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Autore: zacra    20/01/2016    1 recensioni
questa è la mia prima FF sui personaggi di Supernatural, mi sono appassionata alla serie anni fa ormai, così ho deciso di iniziare a scriverci sopra per gioco e per passione ^^ spero vi potrà interessare!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nessuna stagione
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Dean stava guidando e si voltò a guardare il fratello sempre assorto nei suoi pensieri, erano così diversi ma lo sentiva più vicino che mai, erano insieme ed erano vivi, Castiel sul sedile posteriore riposava seduto composto come una scolaretta.
Castiel aprì gli occhi di colpo, mise una mano sulla spalla di Dean.
  • Fermati!- gli urlò, poco prima che un fascio di luce accecante investisse la strada davanti a loro, qualcosa cadde dalla luce ed andò ad impattare col suolo.
  • Che cazzo è successo?- disse Dean.
I tre scesero dall’auto e si trovarono davanti una ragazza che sembrava spaesata quanto loro.
  • Stai bene?- le chiese Sam chinandosi su di lei.
  • Ma che ….CAZZO!- disse Cora, indietreggiando velocemente e guardandoli come se avesse visto un fantasma.
  • Non può essere vero, che cazzo è successo?- iniziò a farfugliare dopo essersi rimessa in piedi da sola.
  • È pazza- concluse Dean guardando il fratello.
Cora si mise a sedere sul ciglio della strada e cercò di calmarsi, come poteva spiegare a quei tre che loro nel suo mondo erano i protagonisti di un qualunque telefilm e che lei non apparteneva a quella realtà, ed inoltre che non sapeva come ci era finita, cercò lo sguardo dell’unico che pensava le avrebbe davvero dato modo di spiegarsi ed incontrò gli occhi di Castiel che le sorrise, come se sapesse già ogni cosa, del resto era pur sempre un angelo.
  • Parliamo un istante- disse ai due fratelli, entrare nella mente di quella ragazza non era stato affatto complicato, le sue difese erano a pezzi, era inerme davanti ad una realtà che non le apparteneva e che non riconosceva, spiegò ai Sam e Dean quello che aveva letto nei suoi pensieri, dopo essersi allontanato da lei con loro.
  • Fammi capire, Alice qui è caduta nella tana del coniglio senza sapere come?- disse Dean inarcando un sopracciglio.
  • In parole povere, si!- rispose Castiel.
  • Come la possiamo aiutare? Voglio dire, non possiamo certo abbandonarla a sé stessa adesso no?- disse Sam.
  • State scherzando? Noi cacciamo demoni, mostri che se la mangeranno a colazione, non ci serve una palla al piede- sbottò Dean.
  • Non la lasceremo qui Dean, quella ragazza ha una vita a cui tornare, dobbiamo almeno tentare- tagliò corto Castiel voltandosi per tornare da lei.
Cora si stringeva le ginocchia al petto, cercando di concentrarsi sui pochi attimi prima del fascio di luce, cercando di capire che cosa potesse essere successo, se ci fossero indizi su come tornare alla sua vita, stava uscendo si casa, ecco cosa stava facendo, guardò la sua borsa a terra pochi metri più in là, il cellulare, pensò correndo verso la borsa, la svuotò sul cemento e lo prese, c’erano tre chiamate perse da suo fratello, vivevano in città diverse da quando lei era andata via di casa per cercare la sua strada, ma si chiamavano sempre alla sera per darsi la buona notte una volta a settimana.
  • Che ore sono?- chiese con un filo di voce e nessuno la sentì.
  • CHE ORE SONO?- urlò subito dopo.
  • Sono le tre del pomeriggio Cora- le rispose Castiel.
  • Le tre, ci sono delle ore di scarto allora tra la mia realtà e questa, devo provare a chiamare mio fratello, doveva partire per un viaggio- disse lei.
  • Prendi un sorso d’acqua prima- le disse Castiel, mentre la faceva alzare da terra.
Cora bevve dalla bottiglia che le stava porgendo Sam e poi si schiarì la voce prima di accostare il cellulare all’orecchio, con sua immensa gioia lo sentì suonare, e dopo pochi squilli la voce del fratello le rispose, sentì una lacrima sfuggirle e si affrettò ad asciugarla.
  • Ciao stronzetto! Ero sotto la doccia, come stai?- disse allontanandosi e cercando di mantenere la conversazione il più normale possibile, non voleva assolutamente trascinarlo in quel casino, lo salutò come sempre, senza tradirsi neanche un attimo e poi riattaccò.
  • A quanto pare i cellulari possono comunicare attraverso diverse unità spazio-tempo- disse guardandoli.
  • È un inizio- le disse Sam sorridendo.
  • Bene, se deve venire con noi, che venga ma noi dobbiamo muoverci, abbiamo un caso che ci aspetta e se tu sei chi dici di essere, non hai bisogno di spiegazioni su chi siamo e cosa facciamo per vivere- disse Dean senza troppi complimenti.
  • Certo, io sono Cora comunque- rispose lei.
  • Si, si incantato, salite in auto- disse Dean.
