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Autore: SandFrost    21/01/2016    0 recensioni
In un mondo dopo tutto è possibile, anche un ospedale può essere un ottimo luogo di incontro.
Perché è proprio in un ospedale che ha inizio questa storia.
Questa storia che parla di un'amicizia vera e pura.
Questa è storia di un amicizia, l'amicizia fra Rachel e Mercedes, che diventa qualcosa di più.
[...]
"...Abbiamo trovato una famiglia quando non riuscivamo a trovare neanche noi stessi. Ci siamo trovati nello stesso momento, aspettando l’istante i cui i nostri cuori sarebbero stati pronti per il nostro amore. Non importa il tempo, le difficoltà, la distanza, niente potrà farci smettere di essere una famiglia, perché è quello che siamo ed è quello che saremmo sempre, quindi asciugatevi gli occhi perché non andiamo da nessuna parte se non siamo insieme"
[...]
Dedicata alla mia Rachel. Ti voglio bene Jacobba.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel, Mercedes Jones, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt, Finn/Rachel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Lights go down
And the night is calling to me, yeah
I hear voices singing songs in the street
And I know that we won’t be going home
For so long, for so long
But I know that I won’t be on my own
 

Il cielo era una macchia di calma sopra le loro teste. Il sole aveva deciso di uscire dal suo nascondiglio -dopo giorni interi di pioggia intensa- a regalare calore in quella giornata. Rendendo il bianco intorno a loro piacere per gli occhi stanchi. La chiesa sembrava un miraggio, i fiori si beavano di quella luce calda e gli uccellini si bloccavano sulle scalinate, incuriositi su quello che sarebbe successo subito dopo. Una quiete particolare li avvolgeva, aspettando l’inizio di tutto.

Il chiacchiericcio della gente era quasi insopportabile, e aumentava, man mano che i minuti passavano, rimbombando all’interno della chiesa. Le persone che oltrepassavano l’imponete porta d’ingresso, si inchiavano di fronte l’altare e dopo prendevano posto, sedendosi al fianco di chi conosceva, commentando qualsiasi cosa capitasse loro a tiro. Mercedes si passò una mano sulla tempia destra, lasciandosi andare a un sospiro basso e stanco.

Era rimasta tutta la notte sveglia a far compagnia a Kurt, che non riusciva a prendere sonno. Non si sarebbe sorpresa se le sue occhiaie fossero ancora ben visibili, anche sotto tutto il correttore che aveva usato per coprire il tutto, ma del resto, non ne faceva una colpa al suo migliore amico. Anche lei non riusciva a dormire, anche se adesso rimpiangeva quelle ore di sonno perse. Kurt continuava a parlare, tenendola sveglia e facendole compagnia in quella notte così particolare.

Stringeva tra le mani un fazzoletto bianco di cotone, pronta ad asciugare ancora una volta le lacrime che sarebbero arrivate. Aveva premesso a Finn che quando sarebbe arrivato il momento, non avrebbe versato una singola lacrima ma era una promessa che sapeva già di bugia. Lo sapevano tutti e Finn le aveva sorriso ma dentro quel sorriso, c’era la consapevolezza che avrebbe pianto anche lui, come tutti loro. Erano tutti così emotivi, che nessuno avrebbe fatto una colpa loro per quelle lacrime. In quella giornata, tutto era consesso loro, o almeno era quello che continuavano a ripetersi per sentirsi meglio.

I bambini inconsapevoli dell’importanza di quella giornata che si rincorrevano tra i banchi e le persone. Risate. È tutto quello che Mercedes vorrebbe sentire in quel giorno; tante, rumorose, risate. Ma si asciugò una nuova lacrima alla realizzazione, e niente era ancora successo. E non si sorprese al: “Ci stai credendo? Perché io me lo sto ripetendo e ancora non riesco a realizzare al perché della nostra presenza in questo luogo e quando provo a dirmelo, non posso non piangere. È successo così in fretta. È tutto così surreale, non lo pensi anche tu ‘Cedes?”.
 
