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Autore: hakuryu    30/01/2016    1 recensioni
due fratelli, così diversi ma così inseparabili,dopo tutto.
questa storia avviene dopo Avengers, dove il nostro caro Loki viene riportato a casa dal fratellone, casa in cui i rimproveri non mancheranno.. ma se ad Asgard il processo con odino padre degli dei dovesse tardare anche solo di un giorno?cosa accadrebbe? io l'ho immaginato così!
buona lettura!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Loki, Thor, Un po' tutti
Note: Lime, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
 
 
 
Nel frattempo, nelle stanze di Thor, Loki era steso sul letto. Forse non tutti sanno che tutto ciò che sente  la copia viene trasmesso, seppur in modo un po’ più lieve, al corpo che le ha generate …
Guardando un punto indefinito e sentendosi stremato, si portò due dita alla bocca poggiandosele leggermente come a volerle accarezzare. Poi, chiudendo gli occhi, si addormentò nuovamente.
Quella notte Thor tardò a rientrare nelle sue stanze poiché controllò alcune aree del palazzo, che solitamente erano frequentate da Loki, per verificare se il Dio degli inganni avesse preferito non tornare nelle stanze.
Una volta appurato che Loki non si trovava nei posti in cui il Dio del tuono ipotizzasse che si trovasse, tornò nei suoi alloggi. Se non lo trovava magari era perché non voleva essere trovato.
Fu con immenso stupore che, entrando, lo vide lì nel suo letto a dormire beatamente.
Si avvicinò con cautela per osservarlo, non voleva svegliarlo voleva solo bearsi di quello spettacolo insolito.
Il viso disteso. La nera capigliatura scompigliata in alcuni punti, con qualche ciocca audace osava ricadergli sul viso. L’espressione rilassata di chi non ha pensieri. Era sereno. O quantomeno lo sembrava.
Thor inclinava la testa incuriosito e colpito, per osservarlo da più angolazioni.
Si era addormentato senza cambiarsi, ignorando quello che gli aveva consigliato di fare affinché non si prendesse un malanno.
<< “sei un gran testardo … “ >> pensò tra se e se sorridendo.
Togliendosi gli stivali e restando a piedi nudi per non fare rumore, Thor si avviò a prendere una coperta di pelle d’orso per adagiarla sopra al corpo di Loki coperto dal nulla. Il freddo non gli dava problemi essendo un gigante di ghiaccio, questo lo sapeva bene, ma voleva dimostrarsi premuroso.
Presa la coperta tornò verso il letto, quasi in punta di piedi, e adagiò con calma e lentezza la coperta sul corpo di Loki. Quest’ultimo però con fare felino aprì gli occhi e prese Thor, chinato verso di lui, buttandolo nel letto mettendosi a cavalcioni su di lui puntandogli alla gola il pugnale che teneva sotto il cuscino.
Poi Loki parve rendersi finalmente conto di chi aveva davanti e smise di fare pressione con la lama, facendo uscire un piccolo rivolo di sangue scarlatto dal collo dello sconvolto Thor.
<< THOR?! Sei forse impazzito?! Avrei potuto ucciderti! >> gli disse irritato quasi urlando il suo nome e gesticolando con la lama.
<< E ti saresti rammaricato per la mia morte? >> gli chiese con un lieve sorriso. Gli piaceva  che stesse così, su di lui, sentire il suo corpo a contatto con quello di Loki. Anche se preferiva che il pugnale non fosse presente in questa “idilliaca” scena.
<< Ma certamente, Thor … >> gli rispose con un’espressione quasi dolce, e lì per lì Thor rimase esterrefatto e  aveva preso anche  un respiro profondo per rispondergli, ma Loki non gliene diede il tempo visto che riprese a parlare << … mi sarebbe rammaricato perché poi sarebbe toccato a me morire. Hai forse dimenticato il vincolo che ci tiene incatenati? Eppure lo hai stipulato tu stesso. >> sputò con odio.
Loki fece per alzarsi da quella posizione decisamente fuori luogo, considerando che indossava la sola accappatoio, ma Thor non glielo permise. Anzi, mantenendolo in quella posizione, alzò la schiena abbracciandolo con mal celata forza.
<< Posso stringerti solo un po’? solo … un po’  >> chiese quasi supplichevole incastrando il suo viso tra  la spalla e il collo dell’altro.
Loki si paralizzò come a non aver realizzato cosa stava accadendo. Cercò di divincolarsi, ma Thor mise ancora più forza in quell’abbraccio e Loki teneva molto alle sue ossa. Decise quindi di assecondarlo temporaneamente.
<< Solo un po’. E che non diventi un’abitudine. >> disse seccato lasciando ricadere le braccia lungo i propri fianchi, non ricambiando l’abbraccio.
<< Loki, c’è una cosa che volevo domandarti da tempo >> cominciò a parlare sempre nella stessa posizione, causando brividi di Loki per il respiro caldo che emetteva quando parlava, respiro che si scontrava con la sua fredda pelle. << Quando tu scappasti dalla prigione, ormai una settimana fa … quando ti dimostrai di tenere a te come a più di un fratello …  ecco, non mi hai mai detto quello che tu provi nei miei riguardi. >> terminò la frase con fare solenne e sollevò il capo così da guardarlo fisso nei suoi preziosi occhi verdi.
