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Autore: evelyn80    22/01/2016    5 recensioni
[Transformers: Robot in Disguise 2001]
Gli Autorobot ed i Predacon sono entrambi sulle tracce di un nuovo Autorobot misterioso, che pare abbia perso la memoria. Entrambi i team avranno però una sorpresa.
Genere: Azione, Comico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Megatron, Nuovo personaggio, Optimus Prime, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Transformers Animated
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Spazio autrice: Questa storia è ispirata alla serie televisiva giapponese "Transformers: RID" del 2001 che si svolge in una sorta di universo alternativo a quello della serie classica. Al tempo fu creata esclusivamente per promuovere una nuova linea di giocattoli ed è da molti considerata come la versione più "sfortunata" dei Transformers. Io personalmente, invece, la adoro, per la sua semplicità ed ironia.
Questa fic è tratta da una storia che ho scritto diversi anni fa e che, probabilmente, non pubblicherò mai per intero perché bisognosa di una revisione massiccia che, ora come ora, non ho tempo di fare, purtroppo. Basta che sappiate che, nella mia versione, al posto di Koji Onishii troverete un mio Original Caracter, di nome Evelyn, che è una ragazza segretamente innamorata di Prowl.
Buona lettura!
Evelyn





L’AUTOROBOT MISTERIOSO



Chiusi in una delle stanze del Megastar – la loro base segreta – i quattro Predacon stavano seduti davanti ad uno schermo televisivo. Oramai i Decepticon avevano preso il loro posto, ed erano di solito questi ultimi ad eseguire gli ordini di Megatron. Sky-Byte, però, non voleva cedere il passo al suo rivale Scourge; così Gas Skunk gli aveva consigliato di dare un’occhiata al notiziario per captare qualche notizia interessante.
«Non andrà a finire come con quella maledetta statua gigante(*), vero?» urlò lo squalo-robot, con le mani sui fianchi.
«No, stai tranquillo, ho messo a punto la sintonizzazione. Questa volta non ci saranno interferenze!»
E, difatti, le immagini apparvero nitide come uno specchio. La puzzola-robot pigiò qualche tasto, cambiando canale, fino a quando non apparvero le immagini più incredibili che avessero mai visto.
I quattro Predacon si alzarono in piedi, lanciando esclamazioni di sorpresa e meraviglia.
«Guardate!» gridò Slapper.
«E’ incredibile!» commentò Dark Scream.
«Inimmaginabile!» aggiunse Gas Skunk.
«Presto! Dobbiamo dirlo subito a Megatron! Sarà entusiasta alla notizia!» concluse Sky-Byte.
Si precipitarono nella sala centrale, dove Megatron stava seguendo le gesta dei Decepticon, impegnati nella loro ultima ruberia.
Sky-Byte grugnì rumorosamente, irritato oltremodo dalle immagini, prima di rivolgersi al suo signore.
«Megatron! Devi assolutamente vedere una cosa!» esclamò, con tono teatrale.
Il grosso robot non si mosse di un millimetro, sembrava che non l’avesse nemmeno sentito. Sky-Byte si schiarì la voce e riprovò.
«Ah-Ehm! Megatron! Devi vedere una cosa!»