 
Right now
I wish you were here with me
‘Cause right now
Everything’s new to me
You know I can’t fight the feeling
And every night I’m feeling
Right now
I wish you were here with me

 
Non spostò lo sguardo dall’altare ma mosse una mano al suo fianco, alla ricerca di quella del suo migliore amico, che l’aveva raggiunta in quel preciso momento. “Se solo penso che è la mia bambina, io” e una nuova lacrima bagnò la sua guancia, rovinando il suo trucco. Si fece aiutare da Kurt a mandare via le macchie e sorrise all’amico. “Sta succedo veramente, non è così?” chiese, ma era una domanda a cui non serviva una risposta, per questo aggiunse: “So che alla fine dovrò farmene una ragione ma è la mia bambina e sentivo, un qualche modo, che era compito mio accompagnarla nella crescita, capisci?”

“Eh sì, mia ‘Cedes, dovrai proprio fartene una ragione, la tua bambina è andata ma non sarà mai troppo lontana da te, su questo puoi starne certa. Questa è una promessa che dovrà rispettare per tutto il resto delle nostre vite e adesso sorrisi tesoro” disse e le campane iniziavano a suonare, segno che la funzione stava per avere inizio. “Sta per succedere, non è bellissima?”. Voltò il capo, per la prima volta, a quella domanda che non aveva bisogno di una risposta. Socchiudendo gli occhi per la luce ma vedendola chiaramente, avvicinarsi sempre di più. Muovendosi verso la navata come se fosse per sempre.
 
 
And I could do this forever
And let’s go crazy together
Light go down
And I hear you calling to me, yeah

 
Le note di un organo risuonarono, facendo tacere il suono delle campane. La musica fece sorridere tutti, nessuno escluso, suonava di felicità e gioia. Mercedes era già pronta a piangere ancora. La marcia nuziale proseguiva, come il cammino di Rachel, i suoi papà al suo fianco che l’accompagnavano, tenendole la mano. Sorrise quando ricordò le intenzioni di Finn e la sua cocciutaggine a voler chiarire la situazione tra la famiglia Berry, anche contro il volere di Rachel ma alla fine era andato tutto bene e tutti erano lì. Spettatori di quello spettacolo meraviglioso.

Il paggetto e la damigella che spargevano petali di fiori, nei loro vestitini canditi e le guancie rosse. I papà Berry le baciarono le guancie, una volta arrivata, augurandole il meglio, lasciandola andare al fianco del suo presto marito, tornando al loro posto. Si sorrisero con calma, con amore, con tutto il loro cuore. E dopo si voltarono ai loro lati dove Kurt, Blaine e Mercedes sorridevano loro. Erano stati lieti di essere stati scelti come testimoni di nozze.

Li avevano fatti accomodare nel loro soggiorno, durante uno dei loro pranzi di famiglia, nessuno si aspettava niente ma quando mostrarono le loro fedi, l’entusiasmo era esploso nella stanza. Rachel si era seduta sul pavimento, fissando Kurt e Mercedes con amore, ringraziandoli ancora per tutto quello che avevano fatto per lei e chiedendo loro di essere i suoi testimoni. Ovviamente accettarono senza neanche lasciarla finire. Finn lo chiese a Blaine, ritenendolo come un fratello per lui, il loro abbraccio commosse tutti. Ma essendo dispari, Finn aveva chiesto a sua zia di essere la propria, in modo da far coppia con Blaine.

La zia di Finn era gentile. Era l’unica sorella di Carole, madre di Finn, e le assomigliava in molti aspetti, tra questi, il suo modo di sorridere e la felicità contagiosa. Finn ci aveva pensato per giorni ma la scelta non era stata poi così difficile. Non la vedeva spesso, considerato la distanza, ma l’aveva trattato sempre come suo figlio. Erano partiti in Ohio per chiederlo nel modo corrette e aveva accettato dicendo solo; “Ci sarò, voglio esserci a nome di tua madre. Sarà con voi, e la troverete nel mio volto, quindi sorridi piccolo, lei vedrà il vostro grande giorno”.

