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Autore: edoardo811    26/01/2016    2 recensioni
Il mondo è finito. Come reagiresti se sentissi tu queste parole? Come reagiresti se potessi accertarti con i tuoi stessi occhi che queste parole sono vere?
Questo è ciò con cui Rachel è costretta a convivere ogni giorno. Quando vede la gente morire di fame per strada, quando vede l'ennesima banda di tagliagole generare il caos, quando è costretta a combattere fino allo stremo per la propria vita e per quella delle poche persone care che le sono rimaste.
Per quanto tempo può la volontà di una persona riuscire a resistere alle crudeltà che la vita riserva?
Si dice che l'ultima candela sia sempre quella che impiega più tempo a spegnersi, ma cosa potrebbe accadere quando anche la speranza cessa di esistere?
Rachel con i suoi poteri potrebbe distruggere l'intero creato. Che cosa se ne farà?
Li userà per aiutare il mondo... o per aiutare semplicemente sé stessa?
Genere: Angst, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Raven, Red X, Robin, Slade
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'InFAMOUS: The Series'
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Prima di iniziare a leggere, eccovi alcune premesse:

Innanzi tutto, se non l’avete ancora fatto vi consiglio di leggere il Prologue di questa storia, lo potete trovare nella mia pagina autore. Ha pochi capitoli, solo 6, perciò non sarà una lettura molto impegnativa e vi aiuterà a capire molte cose su questa fanfiction.

La fic è un crossover con InFAMOUS e pertanto sarà molto fedele ad esso. È una sorta di intreccio di trame tra quella del videogioco e quella dei TT.

I caratteri dei personaggi potranno subire variazioni, non inserisco l’OOC, ma potrebbe darsi che si verifichi.

Corvina (Rachel) sarà la protagonista indiscussa. La storia sarà interamente raccontata dal suo punto di vista. Sarà in terza persona, ma saranno presenti diversi suoi monologhi, proprio come nel videogioco.

Ah, e purtroppo gli altri Titans compariranno in maniera parecchio sporadica, a causa di... forze maggiori.

Ho detto tutto, buon proseguimento.


 

inFAMOUS: The Darkness’s Daughter

 

PREFAZIONE

 

Se potessi descrivere la mia vita con un aggettivo... credo che opterei per "triste".

Ma diciamo che tra alti e bassi più o meno me l’ero sempre cavata. Fino al giorno dell’esplosione.

Empire City. La città in cui sono nata e cresciuta... è morta.

Uno dei tre distretti, il Centro Storico, è stato quasi interamente raso al suolo da quello che secondo il governo è stato un attacco terroristico. Circa un terzo della popolazione è morta, quel giorno. Un altro terzo si è ammalato poco dopo a causa delle radiazioni emesse dagli ordigni innescati, mentre il restante terzo ora  è costituito per metà da criminali incalliti. E l’unica vittima è stata la metropoli.

Furti, tumulti, stupri, vandalismo. Ormai è la routine qui.

Dall’esplosione non si è salvato praticamente quasi nessuno. Quasi.

Conduit. Così si chiamano i sopravvissuti. Così chiamano anche me. Un elegante rimpiazzo della parola "mostri" o "demoni", non c’è che dire.

Sono sopravvissuta all’esplosione, ritrovandomi con dei poteri al limite del paranormale, terrorizzata a morte e, soprattutto, senza più un amico.

Non ho mai avuto una vera famiglia. Non ho mai conosciuto mio padre e mia madre mi ha abbandonata quando ero una bambina. La cosa più simile all’affetto famigliare che io abbia mai ricevuto è stato il conforto e il calore offertomi dai miei amici. E ora non me n’è rimasto neanche uno. Victor, Garfield, Wally, Jennifer, Karen... andati, tutti quanti.

E poi è saltato fuori che uno di loro non era morto nell’esplosione, ma era diventato anche lui un Conduit.

