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Autore: LadySissi    30/01/2016    3 recensioni
"Penombra. Una luce sottile si ostina a penetrare le tende, negli ultimi e confusi bagliori del crepuscolo. Nella stanza c’è un odore pesante, di chiuso.
Ma io non ho nessuna voglia di alzarmi da questo letto. I pensieri che mi fanno compagnia non hanno bisogno né di una luce chiara né tantomeno di aria fresca. È qui, sola, in mezzo all’oscurità, che io posso affogare con ancora più piacevolezza nell’ossessione che mi consuma. E non posso farne a meno.
Dal caldo centro del mio corpo si diramano fiamme inestinguibili, e dagli occhi scendono colate di lava insieme alle lacrime. Adesso piango pure… e sì che non ricordavo nemmeno l’ultima volta che è successo. Solo Lui ci riesce."
Bellatrix e Voldemort. Un lato di loro che la Rowling (forse) non ci ha raccontato abbastanza.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Rodolphus Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Rodolphus/Bellatrix
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Penombra.
Una luce sottile si ostina a penetrare le tende, negli ultimi e confusi bagliori del crepuscolo. Nella stanza c’è un odore pesante, di chiuso.

Io però non ho nessuna voglia di alzarmi da questo letto. I pensieri che mi fanno compagnia non hanno bisogno né di una luce chiara né tantomeno di aria fresca. È qui, sola, in mezzo all’oscurità, che io posso affogare con ancora più piacevolezza nell’ossessione che mi consuma. E non posso farne a meno.

Dal caldo centro del mio corpo si diramano fiamme inestinguibili, e dagli occhi scendono colate di lava insieme alle lacrime. Adesso piango pure… e sì che non ricordavo nemmeno l’ultima volta che è successo. Solo Lui ci riesce.

Resterei qui per sempre. Ma un rumore mi riscuote e mi alzo improvvisamente a sedere.

 

Pochi, decisi passi verso la mia stanza. Passi che ormai conosco a memoria. Il suono metallico di una serratura che scatta. “Bella, che stai facendo qui sola? Ancora a letto?” E’ mio marito, Rod.

“Possibile che tu debba comportarti così? Torno a casa, ti cerco per parlarti e gli elfi mi dicono che per tutto il pomeriggio non hai fatto altro che stare chiusa qua? Ma che ti succede?” continua imperterrito, scostando le tende.

“Guarda, Bella. Guarda che splendida serata. Perché non osservi più nemmeno quello che ti circonda? Neanche me?”

Mi limito a scuotere la testa.
“Sei il solito vittimista” gli dico con una punta di cattiveria.
Rod, ma come posso dirtelo? Più che mio marito, a volte mi sembri quasi mio fratello. Se mai c’è stato qualcosa tra noi che non fosse la folle condivisione di un’ambizione comune, beh, l’abbiamo perso. Irrimediabilmente.

“Ti ricordi, prima di Azkaban? Mi aspettavi. Passavamo la notte insieme. Fuggivamo a cavallo delle scope sotto la luna, ridendo insieme. Condividevamo tutto, noi due…” e la sua voce si spegne in un soffio. Ormai sta parlando più a se stesso che a me, lo so.
Sa che sono sempre più lontana. Distante. Inafferrabile, quasi.
 

Mi ricordo quei tempi, benissimo. Era il periodo in cui credevo che la mia vita sarebbe stata un’eterna, continua corsa verso un nuovo limite da distruggere e oltrepassare. In cui io, io sola ero al centro del mio universo, e non sarei stata disposta a cedere nulla a nessuno. E, in quest’ottica, il mio matrimonio con Rod era semplicemente perfetto.

Non l’ho mai amato. Mai davvero. Nemmeno concepivo che si potesse amare, a quel tempo.

Tuttavia, l’avevo scelto. Le affinità caratteriali, i progetti che condividevamo, tutto aveva contribuito perché io lo eleggessi, lucidamente, come il compagno che avevo sempre desiderato. E lui, beh, mi sembrava perfetto. Era appassionato, audace, ma anche spregiudicato e crudele. Come me.