Se si fosse rivolto al muro forse avrebbe avuto maggior successo. Gas Skunk, con una mossa azzardata, staccò una spina facendo spegnere lo schermo.
Megatron sobbalzò.
«Eh?! Che succede?! Chi ha tolto la corrente?»
«Siamo stati noi, grande Megatron» si fece avanti Sky-Byte, inginocchiandosi e chinando rispettosamente la testa.
«E per quale motivo?»
«Stanno trasmettendo una cosa in televisione che devi assolutamente vedere!»
«Un’altra statua di un Buddha gigante?» chiese il capo, ironico.
Slapper ridacchiò, ma smise subito non appena il pugno di Sky-Byte lo raggiunse sulla testa.
«No, Megatron, questa volta è tutto vero», riprese lo squalo-robot. «Le immagini sono nitide e l’audio è perfetto. Non c’è modo di sbagliarsi!»
«E sia! Mostratemi!» accondiscese il grosso robot, trattenendo a stento uno sbuffo di noia. «Ma se si tratta ancora una volta di una sciocchezza, giuro che vi farò pagare cara l’interruzione!»
Sky-Byte fece un cenno a Gas Skunk che, dopo aver riattaccato la corrente, premette alcuni bottoni e fece apparire le immagini su uno degli schermi centrali.
Non appena Megatron si rese conto di ciò che vedeva sgranò i sensori ottici per la meraviglia.
«Non è possibile! Quando è arrivato, questo?!» esclamò sobbalzando sul suo trono.
«Non lo sappiamo, ma di sicuro è uno di loro!» rispose Sky-Byte.
«Questo l’ho capito anche da solo! Un’automobile comune non è in grado di fare certe cose! Però c’è un umano con lui! Come mai non ha raggiunto i sui compari ed ha fraternizzato con una creatura di carne?»
«Non lo sappiamo, grande Megatron. Forse durante il viaggio verso la terra ha perduto la memoria, e non sa più cosa è venuto a fare…» suggerì titubante il suo secondo.
«Mmmm…» mugolò l’altro, prendendosi il mento tra le mani.
«Forse era sulla stessa astronave dei Decepticon! La caduta potrebbe aver riattivato la sua protoforma, ma cancellato la sua memoria» suggerì Slapper, picchiettandosi una guancia con le sue lunghe dita di rospo
«Si, è probabile…» ammise il robot-drago, sfregandosi pensierosamente il volto metallico. «Se è così, deve essere mio! Trovatelo e portatemelo qui!»
«Sì, Megatron, partiremo subito!» rispose solerte Sky-Byte scattando sull’attenti e guidando gli altri tre Predacon fuori dalla sala centrale.
«Visto?!» commentò lo squalo-robot non appena furono fuori da portata d’orecchie. «Non vi avevo detto che si sarebbe interessato?»
«Già… Ma ora come facciamo a trovarlo?» chiese dubbioso Slapper, fissando le immagini che ancora scorrevano sul monitor che avevano lasciato acceso nella loro stanza privata.
«Ho un'idea! Di sicuro, anche gli Autorobot sono al corrente della sua presenza, e saranno senz’altro sulle sue tracce! Se seguiamo i loro movimenti, riusciremo a trovare anche lui!» esclamò Sky-Byte ammiccando verso lo schermo.
I quattro Predacon lasciarono la base mentre le immagini continuavano a scorrere, mostrando un’automobile nera, targata KNIGHT, che saltava sopra un camion inseguendo un’altra vettura.