Richard, il fidanzato di Kori, il mio amico d’infanzia, ora fa parte di una delle tre grosse organizzazioni criminali che dominano nella città, i Mietitori. Ormai la sua mente è corrotta, ma spero ancora di poterlo salvare.

In compenso ho conosciuto Lucas, o meglio, Red X. È un delinquente, non c’è altro termine per descriverlo, ma se non altro sa il fatto suo. E mi sta dando un enorme aiuto a cercare Richard. Lui ha i suoi motivi, io i miei, ma l’obbiettivo comune è stato più che sufficiente a persuaderci a stringere un’alleanza.

Ora stiamo ancora cercando. La città è grande, le insidie sono molte, ma entrambi non smettiamo di avere fiducia e sperare. Anche perché ormai la speranza è l’unica cosa che ci rimane, qui ad Empire.

Mi chiamo Rachel Roth. Sono una ragazza adolescente che è stata costretta a crescere molto più in fretta del previsto.

Sono sopravvissuta all’esplosione, sono una Conduit. E, anche se ho paura ad ammetterlo apertamente, forse sono l’unica possibilità di salvezza rimasta ad Empire, per non dire al mondo intero.

Spero solo che non sia troppo tardi.

E di non perdere il controllo.


Capitolo 1: UN ALTRO GIORNO

 

L’ultima cosa che avrebbero voluto fare quel giorno era mettersi ad inseguire qualcuno.

La figura avvolta nell’impermeabile marrone si muoveva a grande velocità lungo il margine della carreggiata, facendosi strada tra la folla a suon di gomitate e spintoni. Era alta, snella ed agile, ma il grosso borsone grigio che portava a tracolla giocava a suo sfavore, rendendola più impacciata e sbilanciandola di lato. E ciò giovava parecchio a Lucas, il suo inseguitore.

Sopra le loro teste, Rachel seguiva tutta la scena volando.

Al loro passaggio si susseguiva un’ondata quasi senza fine di grida di sorpresa e di protesta, che prontamente si trasformavano in urla di terrore alla vista dell’enorme figura nera che avvolgeva il corpo della ragazza corvina.

L’inseguimento si spostò prontamente in un vicolo, dove le persone che passeggiavano non avrebbero più rappresentato un problema. La sfida si moltiplicò di intensità, quando i due protagonisti furono costretti a fare attenzione a non smarrirsi in quella fitta ragnatela di viali. Una sola svolta errata equivaleva a finire dritti nel covo di qualche malvivente, o peggio, per l’inseguitore avrebbe significato perdere il ladro di quel prezioso borsone grigio conquistato con tanta difficoltà.

Rachel notò con sorpresa che quella era la prima volta che Red X sembrava davvero trovarsi in difficoltà a tenere il passo di qualcun altro. Di solito era sempre lui quello a far sudare sette camice alle persone.

Il ladro svoltò ad un angolo per l’ennesima volta. Sembrava quasi si stesse muovendo a casaccio solamente per seminare il proprio inseguitore, eppure la sicurezza mostrata dai suoi movimenti fulminei faceva presagire il contrario.

Corvina osservò per altri istanti la conformazione dei vicoli, poi decise di agire. Piombò improvvisamente a terra, tagliando la strada al malvivente in fuga. Quando toccò il suolo, un’esplosione si propagò attorno a lei e l’oscurità che la avvolgeva si diradò, rivelando il suo vero aspetto.

Il borseggiatore fu costretto a fermarsi di colpo e a tenersi il cappuccio calato in testa, che per poco si era abbassato a causa dello spostamento d’aria generato dall’atterraggio di quell’altro inseguitore. Osservò la ragazza in silenzio, lei resse lo sguardo senza alcun timore. Poco dopo sopraggiunse anche Lucas, con una vistosa smorfia infastidita stampata in volto. Probabilmente non vedeva l’ora di mettere le mani su quell’individuo che li aveva fatti scomodare fino a quel luogo.

