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Autore: Emy Potter    25/01/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di innamorarsi del proprio migliore amico/a e non dire nulla temendo che questo rovinerebbe il rapporto tra di voi? Questo è quello che è successo alla povera Gogo, la quale prova per la prima volta un sentimento a lei rimasto sconosciuto da sempre. Cosa succederà?
Dal testo: "In quel momento odiava quel ragazzino, lo odiava così tanto da amarlo. (..) Era stata la sua migliore amica per così tanto tempo, lo sempre aveva sostenuto, ed ora, tra tutte le persone che c'erano al mondo, si era innamorata proprio di lui."
Spero vi piaccia!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: GoGo Tomago, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gogo non sorrideva quel giorno, rimaneva a fissare il soffitto immobile, gli occhi che le bruciavano per tutte le lacrime versate quel giorno, le piume del cuscino sparse per tutta la stanza. Il poverino era diventato l'oggetto del suo sfogo, ed ora la fodera era a terra, completamente svuotata.
La corvina voltò di poco la testa e il suo sguardo si posò su una foto di lei e lui. Sentiva il cuore stringersi in una morsa letale, ma le lacrime era finite e si sentiva ancora peggio non potendo sfogare quel dolore.
Mi piace.
Quelle parole le rimbombarono nella testa come un eco infinito, le mani alle orecchie per fare in modo che non le sentisse, ma quelle erano lì, maligne, che si divertivano a torturarla.
In quel momento odiava quel ragazzino, lo odiava così tanto da amarlo. Ma lei non voleva pensare a lui, voleva vivere la sua vita con spensieratezza e libertà, così come aveva sempre fatto.
Dolci ricordi affioravano alla mente, i suoi sorrisi sbilenchi, con quel dente mancante per cui tanto lo prendeva in giro, le risate che si facevano, le ore passate davanti ai progetti. Eppure perché lui doveva essere interessato a lei, lei che lo stuzzicava sempre, lei che gli tirava i pugni sulla spalla, quei pugni che a volte gli lasciavano degli evidenti lividi.
Se n'era accorta solo quel giorno, quando lo aveva visto con quella ragazza di prima. Come si chiamava? Forse Alicia. Non l'aveva mai sopportata, gli era sempre intorno con le sue stupide scuse e quei suoi occhi azzurri che lo guardavano come se lui fosse un dolce appena sfornato.
Dolce.
Sorrise involontariamente a quella parola, la quale poteva significare così tante cose. Poteva riferirsi al sapore, a un tipo di cibo, ad una componente della personalità...
Lui lo era sicuramente, dolce, come le ciambelle che sua zia vendeva al Lucky Cat café.
Allungò la mano verso il cellulare e quando lo accese cominciò a scorrere la rubrica, fino a trovare il suo numero. Lo fissò per un pò, inerme, la mente vuota. Il dito, il quale non rispondeva ai suoi ordini, fece leggera pressione su quel nome e la chiamata partì.
"Pronto?" fece la sua voce dall'altro capo del telefono.
Gogo non rispose, semplicemente ascoltò quella voce maturata nei tre anni che si conoscevano. Era stata la sua migliore amica per così tanto tempo, lo aveva sempre sostenuto, ed ora, tra tutte le persone che c'erano al mondo, si era innamorata proprio di lui.
"Pronto? Gogo, stai bene?" chiese ancora la voce.
Chiuse la chiamata subito dopo, sapendo che lui avrebbe tentato a richiamarla. E infatti, dopo nemmeno un minuto, il telefono squillò, il suo nome a grandi caratteri sul display.
Non rispose e lasciò che lui la chiamasse ancora, e ancora, e ancora...
"Hiro" mormorò tristemente e subito venne accolta dalle braccia del sonno.
 
