro sedendosi di fronte a lui. Kangin sollevò un sopracciglio, ormai sapeva da anni che per Leeteuk bussare era un optional.
-Pensavo saresti arrivato in ritardo- affermò occhieggiandolo.
-Malfidente, dovresti darmi più fiducia.
-Di solito non trovi le chiavi
-Le ho messe a posto ieri sera- ribattè piccato l'altro.
-...o come al solito le ha trovate tuo fratello.
Silenzio sull'altro fronte. Kangin emise uno sbuffo divertito: colpito e affondato. Leeteuk aveva un sacco di difetti: era disordinato, ritardatario a giorni alterni, spesso parlava a sproposito, era un bugiardo, era calcolatore ed era schifosamente ambizioso anche se in effetti, Kangin doveva riconoscere a se stesso che le ultime caratteristiche in quella giungla lavorativa erano assai utili. Nonostante la lista di difetti, che con gli anni si era anche allungata, Kangin ammirava Leeteuk e lo riteneva un amico di cui fidarsi. Quando il beta gli aveva proposto di fondare assieme un giornale non ci aveva pensato su due volte ed aveva accettato seguendo il proprio istinto e remando contro i genitori che, in quell'occasione, e almeno per i primi tempi, non lo avevano di certo appoggiato. Kangin era un tipo che solitamente pensava, almeno quando si trattava di lavoro e di rischiare, quel giorno invece aveva scelto di chiudere gli occhi e di buttarsi, aveva litigato con i genitori, rischiato di essere diseredato e di finire a vivere senza neanche un soldo per il semplice gusto di inseguire un sogno e quel pazzo di Leeteuk. La famiglia di Kangin si occupava della pubblicazione di libri e riviste altamente specializzati, a lui di quella roba non era mai importato un fico secco e quindi, laureato in giornalismo e dopo tre anni di lavoro in un quotidiano locale, dopo tre anni di lavoro passati a contatto con quel pazzo, alla fine un po' pazzo lo era diventato anche lui e l'Observator era stato il risultato delle loro follie condivise.
-I tuoi genitori che hanno detto?- domandò Leeteuk al proprio socio, aspettando con una certa impazienza quanto aveva da dirgli.
-Cosa volevi che dicessero, Teuk? Hanno detto di no, non ci faranno da finanziatori. Era prevedibile, lo sapevi- gli ricordò vedendo la delusione sul volto dell'altro- sono stati felici per l'Observator solo quando hanno concretamente visto che non si è rivelato un fallimento ma...-
-Ma il fatto che il tuo socio sia un beta non gli va ancora giù- terminò Leeteuk con una punta di astio malcelata.
-Non è quello.- un sospiro stanco, quante volte ne avevano parlato? Tante, di sicuro.
-Lo è, eccome. Se fossi stato in società con un alpha come te avrebbero scucito- accusò.
Kangin aggrottò le sopracciglia. Non poteva negare che uno dei motivi al no dei genitori fosse sicuramente l'avversità nei confronti dei beta, ritenuti da alcuni biologicamente inutili perchè non in grado di riprodursi, forse alpha e omega che non erano riusciti a tirare fuori le proprie caratteristiche, prodotti difettosi, non riusciti insomma. Erano teorie che avevano preso piede da anni, neppure troppo tempo dopo le prime ricerche sulla loro razza.
 Kangin si ritrovò a sospirare:- Ascolta, i miei si occupano di prodotti "culturalmente superiori" come amano affermare, noi vogliamo aprire una casa editrice che sia diretta ad un pubblico più vasto, non lo accettano.- l'alpha rise- se leggessero i romanzi di Pink Princess morirebbero di infarto.
Leeteuk non potè fare a meno di emettere uno sbuffo divertito, li avrebbe proprio voluti vedere, quei due, a dilettarsi con i romanzi rosa di Heechul.
Il diretto interessato spalancò la porta senza farsi problemi, sotto al braccio teneva i fogli con la sua ultima fatica "Amore bollente alle Maldive",  Kangin si massaggiò le tempie con le mani:- Ma non usa nessuno bussare qui?- mormorò. Leeteuk ebbe appena il tempo di fare un cenno con la mano in segno di saluto che Heechul si richiuse la porta alle spalle con una certa malgrazia. Era teatrale, teatrale come sempre, come una prima donna.
-L'alpha più fedele del mondo e il beta più puttaniere che ci sia- li salutò con un ampio gesto del braccio libero.
-Ciao anche a te, fottuto omega in calore- apostrofò Leeteuk, stendendosi meglio contro la poltrona. Heechul, da parte sua, fece lo gnorri.
-Non so di che parli, sono per l'amore libero io- affermò facendo spallucce.
-Amore libero non vuol dire che puoi fare sesso col tuo ragazzo dove ti pare- precisò Kangin. Ryeowook, dopo -il brevissimo- imbarazzo iniziale per averli beccati nei bagni, ancora ne rideva e ne sparlava amenamente.
Heechul si schiarì la gola:- Non sono qui per parlare di questo- sviò- credo di avere trovato un finanziatore piuttosto, ma pone delle condizioni...singolari.
Un silenzio perplesso e timoroso cadde nella stanza: -Tipo?- azzardò poi Kangin, con una punta assi evidente di sospetto nella voce.
Tipo che ci ha scambiati per un'agenzia matrimoniale o qualcosa di simile, pensò Heechul.

