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Autore: Cinnamon Nya    20/01/2016    3 recensioni
Urania sospirò.
Era partita il giorno precedente dall'aeroporto di Yangon, in Birmania, per raggiungere la capitale greca. Nella sua mente ormai galoppavano pensieri di ogni tipo, misti ad un profondo senso di inquietudine che le stava attanagliando la bocca dello stomaco... Non tornava ad Atene da dieci lunghi anni, e la cosa la stava agitando non poco. Chissà quante cose erano cambiate, in tutto quel periodo. Chissà se avrebbe rivisto i suoi amici d'un tempo, se erano tornati anche loro dagli allenamenti... chissà se erano ancora vivi.
Accenni a Episode G e Lost Canvas - Non tiene conto di gran parte dell'anime (salvo alcune eccezioni), di Saint Seiya Omega, di Saint Seiya Next Dimension e dell'Ipermito.
Genere: Azione, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aquarius Camus, Leo Aiolia, Nuovo Personaggio, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap 8

Love will keep us alive. ~


Ebbene...
Sono giusto passati 3 anni, da quando ho droppato questa fic.
Me infame!
Negli ultimi tempi mi è tornata la voglia di scrivere, di raccontare, di mettermi in gioco. Questa fic era un po' la mia bambina, la mia prima, VERA fanfiction... e così, eccomi qua. Probabilmente darò una chance anche all'altra mia fic, "JoJo's Bizarre Adventure Part 9: Nova Impact"  che si trova, appunto, nel fandom di JJBA. Vedremo!
Nel frattempo... ecco a voi il ritorno di Urania, Retsu, Soul Eco e tutta la compagnia... buona lettura e scusate dell'assenza mostruosa!
Grazie della pazienza <3

Cap.8
Divisione tattica.


Urania spalancò gli occhi, inorridita.
Si portò istintivamente le mani alla bocca, nel fallimentare tentativo di soffocare un grido. Avvinghiò le dita alle labbra di metallo della maschera, mentre la voce le si strozzava in gola.
<< D... Deve esserci un errore... >> sussurrò poi, mentre le braccia le crollavano lungo i fianchi.
<< No. Nessun errore... >> sibilò Aiolia volgendo lo sguardo altrove, quasi come se sentisse la pressione degli occhi della ragazza su di lui.
Galan si morse il labbro inferiore, mortificato. Si sentiva colpevole per tutta quella vicenda; avrebbe dovuto mettere privatamente e con più calma in guardia Urania, anche se Aiolia glielo aveva vietato. Avrebbe così scongiurato quella penosa scena che ora si mostrava ai suoi occhi.
Il volto di Urania era coperto, ma tutta la sua disperazione trapelava dai movimenti del suo corpo, che appariva ora più fragile che mai. Le sue mani le tremavano come foglie secche al vento, e le ginocchia parevano cedere sotto il peso di quell'armatura che oramai sembrava troppo grande e imponente per lei.
Tutti notarono la reazione smisurata della ragazza, compreso Shiva del Pavone, che la squadrò da capo a piedi alzando un sopracciglio.
<< Cos'è tutta questa sorpresa? >> le chiese poi facendo un passo avanti << E' vero, è morto un Gold Saint, ma tutto ciò è stato fatto nel volere della Dea Atena. Era solo uno sporco traditore! >>
A quelle parole, il Cavaliere del Leone ebbe un fremito impercettibile.
<< A... Aiolia... >> balbettò Urania con voce debole << Come... come puoi sopportare certe calunnie sul Sommo Aiolos?! >>
<< Innanzitutto, rivolgiti a un tuo superiore con la deferenza che merita, signorina >> ringhiò Misty, intervenendo per la prima volta << Secondo... smettila di singhiozzare come una bambina. Sei patetica. E tu saresti realmente un Silver Saint? Ma chi ti ha dato quella diavolo di Cloth... l'hai rubata, forse? >> la voce dell'uomo era piena di rancore e risentimento. Le puntò un dito contro, continuando a inveire contro di lei << Potevo forse provare a tollerare che il Sommo Aphrodite avesse un occhio di riguardo nei tuoi confronti, ma non adesso che ho visto che razza di ragazzina infantile tu sia! >>
Misty era furibondo.
Urania ascoltò tutta la predica, senza avere il coraggio di replicare.
Infondo al suo cuore, sapeva che la Lucertola aveva ragione. Lei non meritava quella Cloth.
Non l'aveva proprio rubata... ma quasi. E ora si sentiva proprio come se l'avesse fatto.
<< Misty... non esagerare. >> la voce di Nadia fece voltare il Saint argentato di scatto << Avrà le sue buone ragioni per essere così sconvolta, immagino. >>
<< Nessuna ragione giustifica un comportamento del genere >> sibilò il biondo di rimando.
Urania non ce la faceva più. Prima la morte di Aiolos e la scomparsa di Saga... poi i Demoni delle Personificazioni e gli Specter... il Chrysos Synagein... ora quell'agghiacciante scoperta sull'uomo che l'aveva fatta diventare ciò che era...
Com'era possibile che Aiolos, l'uomo più d'onore che ella conoscesse, avesse tentato di uccidere l'infante Dea Atena? Quale meschino imbroglio si celava dietro quella macabra convinzione?
Per un attimo, Urania pensò di fuggire. Di andarsene dal Santuario, più veloce che poteva, di scappare in Birmania, dove il suo maestro ancora risiedeva, e di non tornare mai più in quel posto fin troppo difficile e crudele per lei. Quando si rese conto di ciò a cui aveva pensato, non poté fare a meno di rendersi conto che le parole di Misty bruciavano sempre più di una verità scottante.
<< Dato che ci siamo >> esordì una voce dietro di lei << Facciamo le cose per bene >>
Si voltò, e si ritrovò a pochi centimetri dal petto robusto e ricoperto d'oro dell'armatura del Capricorno. Alzò lentamente lo sguardo, finché gli occhi vitrei e inanimati della sua maschera non incontrarono quelli piccoli e scuri di Shura, che la fissavano di sbieco.
<< Non solo Aiolos ha tentato di uccidere la Dea Atena... Sorpreso in piena notte con un pugnale nelle stanze della neonata dal Sommo Sacerdote, è poi fuggito con la bambina in braccio fuori dal Santuario, nel tentativo di rapirla e poi eliminarla >> la sua voce era ferma e pungente, quasi glaciale << Sono stato io il Saint incaricato di cercare il rapitore e, successivamente, di eliminarlo. >>
<< Cosa... ma... quindi vuoi dirmi che tu... >>
<< Sì, sono stato io a uccidere Aiolos del Sagittario. >>
Calò un silenzio di tomba fra i presenti.
C'era chi scuoteva la testa, chi invece si stringeva nelle spalle, poco interessato alla faccenda, e chi invece lasciava il posto per non assistere più a quella scena, ormai diventata irrimediabilmente patetica. Jaguar si avvicinò a Shura, mettendogli una mano su una spalla e guardandolo con aria grave, le folte sopracciglia aggrottate in un'espressione di profonda disapprovazione.
<< Shura, basta così. >>
Il Saint del Capricorno non disse nulla. Non avrebbe mai osato contraddire l'uomo che stimava di più al mondo, anche più del Gran Sacerdote.
<< Nadia, forza... torniamo alla Decima Casa. Quanto a te, Sacerdotessa della Gru... >> Urania alzò la testa, sorpresa di sentirsi nominare da quell'uomo << Mi dispiace che tu sia venuta a sapere in questo modo della morte del Sagittario, ma sappi che è stata una cosa necessaria ai fini della sopravvivenza del Santuario e dell'avvento della nostra amata Dea. Ora, se volete scusarmi... >>
Jaguar si voltò, tenendo le mani appoggiate sulle spalle dei suoi due allievi, e si allontanò verso il passaggio segreto che permetteva di superare rapidamente la scalinata delle Rose Demoniache del Pesci.
<< Ancora non ho capito perché sei così sconvolta, ragazzina >> la incalzò nuovamente Shiva << Qual era il tuo legame con il Saint del Sagittario, insomma? >>
<< I... Io ero... lui... >>
<< Nessuno >>
Aiolia la interruppe con la sua voce tonante.
<< Lo rimembrava solo nei suoi giorni passati al Santuario, dieci anni fa. Nulla di più. E' solo una ragazza molto sensibile, e non si aspettava che uno dei Saint di Atena potesse comportarsi in un modo così oltraggioso e disonorevole. >>
La afferrò per un polso, lanciandole uno sguardo eloquente.
<< Ora, se volete scusarmi, io e il mio servitore Galan la accompagneremo ai suoi alloggi: la vedo pallida, cedo debba riposare per riprendersi dallo shock. >>
Così dicendo si voltò, trascinandola via, seguito a ruota da Galan e da Retsu, che era rimasto attonito e in silenzio per tutto il tempo.