<< Thor, io non ho bisogno di sentimenti genuini come l’amicizia o l’amore. Nel mio mondo non c’è spazio per questi sentimenti, poiché io non li conosco. Conosco l’opportunismo e conosco molto bene l’odio. E mi trovo bene così. Io non so se ho memoria dei … sentimenti che anni or sono AVREI potuto provare per te … >> avrebbe continuato a parlargli e a dirgli che per lui c’era solo rancore nel suo cuore, ma Thor ribaltò le posizioni, in questo modo si sciolse anche la cintura che Loki aveva legata alla vita per fare in modo che  la sua accappatoio non si aprisse, ed il pugnale gli volò di mano.
<< Permettimi di ricordartelo, permettimi di mostrarti che sono cresciuto e che non sono più quello di un tempo … >> disse guardandolo negli occhi come a volercisi tuffare dentro e poggiando le braccia tese ai lati dei fianchi di Loki.
<< Thor … smettila adesso … >> disse con la voce ridotta ad un sussurro e con i palmi delle mani poggiati sul petto di Thor che facevano pressione per farlo alzare da lui.
Loki deglutì pesantemente e lesse negli occhi di Thor la certezza di volergli dimostrare che lo amava più di come si può amare un fratello. Ebbe per un attimo paura. Paura perché non era abituato all’amore, si era allontanato da quel sentimento, l’amore fa soffrire e rende deboli. Lui non voleva più essere debole, però dall’altro lato … dall’altro lato perché odiava Thor? C’era davvero un valido motivo?
Thor che colpa aveva se non quella di essere il figlio di Odino?
La testa di Loki per degli attimi che parvero secoli fu invasa da pensieri contrastanti, e non rispose più a Thor.
Il silenzio calò nella stanza, parole nascoste tra gli sguardi aleggiavano silenziose e letali.
Thor lentamente scese a baciargli il collo, poi il candido petto nudo. Scese ancora con una scia di umidi baci verso il ventre sentendo Loki irrigidirsi mano a mano di più.
Di colpo Thor si fermò e alzandosi lievemente si tolse il mantello e coprì il corpo nudo di Loki, con suo grande stupore.
<< Loki, non voglio forzarti a fare nulla. Se non avrò il tuo consenso, non ti sfiorerò oltre. È per me complicato resistere a quelli che sono i miei istinti, ma è la ragione quella che ci distingue dagli animali. Ed io non lo sono. >> gli disse pacato e serio stando in piedi poco distante da lui per dargli modo di riprendersi.
Loki prese il mantello ed alzandosi lo gettò via, rimanendo per un attimo con l’accappatoio mezza tolta e spalancata. Per quell’attimo la luce delicata della luna si posò sul suo corpo delineando quel pallore e quel corpo perfetto che Thor si ritrovava ad ammirare.
<< Non sono la tua principessa da salvare, ne tantomeno un tuo gioco per il tuo personale divertimento. >> gli disse chiudendosi l’accappatoio stringendo la corda in vita, poi riprese << Riguardo a quello che è avvenuto poco fa, non farti illusioni. Non mi sono ancora ripreso del tutto, altrimenti sarei volato via in sembianze di falco ben prima che tu, facendo il cavaliere dalla splendente armatura, decidessi di alzarti senza dar sfogo ai tuoi più bassi istinti. Figlio di Odino, ti ho già detto di non giocare con me e non voglio ripetermi. >> proferì queste parole con l’amarezza nella voce e si voltò  dando le spalle a Thor.
<< Non è mia intenzione prendermi gioco di te, mai lo farei.>> gli disse avviandosi verso la porta sentendosi colpevole, forse aveva affrettato troppo i tempi. Poi riprese a parlare << Ti farò portare degli abiti domattina. Ti auguro una buona notte. >> così concludendo, si chiuse la porta alle spalle.
<< “ Una buona notte dice lui, eh. Facile a dirsi. Ma cosa mi sta succedendo?! Deve sicuramente essere colpa di quel vincolo di sangue, mi si sta ritorcendo contro con qualche suo effetto collaterale. Devo trovare il modo di liberarmene, così facendo anche queste …  sensazioni spariranno.” >> con questa ferma convinzione, si rimise a letto, coprendosi con la coperta che aveva trovato sul letto, e dopo vari tentativi, cadde tra le braccia di Morfeo.
Loki dormì intrappolato in un sonno senza sogni, svegliandosi con il rumore della porta aprirsi. Era una vecchia serva raggrinzita dall’età che stava portando la colazione ai principi.
<< Mi stupisce come tu faccia a non essere ridotta in polvere, vecchia. >> le disse sarcastico con la voce leggermente impastata dal sonno.
<< Questo è molto irrispettoso da parte tua, e anche impertinente aggiungerei. >> gli disse in tono sicuro la vecchia avvicinandosi lentamente al letto dove ancora giaceva Loki.
<< Potrei lenire le sofferenze che ti ha causato l’età adesso e definitivamente vecchia, come premio per questo tuo comportamento. >> le rispose sedendosi sul letto alzando leggermente il mento e guardandola con aria di sfida, quasi divertito dall’impertinenza della vecchia.