Entrambi gli inseguitori cominciarono a muoversi lentamente verso il ladro, che fu costretto a sua volta a muoversi di corsa verso un terzo viale, che però lo portò ad un alto muro. Era un vicolo cieco. Ora era con le spalle al muro nel vero senso della parola. Spostò lo sguardo in ogni direzione, freneticamente, probabilmente alla ricerca di qualche appiglio da usare per scavalcare l’ostacolo, ma non trovò nulla. Rachel aveva studiato ad hoc il luogo in cui tagliargli la strada.

«Fine della corsa.»

La voce fece irrigidire la figura, che strinse anche i pugni con rabbia. Si voltò lentamente, verso quei due che l’avevano incastrata, che ora si stavano avvicinando a lei con altrettanta calma.

Red X sollevò la mano, mostrandole il palmo. «Restituiscici quelle provviste.»

Il ladro grugnì di disappunto, poi slacciò il borsone dalla tracolla e lo gettò a terra, esattamente a metà tra lui e l’interlocutore. I due inseguitori si guardarono tra loro e si scambiarono un cenno, poi il ragazzo si avvicinò al borsone. Ma non appena si chinò per prenderlo, il ladro estrasse fulmineo un oggetto grigio e lucido da una tasca del cappotto e glielo puntò. Una pistola.

«Lucas!» esclamò la ragazza, allarmandosi. Puntò i piedi ed entrambe le sue mani si illuminarono di nero. Non avrebbe assolutamente permesso a quell’individuo di aprire il fuoco. Se solo avesse sfiorato il grilletto, l’avrebbe spedito al tappeto.

Il ragazzo sollevò le mani. Osservò l’arma puntata verso di lui per nulla impressionato, poi si rimise in piedi. «Rilassati Roth» replicò tranquillo. «Non sparerà.»

«Cosa te lo fa credere?!» ribatté la figura, sorprendendo i due con il suo tono di voce. Acuto, troppo acuto per appartenere ad un uomo. Strinse con più forza l’impugnatura della pistola. Sembrava teso. Anzi, tesa.

Dopo aver superato lo stupore, Lucas abbassò le mani e replicò: «Perché se quella pistola fosse carica avresti premuto il grilletto già da un pezzo, non credi?»

«Forse volevo solo assicurarmi di non mancare il bersaglio» sbottò prontamente la ragazza incappucciata, con tono di voce irritato. «Trovare munizioni non è facile di questi tempi.»

«È inutile che cerchi di fregarmi, conosco i trucchi di voi abitanti del Dedalo. Anche io vivevo qui.»

Lucas mosse un passo verso la ladra, ma quella indietreggiò di scatto, abbassando il cane dell’arma. «Provaci di nuovo e ti apro un buco in fronte!» esclamò. Questa volta sembrava quasi allarmata.

«Sono proprio curioso di vedere come fai» disse ancora Lucas, muovendosi di nuovo verso di lei.

Rachel sospirò di sollievo e abbassò le mani, che si spensero. La ladra bluffava, per fortuna Lucas lo aveva capito. Adesso non doveva fare altro che aspettare che il suo socio chiudesse la faccenda, poi avrebbero potuto andarsene in pace. Non era mai stata nel Dedalo, ma da quel poco che aveva visto aveva intuito che prima se ne sarebbe ritornata nel suo Neon, meglio sarebbe stato.

«Fermi!» esclamò un’altra voce, facendola trasalire. Si voltò di scatto e rimase interdetta. Un ragazzino era apparso all’improvviso alle loro spalle, con un coltello in mano puntato verso di lei e Lucas. L’aria determinata che aveva in volto era tradita da un leggero tremore della mano. Ostentava sicurezza, ma era chiaro che non rappresentava davvero una minaccia per Rachel o Lucas. Ma non era certo questo ad impensierire la corvina. Il suo aspetto... era troppo famigliare. Non poteva essere vero.

«Ryan!» esclamò la ladra, distraendosi. «Che stai facendo, vatt...»

