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Autore: deliriousmoody    26/01/2016    0 recensioni
Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatto eri felice.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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Quando annunciarono i due nomi per la recita mi pentii subito. Mi avevano costretto più che altro a votare quella storia, io avrei voluto vederne una dei fratelli Grimm, sarebbe stata più interessante della stessa solfa: la principessa in pericolo è salvata dal principe. Avrei voluto scrivere io il copione ed il principe, al posto di salvare Aurora, se ne sarebbe andato con la cugina.

Appena Bryan scese dal palco, mi alzai e lo seguii fuori, si vedeva che gli dava fastidio per il fatto di Ilary, ma io non stavo di certo facendo una scenata per Dylan. Avrei voluto, certo, ma io avevo del buon senso a differenza sua.

Uscimmo dalla sala magna e ci dirigemmo fuori. L'aria fredda di Londra mi venne addosso, provocandomi dei brividi lungo la schiena.

"Hai freddo?" chiese Bryan. Non feci in tempo a rispondere che si tolse la giacca di pelle e me la miese sulle spalle. Non obbiettai, stavo di sicuro meglio anche se avevo paura che Bryan potesse prendere freddo. Si fermò un attimo e si mise davanti a me, poi si avvicinò e prese il pacchetto di sigarette dentro la tasca.
Ne tirò fuori una e se l'accese. Non mi aveva mai dato fastidio il suo vizio, tranne quando mi mandava il fumo in faccia per darmi fastidio, provocandomi un po' di tosse.

Appena fuori dal cancello, aspettammo l'autobus alla fermata.

"Stavo pensando, dovremmo andarcene da qui -prese un tiro dalla sigaretta e buttò fuori il fumo- Non ora. Non domani. Ma un giorno, magari alla fine della scuola"

"Intendi, mollare tutto?" chiesi io. Sognavamo di andarcene via da qualche parte, vivere la nostra vita, ma la scuola, la famiglia o sempre qualcos'altro ci ostacolava sempre.

"Sí, mollare tutto e tutti -disse guardandomi negli occhi- Andarcene in qualche posto caldo, come Sydney o Los Angeles"

"Non lo so Bryan -dissi insicura salendo sull'autobus che nel frattempo era arrivato- Sarebbe un impegno troppo grande. Io voglio andare al college qui e poi non mi piace il caldo" misi le mani in tasca.

"No scusa hai ragione tu. Era un'idea stupida" disse lui, evidentemente offeso, o forse era qualcos'altro?

"No Bryan non intendevo.." ma ormai era troppo tardi, si era messo le cuffie ed ero a conoscenza del fatto che con le cuffie non mi avrebbe mai ascoltato, così me le misi pure io. Guardai fuori dal finestrino, immaginandomi una vita diversa a seconda della canzone che sceglieva la modalità casuale.

Arrivò la mia fermata e Bryan non mi salutò, ovvero, mi fece solo un cenno con la testa. Finsi di rimando un sorriso e scesi, dirigendomi subito sulla soglia di casa.

Arrivata davanti alla porta, bussai. Mi ero dimenticata le chiavi di casa per l'ennesima volta. Venne ad aprirmi mio fratello.

"Mandy finalmente sei tornata" affermò lui prendendo fiato. Non avevo avvertito che sarei stata un paio d'ore fuori, ma non per questo significava che fossi morta o peggio.

Cosa c'è peggio della morte, genio? Mi ammonì il mio subconscio. Effettivamente nulla, magari solo l'oblio. Inevitabile d'altronde.

"Ora sono a casa Alex, posso entrare o devi farmi restare fuori di casa. Al gelo?" chiesi con solo un briciolo di sarcasmo. Al che lui mi rispose sorridendo e chiudendomi la porta in faccia. Allora iniziai a bussare veramente forte e a urlare di aprirmi, ma fu tutto inutile.

Mi accasciai a terra, scivolando lungo la porta e infilai le mani nelle tasche del giubbotto. Solo allora mi resi conto di aver inavvertitamente rubato il giaccheto a Bryan. I miei pensieri furono interrotti dal rumore della porta che si aprii, cosí mi alzai ed entrai, guardando male mio fratello che indietreggiò fino ad entrare in cucina.

Io salii le scale, ignorandolo, fino alla mia camera. Ero veramente stanca, di conseguenza mi diressi verso l'armadio e, dopo aver preso il pigiama, mi diressi verso il bagno in camera mia. Tolsi il trucco e mi preparai un bagno con l'acqua calda. Mi immersi dentro la vasca e per un momento pensai anche di addormentarmi, ma non lo feci, anche perché rischiavo di annegare per quando era alta la vasca.
Appena finito uscii, asciugandomi e infilandomi prima l'intimo, poi il pigiama. Mi feci una coda e, appena uscita dal bagno, mi buttai sul mio letto, prendendo subito dopo io cellulare.

A Bryana
Ehy Bryan, ho il tuo giacchetto.

Da Bryana
Quando pensi di ridarmelo?

Sbuffai, era veramente diventato acido dopo la prova a teatro e, ancora di più, dopo che avevo rifiutato la sua offerta di partire perché pieni di incertezze su tutto. Ma allora i punti erano due, ho avevo torto e dovevo vivere la vita rischiando di vivere sotto i ponti, o dovevo dare retta alla mia parte razionale che mi diceva di aspettare il momento giusto. Ovviamente diedi retta alla mia parte razionale.

A Bryana
Mai. Ormai è mio. Come il tuo maglione rosso preferito.

Da Bryana
Stai scherzando? Ho dato la colpa a James per il maglione!

A Bryana
Ops? Dovevi aspettartelo comunque. La prossima volta da attento ai bracciali.

Da Bryana
La prossima volta verrò con la guarda del corpo.

A Bryana
Grazie dolce Bryana. Tu si che mi capisci.

Da Bryana
Hai sbagliato numero. Sono Bryan non Bryana..
Troia sono io Bryana vero?

A Bryana
BRYANA HA UN CERVELLO? E io che credevo pensassi solo con le palle.
Chiusi il cellulare, dovevo finire i compiti arretrati di quell'estate in un paio di giorni e prima dell'arrivo dei miei genitori che non erano a conoscenza del mio procrastinamento.

Che parole da intellettuale che usi. Procrastinamento. Ma vai a lavorare vai. La mia coscienza a quanto pare era in vena di sarcasmo. Scacciati via quel pensiero ed iniziai da latino, copiando da internet le 4 versioni arretrate, anche se poi mi toccò cercare ogni verbo per scrivere il corrispettivo paradigma sotto. Passai circa due ore su latino, dopo di che chiusi io libro. Distrutta.

Sentii la porta di casa chiudersi e poi un urlo, rispettivamente di mia madre: "Siamo a casa! Scendete abbiamo la pizza!".

Non me lo feci ripetere due volte e corsi di sotto. Mi posizionai davanti al bancone e aspettai la pizza.

"Devi aspettare tuo fratello" disse mia madre.

"Non mi importa di lui. Ho fame. Che morisse di fame Alex" dissi io piegando la testa all'indietro.

Appena arrivò mio fratello, mi fiondai sulla pizza alla diavola.

   
 
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