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Autore: herflowers    26/01/2016    2 recensioni
"La situazione era diventata ridicola, Matthew lo sapeva e voleva solo che non dovessero più nascondere tutto sotto un tappeto sporco [...], e poter essere loro stessi senza più mascherare i loro sguardi, senza dover stare attenti a tutto quello che si dicevano; desiderava solo che Harry ricambiasse il suo stesso sentimento [...], e che lo amasse tanto quanto lo amava lui in quel preciso istante."
SLASH|| HARRY STYLES/MATT HEALY (THE 1975)|| OCC
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tell me how to feel.

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Presente.
 
Non si era mai ritrovato in una posizione del genere, nemmeno una volta, e tutto gli sembrava così dannatamente strano da arrivare a confonderlo e spaventarlo al tempo stesso. Gli faceva male il petto per le lacrime che si rifiutava di versare, non aveva senso piangere in quelle circostanze, nonostante sentisse che sotto c’era di più, che stava cambiando ed era proprio questo a fargli paura, a farlo imbestialire tanto da alzare la voce e chiedere delle risposte a Harry, che osservava, seduto su quel vecchio divano verde.
Più volte l’aveva visto portarsi le mani tra i capelli e tirarli appena mentre lacrime disperate miste alla frustrazione gli scorrevano sul viso ben definito: le labbra gonfie e umide, gli occhi chiusi talmente forte che pensava potessero fargli male, e le nocche bianche. Gli aveva chiesto più volte di smettere di urlare, di calmarsi e cercare di capire come potesse sentirsi, che nemmeno lui era abituato a tutto quello, che nonostante lo stato in cui si trovava stesse cercando di trovare una risposta a quella confusione e a quell’incertezza che gli impedivano di capire veramente cosa volesse, chi fosse davvero.
Coi capelli ancora tra le dita ripeteva, più a se stesso che al ragazzo in piedi davanti a lui, che non era pronto psicologicamente a quello che era successo nell’ultimo periodo, ai sentimenti soffocanti che lo schiacciavano giorno dopo giorno e a tutte quelle domande nella sua testa che lo perseguitavano anche di notte.
“Sono confuso. Continuo a sentirmi come se stessi crollando sempre più ogni giorno che passa, e non credo di riuscire a reggere questa discussione in questo momento, Matty. Non con la piega che ha preso, almeno.”, gli aveva detto, Harry, alzandosi dal divano e mettendosi davanti a lui.
“Capiscimi quando ti dico che è tutto nuovo per me, che non è affatto semplice e che vorrei davvero rendere le cose facili per entrambi, ma ho bisogno di tempo per riflettere, di pensare alle conseguenze e di come cambierò, perché cambierò. Prima di te ero un’altra persona, pensaci.”
Si abbassò appena per guardarlo meglio coi suoi occhi verdi, bagnati dalle lacrime che gli impedivano di vedere la figura del ragazzo nitidamente, e osservò attentamente il suo viso, pallido e contratto. Matthew deglutiva a fatica e taceva: voleva evitare quello sguardo supplicante e disperato che gli veniva rivolto, e cercava di comprendere le parole di quel ragazzo dai capelli troppo lunghi e dalla fissa per camice orribili che solo lui avrebbe potuto indossare con fierezza, ma quello non era affatto il momento di pensare a quanto gli piacessero le sue camice, col suo profumo, nonostante le trovasse ridicole.
“Non riesco a capire chi sono, non so più nulla se non che sto cercando di ignorare la tua lontananza da me, ma non penso di riuscirci. Ho bisogno di te più di quanto pensassi, e questo mi spaventa.” Harry continuò a parlare, sospirò più volte e si asciugò i palmi delle mani sui pantaloni ormai sgualciti che indossava dalla sera prima. Vedeva nello sguardo di Matthew il risentimento, capiva che fosse ferito, e capiva che non era il solo a star affrontando quel cambiamento, ma aveva bisogno della sua comprensione e del suo appoggio. Nelle ultime due ore aveva provato emozioni così forti che non era mai riuscito a tirare fuori in passato.
La situazione era diventata ridicola, Matthew lo sapeva e avrebbe continuato ad urlare, avrebbe voluto ribattere qualcosa per non sembrare uno stupido, ma la sua vicinanza lo destabilizzava e da così vicino non ci sarebbe mai riuscito: invece avrebbe voluto prendergli il viso tra le mani e baciarlo con rabbia e rancore, asciugare le lacrime che bagnavano quelle sue fottutissime labbra – oh, e come gli piacevano - una volta per tutte per poi andarsene e schiarirsi le idee, per capire le parole che Harry gli aveva detto tremando.
Voleva solo che ammettesse a sé quello che lui stesso aveva capito e preso a due mani, che aveva affrontato e accettato per lui.
Voleva solo che non dovessero più nascondere tutto sotto un tappeto sporco sul quale tutti camminavano, e poter essere loro stessi senza più mascherare i loro sguardi, senza dover stare attenti a tutto quello che si dicevano; desiderava solo che Harry ricambiasse il suo stesso sentimento, che si accorgesse che nel volere bene in quel modo a qualcuno non ci sarebbe mai stato nulla di male, e che lo amasse tanto quanto lo amava lui in quel preciso istante. 

 
   
 
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