“Siamo qui riuniti oggi per celebrare l’amore di queste due anime che, si sono trovati, mentre le loro vite si erano perse e bloccate e oggi, si unisco nel sacro vincolo del matrimonio, unendo i loro cuori e rendendo le loro anime, una sola. Circondati da amici che li hanno visti crescere, come persone e nel loro amore. Tra parenti ritrovati e familiari ricongiunte. In questo giorno speciale, queste due anime, si scambieranno le fedi che rappresenteranno le loro vite, vivendo per sempre in simbiosi”. La bellezza di Rachel e il sorriso raggiunte di Finn parlavano meglio di ogni parola.

Il tempo volò leggiadro come le ali di una farfalla e ben presto, arrivò il momento e quando il prete esclamò: “E adesso è il momento delle promesse che avete scritto”, i loro cuori erano già pronti a esplodere d’amore e di commozione. Mercedes strinse con più intensità la mano di Kurt, che ancora non aveva avuto il coraggio di lasciare. La mano libera di Kurt si posò su quella della ragazza e sorrise, guardando di fronte a sé, perdendosi negli occhi di suo marito, che lo guardava e faceva la stessa cosa.

“Mia piccola stella, Rachel Berry” così decise di iniziare la sua promessa Finn. I suoi occhi come pozzi d’acqua pronti a bagnare ogni cosa, il sorriso che non voleva spegnersi e il suono del suo cuore che accarezzavano l’immagine di Rachel e le loro mani unite. “Avrò pensato per notti intere a cosa poter dire nella mia promessa, sono rimasto molte di quelle notti sveglio a guardarti dormire e allora l’ho capito. Ho capito cosa alla fine avrei detto. Perché sei tu.

“Sei quello che stavo cercando, quando avevo smesso di crederci. E ti ho trovato proprio nel luogo da cui non mi aspettavo niente, considerato quanto mi avesse tolto. Quando mi hai guardato, sapevo che mi stavi aspettando, che fossi destinato ad essere lì, a essere parte di te e che mi avresti fatto sentire completo e felice di nuovo. Ho rischiato di perderti un po’ troppe volte e continuavo a cercarti. Non ho mai smesso di farlo perché quello che ho realizzato, è che tu non avresti mai smesso di aspettarmi.

“Continuerò a cercarti perché consapevole che tu continuerai ad aspettarmi ma in questa giornata, oggi come domani e per il resto delle nostre vite, non ti prometto che smetterò di cercarti ma con tutto il mio cuore so che tu continuerai ad aspettarmi, ad amarmi e a essere tutto quello che stavo cercando quando avevo smesso di credere. Sei la mia vita, Rachel Berry e ti amo così tanto, ogni secondo di più” sorrise e sussurrò, solo per loro, solo per lei, “Sei bellissima mia piccola stella”.

“Rachel” richiamò l’attenzione della ragazza il prete, sorridendo, vedendo nei suoi occhi tutte quelle emozioni che la stava facendo sollevare i piedi da terra per la contentezza. “Finn Hudson, amore della mia vita” iniziò invece Rachel, stringendo tra le sue mani, le mani di Finn e amando, con lo sguardo, con il sorriso, con tutta la sua anima, con tutto il suo cuore. “Abbiamo usato un sacco di parole per descrivere quello che abbiamo e quello che siamo per l’altro, in questi anni. Come i grazie che ci siamo ripetuti, perché grati è quello che siamo.

“Trovare qualcosa da dire in questa occasione così speciale, mi fa battere il cuore forte nel petto. Come te, anche io ci ho pensato e ripensato ma non ho bigliettini con me o note mentali per ricordarmi quanto io ti ami. Ho detto a me stessa che quando sarei stata di fronte a te, avrei trovato le perfette parole da dire ma adesso sono senza fiato e tutto   quello che riesco a pensare e che voglio baciarti” rise e la chiesa sembrò prendere vita per ridere insieme a lei. Finn nascoste il suo sorriso, cercando di rimanere serio.