La serva riprese a parlare camminando lentamente e  si appoggiò con una mano alla struttura del letto << Però magari se non fosse una vecchia a parlarti ma se al contrario fosse … >> così dicendo, con un movimento rotatorio delle dita e attorniata da un tenue fumo dorato, mutò aspetto diventando una ragazza alta e giovane dai capelli scuri e lunghi, dagli occhi di cerbiatta e con indosso delle succinte vesti che coprivano solo lo stretto necessario affinché non fosse totalmente nuda. Con la grazia di un felino si sedette ai piedi del letto di Loki accavallando le gambe e riprendendo a parlare << … serberesti lo stesso trattamento anche ad una giovane fanciulla, principe Loki? >> concluse sorridendo.
Loki  era notevolmente impressionato dalla stregoneria usata. Rune abbastanza complesse erano state applicate per la trasformazione, non è cosa da tutti.
<< Chi sei? >> le chiese incuriosito senza rispondere alla sua domanda e portandosi una mano al mento curvando la schiena e poggiando il gomito alla gamba.
<< Sono la persona che può aiutarti a sciogliere il vincolo che ti tiene legato a Thor … >> gli sorrise suadente avvicinandosi ancora di più fino a essergli di fianco
<< E chi mi garantisce che posso fidarmi di te? >> chiese mal celando la sua curiosità e squadrandola per bene, recuperando il pugnale che giaceva accanto a lui e sfregandone lievemente la punta sulla coscia di lei.
<< Oh ma io non ho mai chiesto la tua fiducia, principe Loki. >> gli rispose mantenendo il sorriso sulle labbra << Io ti servo. >> concluse portando un dito al collo di Loki e facendolo scorrere fino al mento in una carezza.
Loki in risposta le afferrò di scatto la mano e la strinse con un po’ di forza  << Come potresti aiutarmi? >> le chiese puntando dritto al sodo.
Lei si voltò verso la porta sentendo i passi di qualcuno arrivare, poi tornò a puntare il suo sguardo su Loki << Non qui. Troppe orecchie ascoltano. Mi farò viva io prima di quanto tu possa immaginare. A più tardi, principe. >> così dicendo, scomparve nella medesima nuvola di fumo dorato  che aveva usato per trasformarsi.
<< Una copia resistente al tatto, eh? Ingegnoso … >> si disse tra sé e sé.
Non passarono che pochi istanti e qualcuno bussò alla porta.
<< Posso, principe Loki? Sono venuta a portarle un cambio d’abito … >> proferì una domestica con voce tremante.
<< Entra. >> disse distratto ancora da quell’incontro e pensando a quel fumo dorato. Solo una persona nei nove mondi, aveva letto, era in grado di produrlo. Ma chi era? Lo aveva letto molto tempo prima in un testo antico quanto la creazione degli stessi mondi.
Nel frattempo la domestica, frettolosamente ma meticolosamente, ripose gli abiti nella poltrona più lontana dal letto.
<< Con permesso … >> disse con una riverenza del capo pronta a lasciare quelle stanze.
<< Aspetta >> disse fermandola << Dov’è in questo momento Thor, mio fratello? >> disse fissandola e pronunciando l’ultima parola con ironia
<< Il principe Thor si trova ad allenarsi, mio signore. A quanto ho sentito è stato lì per gran parte della notte se non tutta. >> rispose rispettosa e con voce tremante.
<< Riferiscigli che andrò a passeggiare quest’oggi. Puoi andare. >> le disse autoritario senza guardala.
La serva con un ultimo cenno del capo se ne andò lasciando il principe libero di vestirsi.
A quel punto Loki si vestì con calma, indossando i suoi soliti abiti con le colorazioni del nero e del verde con qualche accenno di dorato. Per ultimi indossò gli stivali e, portandosi indietro i capelli, uscì dalle stanze. Prese un’ala del palazzo poco frequentata, che passava per i giardini esterni.
Un ambiente splendido e rilassante, colmo di profumi di ogni genere senza però risultare eccessivi. Colori di ogni genere spadroneggiavano liberi e selvaggi ma al contempo curati come se quei fiori fossero l’essenza stessa degli Dèi. Uccellini cinguettanti posati sulle fronde dei rami dalle foglie di un verde sgargiante quasi come fossero artificiali, un laghetto poco distante dove le libellule di ogni colore volavano per le ninfee volando talvolta via spaventate dall’incontro con un ranocchio.
In tutto questi ambiente idilliaco ma familiare al contempo, c’era qualcosa che stonava con il resto.
C’era infatti un serpente, un tipo di serpente che non si era mai visto prima. Lucente come le gemme più preziose, di un bianco puro come le rose più pregiate e gli occhi color dell’oro.
Questo serpente prese ad avvicinarsi sempre di più, fino ad arrivare ai piedi di Loki. Salire fino al ginocchio. Salire ancora fino ad arrotolarglisi al braccio. Il musino accanto all’orecchio gli sussurrava parole, mentre la lingua serpeggiava.
<<* Ssssssplendente le misssssssero nome: dovunque venisssssse nelle case indovina esssssperta in profezie, dava potere alla magica verghe; incantò, dovunque poteva, incantò i ssssssensi, sssempre era la delizia di sssspose malvagie. Ti assssspetterò ad **Alfehimir, lì ti ssssvelerà come ssssciogliere il vincolo … >> concluse il serpente svanendo in un fumo dorato e liberando il braccio di Loki dalle sue spire.
<< Adesso ricordo a chi appartiene questo potere così particolare, anche se dopo tutti questi secoli pensavo fosse morta DEFINITIVAMENTE ormai … >> disse con un sorriso sghembo sul volto. << Alfheimir, eh? So anche come arrivarci … senza che boccadoro mi veda. Sarà divertente, presumo. >>  concluse, assumendo le sembianze di una qualunque guardia asgardiana.