-O-

Il giorno dopo, Gogo non andò a scuola, troppo despressa per fare qualsiasi cosa. Eppure non era da lei, era abituata a nascondere i suoi sentimenti, mostrandosi dura e forte, la ragazza che tutti aveva sempre visto. Solo lui era riuscito ad andare oltre quella maschera, a perforare quell'armatura che si era costruita con tanta fatica.
Sentì bussare alla porta e disse un "avanti". Il viso di sua madre spuntò dalla porta, la fronte corrucciata, segno di preoccupazione.
"Gogo, ci sarebbe una persona che vorrebbe vederti" le disse cautamente, come se da quell'affermazione la figlia scattasse infuriata. Quel tono non aveva mai premesso niente di buono.
"Chi?" domandò svogliatamente.
"Io, schifosa traditrice!" le gridò una voce da dietro la porta.
Il cuore della ragazza perse un battito nel sentirlo. "Hiro?" chiese sedendosi di scatto dal letto e cercando si darsi una parvenza decente, tra cui tentando di togliersi le tracce del trucco sbavato della sera prima.
"Esatto, chi vuoi che sia?" continuò lui entrando nella stanza. "Che depressione qui dentro, è tutto buio!"
Lo vide avvicinarsi alla finestra e alzare la tapparella. Gogo socchiuse gli occhi alla fastidiosa luce del sole.
"Non sei andato all'università?" domandò lei facendo finta di niente.
"No, ero preoccupato per te, testona" borbottò lui, le guance che si imporporirono leggermente. "Quella domanda dovrei fartela io, piuttosto!"
"Stavo male". Beh, non era del tutto una bugia, giusto?
"E che avresti di tanto mortale?" le chiese sedendosi affianco a lei.
"Ho la febbre" mentì stavolta.
"Davvero?" domandò Hiro portando una mano sulla sua fronte. Gogo arrossì fino alla punta delle orecchie.
"Effettivamente sei calda" disse il corvino.
"Già" mormorò abbassando lo sguardo. "Quindi puoi andare via, fai in tempo ad entrare per la seconda or-"
"Stai scherzando spero" la interruppe Hiro. "Sono il tuo migliore amico, non posso andarmene"
"Smettila di dirlo"
"Cosa?" domandò lui confuso.
"Che sei il mio migliore amico!" sbottò lei. "Non voglio"
"Che stai dicendo, lo siamo sempre stati?"
"E' questo il problema" cominciò Gogo "Non mi basta più, Hiro..."
Ecco, lo aveva detto, non esplicitamente ma lo aveva fatto. Le era sfuggito ed ora la loro amicizia non sarebbe stata più la stessa. No, in realtà non lo sarebbe stata neanche se non glielo avesse detto.
"Davvero?" domandò lui.
"Sì" rispose lei a bassa voce.
Non riuscì a guardarlo in faccia, sapeva che se lo avrebbe fatto le lacrime sarebbero scese, una dopo l'altra, seguita dai forti singhiozzi che l'avrebbero scossa come la sera precedente.
Ma tutto quello che sentì non fu lui che se ne andava, ma un forte abbraccio.
"Anche tu mi piaci" le mormorò all'orecchio lui, il viso caldo, probabilmente ora completamente rosso.
Gogo rimase interdetta, gli occhi spalancati per la sorpresa.
Appena sciolsero quella piacevole stretta, i loro sguardi si incrociarono, entrambi specchiandosi nell'altro. E in uno scatto lasciarono che tutti i pensieri andarono a farsi benedire, neutralizzando la distanza, fin troppo pesante per loro.
La corvina sentì come se il cuore salisse in gola, ma non era come quando si è ansiosi pensando all'esame del giorno dopo, era nettamente più piacevole.
Si baciarono, dolcemente, senza foga. Gli occhi chiusi, come se quel momento fosse troppo prezioso per essere visto, stretti l'uno all'altro, sperando che niente li avrebbe divisi.
Solo quando dovettero prendere fiato si separarono, gli sguardi ancora incollati tra di loro.
"Quindi ora stiamo insieme?" chiese insicuro Hiro.
"Direi di sì" fu la risposta di Gogo e, senza un motivo preciso, risero, mentre i cuori battevano come non avevano mai fatto.
 
-O-

NOTA AUTRICE: Ed eccomi a rompere ancora in questa sezione, scusate ma non posso farne a meno. Che dire, spero solamente che l'abbiate gradita.
Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, sarei davvero molto felice se mi diceste cosa vi piace e cosa no.
Alla prossima!
Kisses, Emy.
   
 
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