“Come posso parlare di quello che sente il mio cuore senza renderlo schiocco? Come posso raccontare il modo in cui mi hai salvata quando stavo sprofondando senza rendendo, senza sprecare altro tempo? Hai detto che ti ho aspettato ma quello che non ti ho mai raccontato e che quella stessa mattina, mentre mi perdevo con lo sguardo tra la folla oltre il vetro della finestra, ti ho cercato. Ho cercato un volto sconosciuto, di cui non sapevo ancora il nome ma che sapevo sarebbe venuto a rendere la mia vita come un fiore pronte a sbocciare.

“Forse ti ho cercato nello stesso istante in cui cercavi me, mi hai trovato nello stesso istante in cui ti aspettavo. Destinati a essere qui, tra le persone più importanti della nostra vita a renderlo giusto, perché è giusto quello che siamo. A renderlo immortale nei nostri cuori, oltre quel momento in cui avremo entrambi il capelli bianchi e tutto quello che vorremmo fare sarà starcene seduti sul divano a guardare fuori dalla finestra e nel mio cuore, saprò sempre che sei stato tu e tu saprai la stessa cosa e questo basta e questo è sempre stato il mio amore per te perché ti amo, Finn Hudson, grazie per avermi cercato”.

“E adesso gli anelli” annunciò il prete. Gli sguardi di tutti si spostarono verso il paggetto e la damigella che, mano nella mano, portarono le fedi sull’altare. “Io Finn Hudson, accolgo te Rachel Berry, come mio sposa”, prese tra le mani la fede e la avvicinò al dito di Rachel. “Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita” sorrise ed esclamando: “Rachel, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà” infilò l’anello al dito di sua moglie.

“Io Rachel Berry, accolgo te Finn Hudson, come mio sposo” la voce di Rachel tremò e Finn sorrise innamorato, guardandola prendere la fede tra le sue mani e “Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia. E di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita” ripeté il rito, prendendo la mano di Finn tra le proprie e avvicinando l’anello, esclamò ancora “Finn, ricevi questo anello, segno del mio amore e della mia fedeltà” infilò l’anello, senza spostare lo sguardo dal volto di suo marito.

“Con il potere da me conferitomi, vi dichiaro marito e moglie” una ovazione di grida e fischi fece ridere i novelli sposi, con ancora le mani intrecciante e i cuori pieni di amore. “E adesso, mio caro sposo, o forse dovrei sposa dato che è il momento che stava aspettando, può baciare lo sposo” tutti risero e una nuova ovazione fece rallegrare i cuori di tutti. i loro volti allontanarono la distanza e si baciarono. Un bacio casto ma che sapeva di amore e di attesa finalmente giusta al termine. Erano una cosa sola finalmente, come era giusto che fosse da principio. Una solo anima e due cuore che battevano allo stesso ritmo.
 
 

La festa era iniziata non appena messo piede nella sala che i due novelli sposi avevano scelto. Kurt aveva dato una mano ad allestire il tutto. Si era offerto di dare una mano ma alla fine era stato il loro angelo custode in tutte le scelte da prendere, aiutando il più possibile. La sala era stupenda, rappresentava a pieno la coppia e tutti erano felici di essere lì a festeggiare e a stare in compagnia. La musica aveva spinto tutti al centro della sala per dei balli scatenati e senza inibizioni. Ballarono come folli prima che attirassero la loro attenzione e “Un attimo di attenzione per favore, vi ruberò solo qualche minuto e una canzone”.

La musica calò e tutte le attenzioni vennero spostate verso la postazione della musica. Uno dei due papà di Rachel, aveva preso il microfono per parlare. Tutti gli invitati deciderò di andarsi a sedere, non perdendosi una secondo di quel momento mentre, il secondo papà di Rachel si avvicinava agli sposi, sorridendo raggiante, già consapevole di quello che avrebbe detto suo marito poco dopo. “Non serve dire quanto siamo lieti di essere qui, di nuovo con la nostra preziosa figlia e di fare la conoscenza di suo marito. Forse siamo anche più lieti sapendo che sei e sarai sempre tu, Finn, a prenderti cura della nostra bambina, come noi non abbiamo saputo fare”.