<< E' bene che tu non parli del tuo passato con Aiolos qua in giro, sappilo. >>
La voce di Aiolia era fredda e perentoria.
<< M... Ma io... >>
<< Niente ma. >> la ammonì << Ho passato... anni infernali, solo perché ero fratello di colui che ha tentato di uccidere la Dea Atena. Mi evitavano, mi bullizzavano, si chiedevano se anch'io, crescendo, avrei tradito la mia Dea. In me scorre il sangue di un reo, di un uomo senza vergogna... è questa la fine che vuoi fare anche tu, forse? >>
<< Sommo Aiolia... >> sussurrò Galan distogliendo lo sguardo e posandogli una mano sulla spalla << La prego, non parli così di suo fratello... >>
<< E come ne dovrei parlare, allora?! >> gli urlò questi di rimando, scrollando violentemente la schiena per togliersi di dosso il palmo del suo servitore.
Urania era sconvolta.
Non aveva mai visto il Saint del Leone così sdegno e gonfio d'ira, e la cosa la mise in una soggezione terribile.
<< Devi parlarne con il cuore, e non come gli altri vorrebbero che tu facessi >> rispose Galan, piatto << Guarda, stai spaventando anche Urania. E' questo che vuoi? >>
Aiolia smise lentamente di fremere e rilassò piano le braccia, stendendole giù lungo il corpo avviluppato nella lucente armatura dorata. Gradualmente, aprì anche la mani, fin ora strette in due pugni così serrati da avergli fatto divenire le nocche bianche, e spirò aria fuori dalla bocca, quasi come se si fosse tolto un enorme macigno dallo stomaco.
<< Mio fratello era un uomo d'onore. Un servo di Atena. Era leale e coraggioso, ligio al suo dovere e onesto con tutti. Era gentile coi più deboli, magnanimo con il nemico. Un modello per tutti noi >>  
Sul suo viso si dipinse un'espressione di profonda tristezza. Erano quelle le reali parole che avrebbe voluto pronunciare ogni qual volta che udiva qualcuno parlar male di Aiolos del Sagittario... ma non poteva. Sapeva anche lui che era sciocco e controproducente continuare a bisticciare con gli altri Saint del Santuario, soprattutto in tempi di guerra come quello.
<< Ma quindi >> azzardò timidamente Urania << Tu non pensi che sia stato il Sommo Aiolos a... >>
<> la interruppe Aiolia, alzando una mano in cenno di silenzio << Ma... sono certo che avesse le sue buone ragioni. Io... sono certo che Aiolos non sia un disertore di Atena, ma un suo paladino e guerriero fedele. Io... penso ci sia qualcosa sotto, qualcosa che è sfuggito a tutti quanti, anche al Gran Sacerdote... e, soprattutto, a Shura >>
Shura.
Adesso Urania capiva perché gli era rimasto così antipatico a pelle... era stato lui ad eliminare l'uomo che ella più ammirava al Santuario, l'uomo che l'aveva spinta a lasciare le sue vesti di ancella papale e di indossare gli abiti da addestramento.
No, non glielo avrebbe mai e poi mai perdonato.

