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Autore: phemt_    16/03/2009    7 recensioni
Dopo aver sconfitto e ucciso Homura, Goku sente che qualcosa dentro di lui sta cambiando. La consapevolezza di sé stesso, lo porta ad essere più forte e a mettere in discussione persino Sanzo … come se stesse finalmente crescendo. I dubbi e le angosce affollano la sua mente e lo spronano a prendere decisioni importanti. Sanzo riuscirà ad essere ancora il Sole, per lui?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Genjo Sanzo Hoshi, Son Goku
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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AVVISO: Tutti i personaggi di questa storia sono maggiorenni. I fatti e i personaggi non sono esistiti o esistenti. I personaggi, i luoghi ecc … appartengono ai rispettivi ideatori e detentori di Copyright. Questa storia non ha alcun fine di lucro. Qualsiasi nome o riferimento a fatti o persone esistenti o realmente esistiti è puramente casuale.

 

NOTA DELL’AUTRICE: Ringrazio come la mia bravissima beta re_birth.

 

 

Quando il Sole tramonta

il Risveglio

 

 

Son Goku era solo, sul balcone della sua camera, a piedi nudi nonostante il freddo della notte, immobile. Fissava l’orizzonte, come se avesse potuto trovarvi le risposte che cercava. La Luna faceva risplendere la vallata innevata, come un mare di argento fuso, donando al panorama una magia particolare.

Dopo aver ucciso Homura, qualcosa si era spezzato in lui. Non riusciva a dimenticare la sua vita infelice, scacciato da tutti… anche lui un essere eretico. Non riusciva a dimenticare il suo cercare la morte, stanco di una vita che l’aveva privato dell’amore. Non riusciva nemmeno a dimenticare le parole che si erano scambiati nella grotta, quando lo aveva rapito.

Ciò che più lo tormentava era che,ora, iniziava a vederne la verità.

Sapeva che la sua ossessione per Sanzo andava oltre alla voglia di avere qualcuno da cui tornare; l’essere sempre pronto a lottare per lui, non era solo per saldare il debito contratto con la sua liberazione: Sanzo era il suo Sole, la luce accecante dopo il buio, il mondo pieno di colori dopo la prigionia nell’oscurità. Tutto questo lo aveva oramai pienamente capito e accettato, sin da quando Homura, in quella grotta, lo aveva baciato e lui aveva visto capelli color del sole e occhi ametista.

Il Dio della Guerra lo aveva capito, e si era allontanato da lui dicendogli che sapeva di non essere il suo Sole, ma che avrebbe voluto proteggerlo e tenerlo con sé. Scosse la testa, cercando di dimenticare la sensazione di essere baciato da qualcuno che ti ama, da qualcuno che soffriva come ora stava soffrendo lui, sapendo che il suo era solo un sogno.

Ciò che non riusciva più ad accettare era la freddezza del monaco, le continue angherie, l’aria di superiorità. A volte avvertiva un’ira profonda dentro di sé, qualcosa che riusciva a dominare, ma che gli ringhiava nel petto.

Fortunatamente, l’istinto lo aveva portato sin da subito a nascondere questi cambiamenti. Nessuno dei suoi compagni di viaggio aveva notato che l’efficacia del diadema non era più la stessa; questa mutazione, era dovuta anche al fatto che nell’ultimo scontro con Homura una parte di ricordi gli era tornata alla mente: ora sapeva chi era. Sapeva perché era stato rinchiuso in una buia grotta, incatenato, per cinquecento anni; sapeva che la sua potenza era superiore a quella di chiunque altro e sapeva, anche, che la sua rabbia aveva distrutto parte del mondo celeste ed era costata la vita a due persone a lui care.

Un peso enorme da portare sulle spalle: il sangue dei suoi amici gli macchiava le mani. Strinse convulsamente la ringhiera dal balcone, mentre comprendeva che non si sarebbe mai perdonato per non essere stato capace a controllare e prese una decisione: per proteggere chi amava, chi gli dava ora un senso di familiarità, di appartenenza, avrebbe imparato a dominare il suo potere.

Agli occhi degli altri era la solita, petulante, allegra, scimmia … mentre dentro di sé un fuoco nuovo bruciava, alimentato dai sentimenti che sapeva provare per Sanzo. Avrebbe combattuto ancora con loro, li avrebbe protetti: non avrebbe permesso a nessuno di portargli via di nuovo i suoi affetti, ma voleva anche dimostrare di essere alla loro altezza. Voleva il loro rispetto … il SUO rispetto.

Sospirando si ritirò in camera, chiedendosi quando sarebbe arrivato il momento in cui avrebbe osato togliersi il diadema per mettersi alla prova, e si preparò ad affrontare la giornata con gli altri.

Scese presto: solo Hakkai era presente e lo accolse col suo solito, dolce, sorriso; tra di loro era sicuramente il più ponderato, colui che rappresentava per Goku una sorta di saggio fratello maggiore.

- Buongiorno Goku, ti sei svegliato presto stamattina. -

- Buongiorno a te, Hakkai … non ce la facevo più dalla fame! -

- Figuriamoci se la scimmia non aveva fame! - lo schernì Gojyo, appena arrivato.

La frase diede il via al solito battibecco tra i due, che iniziarono a spintonarsi e beffeggiarsi allegramente. Il loro rapporto era basato sul continuo scherzo, sulle false litigate, ma Goku già sapeva, dal passato, che Gojyo era affezionato a lui e che, nel caso del bisogno, sapeva anche consolarlo. Sorrise mentre continuava a litigare allegramente col rosso, pensando a quanto si sentisse legato sia a lui che ad Hakkai, e a quanto fosse fortunato, potendo contare su di loro.