 
*     *     *



Alla base segreta degli Autorobot, Side Burn aveva bisogno di svagarsi un po’. Un paio di giorni prima aveva incontrato una sportiva rossa – una tipa proprio niente male – che gli aveva fatto perdere la testa di brutto, al punto tale da dimenticarsi completamente di essere di pattuglia. Nel tentativo di raggiungere la sua nuova fiamma era uscito di strada, andando a finire a gambe all’aria giù per una scarpata. Nulla di grave, si era solo slogato qualche giuntura, ma Crosswise, colui che era dedicato alla manutenzione dei suoi compagni, gli aveva impedito di lasciare la base per almeno tre o quattro giorni.
«Così ti farai anche passare la fissa per le rosse, mi auguro…» aveva commentato, ironico, lo Spy Changer.
Dopo due giorni di forzata immobilità il robot-Dodge Viper si era stufato di stare con le mani in mano, così aveva deciso di collegarsi alla rete televisiva per far passare un po’ di tempo.
Dopo diversi tentativi uno dei monitor si accese. Side Burn cambiò canale fino a quando non si imbatté nelle immagini più incredibili che avesse mai visto. Rimase per un attimo scioccato, con i sensori ottici sgranati, prima di ritrovare il fiato e chiamare a gran voce Optimus Prime.
«Optimus! Optimus! Vieni a vedere, presto!» gridò, senza staccare gli occhi dallo schermo.
Sul monitor accanto a quello già acceso comparve il viso di T-AI.
«Cosa c’è Side Burn, perché fai tutto questo baccano?»
«Dov’è Optimus?»
«E’ alla caserma dei Vigili del Fuoco: hanno avuto un’emergenza e tu sai benissimo che quella è la sua copertura!»
«Non lo puoi chiamare? Devo fargli vedere queste immagini!» insisté il più giovane dei Fratelli Autorobot, saltellando sul posto.
«Quali immagini?» chiese la figurina olografica, apparendo al fianco del robot e mettendosi a guardare lo schermo. Dopo pochi secondi emise un gridolino di stupore, portandosi la mano davanti alla bocca.
«Oh!»
«Visto che roba? Dobbiamo avvisare subito Optimus!» incalzò Side Burn.
«Te l’ho già detto, adesso è impegnato! Non può lasciare la sua posizione! Registrerò le immagini e gliele faremo visionare al suo ritorno!»
«Ottima idea!» acconsentì il robot-Dodge Viper, annuendo vigorosamente.
Un paio di ore dopo, al suo ritorno, Optimus fu accolto da un esaltato Fratello Autorobot.
«Presto Optimus, vieni a vedere! Non crederai ai tuoi sensori ottici!»
«Cos’è successo?! Un attacco dei Decepticon?» chiese Prime, preoccupato.
 «No, niente affatto! Ci sono grandi novità!»
Optimus seguì Side Burn nella sala centrale dove, nel frattempo, si erano radunati anche tutti gli altri Autorobot, richiamati dalle grida sguaiate del loro compagno.
«Vedrai che roba!» esclamò ancora il giovane robot, esaltato. «T-AI, fai partire le immagini!»
«Subito!» rispose solerte la figurina olografica, premendo alcuni tasti sulla consolle centrale.
Lo schermo principale si accese e proiettò la registrazione. Tutti i robot, Optimus compreso, sgranarono i sensori ottici e spalancarono la bocca. Davanti a loro si svolgeva la scena più incredibile che avessero mai visto.
Non appena si riprese dalla sorpresa, Prime cominciò a tempestare T-AI di domande.
«T-AI! Quando è arrivato questo nuovo Autorobot?»
«Non lo so, Optimus. Non ho avuto alcuna notizia riguardo alla partenza di una nuova navicella da Cybertron.»
«Quindi significa che questo Autorobot era già qui sulla Terra ?»
«Molto probabilmente, Optimus.»
«Ma, allora, come mai non si è unito a noi?»
«Non so neanche questo. Forse la sua griglia caratteriale ha subito dei danni…» ipotizzò la piccola figura.
«Può darsi…» concordò il capo degli Autorobot, pensieroso. «Dobbiamo immediatamente trovarlo e portarlo qui! Se Megatron lo trova prima di noi lo trasformerà sicuramente in un Decepticon, e noi non possiamo assolutamente permetterglielo! T-AI, cerca di rintracciarlo!» aggiunse, concitato.
«Nessun problema, Optimus!»
T-AI si mise subito al lavoro, digitando freneticamente sulla tastiera fino a quando non comparve un punto luminoso sul loro planisfero.
«Eccolo! Attualmente si trova nel settore H, quadrante 3!» comunicò la figurina.
«Perfetto! Partirò subito! Fratelli Autorobot, voi verrete con me!»
«Sicuro, Optimus!» rispose X-Brawn per tutti, «siamo pronti!»
I quattro robot lasciarono la base mentre gli altri rimasero, come incantati, a guardare le immagini di quell’automobile nera, targata KNIGHT, che saltava sopra un camion inseguendo un’altra vettura.