Cora raccolse le sue cose, da terra e richiuse la borsa, ora la sua vita si riduceva a quella borsa, non c’era altro, era abituata a vivere alla giornata, a viaggiare ma questo, no, a questo non era neppure lontanamente preparata.
Dean guidò senza sosta, per arrivare a destinazione, e durante il viaggio, Castiel e Sam fecero del loro meglio per conoscere, quella che suo malgrado era diventata la loro nuova compagna d’avventure.
Dean fermò la macchina davanti ad un motel anonimo e si voltò a guardare Cora che dormiva appoggiata alla spalla di Castiel.
  • Sveglia Alice nel paese delle Meraviglie, siamo arrivati e immagino ci toccherà prendere un letto in più- disse Dean al fratello.
  • Dean! Cerca di essere carino ok? Non è certo colpa sua, tutto questo casino- disse Sam guardandolo.
  • Lo so, è solo che non ci voleva, insomma non abbiamo già abbastanza stronzate a cui pensare?- domandò al fratello senza aspettare risposta.
Sam sospirò e lo guardò entrare nel motel per chiedere una stanza.
Cora entrò e si guardò attorno, era un posto tutto sommato accettabile, aveva visto ostelli peggiori a Praga due estati prima.
  • Prendo il letto accanto alla finestra ok?- chiese prima di appoggiare la borsa.
  • Come preferisci, vado a cercare la cena- disse Dean passandole accanto per uscire.
Cora si sedette sul letto e scostò le tende per evitare che la luce dei lampioni penetrasse, Sam le passò un barattolo di sale.
  • Immagino tu sappia cosa fare- le disse, lei lo mise sul bordo della finestra e sorrise.
  • Già- si limitò a rispondere.
La cena fu molto silenziosa, Castiel era sparito come sempre e Cora non sembrava essere di molte parole, aveva già detto parecchio di sé quel pomeriggio in auto.
La luce iniziò a penetrare attraverso la tenda, Cora controllò che ora fosse guardando l’orologio sul comodino, decise di farsi una doccia, aveva bisogno di rilassarsi. Il getto d’acqua era perfetto, ci si buttò sotto e iniziò a piangere tirando pugni al muro, non riusciva a capire come potesse essere finita lì, incastrata in una realtà parallela, senza un anche vago indizio su come tornare alla sua vita di sempre; si guardò la mano e notò che si era leggermente tagliata col bordo di una mattonella, sospirò e spense l’acqua, era sempre stata un’istintiva i suoi modi di reagire ad un problema, erano molto più maschili che altro, ogni volta che qualcosa non andava si ritrovava a curarsi ferite  o a piangere come una disperata in qualche parcheggio di notte con la musica che le spaccava i timpani e i singhiozzi che la facevano sussultare.
Dean era seduto sul letto e guardava Sam cercare qualcosa nella sua borsa, lo vide estrarre una camicia pulita e voltarsi verso di lui.
  • Dici che le sta? Vorrà qualcosa di pulito- disse.
  • Immagino di si, se lo farà andare bene- rispose Dean.
Cora apri leggermente la porta del bagno e cercò di raggiungere con la mano i suoi vestiti che Sam aveva però spostato.
  • Ma cosa?...- disse aprendo la porta e trovandoselo davanti.
  • Ho pensato preferissi qualcosa di pulito- disse porgendole una maglietta e una camicia scozzese.
  • Grazie-
  • Magari dopo possiamo andare a cercare vestiti, insomma sai, cose ehm…-
  • Reggiseni e mutandine Sammy- disse Dean ridacchiando per l’imbarazzo del fratello.
Cora sorrise e prese i vestiti che le stava porgendo Sam, si sedette sul letto e restò in biancheria intima, era normale per lei , viaggiando aveva sempre condiviso camerate miste e non la infastidiva il fatto di vedere o essere vista in intimo, si strofinò i capelli con l’asciugamano  e sollevò il viso, accorgendosi di due alquanto imbarazzati, Sam e Dean, più Sam che Dean ad essere onesti.
  • Scusate! Io insomma….non ci ho pensato, è come stare in costume da bagno per me- cercò di giustificarsi mentre si infilava frettolosa la maglietta di Sam.
  • Infatti…un gran bel costume, non è vero Sam…hey, puoi girarti ora- disse Dean.
Sam sorrise debolmente e si mise a cercare indizi sul caso che avevano per le mani in quel momento, Dean gli si avvicinò dopo che Cora uscì per prendere la colazione al distributore.
  • Hai notato che belle….eh?- disse alludendo al seno della ragazza.
  • Si Dean! ….-
  • Era impossibile non notarle, sai credo che non mi dispiaccia questa convivenza forzata, dopo andiamo con lei a fare shopping mh?-
Sam scosse il capo e riprese a leggere sullo schermo del suo pc, anche se la sua mente indugiava volentieri sullo spettacolo appena offerto dal corpo di Cora, non aveva un fisico da urlo, ma le sue curve morbide erano decisamente nei punti giusti, non poteva negarlo, sorrise fra sé e vide il fratello fargli l’occhiolino.
  
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