<< Shaka, mio fedele Cavaliere di luce... ho una richiesta da farti >>  esordì il Gran Sacerdote, non appena tutti i Saint furono usciti dalla stanza.
Il biondo indiano non disse nulla, attendendo disposizioni dal suo superiore.
Saga gli volteggiò intorno, leggiadro come un soffio di vento, l'abito sacerdotale nero e ricco di disegni fatti a mano dalle migliori ricamatrici del villaggio di Rodorio che si alzava e si abbassava ad ogni suo passo, quasi fosse stato intriso di vita propria.
<< Sono certo che tu avrai capito l'entità della minaccia che adesso grava su di noi >>
Shaka annuì, imperturbabile.
<< Ebbene, mi chiedo dunque se sia il caso di inviare alcuni Saint nel Jamir... >>
Il Saint dei Gemelli si ammutolì, rimanendo col fiato sospeso. Si fermò davanti al suo trono, volgendo la violacea maschera metallica che gli copriva il volto verso il suo sottoposto.
<< Tu sai che è particolarmente importante che la residenza di Mu abbia le massime difese... è per questo che l'Ariete non ha preso parte al Chrysos Synagein, anche se avrebbe potuto benissimo farlo, in quanto capace di utilizzare il teletrasporto... >>
Sul volto di Shaka non v'era segno d'emozione alcuna.
<< Quanti? >> chiese semplicemente, alludendo al numero di Saint che aveva intenzione di far recare in Jamir.
<< Direi... almeno due Bronze e un Silver... per Tempio. E metà dei Gold Saint attualmente presenti al Santuario >>
<< Vuole... vuole dimezzare le forze del Santuario? >> domandò la Vergine, non riuscendo a trattenere una punta di sorpresa nella sua voce.
<< E' necessario >> sospirò Saga flemmatico, mentre sedeva stancamente sul suo trono di marmo e volgeva uno sguardo languido fuori dalla finestra << Dobbiamo proteggere ciò che Mu custodisce in quelle terre lontane... io la vedo. La Guerra Santa. La vedo chiaramente riflessa nella volta del cielo, e ogni notte vedo accendersi Stelle Malefiche in direzione del Centro Asia... Sono più che sicuro che abbiano scoperto il luogo dove teniamo nascosto ciò che tu sai, e mirino ad impossessarsene prima di attaccare il Santuario. E' nostro preciso dovere prepararci ad ogni possibile attacco >>
<< E gli Screamer? >> domandò Shaka.
<< Non sono attualmente il nostro problema principale, non credi? Infondo Death Mask e la sua allieva sono riusciti da soli ad eliminarne ben due... >>
Shaka non rispose. Non avrebbe mai contestato una decisione del Gran Sacerdote.
<< Per quale motivo non ne ha parlato anche agli altri Saint? >>
<< Sai bene, Cavaliere della Vergine, di essere tu l'unico a conoscenza del segreto che si cela nel Jamir... oltre a Mu, s'intende. Ebbene, ti prego di essere tu a fare le mie veci in questa situazione così delicata, e di scegliere chi ti pare più appropriato per questa nuova missione. >>
Saga sospirò, affaticato.
<< Ora va'. Ho bisogno di riposo. >>
<< Con permesso, Sommo Sacerdote... >>
Shaka s'inchinò regalmente, voltandosi e lasciando che il candido mantello gli ondeggiasse dietro la schiena, mentre si avviava solenne all'uscita del Tredicesimo Tempio.

Il giorno successivo al Chrysos Synagein, sul Santuario era calato un silenzio quasi tombale.
La prima casa era deserta come al solito, fatta eccezione per la residenza del Silver Saint dei Cani da Caccia, occupata da Asterion,  e dal dormitorio dei bronze Saint, nel quale alloggiavano l'Ottante e la Mensa, Lacaille e Chandra.
Aldebaran invece, come ogni giorno intorno all'una di pomeriggio, era seduto capotavola al grande tavolo da pranzo della seconda casa, mentre ancelle e servitori erano intenti a servire cibi e vivande di ogni tipo. Seduti agli altri lati, stavano Moses della Balena, Algeti di Eracle, Ichi di Hydra, Arthur di Boote e Mireide del Bulino, tutti quanti impegnati in una sonora chiacchierata. Era un gruppo molto unito: tutti andavano d'accordo fra di loro, a cominciare dai possenti Moses e Algeti, i due Silver Saint, che facevano un po' da guida agli altri, più giovani e meno esperti. L'unico Cavaliere non presente all'appello era Docrates, il Bronze Saint dell'Idra Maschio, impegnato nell'addestramento di un proprio allievo all'estero.
Il Cavaliere del Toro era un ottimo mentore.
Era amato e rispettato da tutti, principalmente da Moses e Algeti che erano stati suoi diretti allievi, e aveva insegnato loro il rispetto reciproco e la cordialità. Così, era normale percepire sempre un'aura di allegria e di condivisione alla Seconda Casa.
Aldebaran era davvero fiero di ciò.
<< Arthur, che ne dici se questo pomeriggio andiamo all'arena ad allenarci? >> propose ad un certo punto Ichi, infilzando un pezzo di carne abbrustolita nel piatto. Il Cavaliere di Boote si stiracchiò, rivolgendo poi un sorriso al compagno ed annuendo bonariamente.
<< Certo che sì, molto volentieri. Siamo in tempo di guerra... allenarsi fa sempre bene! >>
<< Cosa?! >> blaterò Mireide stizzita, lasciando andare le posate e mettendosi le mani sui fianchi << Tutte le volte la stessa storia! Voi due che vi allenate insieme... e io che mi ritrovo sempre da sola! >>
<< Ma... tu sei una donna! Io non voglio picchiare una donna! >> si giustificò Arthur alzando le spalle.
Aldebaran scoppiò a ridere, divertito.
Forse era meglio così.
Preferiva che i suoi ragazzi rimanessero a difendere il Santuario, piuttosto che intraprendere un lungo viaggio verso il Jamir e l'ignota minaccia che li attendeva...
Poche ora prima, il Saint del Toro aveva ricevuto una chiamata telepatica da Shaka, che lo aveva avvisato dell'imminente partenza di metà del Santuario verso le terre asiatiche. Il suo intero gruppo però, lui compreso, era stato designato a rimanere a difesa del Santuario. La cosa non gli era dispiaciuta affatto: sarebbe stato più semplice mantenere la stabilità del suo gruppo e la pace che regnava fra i suoi discepoli, in quel modo.
Rivolse loro l'ennesimo sguardo compiaciuto, mentre si serviva un'altra porzione di stufato.

Anche Sirius del Cane Maggiore e Algol di Perseo avevano ricevuto la chiamata di Shaka: essendo loro attuali maggiori protettori della Via dei Gemelli dopo la presunta scomparsa di Saga, era toccato a loro avvisare Marquis, Tirion e Vega, i Bronze Saint attualmente presenti alle loro dipendenze.
Le disposizioni erano semplici: Sirius sarebbe rimasto al Santuario assieme a Marquis, mentre Algol avrebbe guidato Vega e Tirion verso il Jamir.
Nel Tempio dei Gemelli, invece, aleggiava il più completo silenzio.
Nessuno poteva immaginare che il suo occupante fosse ancora vivo, e che avesse usurpato il trono del Gran Sacerdote uccidendo il fu Shion dell'Ariete per prenderne il posto...

