Anime & Manga > Gangsta.
Segui la storia  |      
Autore: Nevenaoltreverso    26/01/2016    3 recensioni
Cosa si nasconde nei cuori dei Tuttofare?
C'è qualcosa oltre la violenza folle di Nicolas?
Oltre i sorrisi sensuali di Worick ?
Oltre l'insicurezza di Alex?
Anche le anime spezzate sperano in un banale "lieto fine"?
Legami d'amore si intrecciano per le vie di Ergastulum, istanti sospesi muoiono prima di consumarsi, silenzi densi di mostri separano gli uomini e sentimenti repressi governano le più cruente follie.
[Queste storie saranno ambientate nel presente e passato dei tuttofare. Le coppie trattate saranno: Nicolas/ Alex - Worrick/Nicolas]
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Yaoi
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sogni travestiti da incubi 
 



« Nic- Nicolas! Basta! N-no.. Fermo!»
Il Twilight la sovrastava,  i palmi delle mani premuti contro il pavimento, le dita callose ingarbugliate nelle ciocche corvine della donna e le piastrine attorcigliate attorno al collo massiccio, non sembrava volerla lasciar scappare. Lui pesava, Alex non riusciva a respirare, socchiudeva le labbra piene, inarcava appena la schiena, eppure l'aria sembrava sbatterle contro la gola senza andar oltre; i suoi respiri si incagliavano nei suoi ansiti, più simili a vagiti strozzati che gemiti di piacere. Lei era Prigioniera, pressata, succube. Sempre.
Ogni. Volta
L’atmosfera si fece ancora più gelida e soffocante:  i fianchi di Nicolas strusciarono contro i suoi, Alex gemette e con il cuore come incastrato tra i denti di una tagliola, ruotò appena il viso in un debole tentativo di guardarlo negli occhi, ma non riuscì a coglierne lo sguardo, c’erano solo ombre, ciocche di inchiostro e tenebra. Nella gola del Twilight vibrò un suono tonante, grottesco e le spinte si fecero più forti, furiose. Alex si sentì spaccare, si sentì frantumare sotto la pelle imperlata di sudore. 
“ Quelli con la piastrina devono crepare tutti..!"
Fa male. Fa. Male.
Alex strinse i denti, provò a spostare le braccia, a far pressione verso il petto largo dell'uomo, tentò di ribellarsi picchiando i pugni contro la pelle sudata del Twilight. Niente. Come roccia, come scogliere nella marea. 
« Lasciami! Basta! Bakemono*
Un battito di ciglia.
Un respiro smorzato.
Le spinte rallentarono, così come gli ansiti bestiali e le nuvole di respiro smisero di arricciarsi in aria, la pressione contro il suo petto si allentò ed Alex inspirò tossendo, la gola in fiamme. Da qualche parte un orologio smise di scandire il tempo, sciogliendosi e qualche clessidra si ruppe capitolando in terra. Lo spazio si accartocciava, i ricordi passavano simili a fotogrammi confusi dietro alle spalle massicce del Twilight. Dietro alle sue spalle. Dietro alle spalle di Nic-. Il Twilight non uscì da lei, ma si spostò appena, la donna fece per sciogliersi da quella posizione scomoda - da quell'incubo confuso - , quando un qualcosa di umido le colpì la guancia, scivolandole lungo il viso poi giù per la linea tra i seni nudi. Sangue, no, lacrime
« È questo che.. Sono, anche per te? »
Alex sussultò strabuzzando gli occhi blu mare, sbattendo un paio di volte le ciglia arcuate, il corpo nudo in preda ai tremiti; il volto del Twilight restava un groviglio di ombre, ma la bocca, la bocca era distesa in un sorriso amaro che si intravedeva appena, come un triste presagio. Un rivolo di bava colava dalle labbra chiuse di Nicolas e Alex non riusciva a guardare al di là di quell’espressione malinconica, c’era anche del sangue, sulle sue guance incavate, sulle tempie, c’era sempre del sangue a macchiare la pelle di quell’uomo. 