Non finì la frase, a causa di Lucas che si avventò su di lei e le immobilizzò il braccio, portandoglielo dietro la schiena e facendole cadere la pistola di mano. La ragazza gridò di sorpresa.

«Komi!» esclamò il ragazzino, cercando di andare in suo soccorso, ma Rachel fu più veloce. Fece comparire dal terreno due rampicanti di luce nera, che andarono ad attorcigliarsi attorno alle braccia, bloccandolo. Non strinse troppo la presa, comunque. Non voleva fargli del male. Il coltello fece la stessa fine della pistola, scivolò a terra rendendo l’avventore disarmato.

«Agh!» si lamentò lui, cercando di liberarsi con degli strattoni. «Che diavolo è questa roba?!»

«No!» gridò di nuovo la borseggiatrice. Provò anche lei a liberarsi della presa di Lucas, ma era troppo forte per lei. Tese una mano verso il ragazzino. «Ryan!»

 «Komi!»

Ryan? Komi?

Rachel osservava sempre più stranita quei due, vagando dall’uno all’altra con lo sguardo, mentre la sua mente metteva insieme i pezzi. 

«Cerca di calmarti, tanto non vai da nessuna parte» disse Lucas con tono calmo alla ladra, mentre lei continuava a dimenarsi.

Mentre si muoveva come un’ossessa, il cappuccio si abbassò scoprendole il volto. E a quel punto Rachel rimase a bocca aperta. Posò di nuovo lo sguardo su Ryan, e a quel punto realizzò dove, in passato, aveva già visto quei capelli rossi e quegli occhi verdi. O meglio, su chi.

«Lucas» esclamò. «Lasciala andare!»

«Cosa?» domandò lui, stranito.

«Lasciala ho detto!»

Il suo partner obbedì, mollando la presa, ma continuò comunque a guardare Rachel in cerca di spiegazioni. La conduit, dal canto suo, lasciò andare Ryan, che corse dalla ladra, abbracciandola. Lei non rifiutò il contatto, ma mentre stringeva il ragazzino osservò con odio i suoi due inseguitori. Sembrava un lupo in trappola.

«Rachel, che sta succedendo? Conosci quei due? Devo ricordarti cos’è successo l’ultima volta che hai detto di conoscere qualcuno?» domandò Lucas avvicinandosi alla corvina, senza spostare lo sguardo dai due ladruncoli.

Lei non rispose. Rimase con gli occhi fissi su quelli della ladra. Erano identici ai suoi. Anche il colore dei loro capelli era simile. Il suo volto invece... ormai non aveva più dubbi.

«Tu sei... voi due siete... i fratelli di Stella...» mormorò, quasi non credendo alle proprie parole. «Komand’r... Amalia... e Ryand’r...»

Era impossibile sbagliare, anche se non li aveva mai visti dal vivo. Amalia era identica a Stella sotto praticamente ogni aspetto, eccezion fatta che per il colore degli occhi e dei capelli. Lo stesso valeva per Ryan, ovviamente tralasciando la distinzione di sesso. E per finire, erano nel Dedalo, dove Kori e famiglia avevano vissuto quando si erano trasferiti lì.

Infatti, entrambi sgranarono gli occhi. Anche Lucas rimase sinceramente sorpreso. «E tu... come fai a saperlo?» domandò Amalia, separandosi lentamente dal fratellino.

«Io...» Rachel esitò. Le fece uno strano effetto parlare con loro. Forse perché entrambi erano in lutto per quella ragazza che era parzialmente stata la causa della sua infelicità. Doveva fare attenzione a non lasciar trasparire troppo le sue emozioni, o magari quei due avrebbero mangiato la foglia. Non riusciva a credere di aver incontrato proprio loro due. Si era perfino dimenticata della loro esistenza, fino a pochi istanti prima. Se non li avesse visti con i suoi occhi probabilmente avrebbe continuato ad ignorarli, o a pensare che fossero entrambi morti.