 
*     *     *



Sky-Byte e i suoi compagni, appostati sul tetto di un grattacielo nei pressi del Quartier Generale degli Autorobot, videro passare Optimus Prime ed i tre Fratelli nella strada sotto di loro. Senza indugiare Dark Scream, utilizzando una specie di fionda, lanciò al loro indirizzo una piccola ricetrasmittente che si attaccò alla ruota di scorta di X-Brawn. Un puntino luminoso apparve sul palmare che Sky-Byte teneva in mano.
«Bene, così potremo seguire tutti i loro spostamenti, anche se utilizzeranno quel maledetto ponte spaziale!» esclamò lo squalo-robot, fissando il piccolo schermo verde.
Difatti, dopo pochi istanti, gli Autorobot sparirono all’interno del tunnel luminoso; ma la ricetrasmittente continuò a fare il suo dovere, mandando il suo segnale ai Predacon.
Sky-Byte consultò nuovamente il suo computer portatile poi, dopo essersi trasformato in animale, partì alla volta della zona indicata dal segnale, imitato dai suoi compagni.

 
*     *     *



Evelyn stava facendo le pulizie in camera sua quando le venne voglia di chiamare Prowl. Qualche giorno prima il Fratello Autorobot le aveva promesso che nel fine settimana l’avrebbe accompagnata al mare; ed allora pensò che fosse una buona idea chiedergliene conferma.
Così domani non avrà scuse” pensò, “a meno che non si facciano vivi i Predacon o i Decepticon all’ultimo momento, come sempre…
Il volto del suo amico apparve sullo schermo del cellulare, ma non fece nemmeno in tempo ad aprire la bocca che lui la interruppe.
«Mi dispiace, Evelyn, ma ora non ho tempo! Sono con Optimus ed i miei fratelli. Stiamo andando a cercare un nuovo Autorobot che ha perso la memoria! Dobbiamo trovarlo prima che lo scopra Megatron!»
La ragazza rimase stupita.
«Un nuovo Auto-Robot? Posso venire anch’io?» chiese senza riflettere.
Prowl ci pensò un po’ su.
«Non lo so… Potrebbe essere pericoloso. Dovrei chiederlo a Optimus…»
«E dai… Posso darvi una mano a trovarlo…» lo pregò, facendogli gli occhi dolci.
Prowl sospirò, alzando i sensori ottici al cielo.
«Aspetta un secondo…» esalò prima di consultare il suo capo, che dette il benestare. «Ok, allora! Passo a prenderti!»
La comunicazione si interruppe ed Evelyn fece appena in tempo a prepararsi che già Prowl usciva dal ponte spaziale, proprio davanti alla porta di casa sua. Salì a bordo e l’Autorobot rientrò di volata nel tunnel prima che il portale si richiudesse, raggiungendo gli altri in pochi minuti.
«Salve ragazzi!»
«Buongiorno Evelyn!» rispose Optimus.
«Allora, cos’è questa novità? Chi è questo nuovo arrivato? Non vedo l’ora di conoscerlo!» esclamò la ragazza, fissando il volto del capo degli Autorobot, appena apparso sullo schermo del cruscotto di Prowl.
«Non lo sappiamo, in realtà. E’ stato Side Burn a scoprirlo, guardando un servizio in televisione» le spiegò il grosso robot. «Ultimamente non è arrivata nessuna navetta da Cybertron, quindi è molto probabile che questo Autorobot fosse già sulla terra da molto tempo. Sicuramente, durante il viaggio la sua griglia caratteriale deve aver subìto dei danni, impedendogli di riconoscere la sua vera missione. Da quanto abbiamo potuto apprendere, ha fatto amicizia con un essere umano e sta collaborando con lui alla cattura dei criminali terrestri. Questo indica che non tutta la sua memoria è andata perduta: dà la caccia ai delinquenti, anche se non sono quelli giusti. Non appena T-AI è riuscita a scoprire la sua posizione siamo partiti alla sua ricerca. Se Megatron lo trovasse prima di noi sarebbe un grosso guaio!» concluse Optimus.
Il tunnel sotterraneo si aprì, lasciandoli uscire all’aria aperta su una strada statale. In lontananza si intravedeva una grossa città. Le sagome scure dei grattacieli risaltavano contro l’azzurro del cielo sereno.
«Ecco! Siamo quasi arrivati!» esclamò X-Brawn.
«Non è che, per caso, avete una foto di questo Autorobot? Così posso aiutarvi a cercarlo anch’io!» chiese Evelyn, guardandosi intorno come aspettandosi di vederselo comparire davanti da un momento all’altro.
«Certo!» rispose Prowl, «te la mostro subito…», ma fu interrotto dall’esplosione di un missile a poca distanza dal suo muso.