Nico-
Alex avvertii il cuore far un sussulto come a volersi staccare dal corpo, dolorante e a suo modo assuefatta da quella voce, non poté far altro che risentire quelle parole roche rimbombarle tutt’attorno ancora, ancora e ancora. Un’eco distante e presente. Lui, lui avrebbe parlato così se non fosse stato..
« Un mostro»
-Las
« Va bene, va bene così »
Alex espirò, accasciandosi contro il pavimento, esausta, poi il corpo del Twilight prese a tremolare e creparsi, spaccarsi e sanguinare. Anime di carta. Corvo ed usignolo incastrati nei rovi. Sotto i rivoli di sangue sporco Alex chiuse gli occhi: tutto questo, tutto questo, voglio che finisca
"Perché mi hai aiutata?!”
Barry le sorride mellifluo, c’è un pacchetto di pillole tra i suoi palmi arcuati, una promessa di rovina. 
La sagoma al di là della finestra sta ancora leggendo, Alex la fissa mentre dietro di lei l’uomo spinge fino a farla sanguinare, la sagoma oltre il vetro gira appena la testa, per un attimo -il tempo di un ticchettio- il nero incontra il blu, la notte si riflette nel mare, ed il dolore muta in un amabile rossore sulle sue guance.
Sorridi anche te, Nicolas.


Aprire gli occhi fu come affiorare dai flutti di un oceano sporco di petrolio, con i pensieri lerci di nero e lo sguardo appannato perso a vagare per le linee sconnesse del soffitto, Alex arricciò le labbra, tremando nel freddo dell’ennesima giornata di pioggia, aveva le coperte verdi aggrovigliate attorno alle gambe nude e le dita scoperte dei piedi spuntavano intirizzite da una seconda coperta che non ricordava d’aver preso.
Il-il libro.
Sulla sedia in legno, il dizionario della lingua dei segni parve riflettere il suo sguardo e lei si rilassò, almeno un poco. La paura che lui qualcuno potesse riprenderselo, sottraendole l’unica possibilità di capire, la incupiva. La donna inspirò, espirò, allungò le braccia toccando appena la copertina sconnessa del volume. 
Ancora, quell'incubo?
Fuori l’acqua scrosciava. 
Alex si portò una mano al petto, lì dove il cuore pompava sangue come se avesse corso per tutte quelle ore, e più spossata che riposata deglutii, asciugandosi con il polso il sudore della fronte. La donna si rannicchiò un po’ meglio nelle coperte, poggiando la guancia alla spalla, con i capelli scuri a solleticarle la pelle sensibile del collo. Era strano. Se chiudeva le palpebre riusciva ancora a sentirlo: il tocco gelido della sua pelle nel sogno, la sua voce bassa nelle orecchie, la sua presenza dentro di lei.
Sarebbe stato così?
Alex gemette affondando con il viso nel tessuto morbido, pizzicandosi la pelle nuda delle braccia come a volersi ridestare del tutto. Stupida. Ad occhi chiusi mormorò qualche canzone, lanciando poi un’occhiata annoiata oltre la finestra: la pioggia scendeva sui tetti di Ergastulum generando tanti piccoli suoni, c’era una notte senza stelle ad ingombrare il cielo poi succube dei capricci delle nubi e solo le poche luci soffuse delle finestre ancora aperte illuminavano i vicoli stretti. 
Ergastulum un labirinto di sangue e menzogne. Che posto malinconico
Fu nell’istante in cui fece per girarsi e tornare a dormire, che con la coda dell’occhio scorse una sagoma minuta saltare per i tetti, con una forma allungata al fianco ed una camicia chiara, che mal si intravedeva nell’oscurità opprimente di quella parte di città. 