Alla Quarta Casa, Death Mask stava imprecando violentemente contro i suoi protetti.
<< Quel dannato cuinnutu! >>
Soul Eco alzò gli occhi al cielo, esasperata.
<< Eccolo che ricomincia... >> sospirò, dandosi una sonora pacca sulla fronte.
<< Maledetto Shaka, annasse a ghittari sangu ru curi! >> sbraitò continuando a fare avanti e indietro per l'atrio << Siamo tornati da una missione suicida da neanche una settimana... e già dobbiamo ripartire! Non poteva proprio scegliere qualcun altro al posto mio, ah, no, ovvio... Spera 'Ddiu ca t' a vveniri 'nfrùsciu ca a gghittari fora magari l'ugna de pedi e mi ti s'annu a scuagghiari i pila do culu ppu sfozzu! >>
<< Sommo Deathmask >> mormorò Shaina avvicinandosi lentamente per paura di essere scagliata nello Tsei She Ke da un momento all'altro << è ovvio che il Nobile Shaka vi abbia scelto perché voi siete un uomo di importanza vitale per lo svolgimento di pericolose missioni come questa... >>
<< Non me ne frega un cazzo, Shaina! >> le sbraitò addosso, i piccoli occhi cerulei sgranati per lo sforzo << E poi, se vuoi tanto saperlo, tu  non vieni neanche stavolta >>
<< Co... Cosa?! >> l'Amazzone dell'Ofiuco era sconvolta << Come sarebbe a dire che io rimango al Santuario? >>
<< Il Santone biondo è stato chiaro >> ghignò Death Mask << Tu hai un allievo, Cassios... ed è giusto che tu rimanga qua a vegliare su di lui e a prepararlo per lo scontro che deciderà se è o no degno d'indossare una sacra Armatura. In parole povere: c'hai la zavorra a cui badare, Shaina >>
La donna si voltò di scatto, stizzita, e se ne uscì brontolando sottovoce dalla Casa del Cancro. Le sembrò quasi di poter vedere il sorrisino soddisfatto stampato sul volto di Soul Eco, anche se la donna indossava la sua maschera dalle lacrime di sangue.
<< Due a zero per me, bang >> sghignazzò la Giraffa sottovoce.
<< Vengono con me Soul Eco, Gray e Fiskdel. Geist e Medas: voi restate al Santuario assieme a Shaina. Controllate che quella ragazzina presuntuosa non faccia danni in mia assenza >>
Geist del Serpente e Medas dell'Eridano annuirono, uscendo anche loro dal quarto tempio, nella stessa direzione che aveva preso precedentemente l'Amazzone dell'Ofiuco.
<< Quindi... >> Death Mask inspirò profondamente, cercando di calmarsi, e si cacciò in bocca una sigaretta spenta  << Voi tre mi seguirete in Jamir. Tutto chiaro fin qua? >>
<< E Mei? >>
<< Mei  non verrà. Questo non è più un gioco, Soul. La guerra è imminente, e un allievo senza l'armatura è solo un peso e un intralcio per noi Saint >>
La donna grugnì. Ancora non si era ripresa del tutto dalla precedente battaglia avvenuta con Peina, che già doveva partire per una missione ancora più pericolosa della precedente... ma non era quello a preoccuparla: la lontananza da Mei la sconvolgeva, quei due avevano sempre vissuto insieme e non si erano mai separati. Ma, d'altra parte, capiva che una missione di quel genere non era affatto adatta a suo fratello.
Era troppo pericoloso, per lui.
<< Bene, tanto chi lo vuole quell'impiastro fra i piedi? >> disse poi scrollando le spalle << Dunque... è la vostra prima missione di grande importanza, non è vero? >> aggiunge rivolgendosi ai due bronze rimasti, che annuirono.
<< Sappiate dunque che qua le cose si fanno dure... se avrete bisogno d'aiuto, se vi troverete nei guai, se starete per morire... non contate su di me. Non pensate di chiamarmi a gran voce e che io correrò a salvarvi... io me sbatto, vi è chiaro? Qua ognuno lotta per sé stesso e per Atena. Se perirete in battaglia... sarà giusto così, sarà quello che meritate per non essere stati abbastanza forti da affrontare il vostro nemico. Qualche domanda? >>
Fiskdel del Triangolo Australe deglutì, mentre si voltava verso il suo compagno.
<< Questa è pazza... >> sussurrò all'orecchio di Gray del Delfino, il quale si limitò a rivolgergli uno sguardo disperato con la coda dell'occhio.
Death Mask grugnì sonoramente, accendendosi la sua ottava sigaretta della giornata.
Quella era la mia battuta, dannata ragazzina... piantala di assomigliarmi così tanto!