 
*     *     *



Sky-Byte e Dark Scream procedevano volando, mentre gli altri due li seguivano via terra. Ogni tanto lo squalo-robot lanciava un’occhiata al suo indicatore, per essere certo di essere sempre sulla pista giusta.
«Quei maledetti sono ancora sotto terra, ma non appena riemergeranno gli faremo una bella sorpresa…» bofonchiava ogni tanto fra sé e sé.
Slapper e Gas Skunk non erano proprio contentissimi di dover fare il viaggio a piedi; spesso i due alzavano gli occhi al cielo e si lamentavano.
«Quel beota di Sky-Byte!» esclamò ad un tratto il rospo-robot, «se ne approfitta perché sa volare! Perché, piuttosto, non ci carica sul dorso e ci da un passaggio, invece di farci correre come dei maratoneti?»
«Già!» concordò la puzzola-robot, «la prossima volta la facciamo fare a piedi anche a lui!»
Ma il loro capo, che aveva l’udito finissimo, li sentì e gli rispose per le rime.
«Fate silenzio, teste di latta! Come vi permettete! Io non sono certo un cavallo da soma! Risparmiate il fiato per la corsa!»
I due Predacon incassarono la testa nelle spalle.
«Urgh! Come ha fatto a sentirci?!» esclamò Slapper, guardandolo dal basso verso l’alto.
«Non lo so, ma prima o poi avrò l’occasione di smontarlo bullone dopo bullone…» rispose fra i denti Gas Skunk.
«Non saresti capace di smontare nemmeno un giocattolo! Ed ora smettetela di fare commenti e allungate il passo!» gridò loro lo squalo-robot e, tanto per rendere il concetto più chiaro, spedì al loro indirizzo un paio di missili termoguidati.
«Ahhhhrrggghhh!». Gridando come ossessi, i due accelerarono di colpo per mantenersi alla larga dai proiettili. Con un colpo di fortuna Slapper riuscì ad evitare il suo facendo un salto, ed il missile andò a schiantarsi davanti al muso di un’auto della polizia che si trovava qualche centinaio di metri più avanti.
«Eccoli!» gridò esultante Sky-Byte, «sono loro! All’attacco!»
Lo squalo atterrò e, imitato dai suoi compari, si trasformò in robot lanciandosi all’assalto degli Autorobot.

