Alla mia adorata musa ispiratrice con la speranza
che le piaccia l’abitino approvato dalla sua soulmate.
The Sorting Feast
Nella
Sala Grande c’era sempre stata grande agitazione prima dello Smistamento, ma
quest’anno, per la prima volta, tale confusione non era tanto dovuta al giro di
scommesse clandestine sulle sorti dei nuovi studenti quanto piuttosto dalla
presenza di un vecchio jukebox al posto dell’usuale trespolo su cui
solitamente si trovava il cappello
parlante.
“Ehi,
cosa ci fa qui un jukebox? Che fine ha fatto il cappello parlante?”-Chiese
Harry
“E’ stato
rubato e hanno lavorato non poco per rendere quel jukebox in grado di compiere
lo smistamento.” Dissero Ginny ed Hermione in coro.
“COOOSA?!?
E’ stato rubato? e per quale ragione? Ma soprattutto come fate a saperlo???”
“Ce
l’hanno raccontato Fred e George al quartier generale, Dumbledore gli ha
chiesto di aiutare il professor Flitwick nell’incantare il jukebox.” Disse
Ginny tranquillamente
“Quartier
generale di cosa?” chiese Neville inserendosi nel discorso.
“...D-d-di
nulla!!!” Scattò Hermione con voce tanto acuta da far accapponare la pelle.
“E’ così
che chiamiamo il nuovo negozio di Fred e George.” Affermò Ginny in tono pacato.
“Oh, ci
sono stato è fantastico!!! Ho fatto una scorta di Honey Moon: le caramelle al
miele, fanno un bene alla gola che non avete idea!”
“Ma
perchè l’hanno detto a voi e a noi no?” si lamentò Harry
“Veramente
l’hanno detto anche a voi, ma non avete potuto comprenderlo perchè ovviamente
siete stati tanto idioti da ingurgitare su due piedi quelle chinese-gum che vi
hanno offerto.” Rispose, Hermione, in tono di rimprovero.
“Oh...quelle!
Me le ero scordate.”
“Naturale!!!
Sono stati un giorno senza capire nulla di quello che si diceva perchè lo
sentivano in cinese, ma ero certa che non se ne sarebbero ricordati affatto e
di sicuro capiterà che ingoieranno quanto prima un’altra schifezza del genere.”
Asserì Hermione polemica.
“Cosa
vorresti dire con questo?!?”
“Solo che
se facessi un po’ più di attenzione, magari ti ficcheresti in molti meno
guai!!!”
“Cosa
vorresti dire con questo?!?”
Hermione
fece scivolare la mano all’interno del proprio mantello per tirarne fuori un
piccolo libricino e lo porse ad Harry.
“Sai a
volte non sono sicura che l’effetto delle gomme sia sparito del tutto.”
Harry
prese il libricino e lesse sulla copertina “CHINESE FOR DUMMIES”
“...”
Dalla
porta principale fece il suo ingresso la professoressa Mcgonagall seguita dal
gruppo di studenti del primo anno. La stanza si zittì il tempo necessario a
dare una scorsa ai nuovi arrivati per riprendere subito a un volume ancora più
assordante di prima. Molti ragazzi, tra cui anche Harry e Ron, si chiesero che
fine avesse fatto la splendida ragazza vista sul treno.
“Visto?
Non c’è! Non capisco...” disse Harry. Ron fece un cenno di assenso con il capo.
“Chi no
c’è?” chiese Hermione.
“La
mocciosa! Siete dei...” Ginny s’interruppe sentendo chiamare il primo studente.
“Gryps S.
Akon” Chiamò la Mcgonagall.
La sala
era improvvisamente calata nel silenzio e tutti gli occhi erano puntati su di
un ragazzino biondo, con un accenno di baffi e dalla figura slanciata, data dal
lungo collo e dalle spalle a spiovente. Gryps inserì uno zellino nel jukebox.
Un ronzio provenne dalla macchina mentre sui dischi scorreva un braccio meccanico,
che alla fine ne estrasse uno e lo poggiò sul piatto. Nonappena il microfono
sfiorò la superficie del disco dal jukebox provenne un fruscio seguito da una
melodia molto ritmata.
“…
And Bill Bones
Bill Bones he knows what I mean
Yes it's eating no it's chewing me up
It's not right for young lungs to
be coughing up blood
Oh it's all
It's all trouble in my hands
And its
all up the walls
...”
“Gryffindor!!!”
Tuonò la voce imponente del preside, che rimbombò per qualche minuto nella
testa del giovane studente, non solo stupito dallo smistamento nell’unica casa
che avrebbe voluto evitare, ma addirittura preoccupato dalla canzone che ce lo
aveva assegnato.
L’euforia
dei Gryffindor si era spenta da un pezzo quando Akon, ancora in stato di
pietrificazione, venne sollevato di peso e poggiato di fianco al tavolo della
sua casa.