Aiolia era seduto per terra, nella sua stanza, e fissava il vuoto con aria vacua.
Era da più di un'ora che si trovava in quella posizione, e Galan stava iniziando a preoccuparsi. Erano stati due giorni intensi, quelli, per lui: prima il Chrysos Synagein, poi Urania che aveva scoperto la verità su suo fratello, e ora la convocazione del Cavaliere della Vergine per un'immediata partenza per il Jamir.
Forse, staccare un po' dalla vita monotona del Santuario e il poter interagire con gli altri Saint in un contesto che richiedeva alto livello di collaborazione gli avrebbe giovato... ma Galan sapeva che era ben altro a preoccupare il fiero leone dorato: Lythos. 
Da quando Aiolia l'aveva salvata e portata alla Quinta Casa, i due non si erano praticamente mai separati. Ma adesso doveva lasciare la sua dimora per un'importante missione, e una ragazzina come Lythos sarebbe stata solo in pericolo, nonché un forte intralcio, per lo svolgimento della stessa. Era pertanto indispensabile che rimanesse lì, al sicuro nel Santuario assieme a Galan.
Un'altra cosa turbava l'animo del giovane: a breve sarebbero giunti i suoi "sottoposti" per ricevere le indicazioni in merito alla divisione Santuario - Jamir che Shaka aveva effettuato... e Aiolia non era mai stato in buoni rapporti con loro.
Ogni volta che i loro sguardi s'incrociavano, leggeva nei loro occhi la rabbia di essere stati affidati agli ordini del "fratello del traditore", e ciò faceva crescere in lui una ira sempre più insistente, che solo Galan era riuscito a tenere a bada, nel tempo. L'unica Saint che non si era mai dimostrata contrariata d'essere sua sottoposta, era Marin dell'Aquila.
Marin era poco più che una ragazzina, ma già si occupava a tempo pieno di un allievo tanto svogliato quanto promettente, e in più era in possesso di un'Armatura d'Argento. Aiolia la apprezzava molto e sentiva che, dietro il fare austero e ossequioso dell'Aquila, la cosa era un po' reciproca.
<< Galan >> disse ad un certo punto, alzandosi in piedi << Ho preso una decisione... e ti prego di non cercare di ostacolarmi. >>
L'uomo non rispose, limitandosi a sospirare appena e ad annuire.
<< Non dirò niente a Lythos. Paritrò senza salutarla, in modo tale da renderle meno doloroso il distacco >> spiegò, volgendo lo sguardo altrove << Ti è chiaro? >>
<< Sì, Sommo Aiolia >>
O forse, per renderlo meno doloroso a te... giovane Leone?
Il Saint provò ad aggiungere qualcosa, ma fu subito bloccato da un rumore di passi proveniente dall'atrio della sua dimora. Subito serrò la mascella, e rivolse un eloquente sguardo di fuoco al suo servitore.
<< Coraggio... >> lo invitò Galan, indicandogli la porta.
All'ingresso della Quinta Casa, si erano radunati i quattro Saint difensori della Via del Leone: Marin, Silver Saint dell'Aquila, Dio, Silver Saint della Mosca, Nihal, Bronze Saint della Lepre, e Ennetsu, Bronze Saint della Fornace. Le armature di Pegaso e del Leone Minore erano attualmente vacanti.
<< Sapete già perché vi ho fatti radunare qui >> esclamò Aiolia, una volta giunto al loro cospetto << Non mi dilungherò in convenevoli o altre scemenze. La guerra è ormai alle porte, e una minaccia oscura incombe sulle terre del Jamir... tanto oscura da richiedere la difesa di metà del Santuario. Ho ricevuto precise indicazioni dal Sommo Shaka della Vergine, perciò le sue direttive sono inconfutabili. Vi è tutto chiaro? >>
Un silenzio ricco di tensione pura calò sui presenti.
<< Marin... tu hai un allievo da istruire, perciò non ti è permesso partire dal Santuario. Anche tu, Dio della Mosca, rimarrai qua >>
Il Silver Saint cacciò un velato sospiro di sollievo, sussurrando con voce a malapena impercettibile:
<< Grazie al cielo... se deve succedere, meglio morire qui al Santuario, che prendere ordini da un ragazzino il cui sangue è macchiato dal tradimento... >>
Nihal della Lepre ridacchiò, mentre Aiolia finse di non aver udito.
Credimi, anche io sono più felice di partire senza il tuo brutto muso fra i piedi... pensò ringhiando.
<< Quanto a voi due >> continuò poi, rivolgendosi ai due Cavalieri di Bronzo << Nihal resterà al Santuario, mentre Ennetsu verrà con me. Questo è tutto, potete andare. >>
Si voltò, ritirandosi in fretta nelle sue stanze per non dover assistere ai commenti del suo gruppo sulle decisioni della Vergine. Riuscì però lo stesso a captare un sospiro di estremo sollievo da parte della Lepre, e un mugugno di disperazione del Cavaliere della Fornace.
Non appena fu solo nella sua camera, Aiolia sferrò un pugno contro le pareti di marmo della stanza, così forte da farle rimbombare tutte assieme.
Sarebbe stata una dura prova, quella, per lui.

Nella Sesta Casa, vigeva il solito silenzio tombale.
Shaka era si era chiuso nell'ennesima sua meditazione,  e i suoi discepoli non erano da meno.
A loro non erano serviti grossi convenevoli: al Cavaliere della Vergine era bastato espandere il suo Cosmo per comunicare ai suoi sottoposti la sua decisione. Lui sarebbe rimasto al Santuario di Atena, ma avrebbe inviato nel Jamir il suo Silver Saint Jamian del Corvo e i Bronze Saint Sharmila della Bussola,  Argorà del Loto e Rocco dell'Uccello del Paradiso.
Shiva del Pavone e Vishnu di Indu invece, sarebbero restati con lui al Santuario.
Argorà, un uomo corpulento e dai lunghi capelli rosso mogano, fu il primo ad aprire gli occhi. Lui e gli altri discepoli di Shaka erano seduti in cerchio in una sala fredda e spoglia, illuminata solo debolmente dalla luce di una decina di mozziconi di candela.
<< Così il Grande Shaka ha parlato >> esordì.
<< Sì, fratello mio... >> mormorò Sharmila, sciogliendosi dalla posizione del loto in cui si era avviluppata per meditare << Renderemo onore al nostro mentore, nonché l'uomo più vicino agli dèi... la sua immensa saggezza sarà la nostra forza in battaglia... >>
Argorà annuì, pensieroso.
<< Non ti nascondo, sorella mia, che sono però preoccupato per voi... >>
<< E per quale motivo, Nobile Argorà del Loto? >> domandò la donna, volgendo la fluente chioma rossa verso l'interpellato.
<< E' la vostra prima vera guerra. Sarà giusto far partire voi, invece di Vishnu? >>
Sharmila si alzò, raggiungendo il fratello con due passi leggiadri, e si chinò ad accarezzargli dolcemente il volto dai tratti duri e mascolini
<< Siete troppo ansioso, Nobile Argorà >> gli disse poi, con voce cristallina << Ma non dovete mettere in dubbio la parola del Sommo. Lui tutto sa e tutto può. >>
<< Sharmila ha ragione >>
A parlare era stato Rocco, il giovane Cavaliere dell'Uccello del Paradiso. Era un uomo alto e attraente, con grandi occhi azzurri come lapislazzuli e corti capelli simili a fili di argento puro. Il suo viso era delicato e dai tratti vagamenti androgini, la pelle bianca e perfetta. Proprio come gli Uccelli del Paradiso, Costellazione di cui indossava la Cloth, era dotato di una bellezza e di un savoir faire senza pari. Si avvicinò sorridendo cordialmente ai suoi compagni, e aggiunse:
<< Il Sommo non fa mai niente senza una motivazione valida. Sono certo che è convinto che Sharmila sia in grado di affrontare una guerra di tale portata, e che possa esserci di vitale aiuto... >>
<< Sì, perdonatemi. Avete ragione... >> sussurrò Argorà, chinando il capo.
<< Che questa sia l'ultima volta che vi sento contraddire un ordine del Sommo, Cavaliere del Loto >> lo ammonì Jamian del Corvo, aprendo gli occhi << La prossima non sarò cos' idulgente con voi... vi sia chiaro. >>
Il rosso deglutì, colto alla sprovvista dalle parole del Silver Saint.
<< Nobile Jamian, lo perdoni >> s'intromise Sharmila << Non è il suo spirito di Cavaliere a parlare, ma quello di fratello preoccupato. Argorà è un fedele servitore del Sommo Shaka, e ve lo dimostrerà al più presto, sul campo di battaglia... non è forse così, fratello mio? >>
Il Loto annuì, deglutendo.
<< Sharmila della Bussola... voi siete sempre così diplomatica... >> borbottò Jamian scuotendo la testa, rassegnato.