 
*     *     *



Prowl fu costretto a fare un testacoda per evitare di essere investito dalle schegge dell’esplosione.
«Ma che diamine…!» esclamò sorpreso.
«Sono i Predacon!» urlò Side Burn, «trasformazione!»
«Trasformazione!» risposero in coro X-Brawn e Optimus.
Prowl fece scendere la ragazza per poi trasformarsi a sua volta.
«Questo posto non è per te, Evelyn!» le gridò il Fratello Autorobot, «mettiti in salvo!»
La ragazza puntò i piedi.
«Perché, invece, non mi prestate una pistola laser? Così posso aiutarvi a sistemare quei manigoldi!» esclamò, mettendosi le mani sui fianchi.
X-Brawn si voltò verso di lei con sguardo di fuoco.
«Te l’abbiamo già detto un sacco di volte! E’ troppo pericoloso! Argh!»
Un raggio laser lo colpì alla schiena, strappandogli un grido di dolore. Si voltò verso il suo assalitore e gli lanciò contro una scarica di proiettili incendiari.
Bofonchiando, Evelyn si lasciò scivolare giù per la scarpata, andando a rifugiarsi nell’erba alta. «Prima o poi gli farò vedere che anch’io sono in grado di sparare!» borbottò incrociando le braccia sul petto.
Optimus e Sky-Byte lottavano furiosamente a suon di pugni e calci, mentre i Fratelli Autorobot combattevano egregiamente contro i restanti Predacon. Le forze erano equiparate, per cui la situazione ben presto finì in stallo.
All’improvviso, però, la scena cambiò nettamente: Gas Skunk e Side Burn, che combattevano l’uno contro l’altro, si voltarono contemporaneamente a guardare dalla stessa parte.
«Eccolo! E’ lui!» gridarono, ammiccando verso l’orizzonte.
Gli altri sei lottatori interruppero lo scontro per girarsi a guardare a loro volta nella direzione indicata. Evelyn li imitò, sbirciando tra un filo d’erba e l’altro, ma tutto quello che riuscì a vedere fu un’automobile sportiva nera che, non appena si rese conto di ciò che occupava la carreggiata, fece inversione ad U con grande stridore di freni, tornando velocemente sui suoi passi.
«Presto! Dobbiamo prenderlo!» gridò Sky-Byte, abbandonando la lotta contro Optimus e mettendosi a correre.
«Muoviamoci, ragazzi! Dobbiamo portarlo alla base!» gli fece eco Prime, inseguendolo.
Tutti i robot si trasformarono – chi in auto, chi in animale – per dare inizio alla caccia. Evelyn fece appena in tempo ad uscire dal suo rifugio e ad arrampicarsi su per la scarpata che già gli Autorobot si stavano allontanando. Per non perdere tempo Prowl la afferrò al volo e si trasformò intorno a lei. La ragazza si ritrovò a gambe all’aria all’interno dell’abitacolo.
«Ehi! Che modi!» esclamò, tentando di raddrizzarsi.
«Scusa per la rudezza, ma non potevo fermarmi!»
Con non poche difficoltà Evelyn riuscì finalmente a mettersi seduta ed a seguire l’inseguimento. La macchina nera correva come il vento, seguita a ruota da Optimus e Sky-Byte. Dietro di loro i Fratelli Autorobot e gli altri Predacon lottavano per mantenere la loro posizione.
La ragazza si concentrò sul nuovo venuto. “Eppure mi sembra un’auto conosciuta…” pensò tra sé e sé, ma senza badarvi più di tanto: in fondo gli Autorobot assumevano spesso forme di auto sportive veloci e famose. Prowl stesso era una Lamborghini Diablo e suo fratello minore una Dodge Viper.
All’improvviso un’ombra oscurò il cielo. Evelyn mise la testa fuori dal finestrino per capire che cosa li aveva superati e, con orrore, si rese conto che si trattava di un enorme jet nero e rosso.
«E’ Megatron!» gridò spaventata.
Il jet si trasformò in mano metallica ed esplose in una risata malvagia.
«Ah, ah, ah! Molto bene, Sky-Byte, questa volta non mi hai deluso!»
«Grazie, grande Megatron!»
Lo squalo-robot tentò di fare un inchino mentre era ancora in piena corsa, con l’unico risultato di perdere l’equilibrio e finire a pinne all’aria. La risata dei suoi compari accolse la sua caduta.
«Mio caro Optimus Prime, anche questa volta sei arrivato tardi! Questo nuovo Autorobot diventerà un Decepticon con i fiocchi! Ah, ah, ah!» riprese il capo dei Predacon, sbeffeggiando il suo eterno rivale.
«Fermati, Megatron! Non ti permetterò di corrompere anche lui!»
Ma, ormai, la mano gigantesca si era abbassata al livello del suolo ed aveva afferrato l’automobile nera. L’uomo al volante si lanciò fuori dall’abitacolo con un grido disumano, rotolò giù per la scarpata ed andò a finire in un fosso pieno di melma. Prowl chiamò i soccorsi perché lo andassero a recuperare.
«Non possiamo fermarci, ora!» gridò il Fratello Autorobot senza rallentare.
Optimus aveva già aumentato l’andatura, inseguendo il suo acerrimo nemico. Non poteva lanciargli contro i suoi missili acquatici perché rischiava di colpire il loro compagno caduto nelle sue grinfie.