Tornando tra le mura di Asgard, Loki si mosse tranquillamente attraverso i corridoi senza destare sospetti. Si diresse verso il punto dove tenevano la flotta di navi volanti, il posto era sorvegliato da due guardie poste davanti l’entrata dell’enorme porta.
Era il momento di un trucchetto magico, si disse loki sogghignando. Portando una mano dietro la schiena, mentre l’altra teneva la lancia da battaglia delle guardie, disegnò dei ghirigori  che emettevano come un fumo verde. Così creò una copia di un fuggitivo dalle prigioni, uno dei balordi che si vedevano in giro per i mondi.
<< Allarme! Allarme!! Un prigioniero di guerra è fuggito! >> disse correndo verso le guardie che stavano dinnanzi alla porta.
Quelle, allarmate, lasciarono la postazione correndo alla caccia del fuggiasco. Anche Loki fece vedere di avviarsi con loro per l’inseguimento, rimase man mano sempre più indietro fino a veder scomparire all’orizzonte i due allocchi che avevano abboccato all’amo. Poi tornò indietro a passo spedito sogghignando, aprì la porta e se la richiuse alle spalle. Constatando che non vi erano ulteriori guardiani sciolse l’illusione e, illuminandosi di un fumo verde che nei punti dove svaniva lasciava spazio al suo vero aspetto, prese in prestito una delle navi.
Celò la sua presenza ad Heimdall e usando delle rune particolari schermò anche la presenza della nave, rendendola mimetizzata con l’ambiente in cui volava. Per un ulteriore sicurezza si mantenne basso.
Una volta avvistate delle rocce in lontananza, Loki accelerò al massimo l’andatura andando a mirare verso una piccolissima fessura e, con i capelli svolazzanti preda della brezza che si era andata a creare per la velocità assunta, al contatto con la roccia svanì come risucchiato da un portale. Questa era la scorciatoia per Alfheimir.
Una volta arrivato sul luogo, la barca sfregò violentemente contro il terreno provocando un rumore immondo e stridulo come di mille unghie che sfregano contro una lavagna, Loki venne sbalzato via dalla forza dell’impatto col terreno atterrando oltre la struttura della barca.
<< Atterraggio burrascoso, ma almeno ricordavo bene la posizione del varco. Sarebbe stato problematico altrimenti. >> disse alzandosi da terra e spolverandosi via la terra di dosso.
L’ambiente era cupo, il cielo con delle nuvole che davano sul violaceo era privo di sole. C’era luce quanto basta per vedere poco oltre l’orizzonte.
Vegetazione, per quanto ce ne fosse, arida e morta per lo più. Non proprio un ambiente piacevole dove vivere.
Si aspettava di dover camminare molto per pensare di incontrare colei che lo aveva invitato su questo pianeta, invece poco tempo dopo si palesò la stessa giovane donna che c’era nelle sue stanze.
<< Principe Loki, hai fatto molto presto a giungere sin qui. Devo pensare che ti mancavo? >> disse sdolcinata e maliziosa gettandogli le braccia al collo, con un profumo talmente forte da annebbiare i sensi.
Loki però si mantenne con le braccia lungo ai fianchi, guardandola dall’alto in basso con un sorriso sghembo in volto << Sono unicamente interessato a sapere come potresti mai aiutarmi, mia potente Gullveig- Heid. Incantatrice esperta e maga eccelsa di rune. La tua fama ti precede, mi rammarico per non averlo capito al nostro primo incontro. >> disse togliendosi le braccia dal collo con gentilezza e facendole un inchino con baciamano, poi riprese a parlare tornando eretto << Mi ferisce tuttavia che tu abbia usato proprio questa miscela floreale che dovrebbe causare intorpidimento agli arti, volevi  forse tendermi una trappola? >> concluse con un sorriso ancora più largo in volto.
<< Oh principe, non avrei mai pensato che saresti potuto cadere in una trappola così infantile … >> gli disse accennando un sorriso e sfoderando un’occhiatina dolce.
Proprio in quell’istante furono prese a Loki le braccia e portate alla sua schiena con la forza, per poi essere ammanettato. Voltandosi, Loki riuscì  a vedere chi con tanta forza era riuscito ad incatenarlo, vide un elfo oscuro dannato evidentemente al servizio della maga.
<< … Tuttavia, >> riprese a parlare la maga << So della tua particolare dedizione ai monologhi, e che sei solitamente così compiaciuto e pieno di te dal non dare particolare attenzione all’ambiente che ti circonda. >> disse trionfante, sfoggiando un malevolo sorriso.
Loki strinse le labbra, era stato uno sciocco a lasciarsi distrarre. Tentò di strattonare le manette, ma per quanto le strattonasse gli sembrava che si stringessero sempre di più ai polsi.
<< Ah, un consiglio. Se non vuoi rischiare che le manette speciali che ho riserbato per te ti mozzino le mani, ti converrebbe non tentare di romperle o toglierle. Sono manette anti-magia, un piccolo souvenir che presi da Asgard alle quali poi apportai questa piccola modifica. Belle, vero? >> concluse, carezzandogli il mento.
<< Molto raffinate, ti starebbero a pennello. >> rispose provocatorio sorridendo.