« Nicolas »  mormorò poggiando i palmi contro il vetro gelido, un attimo prima che scomparisse oltre altri profili scuri. Nicolas, pensò, ripetendo a labbra chiuse, soppesando le sillabe di quel nome sulla lingua, quel nome insolito per un uomo con il suo aspetto -Il “raro asiatico” dell’8 distretto-. Da quanto stava dai Tuttofare? Giorni? Settimane? Mesi? Il tempo in quella città sembrava scorrere al contrario, sempre verso i cattivi ricordi; Per di più conosceva così poco dei due coinquilini, possedeva solo deduzioni affrettate tratte da ritagli di giornale mal raggruppati, voci diverse l’une dall’altre ed episodi di sangue. Assassini? Aiutanti? Moderatori? Chi erano 
La donna rabbrividii stringendo tra le dita il lenzuolo aggrovigliato, aveva le guance arrossate ed il respiro corto; ci stava riflettendo troppo, c’erano momenti come quello, in cui tutte le domande che non aveva il coraggio di porre la perseguitavano come uno sciame di vespe, per di più era imbarazzante pensare tanto ai Tuttofare. Tanto a quel tuttofare.
Alex espirò strofinandosi l’attaccatura del naso, portando poi gli occhi arrossati sul profilo flessuoso della donna in topless che da dietro la spalla le ammiccava languida, i poster di Worick erano seriamente di cattivo gusto, eppure qualche sorriso riuscivano a strapparglielo. Baka*
CRASH
Alex saltò in piedi di colpo, ci mancò poco che le lenzuola aggrovigliate attorno alle caviglie non la facessero rovinare in terra, ma con un movimento sgraziato riuscì comunque ad evitare la caduta, rovesciando però la sedia ai suoi piedi, spedendo il libro già logoro sul pavimento con un tonfo secco. Accidenti! Le mani della donna corsero a tirar su il volume, sbatacchiandolo un poco per togliere la polvere e poggiarlo quasi con cautela sulla coperta appallottolata. Con lo spavento appena preso ed alla vista del letto in disordine, il suo cuore le si precipitò su per la gola: Barry, pastiglie tra le mani, clienti oltre le tende spesse, mani che stringono, mani che picchiano, mani che scendono, scendono, scendono.  
CRASH
La donna sobbalzò di nuovo, la sua mente venne strappata via dagli incubi e proiettata in un presente scomodo. Che diavolo..? Col respiro corto Alex si portò le mani al petto, piegando appena le gambe tremolanti, indecisa sull’aprire la porta ed affrontare qualsiasi situazione ci fosse stata al di là dell’uscio ed il rintanarsi per tempo sotto le lenzuola. Poteva aspettare che tornasse Worick, doveva. Fece per voltarsi a sistemare il letto, quando la sua mente ricollegò i fatti piazzandole la sentenza sotto gli occhi: sembrava un vetro rotto, come un vaso o una.. Finestra. La sagoma sui tetti.. Nicolas
Con un verso acuto spalancò la porta, precipitandosi oltre il divano scuro e logoro, per qualche istante tastò la parete in cerca dell’interruttore e quando riuscii a pigiarlo si sentì mancare, scorgendo una marmaglia di cocci di vetro riflettere la luce pallida del lampadario. Una delle finestre del salotto era in frantumi, la pioggia aveva bagnato parte del pavimento e gocce di sangue tracciavano una scia scomposta fino alle scale del piano di sotto. Le gambe di Alex cedettero e dovette poggiarsi al divano per non accasciarsi sul pavimento umido.
Era un’allucinazione? Era di nuovo sotto l’effetto delle pastiglie?
No, era in cura da più di qualche giorno e riusciva a scindere la realtà dagli incubi, quello era reale. Reale
Alex deglutii e seguì ancora con lo sguardo la scia di sangue, se ci fosse stato Worick ad aiutarla, se solo avesse avuto la sua sicurezza, il suo modo spiccato di affrontare le situazioni più assurde. Lei era deb-
No.
La donna batté le palpebre, strinse i pugni e dopo aver recuperato dal cassetto della scrivania–con non troppa convinzione-  la pistola di scorta del gigolò, prese a scendere gli scalini. Ogni passo restava per poco sospeso, si muoveva cauta, il respiro le bruciava in gola, il volto sembrava andarle in fiamme e contro il palmo, l’arma le bruciava simile ad un ferro arroventato. Avrebbe voluto metterla giù e fuggire, avrebbe voluto dimenticare anche solo di aver saputo dove recuperarla. Si arrabbierà..?
