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Autore: Lady Moon    22/01/2016    1 recensioni
Una ragazza in lotta con i propri sentimenti, una ragazza che, seppure con le lacrime, non vuole cedere, che combatte e che alla fine riesce ad uscirne vincitrice.
Perché sa che è la cosa migliore, perché ha già provato emozioni simili.
***
Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My cursed heart.

 

Si aggiustò i capelli ed iniziò a guardarsi intorno... era tutto così dannatamente normale, consueto, esattamente com'era quindici minuti prima. 
Le bruciava il viso ed il naso, aveva asciugato le guance dalle lacrime con le mani.
Fino a poco prima, quella stanza in cui stava, la contemplava in maniera sfocata, appannata, e forse sarebbe stato meglio se avesse continuato a guardarla così. Perché tutta quella normalità non rispecchiava quello che aveva nel cuore, un cuore pesante che continuava a supplicare, che continuava ad urlarle imperterrito "Ti prego, fa' qualcosa, ti prego, ho bisogno di lui, tu hai bisogno di lui, Lucy, ascoltami, adesso!" 
Ma lei non cedeva, sapeva che la cosa migliore da fare era rimanere lì, a fissare quella "normalità" e dirsi schiettamente che stava bene, perché non avrebbe potuto fare altro, non avrebbe potuto azzardarsi a cercare la persona più importante di quel momento, quella che aveva nel suo cuore aperto, quella che l'aveva fatta patire, poi sorridere, infuriare, per poi mandarla direttamente tra le nuvole del Paradiso, così soffici... così tenere, dolci, impareggiabili. Lo erano come quella persona, come lui...

L'aveva fatta sorridere per strada più di una volta, tra gli sguardi apatici ed assorti della gente, dopo che i loro occhi si erano incrociati e dopo che le loro voci si erano unite in un'unica melodia. O almeno era stato così per lei... un saluto bastava a farla diventare una mentecatta agli occhi degli estranei.

Ma lei avrebbe retto ancora, refrattaria alle sue emozioni, non si sarebbe concessa di sbagliare un'ennesima volta, non poteva e sapeva che, seppure quella parte che lo sosteneva in quel momento era ben celata e forse considerata profana, non voleva. 
Ancora una volta avrebbe dovuto cedere lei, ma perché? Ancora una volta il primo passo... ancora una volta la prima scusa, il primo pentimento, la prima condanna. Lei, sempre lei, perché? No, sapeva che non era giusto, sapeva che la cosa più importante adesso era considerare quanto fosse rilevante capire che doveva rialzarsi, evitare di pensare a qualsiasi altra cosa, come aveva già fatto in passato, ed assestare le preghiere del suo cuore, allontanarle. Doveva spronarsi ad andare avanti, ancora una volta, senza fare niente, benché avesse fatto poi un enorme passo verso la vittoria. Lei aveva già fatto abbastanza, lei aveva già obbligato la sua anima ad esprimersi, a mostrarsi, a non provare vergogna ed insicurezza, per una volta nella vita.
Era strano, pensava, come in quei momenti potesse sentirsi un nodo così stretto in prossimità dello stomaco, forse bastava che una sua mano lo ghermisse e lo estirpasse dalla sua radice, per poi gettarlo dalla finestra, così da non sentirlo più. O forse no... forse non poteva fare a meno di percepirlo in quegli attimi indissolubili...
Era una prigione, una vera prigione, quella in cui stava. Lei era prigioniera del suo sentimento e delle sue emozioni e non poteva reagire, proprio come un carcerato era costretta a rimanere immobile ed urlare non sarebbe servito a niente, non avrebbe cambiato le cose, presumibilmente le avrebbe solo peggiorate, perché quello sfogo non avrebbe mai trovato appagamento, con quelle urla non avrebbe trovato la luce, e per fortuna, questo, lo sapeva bene. 

Cosa doveva fare? Pensare positivo? In quei momenti era essenziale che rimanesse da sola, doveva riflettere e trovare il giusto coraggio, lo stesso che aveva avuto e che avrebbe avuto. Lucy era forte, ed era conscia di esserlo. Aveva superato tante avversità, aveva sconfitto tante preoccupazioni e si era imbarcata in un mare di sicurezza e di ambizione, e qualche ondata di speranza, di tanto in tanto, le illuminava gli occhi di gioia. Del resto quest'ultima è sempre l'ultima a morire, nonostante sia la prima ad ingannarti, in alcuni casi. Invece lei non voleva questo, sarebbe stata a testa alta d'ora in avanti, o almeno ci avrebbe provato.

Quello strambo cuore le pesava ancora, tuttavia lo sentiva più leggero. Si sarebbe dedicata a qualcosa di speciale, a qualcosa che la confortava e le faceva piacere fare, così magari avrebbe emarginato quei pensieri, avrebbe emarginato lui, l'amore che la faceva sognare, che le illuminava gli occhi; sentiva i brividi nel suo stomaco attecchirsi, sentiva la rassegnazione.
Si sarebbe rialzata, ancora una volta.
   
 
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