In risposta Gullveig gli mollò un sonoro ceffone, costringendo Loki a voltare il viso tale era la forza impiegata.
<< Qual è lo scopo di tutto ciò? Non ti ho mai arrecato alcun danno per meritare un trattamento simile, potremmo giungere ad un accordo e … >> disse tornando a guardarla, tuttavia lei non lo fece finire di parlare.
<< Portando te qui, lontano da Asgard, spingerò il principe Thor ad accorrere per salvarti. Una volta che sarete entrambi nelle mie mani, vi ucciderò, lasciando Odino senza nessun successore. Odino è ormai vecchio e debole, e alla sua dipartita non essendoci nessun altro a governare mi prenderò Asgard. >> disse solenne.
<< Ah bhe, puoi anche uccidere solo Thor allora. Sai, non sono propriamente il favorito per prendere posto come erede al trono di Asgard. >> le rispose ironico.
<< Meglio non correre rischi. Adesso io vado, è ora di far giungere qui anche il tuo amato fratello. Non temere, non sarai solo ad attenderlo. Ti lascio in compagnia dei miei amichetti. >> disse rivolgendosi ad altri due elfi oscuri dannati << portatelo via e rinchiudetelo in cella. Giocate un po’ con lui, non vorrei si sentisse solo. >> concluse svanendo nel nulla in una nube di fumo dorato.
<< Su ragazzi, parliamone … >> disse un Loki preoccupato per quello che sarebbe successo. Non ci teneva a … giocare con quei tizi senza poter controbattere.
Uno dei tre elfi mostruosi lanciò un pugno a Loki in pieno volto, face dolo cadere rovinosamente a terra. Da lì in poi si accorse, prima di perdere i sensi, di essere trascinato dalla caviglia per un lungo tratto di strada.
Mentre accadeva tutto questo all’imprudente Dio degli inganni, Thor non faceva altro che allenarsi e ancora allenarsi per scaricare la tensione. A pagarne le conseguenze e ad uscirne mezzi interi erano Hogun, Volstagg e Fandrall che si erano offerti volontari. Di certo non si aspettavano che Thor potesse essere così bisognoso di sfogarsi, avrebbero avuto lividi per un paio di giorni.
<< Uo uo uo, Thor calma! Finirai per ucciderci amico, fortuna che non stai usando Mijoolnir! >> disse Fandrall con i capelli  spettinati e le mani poggiate alle ginocchia per riprendere fiato.
<< Facciamo una pausa ragazzi >> disse Thor non rispondendo a Fandrall ed asciugandosi il sudore dalla fronte con un’asciugamani bianco. Con passo medio-veloce si allontanò  dai suoi compagni, lasciandoli interrogare sul motivo del suo strano comportamento.
Thor non si dava pace, stava ancora pensando agli avvenimenti di quella notte. E per di più non aveva ancora avuto il coraggio necessario per vedere Loki quel giorno.
<< “ un guerriero che ha affrontato centinaia di battaglie che non ha il coraggio di confrontarsi con un singolo individuo. Suona esilarante … “ >> pensò tra sé e sé accennando un sorriso mesto.
Fu così che mentre aveva lo sguardo perso nel vuoto vide Loki procedere verso il corridoio che portava alle armi e all’ala dei soldati a parso spedito.
<< Loki? >> sussurrò prima di corrergli dietro. Decise di non chiamarlo ad alta voce, per non attirare l’attenzione di nessuno.
Lo vide prendere l’ingresso per le barche, accelerò il passo e lo vide mettersi su una di quelle e prendere il volo. Allora lo imitò e lo segui, dapprima distante e poi accelerando notevolmente quando vide che stava andando a scontrarsi contro una parete. Urlò  << LOKI,NO!! >> poi lo vide sparire come risucchiato da qualcosa, e prima di potersi fermare aveva già attraversato anche lui il vortice ed essere così giunto ad Alfheim.
Come Loki poco tempo prima, anche Thor fece lo stesso ruzzolone giù dalla nave, però non c’era traccia ne di Loki ne tantomeno della sua nave.
<< Ma che … ? >> si chiese guardandosi intorno << è un altro dei suoi trucchi, mi sta giocando ancora!! >> disse iracondo scagliando un pugno al terreno e formando una considerevole buca. Poi rialzandosi in piedi prese a guardarsi intorno << Loki!! LOKI! Basta con i tuoi giochetti!! Esci fuori!! >> urlò furente.
<< Calma, calma Thor. Sono qui >> disse Loki comparendo poco lontano da lui, per poi lasciare posto al nulla svanendo in un luce d’orata e lasciando il posto ad una donna.
<< Tu … tu non sei … chi sei? E cosa vuoi da me? Mi hai attirato con l’inganno, cosa vuoi? >> le chiese mettendo mano alla cintura per prendere Mijolnir, senza però trovarlo. Lo aveva lasciato nel campo d’addestramento …
<< Bla bla bla, tu e tuo fratello fate gli stessi discorsi. Volete sapere, sapere e ancora sapere! Come siete noisi! >> disse facendo segno a qualcuno di venire. Dalle sue spalle arrivarono 3 Elfi oscuri dannati, che si avventarono contro Thor.