La sala
nel frattempo era tornata a riempirsi delle chiacchiere degli studenti, che per
la maggior parte riguardavano sempre la misteriosa assenza della splendida
ragazza che si era vista girare a bordo dell’Hogwarts Express. Benchè
all’inizio non fosse stato particolarmente sorpreso della mancanza di Harmony,
abituato com’era ai ritardi delle sorelle, anche Draco cominciava a domandarsi
che fine avesse fatto la ragazza e fissava la sedia vuota alla destra di
Dumbledore con sguardo assente. A ridestarlo dai suoi pensieri giunse la voce
della professoressa Mcgonagall: “Sagax K. Baker” chiamò, sovrastando il rumore
della stanza e il vociare si spense all’istante.
Al centro
della sala si accingeva a inserire il suo zellino un ragazzino non molto alto
dai capelli corvini, le folte sopracciglia e i cupi occhi neri che erano tanto
in contrasto con il pallore della sua pelle quanto il suo naso lo sarebbe stato
con una linea retta. Il braccio prese un disco e lo poggiò in men che non si
dica, quasi volesse recuperare il tempo perso dal biondino di prima.
“…
Why call me back from Heaven?
I prayed my Gods to give me wings
Give me wings to learn to fly
There is the Heaven far away
Far away from greed and lies
Why call me back from Heaven?
…”
“Ravenclaw”
Esclamò Dumbledore.
Il
ragazzo che era preoccupato di poter finire anche lui tra i grifondori tirò un sospiro di sollievo e
andò con un ampio sorriso stampato in faccia a sedersi al tavolo dei Ravenclaw.
Seguì
subito la chiamata della successiva studentessa.
“Karen S.
Ealion”
L’intera
sala rimase perplessa nel vedere avvicinarsi al jukebox una ragazza molto
affascinante dai luminosi occhi verdi, così grandi, spalancati e rotondi che,
associati al suo timido sorriso, le conferivano un’aria di ebete spensieratezza
che ben si addiceva al suo vistoso mantello turchese e ai guanti in tinta, che
donavano alle sue mani un aspetto simile a pinne. Con qualche difficoltà dovuta
alle pinne la fanciulla mise la sua moneta nella feritoia del jukebox.
Dopo il
solito fruscio iniziale l’aria si colmò di un motivo malinconico.
“…
When you feel all alone
And a loyal friend is hard to find
You're caught in a one way street
With the monsters in your head
When hopes and dreams are far away and
You feel like you can't face the day
…”
“Huff…”
Le parole si strozzarono in gola a Dumbledore alla vista dell’improvviso
mutamento dell’espressione della ragazza: da estatica alienazione a furia
omicida.
Un colpo
ben assestato fece capire anche alla macchina che era il caso di rivedere il
suo giudizio: partì così un altro disco.
“…
Yeah I'm a crawlin' king snake, and I rule my
den
Baby I'm a crawlin' king snake, and I rule my
den
I don't want nobody hangin'
around with my little girl,
I'm just gonna use her for myself
…”
“Slytherin”
disse più che convinto il preside.
Karen
riassunse la sua espressione di trasognante stupidità e si avviò giuliva al
tavolo della sua casa.
Dato che
ormai tutti erano in grado di distinguere la casa di destinazione dalle prime
note, i successivi smistamenti procedettero assai più spediti finchè non fu il
turno di una certa Katherine Merteuil.
Katherine
era forse la più carina ragazza tra le nuove studentesse e senza alcun dubbio
la più elegante. La sua esile figura sembrava muoversi spinta da
un’impercettibile brezza, che avrebbe anche spiegato come facesse a spostarsi
con tanta disinvoltura su tredici centimetri di tacchi Gucci. La ragazza aveva
inserito con grazia la moneta all’interno del jukebox, che fin da subito aveva
dato segno di indecisione facendo scorrere il braccio su e giù un paio di volte
per poi mettere su un disco del tutto differente dai precedenti.
“I see a red door and I want it
painted pink.
No colors
any more I want them to turn pink…”
Appena la
musica cominciò fece il suo ingresso, come fosse stata invocata dalla melodia,
una splendida fanciulla dai stupendi capelli dorati che indossava
un’aderentissimo tubino di paiette rosa con abbinate scarpe rosa, rilucenti e
dotate di tacchi a spillo mostruosamente alti. Due collant neri con il ricamo
di un serpente argentato sul lato esterno di ciascuna gamba stavano ad adornare
l’ampia parte delle gambe non coperte dal tubino. Infine sopra il tubino
indossava un matello bianco candido orlato di pelliccia di yeti.
“…I see the gods walk by
dressed in their summer clothes
I have to turn my head until the
darkness goes
I see a line of cars they've
been painted pink
With crosses and my love never to come back
Most people turn their heads
and quickly look away
Like a stillborn baby they're all
dead anyway…”
Molti
degli studenti riconobbero l’apparizione come la ragazza del treno di cui tanto
avevano discusso durante la serata, ma molti di più rimasero sbalorditi nel
vederla sedersi a fianco del vecchio preside. Dumbledore non si accorse per
nulla dell’ingresso di Harmony poichè era intento a decifrare il senso della
canzone.