Il piano inferiore era nella penombra, non c’erano finestre, solo un rudimentale faretto e la sua luce tremolante. Prima di togliersi dalle scale Alex trasse un profondo respiro, arricciò le dita dei piedi e poi saltò giù dall’ultimo scalino distendendo le braccia davanti a se, l’arma in precario equilibrio tra le dita contratte. 
« C-chi è! Chi c’è?!»
Non fece in tempo ad imbarazzarsi del suono titubante della sua voce che lo vide.
Era seduto, no, era rannicchiato in terra, un braccio mal appoggiato alla poltrona, l’altro lasciato cadere lungo il fianco, i piedi nudi contratti, la camicia bianca rotta in più punti e lercia di sangue, così come i pantaloni neri. 
Oddio
Nicolas era ridotto ad un macello d’uomo. Ancora
« Nicolas! Stai bene?!»
Alex gli si avvicinò di corsa, troppo di corsa, Nicolas aprì gli occhi di scatto e con un gesto meccanico afferrò la katana, le dita callose si serrarono attorno al manico e fecero per estrarla, ma Alex lo precedette, posando la sua mano sul suo polso, scandendo con lentezza e sguardo fermo un “No” secco. Per qualche istante rimasero così, le labbra di Alex ad una spanna dal viso dell’uomo, i loro respiri mischiati, le dita fredde della donna attorno al polso caldo del Twilight, la spada estratta per pochi centimetri come una minaccia in sospeso. La donna aveva paura, era terrorizzata, ricordava l’incubo e ciò la imbarazzava; eppure continuava a reggere lo sguardo sottile del Twilight, era come stare davanti ad una fiera ferita, stare a portata di denti, stare a portata di taglio. Il Twilight grugni appena, stupito, batte le palpebre un paio di volte ed arricciando le labbra rotte in più punti  rinfoderò la lama, al click metallico Alex inspirò appena, allontanando il viso e lui sfilò il suo polso dalle dita morbide della donna.
Cosa ci fa qua? Ho fatto così tanto rumore..?
Nicolas si passò una mano sul viso, aggrottando la fronte: c'era parecchio sangue, l’odore gli dava la nausea, inoltre il percepire il liquido viscoso sporcargli il viso, macchiargli i vestiti, colargli giù per le gambe, lo innervosiva.. Le ferite al petto iniziavano a formicolare, segno che l'effetto dell'overdose appena consumata prendeva a sciamare, forse, da lì a poco sarebbe iniziato l'inferno di crampi e spasmi che si portava dietro fin da bambino e con quella probabilità non voleva averla vicino. Odiava farsi vedere vulnerabile, detestava quelle crisi che lo rendevano troppo umano, troppo debole.
« V-Ai..VaI»
Vai via.
Parlare lo infastidiva, ancora di più in certe situazioni, pensare alla pronuncia di ogni lettera, cercare di assemblare suoni che non poteva conoscere; era come esser costretti a completare nel migliore dei modi un puzzle ad occhi chiusi. Per quanto qualche volta ci provasse a comunicare, si rifiutava di riflettere sul suono della propria voce, dopotutto era qualcosa di estraneo, qualcosa che non gli apparteneva, qualcosa che faceva imbarazzare le persone per lui.
Che fastidio.
Alex rabbrividii, quella voce storpiata e grezza non avrebbe mai smesso di inquietarla ed a suo modo.. Affascinarla.
« No»
Quella volta parlò, stringendo gli occhi ed indicando in modo eloquente la macchia di sangue che si andava ad allargare sul tessuto logoro della camicia.
« Hai bisogno di cure, il Dr Theo..»
La mano di Nicolas si mosse: "Chiuso".