Senza il suo martello Thor era in svantaggio, non considerando che aveva anche tolto la sua corazza per allenarsi. Tenne degnamente testa ai 3 esseri enormi, riuscendo anche a stenderne uno. Gli altri due però colsero l’occasione per lavorare in squadra: uno lo teneva fermo da dietro mentre l’altro lo prendeva violentemente a pugni, alternando tra viso e stomaco. Il combattimento durò alcuni minuti al termine dei quali Thor, cadendo in ginocchio e venendo colpito alla testa, venne portato via a spalla da uno dei dannati.
Al suo risveglio, Thor, con la vista un po’ annebbiata, vide che l’ambiente circostante era scuro e stretto, con una sola piccola finestrella con delle sbarre di ferro. Realizzando che si trovava in una prigione, mettendo ancora di più a fuoco l’ambiente, vide Loki dalla parte opposta della cella rispetto a dove si trovava lui.
Era malconcio, sanguinava in più punti dal volto e aveva le vesti strappate in alcuni punti da dove fuoriusciva sangue rosso scarlatto. Era poggiato con la schiena al muro e il volto chino, le gambe distese e le braccia unite in un punto in mezzo alle gambe.
Un brivido passò a Thor lungo tutta la schiena quando realizzò che poteva non essere in vita …
Facendosi forza, si alzò traballante per raggiungere Loki. Un uomo qualunque dopo tutte quelle percosse avrebbe potuto riportare seri danni agli organi interni, ma un Dio aveva la scorza più dura di un semplice uomo.
<< L- Loki … >> sussurrò inginocchiandosi pesantemente davanti a lui, tossendo subito dopo aver proferito parola. Abbassando lo sguardo vide che Loki aveva delle manette, al contrario di lui. Non capiva il perché di questa decisione: forse pensavano che non fosse temibile quanto Loki? No, non era il momento di pensare a queste cose. << L – Loki! Svegliati! >> gli sussurrò portandogli una mano al viso ed alzandolo leggermente.
Quando ebbe compiuto questo gesto, Thor si sorprese a vedere che Loki aveva gli occhi aperti e adesso lo stava fissando. Era uno spettacolo ben più terribile di quello che si aspettava: una parte del volto di Loki era totalmente insanguinata, quasi come se fosse stato trascinato per un lungo tragitto in un terreno roccioso. L’altra parte del volto invece era livida e sanguinante dalla bocca e dal sopracciglio.
Lo sguardo di Loki era diverso, era più … cattivo, più risentito se possibile. Diverso la quello degli ultimi giorni che aveva passato con lui. Gli si leggeva chiaramente che aveva voglia di uccidere.
<< Loki, ma cosa ti hanno fatto … ? >> gli chiese scuotendo il volto accigliato, sconvolto dalle sue condizioni.
<< A quanto pare ho ancora la fama di essere il Figlio di Odino, e per questo vogliono la mia dipartita. Non contando la tua e quella di tuo Padre. >> gli rispose a fatica con un tono tra il sarcastico e il sofferente.
<< Ti hanno torturato, non avrò pietà per loro. >> disse iracondo << adesso noi due insieme ce ne andremo da qui. Per prima cosa ci libereremo di queste manette. >> concluse prendendo la catena che univa  i due capi delle manette e cominciò a tirare facendo scaturire un luce verde.
<< Aaargh!! Thor! Fermati!! >> quasi gli urlò, stremato << queste manette contengono la mia magia, e se proverai a toglierle con la forza finirai con l’amputarmi le mani! >> concluse tutto d’un fiato per poi contorcersi per un improvviso dolore alle costole. Doveva averne un paio rotte.
Thor tolse immediatamente le mani dalle  manette, se solo avesse avuto Mijolnir …
<< Scusami Loki, non potevo immaginare … Appena usciremo da qui prenderemo la chiave delle manette e … >> non poté finire la frase poiché Loki lo interruppe.
<< Thor, l’ultima cosa di cui ho bisogno sei tu che mi esprimi i tuoi piani ottimisti di fuga! >> gli sbottò contro << tu senza il tuo mistico martello ed io senza i miei poteri. Ci ritroviamo alla stregua di due uomini comuni che stanno andando incontro alla morte!! >>  concluse fissando i suoi occhi in quelli di Thor.
Thor a quel punto non poteva dargli torto, non  aveva modo di dargliene.
Si sedette accanto a lui senza più proferire parola. Thor si ritrovava ad essere troppo debole per poter piegare le sbarre della cella. E anche piegandole cosa avrebbe risolto? Ci sarebbero state guardie da affrontare, decine e decine. E come avrebbe combattuto con Loki in quelle condizioni? Si sarebbe fatto uccidere pur di non far avvicinare nessuno a lui, ed era proprio quello che volevano. La sua morte, alla quale sarebbe seguita quella  di Loki.
Passarono un paio d’ore, forse, da quando il silenzio era calato tra loro e Thor non aveva smesso un attimo di pensare alle parole di Loki “ ci ritroviamo alla stregua di due uomini comuni … “ …
<< Loki >> lo chiamò, guardando in avanti.
<< Cosa c’è. >> gli rispose, stando nella medesima posizione.
<< Hai detto … che in questo momento possiamo considerarci due uomini semplici, giusto? >> chiese, non guardandolo.
<< Si, e che stiamo andando in contro alla morte. Dove vuoi andare a parare? >>
<< Se proprio dobbiamo morire, non voglio farlo sapendo di non averti detto una cosa importante. Loki … >> disse girandosi verso di lui << Io t … >> lo interruppe un frastuono assordante, seguita dalla porta della cella che veniva totalmente scardinata dai cardini e buttata via.