“…Maybe then I'll fade away and
you can face the facts
It's not easy, really, when your
whole world is pink
I look inside myself and see my heart
is pink
I see my red door and its pattern
paint is pink
No more will my green sea turn a
deeper blue
I could not forsee
this thing happening to you
Most people turn their heads
and quickly look away
Like a stillborn baby they're all
dead anyway
I want it painted, painted,
painted pink
I want it painted, painted, painted pink
Pink as night, pink as white, pink, pink,
pink
Painted, painted, painted pink, pink,
pink
Pink, pink, pink...
pink, pink, pink... “
“Posso suggerire
Slytherin, Albus” disse dolcemente la giovane Malfoy.
“Certo,
certo...Slytherin!” Esclamò il vecchio girandosi per rivolgere un sorriso di
ringraziamento alla ragazza che lo aveva tolto da una spiacevole indecisione. “
Se è d’accordo la presenterei agli studenti.”
“Certo.
Faccia pure.”
Dumbledore
si alzò in piedi e con un gesto della mano zittì la sala.
“Do con
piacere il benvenuto a tutti i nuovi studenti con l’augurio di una brillante
carriera scolastica e soprattuto, in questi tempi così cupi, la speranza di
costruire solide e leali amicizie non solo tra i compagni della stessa casa, ma
anche delle altre case...”
“Veramente
non è ancora terminata la cerimonia di smistamento.” Lo interruppe la
Mcgonagall.
“Ah,
no??? Vabbè che scelgano pure la casa dove andare tanto è evidente che questo
jukebox non è che si sia dimostrato molto attendibile.”
I ragazzi
si distribuirono equamente tra Slytherin e Ravenclaw. In pochi scelsero
Hufflepuff e tutti si tennero lonatani dal tavolo dove un giovane ragazzo impagliato
faceva da memento mori.
“Riprendendo
il discorso. Vi annuncio che il quidditch non avrà luogo quest’anno causa il
dissestamento del terreno da gioco. Per tanto si consiglia a chiunque non
intenda morire prematuramente di tenersi alla larga dallo stadio. Comunico,
inoltre, agli studenti del primo anno che la foresta che circonda il castello è
proibita e piena di pericoli mortali. Infine la cosa più importante: SONO
ONORATO DI POTERVI PRESENTARE LA VOSTRA NUOVA INSEGNATE DI DIFESA CONTRO LE
ARTI OSCURE: HARMONY MALFOY.”
La stanza
si riempì di stupore e meraviglia a vedere che una così giovane e graziosa
fanciulla sarebbe stata la loro nuova insegnante. Appena la ragazza si alzò in
piedi un’assordante scrosciare di applausi colmò la stanza.
“Grazie,
sono molto lieta di poter essere qui per condividere la mia ampia conoscenza
delle arti oscure e voglio assicurarvi che sarò sempre disponibile per gli alunni meritevoli
per ogni loro necessità.” Disse la giovane professoressa.
Uno
sbattere di mani del preside fece cessare quello di tutti gli altri e apparire
il cibo.
Per tutta
la durata della cena Harmony Malfoy fu l’unico argomento di conversazione per
l’intera sala, cosa che indispettì parecchio Ginny, la quale provò per tutta la
durata della cena a cambiare argomento riuscendoci solo verso la fine del
pasto.
“Che
strano però che abbiano sospeso il quidditch per il terreno di gioco: dopo
tutto a terra ci si sta ben poco.” Disse ingenuamente la giovane Weasley.
“Ouch, è
vero! C’è di sicuro qualcosa sotto. Bisogna andare a vedere.” Esclamò Harry
“No, è
pericoloso! Non hai ascoltato il preside? Ha detto che si rischia una morte
prematura. Piuttosto possiamo andare a chiedere direttamente a Dumbledore cosa
ci sia sotto è probabile che a noi lo dica.” Affermò saggiamente Hermione
“Ma
figurati! L’ha detto solo per far scena. Lo dice ogni anno! Se ci fosse da dar
retta a quel vecchiaccio o alla Trelawney sarei dovuto morire già una dozzina
di volte. Vabbè cambiamo argomento, ho saputo che Firenze è tornato nella foresta
proibita anche se non è stato riaccettato dai centauri, per cui è accampato da
solo non so bene dove all’interno
della foresta. Che ne dite di andarlo a trovare? Sarebbe gentile e dopo tutto
mi ha salvato la vita in passato.”
“Sigh...non
cambierà mai!” Realizzò sconfitta Hermione.
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Ringrazio
sentitamente Fidelity Malfoy e la sua vasta conoscenza in campo musicale per la
ricerca sulle canzoni del jukebox. Poichè sono in vena di ringraziamenti,
ringrazio Sara Potter e Green Day and Punk-Rock 4 ever per aver recensito e
soprattutto letto la ff di loro spontanea volontà.
Le
canzoni apparse in questo capitolo sono (in ordine di comparsa) le
seguenti:
·
"Time For
Heroes Lyrics" dei The Libertines
· "I am a
Raven" dei Gods Tower
· "Crash and
burn" dei Savage garden
· "Crawling
King Snake" dei The Doors
·
Una rivisitazione di
"Paint it black" dei Rolling Stones.