Alex si morse il labbro inferiore, notando come il Twilight facesse piccoli movimenti per scostarsi dal  suo corpo: il seno era ben visibile dalla scollatura del corto vestito color panna e le sue gambe sfioravano appena quelle ripiegate dell'uomo, erano vicini e lei aveva più pelle scoperta che stoffa addosso. Imbarazzata fece per coprirsi un po' meglio, quando un lamento strozzato uscì dalla gola del Twilight, un suono flebile, diverso dai soliti versi indispettiti dell'uomo. Lasciando la stoffa, Alex mormorò un "Nico" che parve aleggiare tra di loro per qualche secondo, prima di dissolversi nel silenzio che come una coltre di fumo alienava l’uomo dal resto del mondo. I lineamenti affilati di Nicolas si ruppero in una smorfia di dolore, quando aiutandosi con l’altra mano si riportò il braccio destro contro il petto, la schiena un poco più curva, i capelli umidi appiccicati alla fronte. 
Nicolas chiuse ed aprì le dita, una, due, tre volte.. Faceva male, qualche nervo era danneggiato. 
Cieco innanzi alla preoccupazione della donna, cieco nella speranza che lei capisse e se ne andasse, il Twilight grugnì e con gesti sconnessi provò a slacciarsi i bottoni della camicia, doveva spogliarsi e curare quelle ferite; ma furono Tentativi tremanti su tentativi impacciati. Le dita ruvide incespicavano sui bottoni pallidi, le mani callose erano scoordinate, goffe, ed i gesti molto più tremanti del solito; Il suo corpo iniziava a farsi estraneo e la forza a mancare.
 Merd-
Le mani di Alex si posarono sulle sue, con delicatezza, con eleganza.
« Faccio io»
Il Twilight scosse la testa e le piastrine tintinnarono tra i loro corpi, simili ad un avvertimento; l'uomo cercò di respingerla, ma era debole e provato, forse troppo per tener testa ad una donna cocciuta. A quella donna cocciuta.
Alex mosse le mani, dita sottili, ed unghie arrotondate sotto i suoi occhi di inchiostro: "Posso"?.
Disarmato, Nicolas annuii.

 
Il bagno era in penombra, sopra di loro la ventola pareva scandire il tempo, secondo dopo secondo, respiro dopo respiro, il bordo della vasca in ceramica era occupato dagli shampoo aromatizzati di Alex ed un barattolo di Celebrer giaceva semivuoto accanto alla maniglia del lavandino. Oggetti ordinari, oggetti sporchi. 
L'odore metallico del sangue impregnava quelle pareti a mattonelle pallide, imbrattava le ciocche corvine di Alex ora raccolte in una precaria coda alta e quelle scompigliate dell'uomo davanti a lei. Il Twilight teneva la schiena nuda poggiata alla parete, la camicia lercia di rosso appallottolata al suo fianco, ed i pantaloni abbassati quel tanto da lasciar intravedere l'orlo dei boxer neri, le piastrine sempre al collo.
« N- Nina mi ha insegnato come fare, quel tanto che basta per le emergenze. Per.. Momenti come questo. Mi ha detto che.. Sarebbero potuti capitare »
Alex parlava, parlava senza alzare il viso ed incontrare i suoi occhi. Parlava di continuo, come a voler fuggire dall'ansia, dalla soggezione, dal timore.
Parlava senza curarsi che lui leggesse o meno le sue labbra, talmente era nervosa, talmente si sentiva calda davanti al suo corpo..Mezzo nudo
Alex aveva il fiato corto: troppe cicatrici passavano sotto le sue dita, Nicolas aveva una pelle ambrata più morbida di quanto pensasse, ma c’erano reticoli di lividi, tagli e linee raggrinzite oltre ad una spaventosa cicatrice a segnarli il bassoventre.    Il Twilight aveva spalle ampie, muscoli delineati ed era meno minuto di quel che si diceva per le vie della città. In quel momento, Alex aveva dimenticato il freddo, come quando in piena estate si è così occupati a non soccombere sotto i raggi del sole, che l’inverno sembra il futuro di altre realtà, il destino di altre persone. 