Per quanto velocemente gli fosse concesso di muoversi, fulmineamente Thor si spostò davanti Loki per proteggerlo. Ma quando vide chi stava entrando dalla porta, fece un largo sorriso e rilassò le spalle.
<< Volstagg! >> disse raggiante.
<< Thor, scusa il ritardo ma siamo stati un po’ impegnati a giocare con le guardie della magione! >> gli disse il  grasso Volstagg entrando nella cella e dandogli una mano ad alzarsi da terra.
<< Ma come avete fatto a sapere che ero qui? >> gli chiese sorpreso dandogli una pacca sulla spalla.
<< Heimdall ti ha visto durante il tuo tragitto con la barca ed ha percepito la tua essenza su questo pianeta! E poi sei stato strano tutto il giorno e volevamo capire … >> fece una pausa tirando fuori un pezzo di panino dalla  sua armatura e masticandolo continuò a parlare sputacchiandone pezzi << … perché! >>
<< Quanta eleganza Volstagg. ***Potrei vomitare. >> se ne uscì Loki roteando gli occhi, poi alzò le braccia ammanettate dicendo acido << Hai un rimedio per queste che non includa distruggerle come hai fatto per la porta di poco fa? >>
Una chioma bionda fece capolino dalla porta dicendo << ho preso delle chiavi da una guardia >> per poi tirarle a Thor << Se sono come quelle di Asgard, la chiave ad incastro quadrato dovrebbe aprirle >> concluse poggiandosi allo stipite della porta.
<< Queste non sono simili, SONO quelle che usiamo ad Asgard. Odino dovrebbe tenere più sicure e sotto chiave le sue cianfrusaglie, Fandrall. >>  rispose Loki irritato al solo vederlo.
<< Se il Padre degli Dèi avesse tenuto meglio le sue “cianfrusaglie” , come le chiami tu, non saresti nemmeno riuscito ad abbandonare Asgard. >> disse una scontrosa Lady Sif sbucando dall’altro lato del corridoio mentre posava nel fodero la sua spada.
<< Basta così, pensiamo ad andarcene di qui adesso. >> li zittì Thor, chinandosi verso Loki ed aprendogli le manette e aiutandolo ad alzarsi.
<< Non ho bisogno d’aiuto. >> disse scostandosi da Thor, ma quando un giramento di testa lo colse di colpo si trovò a poggiarsi alla sua spalla.
<< Io invece credo di si. >> gli disse per contro Thor, passandosi un braccio di loki intorno al collo e mettendogli un braccio attorno alla vita per farlo camminare decentemente. L’avrebbe preso in braccio, ma Loki non glielo avrebbe mai perdonato.
Uscendo dalla cella passarono di soppiatto per uno stretto corridoio, fino ad arrivare all’uscita secondaria delle segrete che portava direttamente fuori dal piccolo maniero.
Tuttavia ad accoglierli trovarono la donna con una manciata di elfi dannati alle sue spalle.
<< Non sapete che è scortesia lasciare la proprietà che vi ha ospitato senza salutare la padrona di casa? >> disse avanzando verso di loro, mentre i 3 guerrieri e Lady Sif si paravano davanti Loki e Thor con le armi sguainate e pronti al massacro.
<< ADESSO BASTA. >> disse una voce riecheggiante nell’aria come il rimbombo di un tuono e che proveniva da un fascio di luce posizionato proprio sopra le teste degli elfi dannati al comando della strega.
In tutta la sua Grandezza comparve Odino brandendo Grungnir, la sua lancia, e cavalcando il suo fedele Sleipnir che con le sue numerose zampe schiacciò violentemente tutti gli elfi non appena posò gli zoccoli sul terreno.
<< Gullveig-Heid, strega. Sei condannata per tradimento verso il tuo Dio e per aver rapito i miei figli. >> Disse solenne guardandola con aria da giudice imparziale e battendo due volte l’asta della lancia in terra causando delle vibrazioni simili ad un terremoto.
Non poteva non incutere un certo timore  poiché era alto come un gigante.
<< Oh, Odino. Da quanto tempo, non immaginavo che saresti accorso personalmente … >> rispose indietreggiando la strega che era a corto di magia per poter fronteggiare Odino. L’illusione che aveva fatto vedere a Thor riguardo Loki era stata lunga da tenere, e questo tipo di incantesimo richiede un enorme dispendio di energia oltre all’elevato utilizzo di rune.
<< ****Visto che ti è così assai congeniale rinascere più e più volte … >> disse prendendo da un piccolo fodero un pietra lucente e puntandola su Gullveig , poi continuò << … verrai tramutata in fenice, costretta in eterno a risorgere dalle tue ceneri chiusa in una gabbia dorata. >> concluse.
Un fascio di luce color arancio si diffuse tutto intorno alla strega, e tra le urla di dolore cambiò aspetto in modo permanente. Una volta trasformata, Sleipnir la prese per il collo, usando la bocca ed utilizzando le rune che aveva scolpite sui denti la immobilizzò.
La grandezza di Odino pareva ineguagliabile, anche Loki avrebbe dovuto ammetterlo.
<< Guerrieri. Figli Miei. Torniamo a casa. >> disse solenne e con l’aria stanca, aveva perso quell’alone di paura che aveva assunto dinnanzi alla strega.
