Salve a tutti
piccoli rospetti cicciolosi (?), se vi state chiedendo il senso di questo
crossover non lo troverete. Volevo solo soffrire ma non farlo da sola.
Comunque, tutto questo è nato da un’immagine trovata su We Heart It con Gale e
Prim come tributi e da questo la mia mente ha elaborato tutto inserendoci i
miei bambini SilverHawk, perché lo sapete: una volta entrati nel mondo dello
slash uscirne è impossibile.
Piccoli
chiarimenti sulla storia: Pietro, Clint e Wanda sono del Distretto 12. Pietro e
Clint hanno diciotto anni (quindi l’ultimo anno come tributi), invece Wanda ha
sedici anni. Ovviamente Barton sa usare l’arco (una specie di Katniss maschile
senza treccia, anche se sinceramente Jeremy lo vedo bene con la chioma fluente
di Kat XD).
Ok, questo era tutto ciò che c’era da dire, perciò, buona
lettura e se mai arrivaste al termine della lettura ditemi cosa ne
pensate!
“Dimmi
Clint, non c’è nessuno a casa che ti aspetta?” [1] Mi
chiede Caesar Flickerman con l’accento tipico di Capitol City e i suoi capelli
color lavanda. “Andiamo Clint, un
ragazzo bello come te deve aver pur qualcuno ad aspettarlo a casa . Forza,
parlamene” continua il presentatore cercando anche supporto dal pubblico. “In realtà, qualcuno c’è”, inizio a
dire vincendo l’imbarazzo che mi assale pensando che tutta Panem, compreso Lui, mi stia guardando. “Ma non penso che avremmo avuto molte
possibilità come coppia”.
Quando finisco tutta la sala trattiene il fiato
nell’attesa che Caesar dica qualcosa “Beh,
sai cosa ti dico Clint: va nell’arena, vinci questa sfida e quando tornerai
dovrà per forza uscire con te . Giusto signori?” La folla scoppia in un
applauso fragoroso, approvando le parole del presentatore . Quando ritorna il
silenzio, riprendo a parlare. La mia voce a tratti diventa più roca e sul mio
viso è leggibile una nota malinconica “Grazie,
ma credo che vincere non mi aiuterebbe a fatto …”
“E perche no?”
“Perché ho promesso che gli avrei riportato
salva la sorella”.
In tutto il
teatro cala un silenzio che mai avrei pensato di trovare a Capitol, se in quel
momento fosse caduto uno spillo, tutti quanti avrebbero potuto sentirne il
rumore.
“Questa
è sfortuna, ed io ti auguro il massimo della fortuna”
dice Caesar mentre il suono della campanella ci avverte che il tempo della mia
intervista è finito. “Clint Barton,
Distretto 12!” la folla esplode in un ultimo applauso ed io, affianco al
mio mentore m dirigo silenzioso verso l’ascensore che ci porterà nell’attico,
il piano riservato ai tributi del distretto 12. Durante il breve tragitto non
posso che pensare alla mattina prima della mietitura.
FLASHBACK:
Avevo
passato tutta la prima mattinata nel bosco a controllare le trappole per gli
animali che avevo sistemato la sera precedente e gironzolando per la foresta
avevo trovato dei tacchini ed era stato facile abbatterli con poche frecce.
Sarei
dovuto andare a casa per prepararmi alla mietitura da lì a non molto. Un altro
anno, l’ultimo finalmente, in cui sarei stato costretto a partecipare a
quell’orribile messa in scena organizzata da Capitol per farci spaventare, uno
stupido teatrino per ricordarci ogni anno che non possiamo fare nulla per
sovrastare la potenza della Capitale.
Mentre
pensavo a questo, sentii un rumore alle mie spalle. Mi girai appena in tempo per
schivare i sassolini che Pietro mi aveva lanciato mentre ero girato. “Sai, non sei molto onesto a lanciare roba
addosso alle persone quando sono di spalle” mi diressi verso di lui
cercando di mantenere un’espressione arrabbiata, ma non doveva essere molto
convincente perché il suo sorriso cresceva man mano che mi avvicinavo “E poi” continuai “dovresti sapere che nulla può cogliermi di sorpres-“ ma non
riuscii a finire la frase che lui mi lanciava addosso un altro sassolino che,
questa volta, non riuscii a schivare.
“Questo
ti era sfuggito?” [2] disse con un sussurro beffardo.
Intanto si era avvicinato a me e annullò la distanza tra i nostri corpi cingendomi
la vita con le braccia.
“Sei
stato sleale”
dissi debolmente, incapace di nascondere il sorriso che nasceva sul mio volto
ogni volta che lui mi stava vicino.
Quando
ero con lui, sentivo di perdere tutta la sicurezza che col tempo avevo
acquisito, e anche se all’inizio non mi piaceva mostrarmi debole davanti a
qualcuno, avevo imparato a non esserne più spaventato, se si trattava di
Pietro. Con lui potevo permettermi di essere me stesso e dopo che l’esplosione
della miniera aveva ucciso mio padre e mia madre era caduta in depressione,
Pietro era l’unica cosa, l’unica ancora che mi era rimasta. [3]
“Potrei
trovare un modo per farmi perdonare”
mi sussurrò piano all’orecchio.