«Io... conoscevo Kori...» cercò di spiegare. «Andavamo a scuola insieme, prima che lei... insomma... prima dell’incidente.»

Ryan dischiuse le labbra, mentre Amalia si rabbuiò. «Ah. Capisco.»

«Scusate, noi non... sapevamo...» mormorò ancora Rachel, ma Komand’r la anticipò con un gesto secco della mano. «Prendete quelle provviste e andatevene.»

«Agli ordini» sbottò Lucas, avvicinandosi al borsone. Era chiaro che la faccenda non lo sfiorava nemmeno.

«Fermo X!»

Il ragazzo si bloccò e fissò nervoso la partner. «Cosa? Che c’è adesso?!»

Rachel si mordicchiò l’interno della guancia, osservando pensierosa i due fratelli. Ora che li vedeva meglio, poté constatare che erano entrambi ridotti piuttosto male. Vestiti rovinati, trasandati, entrambi con diversi graffi sul volto e chiaramente malnutriti. Era evidente che non mettevano mano su del cibo commestibile dall’inizio della quarantena. Gli Spazzini, come i Mietitori, si appropriavano di tutte le provviste sganciate dal governo nel Dedalo. Se Rachel e Lucas, trovandosi lì di passaggio, non avessero sgomberato la piazza dai malviventi per impossessarsene, probabilmente Amalia non sarebbe mai riuscita a fregarli e ad appropriarsi di quel borsone.

Annuì a sé stessa, poi guardò l’amico. «Lasciagliele. Loro ne hanno più bisogno di noi.»

«Vorrai scherzare!» protestò lui. «Con tutta la fatica che abbiamo fatto per...»

«Possiamo procurarcene altre, e tu lo sai meglio di me. Lasciamole a loro» proseguì lei con calma, guardandolo negli occhi.

Il ragazzo incrociò le braccia e resse lo sguardo, chiaramente meditando se ascoltarla o no. Nonostante non fosse la prima volta che i due si confrontavano in quel modo, guardandosi, a Rachel fece comunque uno strano effetto osservare le sue iridi blu. Inoltre, era ancora più insolito vederlo senza la sua classica pittura facciale, la quale si era del tutto prosciugata durante l’inseguimento. Alla fine, Lucas grugnì infastidito. «Sei una rompiscatole, lo sai?»

Rachel sorrise, il suo corpo si rilassò nonostante lei non ricordasse di essere mai stata tesa. «Lo so.»

Lucas sospirò e diede le spalle al borsone, poi cominciò ad incamminarsi. «Non avrei mai dovuto diventare tuo socio...» mugugnò mentre si allontanava.

La corvina non si preoccupò di quell’affermazione. Diceva quello tutte le volte che lo persuadeva a fare qualcosa che non gli andava. Si voltò ancora una volta verso i due fratelli, tornando seria. «Scusate ancora. Ce... ce ne andiamo.»

Fece per mettersi al seguito di Lucas, ma Ryan la fermò: «Aspettate!»

Entrambi si fermarono, sorpresi. Anche Amalia si era messa ad osservare con un sopracciglio inarcato il rosso. Lui parve sentirsi a disagio sotto gli occhi della sorella, di Rachel e sotto quelli ben più severi di Lucas, ma proseguì comunque, tra un’esitazione e l’altra:  «Potremmo... dividercele... no?»

«Cosa?!» domandò Komand’r, incredula. Non aveva detto nulla in merito all’iniziativa di Rachel di lasciare a loro le provviste, ma era più che evidente che "condividere" non era una parola presente nel suo vocabolario.

Ryan sembrò intimorito dalla sorella, ma rispose comunque: «Beh... era un’amica di Kori... e ci hanno lasciati andare senza farci del male... non troppo, perlomeno...»

Rachel nel frattempo, non sapendo come reagire, cercò nuovamente una conferma nello sguardo di Lucas. Provò nuovamente quella strana sensazione, ma questa volta durò molto di meno. Svanì non appena l’espressione confusa del partner non divenne di soddisfazione. Con un sorriso compiaciuto spostò lo sguardo dalla corvina e lo indirizzò verso di Amalia.