Il loro gioco venne interrotto dall’arrivo di Sanzo che, serioso come solito, pretese il silenzio. Con un colpo di pistola ed una frase sprezzante gelò l’atmosfera, anche se Gojyo non evitò di rispondergli, ricavandone uno sguardo sdegnoso. Hakkai, invece, non perse il sorriso, anche se un lampo di sofferenza attraversò il suo sguardo: già in precedenza aveva cercato di spiegare a Sanzo quanto il suo comportamento ferisse Goku, ma il monaco sembrava insensibile riguardo all’argomento.

Durante la colazione, Sanzo spiegò loro che si sarebbero trattenuti in quel piccolo paese di montagna per almeno un paio di settimane: una frana aveva bloccato la strada del valico.

- Beh, per lo meno quest’albergo è confortevole ed ha un bar ben provvisto - fu il commento di Gojyo.

- Io ne approfitterò per andare in giro, adoro la neve fresca e qui intorno è bellissimo. - Aggiunse Goku, con la solita euforia.

- Vedi di non cacciarti nei guai, come solito … - lo apostrofò il monaco, inferendo un’ulteriore stilettata all’animo del ragazzo.

Goku abbassò un attimo gli occhi, prima di alzarsi ed uscire dall’albergo.

- Sanzo, non dovresti essere sempre così duro con Goku - tentò Hakkai.

- Come tratto la scimmia, sono affari miei - replicò Sanzo, mettendo fine al discorso ed andandosene.

- Lascialo perdere, quel monaco corrotto non capirà mai - affermò Goyjo, che, come l’altro, mal tollerava i modi di Sanzo.

- Temo invece che si accorgerà troppo tardi del suo errore - rispose Hakkai con tristezza.

Nella sua stanza Sanzo rifletteva sull’accaduto: era consapevole di essere duro nei confronti di Goku e di degenerare sempre più, ma dall’ultimo scontro una strana inquietudine si era radicata in lui. Il ragazzo stava diventando sempre più forte. Gli tornarono alla mente le parole di Hakkai, dopo una battaglia, quando disse che Goku non aveva più bisogno di loro… Era vero, maledettamente vero … strinse forte i pugni, tanto da farsi male.

Nel frattempo Goku si era allontanato dall’albergo, e aveva iniziato ad esplorare il bosco che aveva notato la sera prima, dal balcone. Era gradevole il silenzio che vi regnava e trovava piacevole il rumore della neve che scricchiolava sotto le sue scarpe. Da quando i ricordi erano tornati, amava sempre più il contatto con la natura: in fondo lui era parte di essa, generato dall’aura del mondo, figlio della Terra e del Cielo.

Dentro di sé aveva la serenità della brezza primaverile, la gioiosità dell’acqua dei torrenti, la forza della roccia … ma anche la dignità degli oceani e la forza distruttiva dei vulcani. Lui era frutto di tutto ciò e ne racchiudeva l’immenso potere.

Ancora una volta si chiese se era giunto il momento di togliersi il diadema, più prendeva consapevolezza di sé, maggiore era la sua convinzione che si sarebbe potuto dominare. Gli tornarono alla mente le parole di Sanzo durante la colazione … lo credeva capace solo di cacciarsi nei guai; beh, gli avrebbe fatto vedere che non aveva bisogno di nessuno.

Persa ogni esitazione, si portò una mano al diadema e se lo tolse: mentre il cerchio dorato affondava nella neve, Goku sentì il corpo contrarsi, invaso improvvisamente da un grande potere. La trasformazione era dolorosa, ma non perse la concentrazione … qualche secondo dopo, una creatura ferina si ergeva dove prima c’era il ragazzo.

Le orecchie appuntite spuntavano dai lunghi capelli castani, le pupille allungate come quelle di un gatto, osservavano il mondo, circondate da due iridi colore dell’oro puro. Le unghie lunghe assomigliavano ad artigli e non nascondevano la loro pericolosità, ma la mente era quella di Goku. Per la prima volta si era trasformato, ma manteneva coscienza di sé ed era stupendo.

Si sentiva forte come non mai: i suoi sensi si erano sviluppati all’ennesima potenza e percepiva qualunque forma di vita o qualunque rumore infinitesimale lo circondasse. Corse a perdifiato, inebriandosi di quelle sensazioni estreme e balzò sulle cime dei pini, ridendo. Improvvisamente un raggio di sole lo colpì negli occhi e sentì la sofferenza tornare a galla, ricordandosi di Sanzo.

Si accoccolò su di un ramo, mentre si rendeva conto che nemmeno la trasformazione aveva cambiato i suoi sentimenti. Rimase immobile per molto tempo, pensando, riflettendo. Solo una soluzione gli sembrava giusta … seppellire quell’amore in fondo al suo cuore, ignorarne il ricordo, come se fosse stato un sogno … ed ora, era arrivato il mattino.

Rimessosi il diadema, si incamminò verso l’albergo.

 

NOTE PERSONALI:

Dopo Death Note, ci provo con Saiyuki. Premetto che non ho mai letto i fumetti, avendo l’anime, tutta la mia ispirazione è dovuto ai dvd.

Ringrazio, come sempre, chi legge questa storia e soprattutto chi lascia un parere.

A presto,

Phemt

 

 

 

 

  
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