“Sì,
sono sicuro che potremmo trovare un accordo”
“Mhmm,
ne sono certo”.
Mi
attirò con dolcezza sempre più vicino a se, e premette dolcemente le sue labbra
contro le mie. Mesi le mani tra i suoi capelli e respirai il suo profumo, per
me familiare ormai. All’inizio fu un bacio dolce, ma poi tutto divenne più
passionale.
Andammo
a finire contro un albero e passammo quelle che per me furono ore, fermi lì,
tra l’ombra prodotta dalle foglie degli alberi e tra i rumori della natura che
ci circondava. Non importava se ci trovavamo in una foresta abitata da branchi
di cani randagi o se da lì a poco il nostro distretto si sarebbe riempito di
Pacificatori e di telecamere, in quel momento esistevamo solo noi due e
quell’unico centimetro che ancora ci separava. Centimetro che stava per svanire
se non fosse stato per un hovercraft che aveva fatto la sua comparsa nel cielo
rovinando il momento.
Ci
nascondemmo dietro degli arbusti finché l’hovercraft non atterrò, e questo ci
indicava che mancava poco alla mietitura.
Raggiungemmo
una sporgenza di roccia in mezzo ad una radura, il nostro posto speciale.
“Potremmo scappare” dissi a un tratto. “Addentrarci nel bosco e procedere fino ad
arrivare ad un posto sicuro”.
“Sì,
vivremmo di bacche e radici in mezzo a scoiattoli parlanti di nome Joe” [4] Mi
rispose Pietro ovviamente ironico “Non arriveremmo a fare neanche cinque
kilometri”.
“Io
li farei cinque kilometri . E poi potrei cacciare, sono bravo lo sai” .
“Io ho mia sorella e tu hai tua madre”
“Mia
madre non se ne accorgerebbe nemmeno, e Wanda potrebbe venire con noi”.
“Wanda nei boschi ? Certo”
.
“Comunque
non importa, questo è il nostro ultimo anno . Dobbiamo solo sopravvivere ad
oggi” . Dicendo
questo pensai ai quarantadue biglietti con il mio nome sopra e mi si incupii il
volto. Erano tanti biglietti, sì , ma c’erano persone che ne avevano di più.
Persone con famiglie più numerose la cui condizione di estrema povertà aveva
costretto i figli ad iscriversi più volte per ricevere le tessere. Persone come
Pietro che aveva quarantanove biglietti con il suo nome.
Anche
lui è diventò più scuro in volto, sicuramente avevamo pensato alla stessa cosa,
ma la sua preoccupazione era rivolta a un’altra persona. [5]
Lo
circondai con le braccia e gli faci appoggiare la testa sulla mia spalla,
sentii il suo corpo rilassarsi e anche io mi sentii un po’ meglio.
“Pietro,
ha solo quindici biglietti con il suo nome, ci sono persone con un’infinità di
biglietti . Non toccherà a Wanda” .
Per tutta risposta lui mi baciò ancora e in quel momento pensai che tutto
sarebbe andato per il meglio.
Quella
mattinata così tranquilla durò poco, e giunta l’ora ci incamminammo verso la
recisione per tornare a casa e prepararci per la mietitura.
Prima,
però, andammo in giro per cercare di vendere la selvaggina cacciata la mattina.
Alla fine ci salutammo e ritornammo entrambi dalle nostre famiglie.
L’ascensore si apre ed entro nell’appartamento che in
pochi giorni avevo imparato a conoscere.
Entrato nel soggiorno, ho
solo il tempo di levarmi l’elaborata giacca che il mio stilista mi aveva
costretto a indossare prima che Wanda si abbatta su di me come una tempesta in
inverno.
NDA:
Sì, lo so, ancora
note. Che ci volete fare, parlo troppo e sono logorroica. Se state leggende le
ultime note allora avete finito di leggere la mia piccola pazzia. Spero vi sia
piaciuta!
Comunque ecco
alcuni chiarimenti d’obbligo:
[1]
All’interno di questa ff, ovviamente essendo un
crossover, ci saranno riferimenti ad alcuni luoghi, personaggi e dialoghi
dell’opera originale. Soprattutto in questa prima parte.
[2] Citazione
d’obbligo, visto che è la frase portante di questa ship
(anche se l’originale me piace di più, però visto che scrivo in italiano, o
almeno ci provo, devo tenere questa. Cosa che non avverrà nel titolo. In più
c’è un altro motivo, oltre a quello già citato, che mi ha fatto subito pensare
al titolo giusto che più avanti vi spiegherò, se mai dovessi continuare).
[3] La storia
di Clint avrà molti punti in comune con quella di Katniss, perché mi ispirava
il passato tragico del protagonista e che Pietro fosse la sua ancora.
[4] Altra
citazione d’obbligo. I fan di TVD mi capiranno!
[5] Il
conteggio dei biglietti per la mietitura segue quello dei libri, se volete un spiegaione ditemelo e vi risponderò sbito.
Beh, non c’è
nient’altro da dire, quindi vi saluto e mi auguro che vi piaccia. La seconda
parte arriverà comunque entro tre giorni al massimo, perché devo studiare.
Detto questo,
a presto piccoli unicorni rosa!
PS: (Aww, ma non sono troppo carini?!)