La Via della Bilancia, anch'essa senza Gold Saint a sua protezione, era protetta dai Saint d'Argento di Cerbero e Auriga. Entrambi erano in costante contatto telepatico con l'anziano Dohko, Cavaliere della Bilancia, ormai troppo vecchio per poter adempiere alle sue mansioni. L'uomo era ormai da secoli in ritiro sulle antiche montagne di Goro Oh, in Cina, intento ad adempiere ad una missione segreta e ad allenare il suo nuovo giovane pupillo, un ragazzino cinese di nome Shiryu.
Fu lui stesso ad indicare ai suoi Silver le decisioni di Shaka, i quali poi le avrebbero riferite agli altri membri della loro squadra: Dante di Cerbero sarebbe partito per il Jamir, e con lui Iveco della Macchina Pneumatica, mentre Capella di Auriga sarebbe rimasto al Grande Tempio assieme a Ian dello Scudo e Huygens dell'Orologio.
La Cloth del Dragone era, attualmente vacante.

Milo dello Scorpione era sprofondato in una delle poltrone dell'Ottava Casa, il mento appoggiato sulla mano destra, e fissava le sue ancelle intente a riassettare la sua dimora. Come unico membro protettore della Via dello Scorpione, era piuttosto sorpreso di essere stato scelto per partire a sua volta per il Jamir, lasciando così la sua Casa completamente scoperta da attacchi. Non aveva certo mancato di farlo notare a Shaka, quando il Cavaliere lo aveva contattato per comunicargli la sua decisione.
<< Ne siete sicuro?! Vi ricordo che Orfeo della Lyra è attualmente scomparso... e per quanto riguarda Albione di Cefeo, si trova sull'Isola di Andromeda intento ad allenare i nuovi futuri Saint che vestiranno le armature del Camaleonte, del Pesce Australe, di Cassiopeia e di Andromeda. Fintanto che il loro addrestamento non sarà terminato, io sono l'unico a difendere l'Ottava Via del Santuario >>
<< Non è necessario che ogni Via abbia difensori >> gli aveva spiegato Shaka pacatamente << Gli altri membri del Santuario impediranno la scalata fino alle stanze Sacerdotali, e sono certo che i nemici non riusciranno a superare la Sesta Casa, dov'io mi trovo >>
Sempre il solito modesto... aveva ringhiato Milo fra sé e sé.
<< Come desiderate, allora. >> aveva risposto voltandosi di scatto, lasciando che il candido mantello gli ondeggiasse dietro le spalle << Domattina sarò pronto alla partenza. >>
Non che a Milo dispiacesse lasciare il Santuario, anzi: l'idea di potersi finalmente sgranchire un po' gli faceva vibrare le membra, voglioso di lanciarsi finalmente in battaglia. L'unica cosa che gli faceva storcere la bocca, era quella di dover lasciare pure lui Mako, dopo aver promesso a Camus di vegliare su di lei in sua assenza.
E venir meno a una promessa, era qualcosa che proprio non gli andava giù.
Grugnì, massaggiandosi le tempie con i polpastrelli, poi mandò a chiamare una delle sue ancelle.
Mileena, una giovanissima quindicenne dalla bellezza delicata, accorse subito alla chiamata del Cavaliere, reggendosi il candido peplo per evitare di inciamparvi sopra.
<< Avete chiamato, Sommo Milo? >> mormorò incerta, abbassando lo sguardo per evitare di incrociare quello dello Scorpione.
<< Mileena, so che voi siete diventata buona amica di Mako, l'ancella di Camus. E' così, non è vero? >>
La ragazzina sussultò, colta alla sprovvista, e spalancò gli occhi per la sorpresa. Era pronta a balbettare delle scuse, quando Milo la interruppe con un gesto della mano.
<< Non ti spaventare, non voglio farti una ramanzina. Sono solo preoccupato per lei, dato che dovrò partire domattina per il Jamir e sono l'unico al Santuario ad occuparmene... perciò ti chiedo di starle vicino e di vegliare su di lei. Tutto chiaro? >>
Mileena sbatté le lunghe ciglia, perplessa per una richiesta tanto strana.
<< Sì... certo Sommo Milo >>
<< Perfetto. Puoi andare. >>
La ragazza s'inchinò, allontanandosi nei bui corridori dell'Ottava Casa.
Milo chiuse gli occhi sospirando, e appoggiò la testa allo schienale della poltrona. Una smorfia, più simile ad un ghigno che ad un sorriso, si dipinse sul suo volto.
Finalmente in questa guerra entra in gioco anche Milo dello Scorpione... ne vedremo delle belle, in Jamir...

La Nona Casa era ormai deserta da anni.
Da quando Aiolos era morto, nessuno si era rivelato in grado di poter indossare l'armatura del Sagittario al suo posto, sicché era rimasta vacante. E non solo, la Cloth era pure sparita dal Santuario la notte in cui il suo ex possessore aveva cercato di uccidere la Dea Atena, finendo poi invece col rapirla e portarla via dal Grande Tempio.
Da quella notte, erano stati assegnati alla Via del Sagittario ben cinque Saint alla sua difesa, i quali erano stati da sempre senza un mentore. In mancanza del Gold Saint di Sagitter, aveva preso le redini del gruppo Babel del Centauro, che ne faceva temporaneamente le veci in attesa di un nuovo successore.
Fu lui che venne quindi avvertito telepaticamente da Shaka della sua decisione: egli sarebbe partito per il Jamir assieme a Paloma della Colomba e Darel del Cavallino, mentre l'altro Silver Saint, Ptolemy di Sagitta, sarebbe rimasto al Santuario insieme a Beloni del Volano. L'armatura dell'Unicorno, invece, era attualmente senza possessore.