«Mi sembra un’ottima idea.»

Fece per incamminarsi verso di loro, ma un’altra voce, questa volta dal timbro molto più grave, provenne dalle loro spalle, facendoli trasalire tutti quanti. «Fermi voi!»

Un uomo armato di fucile era apparso alle loro spalle. Era grosso e alto, vestito come uno straccione, con un sacco della spazzatura strappato indossato a mo’ di mantello. Il volto era coperto da un passamontagna bianco e logoro. Uno Spazzino.

Sollevò il fucile e lo puntò contro i ragazzi. «Restituite immediatamente quel...»

Non terminò mai la frase. Un raggio di luce nera lo centrò in pieno petto, scaraventandolo a decine di metri di distanza e schiantandolo contro un muro. Crollò a terra, esanime. Il fucile cadde a terra, innocuo.

Rachel abbassò la mano, un tenue bagliore nero le illuminava ancora il palmo, poi spostò lo sguardo su Lucas. «Qui non è sicuro. Se quello ci ha trovati ne arriveranno presto altri.»

Il ragazzo annuì, rispondendo con un mugugno. La corvina si voltò verso Amalia e Ryan, i quali la fissavano sbalorditi, forse perfino intimoriti. Sorrise. «Allora, che ne dite di andarcene da qui?»

 

***

 

Non appena vide la casa di Amalia e Ryan, Rachel realizzò che il suo appartamento non era poi così male.

La baracca non sembrava quasi nemmeno in grado di reggersi sulle proprie fondamenta. Così come tutte le altre abitazioni presenti in quella strada.

Erano nella periferia del Dedalo, uno dei pochi luoghi ancora tranquilli di quel distretto, dove gli Spazzini non facevano alcun tipo di ronda. I due fratelli erano stati molto fortunati a vivere in quel luogo.

L’interno dell’abitazione, tuttavia, era molto ben tenuto. Era pulito e non c’era quasi traccia di crepe su pareti o sul pavimento. In compenso, l’assenza di mobilio era quasi totale. Un divano cencioso nel salotto, un tavolino da caffè, una cucina quasi completamente spoglia in cui erano presenti giusto un tavolo e qualche armadio, e non c’era traccia di elettrodomestici.

Rachel non fece domande a riguardo, ma si augurò per loro che il bagno funzionasse. Un’altra cosa che notò era che non c’era presenza di fotografie o altro riguardanti i due fratelli e la loro famiglia. Ora che si ricordava, Kori aveva detto di avere un amico di famiglia lì ad Empire, ma in casa, di lui, non c’era alcuna traccia.

I quattro ragazzi si radunarono attorno al tavolo della cucina. I due fratelli da una parte, i due partner dall’altra. Amalia posò il borsone. Prima di aprirlo, osservo prima la corvina, poi Lucas, sul quale si soffermò molto più a lungo. «Dividiamo questa roba e poi sparite, ok? Non voglio altri problemi.»

«Gentile da parte tua dare ordini dopo che ti abbiamo salvato la pelle da quello Spazzino» ribatté Lucas, incrociando le braccia.

«Potevo benissimo cavarmela da sola» insistette Amalia, indurendo la sua espressione.

«Sicuro. Magari usando quella pistola scarica come una clava.» Red X sogghignò. «Sono certo che avresti avuto molte...»

«Finiscila, Lucas» lo interruppe Rachel, scoccandogli un’occhiataccia. Lucas roteò gli occhi, ma rimase in silenzio.

«Komi, basta, ti prego...» mormorò Ryan a sua volta, tirando la sorella per la manica del cappotto. «Avrebbero potuto ucciderci, ma non lo hanno fatto, dovresti essere grata di...»