Quante volte, ai tempi della scuola, abbiamo passato la notte presso il Lago Nero, a guardare l’enormità di quegli abissi nei quali si celano creature misteriose. Sognavo di perdermi dentro a quell’immensa oscurità. Ed ora, lo so, l’ho fatto. E mi piace come non mai, e non vorrei fermarmi e tornare indietro, neanche se mi offrissero tutto il potere del mondo, perché lo donerei a qualcun altro.
 

 

“Ti stavo aspettando anche adesso, Rod” rispondo con un sorriso malizioso. Ma non ho neanche finito di parlare che tu già mi sei addosso. E siamo entrambi su quel letto dal quale mi volevi tirare giù.
Ancora una volta, mi segui. Ancora una volta, non puoi fare a meno di me.
“So che non è vero” mi dici in un sussurro “ma mi piace ugualmente pensarlo.” E mi sento ancora peggio.

Perché tu sai, marito mio. Sai che non sono le tue spalle che stringerei con tanta violenza, la tua bocca che bacerei con tanto ardore. Non più, ormai. Ma ti accontenti di avermi qui, anche se non per te. Dovrei dispiacermi, lo so. Una persona con dei buoni sentimenti l’avrebbe già fatto, e si sentirebbe un mostro.

Ma io non lo sono. E non posso fare a meno che ridere di te. Sei così debole! Pensi davvero che io, ora, possa accontentarmi di avere al mio fianco qualcuno uguale a me? Oh no, non mi basta più.

E mentre mi comporto come la più ammaliante delle streghe nere e conquisto la tua anima ancora una volta, mi sento inesorabilmente vuota. Perché, ancora una volta, mi sto perdendo dietro ad un’illusione.


 

Qualche ora dopo.
L’acqua bollente lava via ogni traccia della giornata. La mia mente è ormai concentrata su altro. Mentre osservo il mio corpo sensualmente bagnato, non posso fare a meno di pensare che sono tornata alla mia antica bellezza.

Quando sono uscita da Azkaban, ero sporca, lacera, magra… irriconoscibile. Troppe cose sono cambiate da quando sono stata arrestata.

Ero sempre dipesa follemente dal Signore Oscuro, il mio maestro. Lo credevo la nostra invincibile guida, ed io, insieme a Rod, bramavo la sua approvazione, il suo sostegno.
Lo apprezzavo, lo ammiravo, lo adoravo.
Come un’allieva fa con il suo unico, insostituibile maestro di Arti Oscure.

E poi, quando ha avuto quello scontro con i Potter e tutti l’hanno creduto morto, ho capito. Il nostro rapporto, la mia devozione nei suoi confronti… tutto è crollato e si è rivelato una inconsistente maschera davanti a quella realtà che ho a lungo faticato a comprendere. Io amavo il mio Signore.

Ed è stato come se all’improvviso tutto avesse acquistato un altro colore. Come se il mondo, che fino a quel momento aveva ruotato esclusivamente intorno a me, si fosse improvvisamente scostato…fosse fuggito insieme al mio Signore, e mi avesse lasciato, disperata ed anelante, a ricercarlo.

Sarei dovuta rimanere sconvolta dalla potenza e dalla forza del sentimento che avevo scoperto abitare in me.
Avrei dovuto trovare sbagliata e folle la mia reazione alla sua scomparsa.

E invece no.
E invece tutto questo non cessava di piacermi.
E mi sono addentrata in quella tempesta, in quel vortice senza fine.

Non hanno avuto nessuna importanza le sofferenze di quei due Auror, i Paciock. Hanno avuto quel che meritavano, e, se non per mano mia, sarebbe stato per mano di qualcun altro. Ed il loro debole figlio è persino più inutile di loro.

Non ha avuto per niente rilievo la sofferenza di mia sorella Cissy… come può capirmi?!? Lei e suo marito non hanno esitato un attimo ad andare a baciare la veste del Ministro, dopo che il mio Lord è stato dichiarato sconfitto. Non ho bisogno della comprensione di persone così.

Ed è persino insignificante, ora, tutto il tempo passato ad Azkaban… quei lunghi tredici anni di prigionia, che hanno scavato il mio corpo e torturato crudelmente il mio spirito. Oh sì, è del tutto irrilevante, perché l’unica arma efficace contro i Dissennatori è stata la speranza che nemmeno loro mi avrebbero portato via: la speranza di un suo ritorno. E così è stato.