La donna reggeva tra le dita l'ennesimo batuffolo di cotone imbevuto di disinfettante, sporco di rosso e dall'odore pungente, ciuffo pallido che aveva picchiettato con cautela sulle ferite poi saturate del Twilight, tagli dai lembi di pelle poi ravvicinati, riuniti, forse con qualche punto mal messo, ma meglio di niente. Dapprima Nicolas era rimasto fermo, teso, con il viso piegato all’indietro, il capo poggiato alla parete e gli occhi fissi sulle pale della ventola, ma qualche momento dopo aveva iniziato a rilassarsi, le palpebre erano calate ed i denti avevano cessato di digrignarsi in preda al nervoso;  Era piacevole la sensazione del cotone sulla pelle lesa, lo sfregare composto, il picchiettare accurato, era gradevole il tocco della gentilezza, qualcosa di estraneo, ma bello
Nicolas chiuse gli occhi e trasse un respiro profondo.
Con una spugna appena imbevuta nell'acqua calda, Alex si apprestò a pulire anche  l'ultimo rivolo di sangue, poggiando appena le dita dell'altra mano sui muscoli gonfi del Twilight, sentii il fuoco riversarsi nelle vene, ma strinse i denti e per l'ennesima volta scostò le piastrine dalla sua pelle.
« Posso toglierle? Solo per.. Lavorare meglio »
La voce di Alex era titubante, e l'ultima parola si incrinò quando alzando gli occhi incontrò quelli di Nicolas: socchiusi, appesantiti dalle occhiaie scure, arrossati dalla stanchezza. Si aspettò un rifiuto, ma lui annuii sbrigativo, scostandosi appena dalla parete, la testa china, l'aggancio delle piastrine in vista sotto i capelli rasati. Alex inspirò appena -Resta calma, sta calma- poi cingendogli il collo con le braccia si alzò un minimo sulle ginocchia, le mani ad armeggiare sull'aggancio della catenina, le labbra accanto all'orecchio di Nicolas, oltre la stoffa i seni premuti per poco sul torace nudo dell’uomo. Profumava di dolce sotto l'odore pungente del sangue misto al sudore della battaglia, sapeva di buono, tanto che Alex si concesse di chiudere gli occhi ed annusare piano quella pelle sensibile sotto il suo orecchio. Le ricordava la mattinata trascorsa a sistemare il negozio di Constance, quando le sue braccia l’avevano circondata e le sue mani coperte dai guanti, si erano posate sulle sue con una delicatezza disarmante. Dopotutto lui non l'avrebbe sentita, non se ne sarebbe accorto, non avrebbe dato peso a-
Un calore senza eguali si diramò per corpo di Alex quando le mani grandi dell'ex-mercenario si poggiarono sui suoi fianchi, non per spingerla via, non per allontanarla, quasi per.. Accoglierla. Dapprima solo i polpastrelli, poi le dita e per ultimi i palmi.
« Po-PosSO?»
Alex chiuse gli occhi affondando il naso nell'incavo del suo collo, sganciandone poi con un colpo secco le piastrine, che tintinnando scivolarono tra le loro gambe; la donna non annuii, non ne sentì il bisogno. Le dita di Nicolas strinsero appena, poi lui mosse di poco il capo, i suoi capelli strusciarono contro le ciocche in disordine di Alex e piano accostò il naso alla sua spalla, poi socchiuse le labbra e si strinse di più a lei. L’odore del sangue venne sostituito dall’aroma alla cannella che Alex si portava dietro, e Nicolas ne fu felice, oltre all’imbarazzo, oltre al timore di spaventarla, ci fu quel sorriso che affiorò appena sulle labbra rotte del Twilight.
Nicolas sapeva che lei aveva paura di lui, glielo leggeva negli occhi ogni volta che la scopriva a guardarlo, eppure non era lo sguardo disgustato che i passanti gli scoccavano quando si azzardava a muoversi per le vie principali o le occhiate di ribrezzo che aveva attirato per tutta l’infanzia; C’era altro in quelle iridi blu, qualcosa che non doveva esserci, almeno non lì per lui.  