Jaguar di Orione sorrise.
Vedere il suo allievo prediletto così sicuro di sé e abile, lo rendeva pieno d'un orgoglio quasi paterno.
Shura era in piedi, eretto di fronte alla mastodontica statua che decorava l'atrio della Decima Casa, raffigurante la Dea Atena intenta a donare una spada ad un uomo, e brillava di una fulgida luce dorata, avvolto nella sua prorompente Cloth dorata. Davanti a lui stavano Jaguar, Nadia, e altri tre Bronze Saint: la Vela, la Poppa e l'Orsa Minore.
Lo sguardo del Capricorno era tagliente ed affilato come la lama d'una daga, mentre li scrutava ad uno ad uno, quasi avesse voluto trapassare loro l'anima con i suoi profondi occhi scuri.
<< Sapete dunque che la Guerra è ormai alle porte >> esordì ad un tratto, con voce alta e decisa << Il Sommo Shaka della Vergine, su ordine del Gran Sacerdote stesso, ha deciso di affidarci un compito di grande importanza... quello di difendere le terre del Jamir da un imminente attacco che egli stesso ha previsto per i prossimi giorni. Per tanto, è necessario che tutti noi ci prepariamo alla più cruenta delle battaglie, poiché dovremo affrontare un nemico di cui non siamo ancora a conoscenza. Sia che rimaniate al Santuario, sia che partiate domattina, esigo da voi la massima concentrazione e la massima resa >>
Piantò gli occhi per qualche secondo in quelli di Nadia, che pareva totalmente non intenzionata ad ascoltare le sue parole, e la fulminò con lo sguardo, per poi proseguire:
<< Detto ciò, io sono costretto da esigenze maggiori a rimanere qui, e con me resteranno Levy della Poppa e Pherkad dell'Orsa Minore. Nadia di Crateris, Jaguar di Orione, Koo She della Vela... voi invece partirete assieme al gruppo di Saint diretti in Jamir, domattina >>
<< Che significa che tu te ne resti qua mentre noi andiamo a morire in quel diavolo di paesino sperduto?! >> reclamò Nadia con astio, non appena Shura ebbe finito di esporre. Koo She, Levy e Pherkad la guardarono sconvolti, con lo stesso sguardo con cui si fisserebbe una pazza: nessuno si permetteva una tale confidenza con il freddo Capricorno, tranne lei. Era sempre pronta a dargli contro e a contraddirlo, in ogni situazione: i due erano sempre in disaccordo, e la ragazza non aspettava altro che fargli notare i suoi, secondo il suo giudizio, errori.
Shura la ignorava, e questo faceva imbestialire ancora di più la giovane Saint di Crateris.
Jaguar, dal canto suo, non capiva perché i suoi allievi non andassero assolutamente d'accordo. Eppure Nadia e Shura erano praticamente cresciuti insieme, entrambi sotto le sue cure. Inoltre, con le altre persone Nadia si comportava in maniera tranquilla e pacata, e ciò lo confondeva terribilmente.
<< Come già detto, Nadia, la decisione non è mia >> le rispose tagliente il Capricorno << Per qualsiasi reclamo, ti consiglio di parlarne direttamente con il Sommo Shaka o, se preferisci, con il Gran Sacerdote stesso. >>
Nadia ringhiò, stizzita, e si voltò di scatto, andandosene con le braccia conserte.
Jaguar, per l'ennesima volta, alzò gli occhi al cielo, esasperato.

Mako, come ogni giorno, stava spolverando di buona lena la camera padronale dell'Undicesima Casa. Erano ormai passati molti giorni da quando Camus era partito e quindi la stanza era rimasta inutilizzata, ma lei andava lo stesso ogni giorno a rassettarla, pensando che, se l'Acquario fosse tornato senza preavviso, almeno l'avrebbe sempre trovata in ordine.
C'era una gran confusione alla Casa dell'Acquario, quel giorno. Inizialmente, Mako aveva sperato che fosse dovuta ad un ritorno improvviso del Saint suo residente, ma poi aveva dovuto amaramente ricredersi, quando aveva incontrato per i corridoi un'agitatissimo Evlampiy che che le aveva raccontato cos'era avvenuto.
Evlampiy era il Silver Saint della Corona Boreale. Dato che l'altro Cavaliere d'Argento della Via dell'Acquario, Noesis del Triangolo, era deceduto anni prima, in assenza di Camus era lui la più alta autorità attualmente residente all'Undicesima, e perciò era stato lui ad essere informato da Shaka dell'accaduto.
<< Sto aspettando Canopo e Hadar >> spiegò a Mako << E' la mia prima comunicazione formale, sono un po' nervoso >>
Si grattò dietro il collo, poi aggiunse: << In più mi hanno assegnato di restare al Santuario, mentre io volevo andare in Jamir... sono certo che sarà il cuore della battaglia! Dev'essere così emozionante, combattere il male al servizio della Dea Atena... >>
<< Avrà modo di servirla in futuro, Nobile Evlampiy... ne sono certa >> gli sorrise Mako, annuendo con fare incoraggiante << Ma cosa accadrà al Sommo Camus? Partirà per il Jamir, o tornerà qua al Santuario? >>
Il Silver Saint alzò un sopracciglio, pensieroso.
<< Non mi hanno detto niente riguardo al Sommo Camus, non saprei dirti. Oh, guarda! Ecco Canopo e Hadar. Scusami Mako, ma devo proprio lasciarti. >> le gridò mentre correva incontro ai suoi due sottoposti.
Canopo, Bronze Saint della Carena, sarebbe rimasta con lui al Santuario, mentre Hadar, Bronze Sant del compasso, sarebbe stato l'unico dell'Undicesima Casa ad unirsi al gruppo dei Saint diretti in Jamir. L'armatura della Corona Australe era attualmente rimasta vacante dopo la morte del suo possessore, mentre quella del Cigno non era ancora stata assegnata.