Donghae si fece largo tra la folla di studenti che presidiava l'ingresso dell'auditoriom nel quale si sarebbe tenuto un importante seminario. Erano accorsi parecchi ragazzi per parteciparvi, tutti curiosi, come del resto anche lui, di vedere il giovane prodigio che all'età dei ventidue anni possedeva una delle aziende di elettronica più produttive del paese. In giro si diceva che fosse un genio, che possedesse uno dei Q.I. più alti dello stato -e non solo. Sungmin gli aveva confessato di esserne un po' geloso e Donghae stesso non poteva non condividere un po' di quella gelosia anche perchè quel ragazzo era più piccolo di loro, aveva già due lauree e possedeva un'azienda. Loro invece stavano passando le pene dell'inferno per prenderne una di laurea, figurarsi. Donghae raggiunse Sungmin trovandolo seduto sul bordo della fontana che si trovava al centro della piazza sulla quale si affacciava l'auditorium.
Immediatamente non gli sfuggirono le sopracciglia contratte e l'aria pensierosa ed infastidita dell'altro e Donghae si chiese con stupore cosa potesse essere accaduto, non era semplice fare arrabbiare un tipo come Sungmin.
-Ma seriamente- iniziò il ragazzo non appena Donghae fu abbastanza vicino- ma ti pare possibile che per poco uno non mi metteva sotto e si incazzava pure?
-Cos- che diavolo stai dicendo?
-Mentre venivo qui un'auto nera per poco non mi investiva- spiegò il ragazzo- fisso malissimo il conducente e non ho nemmeno il tempo di parlare che uno stronzo si affaccia dal finestrino posteriore e mi dice "guarda la strada prima di attraversare, ragazzino" e insomma...- Sungmin tossicchiò- dopo quello l'ho mandato a quel paese. E' stata una conversazione...vivace.
Donghae non riuscì a trattenere una risata sincera. Un Sungmin arrabbiato era raro da vedere ma quando accadeva non era certo tipo da trattenere le parole.
-Immagina che faccia avrà fatto il tipo- disse Donghae tra una risata e l'altra
Sungmin fecce spallucce:- Nessuna piega. Aveva una faccia da culo.
Non appena la porte dell'auditorium fuorno aperte al pubblico, Donghae e Sungmin si diressero all'interno cercando di sedersi ai primi posti. Effettivamente riuscirono ad ottenere una buona posizione all'interno dell'ampia sala e quando le luci si abbassarono e dopo la presentazione dell'ospite di quella giornata da parte di un emerito professore di economia, il tanto atteso genio fece la sua comparsa.
-Vorrei un applauso per il giovane Cho Kyuhyun, orgoglio e merito del nostro paese, signori- affermò l'uomo.
Quando "l'orgoglio e merito del paese" fece il suo ingresso, Sungmin lo fissò allibito.
-Faccia da culo- pensò. O mormorò visto che Donghae si voltò a guardarlo con uno scatto.










   
 
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