« AlEx »
Al sentir il suo nome Alex aprì gli occhi, inspirò, socchiuse le labbra e le richiuse, avvertii le dita di Nicolas scivolare via da lei, tentennare per qualche istante sulla stoffa morbida dell’abito, prima di spostarsi, prima di sospingerla appena con il chiaro intento di rompere l’abbraccio. Alex scosse appena il capo, ne aveva bisogno,  sentiva la necessità di sentirlo vicino e umano ancora per qualche minuto, voleva che quel momento durasse, era stanca di vivere tra incubi e paure.. Chissà, forse stava ancora sognando.
« No, non ti lascio andare, ancora un po’..Restiamo così ancora un po’..Per favore »
Alex parlò, senza che nessuno la ascoltasse, senza che lui potesse leggerle le labbra, ma non aveva importanza. Uno, due secondi, poi le dita tremanti di Alex si infransero nelle ciocche scure di Nicolas, accarezzandolo, facendolo sussultare, erano morbidi i capelli del Twilight, sottili ed umidi di pioggia. Nicolas socchiuse le labbra, ma prima che potesse pensare a formulare una qualsiasi parola, Alex si fece indietro: le mani fresche della donna gli si posarono sul collo ed i suoi occhi si immersero in quelle iridi blu cielo ancora arrossate dal sonno.
La ventola sopra di loro girava.
Le labbra di Alex erano invitanti, piene e appena inumidite dalla lingua.
Il rubinetto del lavandino perdeva acqua.  
Il dolore delle ferite era distante, sempre più lontano, sempre più eco che voce. 
Il viso di Alex si fece vicino, le sue dita tremavano contro il collo del Twilight, il suo respiro scaldava la bocca dell’uomo. Nicolas non riuscì a muoversi, non riuscì a pensare a qualche parola da dire, era rapito paralizzato. Lei si fece ancora più vicina, poi il suo ginocchio urtò le piastrine che tintinnarono, Alex rabbrividii e con uno sguardo Nicolas le scorse, lì tra loro, quelle targhette di metallo.
“Non darti arie da essere umano, mostro!”
Con una spinta secca sulle spalle della donna, il Twilight la allontanò da se e tenendo gli occhi bassi, fissi sulle piastrine, disse solo: «VaI..ViA»
Ferita Alex si alzò, andandosene prima che lui vedesse tutte le lacrime che le si erano incastonate tra le ciglia.
Stupido.  
Ti detesto
 

 
Buonasera a tutti!
Che dire? Seguo Gangsta da tempo, mi sono divorata tutti i volumi del manga e ogni episodio della serie TV, il tutto coltivando un profondo amore per "Nicolas" -anche se ora sono in lutto per il blocco momentaneo del manga -.
So che ci sono parti al passato e parti al presente, forse questi saltellamenti daranno fastidio, ma personalmente amo porre al presente parti "delicate" del racconto perché credo (mio modesto e contestabilissimo parere) che rendano di più. Chiedo ovviamente scusa per ogni "orrore" ortografico che troverete nel testo -e io SO che ne troverete Ahahha-.
Amando entrambi i personaggi di Kohske: Nicolas ed Alex, spero di essere riuscita a "stare nel personaggio" senza stravolgerli o renderli irriconoscibili. Adoro la loro coppia, perché mette in difficoltà entrambi portandoli ad uscire un po' da loro stessi per "incontrarsi", apprezzo la profondità  di Nicolas quanto l'umanità di Alex.
L'obiettivo sarebbe quello di scrivere altri racconti del genere per passare il tempo, e l'attesa dell'uscita dei prossimi capitoli, i personaggi che tratterò saranno sempre i Tuttofare [ per l'esattezza le coppie: Nicolas/ Alex e Nicolas/Worrick ], non escludo di ambientarne qualcuno nel "passato" dei ragazzi..L'idea mi ispira. Niente triangoli amorosi, o fattacci troppi diabetici, magari qualcosa di erotico si -senza scendere nel volgare-.
Detto questo, spero di avervi allietato un minimo e vi saluto con la speranza di trovarvi al prossimo "capitolo".
Grazie mille per essere passati!
Neve
Bakemono: Mostro
Baka: Idiota
* Le parti del testo scritte in questo modo “sksksk” appartengono ai pensieri di Nicolas
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Gangsta. / Vai alla pagina dell'autore: Nevenaoltreverso