«Avanti, Autorobot! Lo seguiremo anche fino in capo al mondo, se sarà necessario!» esclamò con voce tonante.
I Fratelli gli risposero in coro con un grido di battaglia mentre Evelyn, ancora una volta, tornava ad osservare attentamente la vettura.
«Eppure c’è qualcosa di strano… Ma non può essere…» borbottò a mezza voce. «Prowl, so che forse non è il momento adatto, ma potresti farmi vedere la foto di quell’Autorobot? Non so perché, ma mi sta venendo un dubbio…»
«Ho un filmato. Lo trasmetto sul mio monitor.»
Evelyn guardò e allibì: un’automobile nera, targata KNIGHT, che saltava un camion inseguendo un’altra vettura.
«Ma questo è K.I.T.T.!» esclamò, saltando sul sedile.
Il viso di Prowl sostituì le immagini sullo schermo.
«Si, è proprio con quel nome che si rivolge a lui il suo compagno umano! Come fai a saperlo? Lo conosci?»
La ragazza riuscì a stento a trattenere una risata.
«Certo che lo conosco! Potete anche sospendere l’inseguimento…» ridacchiò.
La faccia di Optimus sostituì quella di Prowl sullo schermo.
«Che cosa?! Sei impazzita?! Non lo lascerò mai nelle mani di Megatron!» esclamò Prime, i sensori ottici ridotti a due fessure.
«Optimus, quell’automobile è un Autorobot tanto quanto me e, se mi permettete, vi spiegherò che cosa intendo.»
Side Burn si intromise, facendo comparire il suo faccione al fianco di quello del suo leader.
«Non sono sicuro di aver capito bene… Vorresti dire… che quello non è un Autorobot?!»
«Esattamente, Side Burn.»
«E che cos’è, allora?» chiese X-Brawn, mentre l’immagine sullo schermo si divideva in tre per consentire anche al suo volto di apparire.
«Una semplicissima automobile! Per la precisione, la replica – fatta da esseri umani – della vettura che avete visto in televisione. Quello non era un servizio del notiziario, Side Burn, ma un telefilm americano degli anni ‘80!»
Lentamente, i quattro robot cominciarono a rallentare, fino a fermarsi del tutto. I Predacon gli passarono accanto, sbeffeggiandoli.
«Cosa c’è, non avete più fiato?» chiese ironico Slapper.
«Gli Auto-botti sono sfiancati!» esclamò Gas Skunk.
«Già, non sono abituati alle lunghe marce!» rincarò la dose Dark Scream.
«Uh uh uh! Abbiamo vinto questa volta!» esultò Sky-Byte, sghignazzando.
Side Burn, pieno di rabbia, si trasformò in robot per attaccarli, ma Optimus lo bloccò.
«No, Side Burn, lasciali perdere! Voglio capire bene questa storia.»
«Vedete» spiegò Evelyn, mettendosi più comoda sul sedile di Prowl, «K.I.T.T., l’automobile nera che avete visto, è il protagonista, insieme a Michael Knight, di un telefilm che si intitola Knight Rider. Si tratta di una vettura computerizzata in grado di parlare, guidarsi e fare un sacco di altre cose stupefacenti; tutte grazie agli effetti speciali, ovviamente! A parte voi, non esistono automobili in grado di guidarsi da sole!» ridacchiò ancora. «Avevano modificato il sedile appositamente in modo che il guidatore non si vedesse, e, per l’epoca, i trucchi erano riusciti proprio bene! Capirete come un’auto del genere possa essere il sogno di tutti» continuò a raccontare la ragazza. «Tutt’oggi esistono degli appassionati di questo telefilm – lo sono anch’io – e coloro che possono permetterselo spesso si comprano la macchina, una Pontiac Trans-Am, e la modificano facendola diventare una copia di K.I.T.T. Quella che Megatron ha rubato è una semplicissima vettura, che non parla, non cammina da sola, non salta, non spara raggi laser e, tanto meno, non si trasforma in robot!»
I quattro Autorobot si fissarono stupiti.
«Però anche i Predacon la stavano cercando! Perché?» si chiese Side Burn.
«Posso ipotizzare che, come te, anche loro l’abbiano vista in televisione e l’abbiano scambiata per un Autorobot» riprese Evelyn. «Visto che anche voi eravate sulle sue tracce, probabilmente si sono convinti che fosse effettivamente uno di voi.»
«Quindi vorresti dire che quella macchina non ha nulla di speciale?» chiese Optimus, ancora dubbioso.
«Esattamente! Credo che Megatron non sarà molto contento, quando se ne accorgerà!»
I quattro robot scoppiarono a ridere.
«Già, lo credo anch’io!» confermò Prowl.
«Bè, allora possiamo tornare alla base!» disse X-Brawn.
«Sì, direi proprio di sì» acconsentì Optimus.
«Bene! Posso venire con voi? Potremmo guardare insieme i DVD di Knight Rider» propose la ragazza, ridendo con loro.
«Bella idea! Allora tutti a casa!» esclamò Side Burn e, di slancio, si buttarono tutti nel tunnel spaziale che si era appena aperto davanti a loro.
 

