24 hours
to give in to sadness
20160125 00:00 /Breathless
Aria, tutto quello
di cui aveva bisogno era aria, ma d’un tratto sembrò così difficile respirare.
Annaspando alla ricerca di essa, tutto quello che riusciva a respirare invece
era quell’odore che ancora infestava l’abitacolo del van,
che infestava prepotentemente i suoi polmoni e gli graffiava la gola facendogli
venire gli occhi lucidi.
Aria, tutto quello di cui aveva bisogno era aria, eppure era così difficile
respirare. Chi aveva detto che respirare fosse naturale? Mentiva, decisamente
mentiva, perché il suo corpo aveva dimenticato come farlo, e aveva bisogno di
ricordarlo a mente lucida. Con mani tremanti faticò ad aprire lo sportello
della macchina.
Senza quell’odore sembrò tutto più facile. Persino
respirare, forse.
20160125
03:00 /Sick
Nausea, completo rifiuto, malessere. Svuotarsi di
tutto quello che provava. O semplicemente di tutto quello che aveva mangiato,
non sapeva esattamente quale fosse la risposta giusta.
Voglia di scomparire, voglia di piangere, di
urlare, di essere capito, di essere abbracciato, di sentire che tutto andrà per
il verso giusto. Sapeva che erano bugie, tutte delle maledette bugie. Non ci
credeva ma ne aveva bisogno.
Un nuovo conato di vomito, e non riuscì a pensare
ancora. Si sentì stanco, il corpo pesante, le piastrelle del bagno fresche,
quasi piacevoli contro la sua schiena sudata.
20160125
06:30 /Loneliness
Quando sorse il sole, sentì di poter ritornare a
respirare.
Sorrise pallido e stanco a quel sole timido, un
sorriso vuoto, un sorriso fatto di nessuna emozione. Un sorriso fatto di
solitudine. Percepì il freddo, ma non se ne curò, forse perché semplicemente
non sentiva nulla. Chiuse gli occhi e si abbandonò sulla panchina del giardino,
ridendo.
20160125
12:10 / Dazed
Era almeno un minuto che fissava il muro bianco
della sala prove senza dar segno di aver sentito i ballerini entrare. Sul volto
un’espressione assente. Non stava pensando assolutamente a nulla, sul volto
mancava la cosa per la quale tutti avevano imparato a riconoscerlo, il suo
sorriso.
Quando i ballerini si guardarono tra di loro,
indecisi se richiamarlo per l’ennesima volta, si riscosse dai suoi pensieri
facendo sobbalzare tutti, e sbigottendoli da quel cambio repentino di
espressione e umore. Stava sorridendo, ma praticamente il suo sguardo stava
chiedendo tacitamente aiuto.
20160125
16:00 /Frustrated
Un passo, e uno sbaglio ancora. L’ennesimo passo e
l’ennesimo sbaglio. Frustrazione, rabbia, delusione, vergogna.
Un pugno al muro, lo sguardo sconvolto dei
ballerini, un sorriso e un va tutto bene. Andava davvero tutto bene, ma non
risultava poi più tanto convincente. Chiuse gli occhi per un attimo per mandare
via la stanchezza, sbattendo le mani l’una contro l’altra per attirare la loro
attenzione. Inutile, incompetente, imbarazzante.
Le prove erano finite.
20160125
17:00 /Restless
Quando entrò nel van
ancora una volta, riuscì a stento a parlare. Nessun saluto, nessun sorriso,
nessuna messa in scena. Lo sguardo del manager, silenzio, e poi il vuoto.
Quando riaprì gli occhi di soprassalto forse
mezz’ora più tardi, si rese conto di avere il volto bagnato. Lacrime,
frustrazione, stanchezza, vergogna. Quando alzò di nuovo lo sguardo incontrò
quello del manager preoccupato. Scosse la testa e sorrise nonostante stesse
ancora piangendo.
20160125 18:40 /Emotionless
D’un tratto sorridere era divenuto convincente pure
per se stesso. Se gli avessero chiesto perché lo stesse facendo, però, avrebbe
risposto con una scrollata di spalle. Non sentiva semplicemente niente.
Eppure era convinto di star provando così tanto in
quel momento, tutto insieme, tutto così in fretta da non riuscire ad
aggrapparsi a nessuna di queste emozioni, perché in un attimo scivolavano via,
andate, perdute.
E non sentiva niente.
20160125
19:35 /Scared
Difficile mantenere il controllo quando niente
stava andando nella direzione giusta.
Lasciò che l’acqua della doccia gli scivolasse sul
volto, voleva respirare, ma era quasi difficile farlo, era spaventato.
Incertezza, ansia, delusione, fragilità. Strinse i pugni.
Cosa sarebbe successo ora? Aveva visto portarsi via
la felicità, pur avendola a un palmo della sua mano, eppure aveva creduto di
poterla toccare davvero. Non si era reso conto che ci sarebbe stato un limite
pure a questa, ma se avesse potuto avrebbe provato a trattenerla ancora a sé.
Invece era rimasta a guardare come questa si fosse allontanata.
20160125
21:07 /Empity
Quando si sedette nel salotto, invaso dal silenzio,
fissò il vuoto con sguardo assente.
Stanco, prosciugato da tutte le energie che a
stento lo avevano accompagnato durante tutta quella giornata. Da tutti quei
sorrisi, da tutti quei “sto bene”, da tutta quella falsità, da tutto quello che
dopotutto era stato lui stesso a crearsi. Vuoto.
Si strinse le gambe al petto tentando di riempire
quella sensazione di vuoto e silenzio concentrandosi sul ticchettio
dell’orologio. E intanto aspettava.
20160126
00:00 /Resigned
Stendendosi sul proprio letto, chiuse finalmente
gli occhi. Rassegnazione.
Ventiquattro ore, si era concesso solo ventiquattro
ore, si era assicurato che questo fosse il tempo giusto per lasciar sfogare il
suo dolore. Ventiquattro ore e tutto sarebbe andato bene, ventiquattro ore e
l’indomani sarebbe tornato quello di sempre. L’uomo testardo che non si fermava
davanti a nulla.
Ventiquattro ore e tutto andava bene