E davvero non riesco a rievocare la mia gioia di quegli attimi… quando vedevo il mio bellissimo Marchio Nero diventare ogni giorno più pulsante… più vivo, come Lui. E poi, quando per l’aria putrida delle celle è corsa, come aria fresca, la notizia che avevo sempre, pazientemente aspettato: è tornato. Infine, l’evasione, un anno e mezzo fa. Quella fuga che ha reso il mio corpo libero ma l’anima ancora più prigioniera e indissolubilmente legata a Lui.

 

Mi guardo allo specchio. La pelle marmorea del viso non rivela un fremito, un brivido, nulla: la compostezza dei miei lineamenti è sempre impeccabile.

Lo stesso non si può dire degli occhi. È solo attraverso di essi che si può vedere il mio passato: la follia della prigione, le urla imploranti di chi mi pregava di risparmiarlo, il sangue che scorre sempre, dentro e fuori di me.

I capelli neri, ricci e ribelli, ed il mio fisico, sono tutto il mio patrimonio. Sono ciò che ha conquistato Rod, inevitabilmente. E, chi può dirlo, forse anche alcuni altri. È probabile, considerato come mi hanno sempre osservato gli uomini. Lo vedo ancora adesso, alle riunioni dei Mangiamorte. Ma non mi curo nemmeno di chi mi stia osservando e del perché lo faccia. Che importanza ha?

Io non sono fatta per i giochini e per le malie. Uso tutto questo solo quando ho uno scopo preciso. Ed ora quei patetici, piccoli servitori non sono niente per me.

Io sono al di sopra di tutti loro, lo so. Sono cresciuta come un uomo, impugnando la bacchetta per i duelli, usando senza paura il pugnale ed il veleno; in mezzo ad un gruppo di maschi, ho sempre comandato io; e quando qualcuno si è fatto attrarre dai miei modi così fieri e risoluti, pensando di potermi domare, beh… si è sbagliato. Ed ha scoperto di avere molto meno coraggio di me.

Ma con Lui è diverso…non so neanch’io dire quanto. È incredibile: proprio io che ho fatto di tutto per essere considerata alla stregua di un uomo, anzi, molto di più, quando sono vicina a Lui vorrei solo sentirmi considerata donna… almeno una volta.


 

È ormai quasi notte quando oltrepasso il grande cancello in ferro di Malfoy Manor, il nostro nuovo quartier generale.
Guardo con malcelato disgusto il lusso ostentato in ogni angolo del giardino, i pavoni bianchi, bronzei e pervinca che passeggiano in cima alle piccole siepi, le fontane che fanno bella mostra dei loro giochi di acqua e di luce. Anche se faccio parte della antica casata dei Black, la ricchezza mi infastidisce. Che me ne faccio dell’oro, quando posso avere molto di più? Oh, una cosa è certa, Lui non ha avuto bisogno del denaro per arrivare dov’è.

Oltrepasso l’ingresso ed arrivo nel grande salone centrale. Anche se la temperatura esterna è piacevole per essere autunno, quest’ala del castello è particolarmente fredda. Sorrido, deliziata. Il suo ambiente è il freddo. Corrisponde perfettamente al gelo del suo animo. Ed ancora una volta mi illudo di poterlo scaldare io.

Guardo da lontano la poltrona in velluto nero che è diventata parte del mio mondo; ne osservo con cura il riflesso tremulo che producono le vivaci fiamme del caminetto; intravedo una lunga, bianca mano posata su un bracciolo.
Come sempre, non so cosa fare. Resto? Mi annuncio? Perché sono così indecisa? Ma Lui mi ha già visto.

“Buonasera, Bella. Vieni qua.” E non ci vuole molto a capire che non è un invito. Lui non dà consigli, Lui ordina, perché è sicuro di essere obbedito. Ancora una volta, sento di amarlo di più.

“Subito, mio Signore.” E come sempre, mi accoccolo accanto al fuoco. Davanti a Lui.
 

Oh, quanto ho sempre amato le braci del caminetto! Man mano che l’inverno si avvicina, passo sempre più tempo lì accanto. Mi piace sedermi vicino, dando le spalle al fuoco. Sentire le fiamme che quasi lambiscono la mia schiena. E non ne ho paura… ho più fuoco dentro di quanto potrebbe divampare in un incendio.