*     *     *



Alla base dei Predacon, Megatron era alle prese con la sua nuova recluta. Per prima cosa gli aveva trasmesso il suo codice, in modo da renderlo suo schiavo; poi aveva convocato tutti i suoi sottoposti per mostrarlo loro.
«Ecco il mio nuovo guerriero!» esclamò, «sarà spietato e senza scrupoli, e farà scempio degli Autorobot! K.I.T.T., trasformati!»
La vettura rimase immobile.
«Ho detto: K.I.T.T., trasformati!» ripeté.
Non successe niente.
«Obbedisci!»
Ancora nulla.
«Ti ho detto obbedisci, maledizione!» gridò, battendo il pugno sul bracciolo del trono.
Per l’ennesima volta niente si mosse; l’automobile rimase ferma al suo posto, senza dare cenni di vita.
Megatron cominciò a perdere la pazienza.
«Adesso mi stai facendo veramente arrabbiare! Trasformati, stupido pezzo di latta, o ti riduco ad un puntaspilli!>>
Nonostante la minaccia non ebbe maggior successo.
«Forse è sordo…» commentò a bassa voce Slapper e quell’osservazione mandò Megatron fuori di testa.
«AAAAHHHHRRRGGGGHHHH!!!»
Il drago-robot lanciò un grido, afferrò la sua spada a doppia lama e la calò con violenza sull’automobile, che rimase immobile al suo posto. Megatron non si fermò fino a quando il pezzo più grande non ebbe le dimensioni di un tostapane, dopodiché si appoggiò alla parete, ansimando.
Scourge si fece avanti ed esaminò i resti con aria critica.
«Non vorrei essere polemico, ma a me questa sembra una normalissima automobile terrestre. »
Megatron si voltò verso Sky-Byte, con i sensori ottici iniettati di sangue.
«Sky-Byte! E’ stata tua l’idea di catturare questo catorcio, non è vero?!»
Lo squalo-robot si fece piccolo piccolo.
«Ma… veramente grande Megatron… è stato Gas Skunk che…» balbettò il suo secondo, cercando di schernirsi. Con un urlo Megatron lo interruppe.
«FUORI DALLA MIA VISTA! SPARITE! TUTTI QUANTI!»
Con un sobbalzo i Decepticon abbandonarono la stanza, mentre i Predacon venivano investiti da una scarica di raggi laser, che li cosse a puntino prima che fossero in grado di battere in ritirata.
Nella sala principale del Megastar cadde il silenzio, interrotto soltanto da qualche lieve ronzio che, ogni tanto, si alzava dai rottami della povera replica del Knight Industries Two Thousand.




(*) Riferimento all’episodio n° 12: “L’ultimo guerriero robot”



Ri-spazio autrice: Come avrete capito, l'Autorobot misterioso altro non era che K.I.T.T., a cui ho voluto rendere omaggio. Se siete arrivati fino in fondo, spero che la storia vi sia piaciuta!
Evelyn
  
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