«Sì, sì, ho capito...» sbottò la sorella, irritata, poi sospirò. «E va bene, facciamola finita.» Abbassò la zip del borsone, rivelandone il contenuto. E non appena il tutto fu completamente visibile, i quattro sgranarono gli occhi.





Non state sognando, sono di nuovo io. Lo so, è passato un bel po' di tempo. Lo so, sono stato un bastardo ad andarmene in quel modo. Ma dopo questi tre mesi di pausa penso di poter ricominciare. Non più ai livelli dell'ultima volta. Cercherò di essere più preciso e puntuale possibile, ma naturalmente non sarà così nel caso si verificassero contrattempi.  

Non so ancora come mi comporterò, ma questa volta cercherò di lasciarvene almeno uno ogni dieci giorni. Poi studierò meglio come e quando pubblicare.

Potrei dire milioni di cose. Scuse, ringraziementi, auguri, eccetera, ma non me ne viene in mente neanche una. Posso solo dire che, nonostante mi sarebbe piaciuto azzardarmi a scrivere in altri fandom, il pensiero di ricominciare da qui è stato il primo che mi è venuto, e che sono felice di essere tornato.

Avevo altre storie in cantiere, ma alla fine ho deciso di scrivere questa qui, nonostante io stesso avessi detto che non ero intenzionato a continuare dopo il Prologue. Ma questa volta, a differenza di The Good Left Undone (pace all'anima sua) un sequel ci sta alla perfezione. Come mi disse una recensitrice, in The Darkness's Daughter c'era tutto un mondo da tirare fuori, e in effetti aveva ragione. HoS non necessitava di un seguito perché aveva un inizio e una fine ben delineati, certo c'erano delle questioni ancora aperte, ma non in modo vasto come in TDD. E poi, inFAMOUS ha avuto un seguito, il 2, e non ha per niente deluso, quindi perché TDD non poteva averne uno a sua volta? 

E comunque, le altre storie che avevo in mente alla fin fine non erano nulla di che. 

So che vedere Rachel come protagonista potrà essere un po' banale e ripetitivo, ma lei era l'unico personaggio in grado di abbracciare così bene questo ruolo, in questa storia. Il fatto che lei abbia paura dei suoi poteri non è una novità, non sono stato costretto a stravolgere troppo il suo carattere. E comunque, personaggi come Red X e gli stessi Amalia e Ryan non saranno solo dei cameo, anche loro avranno una storia da raccontare, ma tutto ciò lo vedrete dagli occhi di Rachel. E con il passare del tempo ne arriveranno anche altri, alcuni conosciuti, altri un po' meno, alcuni amati e altri non proprio. 

Ho riletto il capitolo diverse volte, ma se notate errori segnalatemeli, grazie. Con questa storia sto osando, e anche molto, voglio che sia il più perfetta possibile. Come inizio è un po' fiacco, ve lo concedo, ma vi assicuro che molto presto di salirà di intensità.

Ok, credo di aver finito. Dubito che mi leverò mai questo vizio di mettere i puntini sulle i...

A presto, spero di leggervi nelle recensioni. Mi piacerebbe rivedere le mie vecchie conoscenze e perché no, farne anche di nuove.

So che questa non è la classica storiella romantica a cui molti saranno abituati, ma, ahimé, io prediligo tre cose: violenza, suspance e parolacce. Anche un pizzoco di fluff, ma giusto un poco, pochissimo. In questa storia sarà quasi assente, ma non mancheranno quelle scenette che vi faranno pregare che Tizio si metta insieme a Tizia ed eccetera... ;)

Un abbraccio a tutti voi, è bello essere di nuovo qui!

Edoardo811


Post Scriptum. Siccome voglio fare una cosa ben fatta, e siccome ogni opera che si rispetti ne possiede una, questa è la colonna sonora principale di questa fic: Rise Against - Give It All
Perché ho scelto proprio questa canzone? Beh, il motivo è molto semplice: perché i nostri eroi ce la mettono tutta, sempre. E avrete modo di scoprirlo ;)
   
 
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