“Credo che quello che tuo padre stia cercando di dire, Rachel e che; ci concedi questo ballo?” la musica cambiò quando Rachel accettò la mano che suo padre le stava porgendo, conducendola al centro della sala. Finn venne invitato dall’altro padre di Rachel, che aveva lasciato il microfono per un ballo padre-figlia, o forse era meglio dire marito della figlia. Oltre sua zia, Finn non aveva nessuno ed era rimasto molto sorpreso quando avevano iniziato a ballare. In qualche modo, sentiva la sua famiglia vicina a lui in quel giorno speciale.

Le noto di Faithfully accompagnarono il loro ballo. Presto il padre di Rachel venne sostituito dalla zia, che in quella giornata aveva deciso di rappresentare la sua mamma. Ballarono con le lacrime agli occhi, i sorrisi sinceri sulle labbra e i loro cuori che battevo all’impazzata. Si scambiarono parole, ci furono delle scuse e dei perdoni. Tanti ti voglio bene e un bacio sulla guancia, fino a quando non furono uno nelle braccia del altro, per il loro primo lento da coppia spostata. Preso si unirono anche tutte le altre coppie, ballando intorno ai Hudson-Berry, che continuavano a volteggiare al centro della sala, baciandosi e sorridendosi.

Al termine della canzone, tornarono tutti ai propri posti per iniziare a pranzare. Mercedes sussurrò un “Un pranzo in famiglia, solo un po’ più numeroso” nell’orecchio di Rachel, prima di lasciarla andare a sedersi al suo posto. La ragazza sorrise, d’accordo sul quel pensiero della sua amica. Erano una famiglia separata che stava rimediando agli errori commessi in passato, per creare un futuro migliore e tutti insieme. Ma non importava cosa, la sua famiglia, sarebbe per sempre stata quella che l’aveva salvata quando credeva di arrendersi.


 
“Andiamo, lancia quel bouquet Rachel” urlò qualcuno nella folla, tra le risate e l’esitazione di Rachel, che non sapeva da che lato lanciarlo. Si preparò più del dovuto ma alla fine lo lanciò alle sue spalle, sperando di averlo fatto finire nelle mani giuste. Quando voltò il capo, rise e ne fu felice perché era tra le mani della sua migliore amica che, troppo occupata a prendersi cura di loro, non aveva mai trovato il tempo per dedicare più attenzione all’amore. “Credo che sia il momento di pensare un po’ a te Mamma ‘Cedes” sorrise, vedendo la ragazza sbuffare e “Non smetterò mai di prendermi cura di voi, anche se siete cresciuti e non siete più soli ma credo che tu abbia ragione”.

Si salutarono e abbracciarono. Rachel e Finn avevano un aereo da prendere e non potevano rischiare di perderlo, non ora che ci erano così vicini. Sarebbe stata una luna di miele, un regalo da parte della loro famiglia, l’unica famiglia di cui hanno sempre sentito l’esigenza. Sarebbero partirti per il mare, in crociera, perché il loro amore era nato tra le acque calde e dopo avrebbero fatto un salto alle terme. Rachel non vedeva l’ora e Finn farebbe qualsiasi cosa per vederla felice e sorridente in quel modo. Le sorrise mentre i saluti continuarono.

“Ow, ancora non ci posso credere che non vi vedrò per così tanto tempo” sussurrò Mercedes con voce tremante, mentre il suo corpo si lasciava andare nella stretta di Finn, che l’abbracciava infondendole tutto il suo amore e quando sarebbe mancata anche a lui “Prenditi cura di lei, okay? So che lo farai come hai sempre fatto in tutti questi anni, come so che l’amerai per ogni giorno della vostra vita ma, hai capito no? La lascio a te, quindi prenditene cura. Sorridenti, questa è quello che vi auguro per il vostro futuro. Una vita sorridente insieme”.

“Smettila di dire queste cose, ‘Cedes  o inizio a piangere” la spintono Kurt, unendosi all’abbraccio con già le guancie bagnate. “Ragazzi non saremo via così allungo, lo sapete? E poi non abitiamo neanche così lontani e ci sono i pranzi della domenica in famiglia. Niente ci separerà, questa è una promessa” cercò di confortare Finn, cercando di sorridere e di stringerli di più contro il suo petto. “Perché vengo sempre escluso? Voglio un abbraccio anch’io” sbuffò Blaine, vendendo trascinato dalle braccia di Mercedes e Kurt, bloccandolo in quel abbraccio pieno di calore.

