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Autore: Mortarjenny    21/01/2016    0 recensioni
"Il telefono squillava ma nessuno rispondeva, sperava in una risposta secca, oppure in un “Pronto”. Quando Ronnie credeva che fosse l’ultimo squillo prima della segreteria una voce roca e lontana gli rispose..."
Dopo tanto tempo i due amati si stanno per rincontrare, andrà tutto a buon fine? oppure quella pausa di qualche anno è stato troppo per loro ?
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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Max non capiva più nulla si sentiva un essere inutile, aveva fatto del male a Ronnie e non se n’era reso conto? Non comprendeva, la porta era ancora chiusa e le sue spalle appoggiate ad essa, dall’altra parte nessun rumore, nessun suono, Ronnie sembrava essersi dissolto. Intanto Ronnie era in camera sua, sdraiato sul letto come se nulla fosse. Gli vennero in mente tutti i ricordi e i momenti che aveva passato con Max, non riusciva a capire per quale modo il suo cervello avesse voluto agire in quel modo. Non rientrava nei suoi pensieri. Max intanto, dietro a quella porta, stava pensando alle stesse cose, pensava a quando si erano conosciuti, al carcere e tutti i bei momenti belli passati con gli Escape the fate. Ad un certo punto Ronnie si decise, doveva aprire quella porta, avevano troppo in comune quei due, nulla li poteva fermare, il loro amore era incontenibile, non riuscivano a starsi lontani. In quel momento anche Max si decise, voleva parlare con il suo Ron, quindi decise di alzarsi e appoggiò una mano sulla maniglia di camera Radke mentre con l’altra era pronto a bussare; una forza, che non proveniva da Max, abbassò la maniglia, era consapevole che non era stato lui, quindi che era stato? La porta con forza si spalancò e dall’altra parte, con gran sorpresa, vide il volto del suo amato Ronnie. I loro occhi si incrociarono, le loro emozioni le esprimevano attraverso gli sguardi, era un momento magico, nessuno dei due voleva parlare, non volevano rompere quel silenzio finché Ronnie non protese il braccio verso Max, lui non perse l’occasione, voleva rompere il ghiaccio e lo abbracciò. -scusa amore- disse Ronnie con voce malinconica, quasi nostalgica. -nulla tesoro- rispose Max- ritorniamo come prima?- - si certo, come un tempo…- disse Ronnie baciandogli il collo. Max si lasciò andare ed era felice che anche il suo Ron la pensava in ugual modo, ritornare ai vecchi tempi, se non si poteva tornare indietro con le lancette, chi glie lo impediva di non tornare indietro con la mente ? Iniziando con questo lungo bacio fatto d’amore e ricordi che s’incastravano perfettamente creando questa passione. Max lo spinse sul letto, Ronnie inciampò e cadde su quelle bianche lenzuola profumate. I due continuarono a baciarsi sempre più appassionatamente, sempre più forte, si amavano come non mai. Max si staccò e con voce ansimante sussurrò all’orecchio di Ronnie -ti amo da morire, mi mancavano questi momenti- Ronnie s’imbarazzò e sorrise, guardando i suoi occhi verdi, gli ricordavano un prato, un prato infinito, forse c’era una fine o forse no, come il loro amore. Ripresero a baciarsi, sempre con più passione, sempre di più. Max lo amava troppo, baciarlo non gli bastava e neanche morsecchiargli il collo lo saziava, quindi allungò le mani fino ai fianchi di Ronnie il quale si eccitò e gridò: -Max, come puoi farmi questo!- Max sorrise e continuò la leccargli il collo, lo voleva tutto suo, voleva farlo sentire bene, e per una volta nella vita voleva essere Max a comportarsi da “animale” come diceva Ronnie, cioè senza regole e senza confini, insomma in stile Radke. Il loro amore era incalcolabile, si amavano ogni momento sempre di più. Finiti quei lunghi minuti traboccanti d’amore si staccò dal suo Max, e con la bocca bagnata dalla saliva del suo amato si alzò e prese il lenzuolo gettato a terra e se lo mise legato attorno ai fianchi. -dove vai Ronnie?!- chiese Max con voce ansimante - Vado a fare un caffè, mi hai sfibrato- disse Ronnie guardando per terra e spostandosi i capelli a destra. Max cercò di calmarsi, aveva lo sguardo fisso sul soffitto, non riusciva a contenersi, i respiri erano sempre più affannati e invece di diminuire, aumentavano. Con uno scatto si alzò e andò a cercare Ronnie per tutta la casa, si sentiva perso, aveva ancora il fiatone , gli girava la testa, non capiva quello che gli stava capitando. Girava per la casa gridando “Ronniee!!! Dove sei? ”Si gettava da una parete all’ altra, si sentiva svenire, le gambe non gli reggevano più. Ronnie era in cucina e appena sentì i suoi lamenti andò a soccorrerlo -che succede amore ?- -mi sento male!- disse Max -vieni, siediti sul divano- Max si sdraiò sul divano mentre Ronnie gli passava alcuni cuscini da appoggiare sotto il collo e sotto le caviglie per far circolare meglio il sangue. Max aveva chiuso quasi del tutto gli occhi e il suo viso ero pallido. -amore come stai ora?- chiese Ronnie preoccupato dopo circa alcuni minuti. Max aprì un solo occhio e sussurrò -bene ora che sei qui con me- disse allungando la mano verso il suo amato. Ronnie gli strinse la mano e si sdraiò li, vicino a lui dicendogli -forse non dovevamo arrivare a tanto, ti sei sforzato un sacco, non sei più abituato e sei svenuto- disse Ron, provando una soluzione logica. Max annuì e disse: -la prossima volta lo fai tu, come sempre, io come vedi non ne sono capace- Ronnie sorrise e pensò a tutti quei momenti nei quali il suo Max non c’era, gli era mancato tanto, anche solo tenergli la mano e stare sdraiato con lui sul divano. -ehh si Max…Come ai vecchi tempi…-
   
 
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