<< Heimdall, quando sei pronto. >> disse Fandrall, parlando a nome di tutti.
Ancora una volta tornarono ad Asgard, e Loki rifiutò categoricamente di andare nella stanza dove era situata la vasca della guarigione. Thor lo portò nelle sue stanze e lo aiutò a sedersi sul letto.
<< Sicuro che non vuoi che ti porti alla vasca? Questione di qualche ora e saresti come nuovo >> gli disse Thor , evitando di sedersi accanto a lui e restando in piedi.
Loki non rispose, portandosi le mani al volto e facendo scaturire una luce verde, sotto gli occhi di Thor fece richiudere le ferite e le abrasioni che aveva in tutto il volto. In un paio di minuti era come se non avesse mai avuto fatto alcun male. Fece la stessa operazione portandosi le mani all’altezza delle costole, e lì fece male. Con l’aiuto della magia le allineava dall’interno e le calcificava unendole nuovamente. Scoprì che le costole rotte erano 3.
Quando ebbe finito si accorse che Thor lo guardava ammaliato e stupito.
<< Siediti. >> gli disse Loki facendogli cenno  di sedersi accanto a lui.
<< Io? Perché … >> fece per chiedere qualcosa ma venne interrotto.
<< Muoviti, prima che io cambi idea. >> gli disse scorbutico
Thor eseguì l’ordine, sedendosi accanto a lui. Loki allora si voltò verso di lui impose le sue mani su di lui senza toccarlo,  partendo a curarlo dal volto leggermente graffiato fino alle leggere emorragie interne che aveva in nel cervello e all’altezza dell’addome.
Thor si ritrovava avvolto dalla luce verde che emanava la magia di Loki, non immaginava che avrebbe mai fatto qualcosa di simile per lui. Per un attimo, si illuse che magari Loki poteva nutrire affetto nei suoi confronti. Per un attimo, si sentì più vicino a lui.
Ci volle qualche minuto in più, ma rimise in sesto Thor.
<< Ho terminato,non guardarmi a quel modo. Con la mia magia non sono solo in grado di arrecare danno al prossimo. >> gli disse ritraendo le mani e spostando lo sguardo.
<< Lo so. >> si limitò a dire << Ti ringrazio. >> concluse, sfiorando  la mano fredda e pallida di Loki.
<< Avresti fatto lo stesso per me. >> gli rispose Loki, senza ritrarre la mano. << tu vuoi cambiarmi, Figlio di Odino. Devi essere consapevole del fatto che non mi interessa mutare il mio carattere ed il vincolo che mi hai imposto è l’unica cosa che mi frena dall’ucciderti o dal lasciarti morire in battaglia. >>
<< Ne sono consapevole. >> gli rispose Thor, e Loki gli riserbò un’occhiata sorpresa e dubbiosa.
Dubbiosa perché nemmeno lui sapeva  riconoscere le bugie che aveva raccontato a sé stesso. Perché ormai Loki non sapeva più perché odiava Thor.
Ma gli era più facile convincersi di odiarlo piuttosto che pensare di amarlo.
Come amico, come fratello o … come qualcosa di più.
 
 
 
 
Angolino dell’autrice:
eccomi di nuovo qui! Salve a tutti, miei cari lettori <3 questo capitolo è arrivato un po’ prima del solito, sto cercando di darmi una mossa per tutti voi che mi leggete! E siete tanti!!
Mi raccomando però, anche per questo capitolo vi chiedo: commentate! Recensite gente! Così da farmi venir voglia di pubblicare sempre più velocemente <3
Adesso vorrei ringraziare qualcuno:
le 5 persone che hanno messo la mia storia nei preferiti ;  le 3 persone che la ricordano e le 10 persone che la seguono. GRAZIE <3
Un grazie speciale a chi ha perso due minuti della loro vita commentando la mia storia e facendomi sapere che ne pensavano <3 <3
Ma i miei ringraziamenti più sentiti vanno ad una ragazza dolcissima che non manca mai di recensire ed è sempre presente: una comete. Spero che continuerà a piacerti il mio modo di scrivere <3
 
E adesso le note!! Lo so che avete notato gli asterischi gente!! Stavolta non ve li ho risparmiati mwahahahah!
  • *Tutta la pappardella che ha detto il serpente “ splendente le hanno dato nome” e bla bla bla, non me la sono inventata io gente! È il testo dell’oracolo della mitologia nordica nel quale si parla dell’amorevole strega Gullveig-Heid  che vi ho presentato in questo capitolo! Lodata sia wikipedia che mi ha consentito di estrapolare qualcosa di colto da poter inserire nella storia.
  • ** Alfheim, il pianeta dove vivono gli elfi oscuri. Ricordate Malekit? Thor 2? Bene, il pianeta è quello. Ed anche il trucchetto della barca per prendere il varco dimensionale è un riferimento a Thor 2 <3
  • *** “ potrei vomitare” è una frase detta dal professore di pozioni Severus Piton, citazione che ho voluto inserire in memoria di Alan Rickman attore che interpretava il personaggio e che è venuto a mancare pochi giorni fa.
  • **** perché Odino ha fatto il riferimento sul fatto che la strega fosse avvezza a rinascere più e più volte? Nella mitologia nordica si narra che Gullveig fu arsa viva nella sala del trono di Odino per 4 volte, e rinacque altrettante.
  
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