“Questo significa che sono autorizzata anche io ad abbracciare la mia famiglia, giusto?” e senza aspettare una risposta, anche Rachel si unì all’abbraccio e “Vi voglio bene. Abbiamo trovato una famiglia quando non riuscivamo a trovare neanche noi stessi. Ci siamo trovati nello stesso momento, aspettando l’istante i cui i nostri cuori sarebbero stati pronti per il nostro amore. Non importa il tempo, le difficoltà, la distanza, niente potrà farci smettere di essere una famiglia, perché è quello che siamo ed è quello che saremmo sempre, quindi asciugatevi gli occhi perché non andiamo da nessuna parte se non siamo insieme”.

L’abbraccio rischiò veramente di farli perdere il volo e di non partire ma nessuno si staccò fino a quando le lacrime non si asciugarono sui loro visi e i sorrisi tornarono a regnare sul loro volti. Salutarono tutti, e la famiglia accompagnò la coppia sposata in aeroporto, per non lasciarsi ancora e vivere ancora un istante insieme. In macchina erano aumentati ma a nessuno importava ora mai. Cantando, ridendo e ricordando. Scoprirono di essere ancora in tempo e rallentarono i loro respiri, aspettando di sentire chiamare il loro volo.


 
Erano passati due anni, adesso, da quando Rachel aveva rischiato di perdere la vita durante il parto. In quella sala d’attesa ad aspettare notizie che non arrivavano mai, mentre Blaine continuava a lottare per tutti quanti e per lui stesso. Erano passati due anni in cui, alla fine, tutto era andato per il verso giusto e ce l’aveva fatto. Blaine aveva abbracciato quel medico così forte, da lasciargli dentro tutto quello che stava provando in quel momento. Rendendolo parte del dolore provato e della gioia che aveva donato tutti. Un fallimento non era accetto, questo era chiaro in quel abbraccio.
 

 
A week ago you said to me
“Do you believe I’ll never be too far”
If you’re lost, just look for me
You’ll find me in the region of the summer stars

 
Sorrise guardando i Finchel finalmente spostati e spostò lo sguardo, osservando i Klaine, protetti tra le abbraccia del altro. Si era presa cura di loro, facendoli sentire amati e speciali e adesso erano cresciuti, innamorati e felici. Ma non si sentiva fuori posto, c’era ancora qualcosa che aveva da fare prima di riposarsi e pensare un po’ a se stessa. A quel pensiero una bambina dai capelli castani, raccolti in modo ora mai non così ordinati, in un vestitino rosa pallido, le corse in contro e “Zia ‘Cedes, mamma dice che resterò con te mentre loro sono in vacanza, è vero?” chiese saltellando raggiante e “Potremo invitare anche gli zii vero? Non vedo l’ora di giocare con Lucas, è il migliore cuginetto di sempre”

 
We had some good times, didn't we?
We wore our hearts out on our sleeve
Goodbyes are bittersweet
But it's not the end
I'll see your face again

 
Il piccolo sollevò il capo a quelle parole e sorrise raggiuntante, prima di iniziare a ricorrersi, sentendosi ricordare da Kurt di non allontanarsi troppo e di non farsi male come sempre. Quel lontano giorno di due anni prima, non solo Rachel si era salvata da quel intervento così rischioso ma anche la loro piccolina, Stella, così avevano deciso di chiamarla. Quello stesso anno, Kurt e Blaine riuscirono ad aver l’adozione del loro piccolo Lucas, ed era stato un piacere per il cuore vederli crescere insieme. Quando li avevano presentato la piccola, piangeva ma tra le sue braccia si rilassò subito, come se sapesse e allora capì.
 

You will find me
Yeah you will find me
In places that we've never been
For reasons we don't understand
Walking in the wind

 
E in quel istante ho realizzato che le sarei stata accanto per sempre.
  
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