Urania era profondamente imbarazzata.
Si sentiva ancora tremendamente a disagio per quello che era successo il giorno precedente al termine del Chrysos Synagein, e le risultava davvero troppo troppo difficile, adesso, ritrovarsi seduta al lungo tavolo di legno pregiato della sala da pranzo della Dodicesima Casa, insieme al suo custode e agli altri suoi sottoposti.
Aphrodite, intento come ogni giorno a bere il suo té, sembrava però non essersi minamente accorto della crescente tensione ormai così spessa da poter essere tagliata con un coltello che correva fra la Gru e il Saint della Lucertola.
Misty era sempre più inviperito. Evitava commenti sarcastici o battutine spregevoli solo perché era in presenza di un Cavaliere d'oro, altrimenti non si sarebbe risparmiato nel gettare addosso tutto il suo più profondo odio per l'Amazzone d'Argento. Seduti assieme ai due Silver Saint stavano altri tre bronze: Retsu, una donna alta e slanciata che Urania non aveva mai visto, e un altro sconosciuto.
La Gru continuava a starsene con lo sguardo basso, felice di poter celare tutta la sua vergogna dietro la sua maschera. Ancora ripensava ad Aiolos e a quello che era successo e, dato che non trovava una soluzione plausibile a tutto ciò, non riusciva a darsi pace. Il flusso dei suoi pensieri fu però interrotto da Aphrodite, il quale, avendo terminato di bere il suo tè, stava ora battendo ritmicamente con un cucchiaino sulla tazza di fine porcellana azzurra per richiamare l'attenzione dei presenti su di sé.
<< Miei cari >> disse infine, alzandosi da tavola << Come già alcuni di voi sapranno >> e rivolse uno sguardo eloquente a Retsu e Urania << Siamo stati attaccati da ben due entità malvagie: gli Spectre di Hades, nemico di Atena dall'alba dei tempi, e gli Screamer di Enio, nuova minaccia che grava sugi abitanti della Terra. A quanto pare, il nostro Gran Sacerdote ha scoperto il luogo di un prossimo imponente attacco: il Jamir. Ha dunque deciso di dividere il Santuario in due fazioni, delle quali una resterà qua a difendere le Dodici Case, mentre l'altra si dirigerà nel luogo prima citato per un controattacco. E' tutto chiaro? >>
Il gruppo annuì, silenzioso.
<< Vi dirò: non sono stato io a scegliere chi mandare e dove, ma il Cavaliere della Vergine stesso. Mi limito solo a farvi da portavoce. Io rimarrò qui, al Santuario, assieme a Misty della Lucertola. Urania della Gru... Retsu della Lince... Weaver del Pittore e Radok della Tela... voi invece partirete domani all'alba. E' tutto. >>
Così dicendo, Aphrodite si alzò, e con passo leggiadro svanì nel buio del Tempio dei Pesci, diretto alle sue stanze.
Un silenzio gelido calò nella sala, e fu rotto solamente dallo stridere della sedia di legno di Misty sul pavimento di marmo tirato a lucido.
<< Com'è mai possibile... che scelgano sempre te? >>
Si alzò di scatto in piedi, puntando il dito contro Urania.
<< Mi pare d'aver già ampiamente dimostrato che neppure meriti la Cloth che indossi... e adesso perfino il Sommo Shaka preferisce affidare a te, anziché al sottoscritto, una missione di tale importanza?! >>
La ragazza alzò il volto metallico verso di lui.
<< Sono sorpresa quanto te, Misty... >> balbettò incerta << Ma se questo è il volere del Cavaliere della Vergine, non mi tirerò di certo indietro.... >>
<< Tsk >> l'uomo si ravviò i morbidi capelli biondi all'indietro con un gesto nervoso << In ogni caso, preferisco restare qui, a difendere la Via dei Pesci di fianco al Sommo Aphrodite, perciò... buona fortuna in Jamir... >>
Sul volto della Lucertola si dipinse un ghigno soddisfatto, mentre pronunciava quelle ultime che parole che suonavano più come una minaccia che come un augurio, poi voltò, allontanandosi lentamente dalla stanza.
<< Io prima o poi lo prendo a pugni in faccia, te lo giuro >> mugugnò Retsu imbronciandosi << Non lo sopporto, sul serio >>
<< Dai Retsu, non preoccuparti. Oramai ci sono pure un po' abituata >> mormorò lei, stringendosi nelle spalle. Si voltò poi verso gli altri due suoi compagni, che ancora non avevano proferito parola.
<< Ehm... non ci siamo ancora presentati. Io sono Urania, e lui è il mio amico Retsu. Voi siete Weaver e Radok, non è vero? >>
La donna annuì.
Si somigliavano molto fisicamente, tanto che la Gru arrivò quasi a chiedersi se fossero fratello e sorella. Entrambi alti, pelle olivastra e capelli scuri, il fisico asciutto e slanciato. L'uomo aveva profondi occhi neri come la notte più buia e lineamenti gradevoli, mentre lei indossava una maschera bianca che pareva dipinta di mille colori, come se fosse stata per davvero la tela d'un pittore.
<< Piacere di conoscervi... da domani ci toccherà affrontare un bel viaggio assieme! Spero che andremo d'accordo, e... >> ma Urania si fermò, quando s'accorse che i due non la stavano minimaente ascoltando e avevano invece cominciato a parlottare fra di loro.
Quando finirono, sul volto di Radok si era dipinto un largo sorriso.
<< Sei molto bella >> le disse Weaver a bassa voce, quasi sussurrando << Spero di poterti ritrarre in uno dei miei quadri, un giorno... >>
<< Eh? Un... un quadro? >>
L'uomo annuì.
<< Il tuo volto è splendido e segnato da un vortice di sentimenti ed emozioni contrastanti >> spiegò << Per questo Weaver vuole cercare di ritrarlo >>
<< Il mio... volto? >> balbettò Urania, perplessa << Ma come potete saperlo... se indosso una maschera per celare la mia natura? >>
I due Saint si guardarono fra loro, scambiandosi l'ennesimo sorriso.
<< Oh, mia cara >> mormorò Weaver accarezzandole i capelli << Io... vedo tutto... >>

Cap.8 - The End.
To Be Continued...

Wow, finalmente ci sono riuscita! Fra i vari impegni c'ho messo un po', ma ecco finalmente questo cappero di capitolo 8 è terminato!
A discapito di tutto, ci tengo a dire che sono tre anni che non scrivo un accidente e sono un po' arrugginita, quindi abbiate pietà di me se questo capitolo vi sembrerà un po' più sottotono rispetto ai precedenti... datemi il tempo di riprendermi! Altro capitolo di transizione, che servirà su un piatto d'argento (o d'oro?) la nuova saga che sto per iniziare, che si svolgerà nel Jamir...
Cosa nasconde e difende Mu di così prezioso, tanto che mezzo Santuario dovrà trasferirsi per difenderlo?
Riuscirà Urania a "crescere" e superare le sue paure... e soprattutto a sentirsi meritevole dell'Armatura che indossa?
Ma soprattutto... se ne starà mai zitto quel caprone di Misty della Lucertola???
Appuntamento al prossimo capitolo!
Besos!














   
 
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