E poi, so che Lui ama guardare le fiamme. Dunque, guarderà anche me.

 

“La missione? Com’è andata con quegli sporchi traditori del loro sangue?” E la sua domanda suona indifferente. Ma so che non lo è. Lui sa già che è andata bene. Altrimenti non mi sarei presentata… chi oserebbe sfidare l’ira dell’Oscuro Signore, avendo fallito? “Bene, mio Signore.” “Tutti morti?” “Sì, tutti.”

La sua bocca si inclina in quello che potrebbe essere un sorriso di soddisfazione, ma che diventa più che altro un ghigno.

 

E io non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello. Sì, lo trovo bellissimo. Amo tutto di Lui.

Quelle mani bianche, lunghe, scheletriche.

Quel viso serpentesco, bianco, privo di capelli, che a tanti sembra quasi una maschera.

Quegli occhi rossi che danno quasi una scossa ogni volta che incrocio il suo sguardo.

È assolutamente splendido…ma non per quello che è. Per quello che rappresenta questa sua trasformazione. Il suo aspetto è la prova del fatto che è riuscito a scindere la sua anima, a vincere la morte. Ogni tratto del suo essere che lo allontana dall’umano lo avvicina al magico, all’assoluto… al divino.

Quando faccio questi discorsi a mia sorella, lei non fa che guardarmi con aria preoccupata e fintamente complice, per poi ridere e rispondermi: “Beh, ma non vorrai certo paragonarlo a mio marito!”

Non potrei né vorrei mai! Non so a quante donne il mio caro cognato abbia fatto girare la testa e non lo voglio neanche sapere. Con quei suoi lunghi capelli biondi, quegli occhi grigi, quel suo fisico di splendide fattezze e vestito sempre in modo impeccabile, si dà l’aria di essere chissà chi. Ma figuriamoci, io non mi ci avvicinerei per tutto qualsiasi ragione al mondo!

Sotto quella scorza c’è solo un donnaiolo arrogante e mai cresciuto, un pavido doppiogiochista che ha continuato a vestire i panni dell’aristocratico gentiluomo agli occhi del mondo per poi correre da me e dal mio Signore, dicendo di essersi pentito. Se lo tenga pure mia sorella! Non me ne faccio niente di una bella forma che copre la meschinità.

Io, anche in questo, come in ogni cosa, punto all’essenza. Alla verità. E la verità è che nessuno è mai stato più audace, più ammirevole, più fermo nei suoi propositi del mio Signore. Che nessuno si è mai preso più cura delle mie ambizioni e della mia crescita come strega oscura quanto Lui.

Ed è per questo che io lo trovo meravigliosamente bello, nella sua splendida, affascinante mostruosità.

 

Scambiamo qualche altra parola davanti al caminetto, poi, improvvisamente, Lui si porta una mano alla testa e si sdraia lentamente sulla poltrona. È stanco, lo avverto. E probabilmente la sua mente è affaticata da qualcosa che ho imparato a conoscere.

Ma dura pochi attimi, e, ripresa coscienza, torna nuovamente a fissarmi. “è successo di nuovo, Bella” mi dice con voce priva di emozione. “Potter ha visto nella mia mente. Ed io nella sua. Povero sciocco, sta dormendo… ma ancora non sono riuscito a capire dov’è. Sono attimi, momenti confusi. Potrebbe essere ovunque, dannazione! È attento ad osservarmi senza farsi scoprire. Ma un giorno capirà che non potrà più controllare questo canale mentale. È già stata la rovina del suo padrino Sirius. E lo condurrà alla morte!” termina, molto meno freddamente di come aveva iniziato.

Non posso fare a meno di guardarlo, nuovamente adorante. E, non riesco ad evitarlo, ma le parole mi escono di bocca da sole.
“Però dovreste riposarvi, mio Signore. Vi vedo provato…” Il suo sguardo mi gela.
“Tu mi dai consigli, Bella? Tu osi?”
“Ma, mio Signore…vi chiedo perdono ma…è che io vi adoro, mio Signore…non sopporto l’idea di vedervi così indebolito per quel ragazzetto insignificante.”

Mi guarda per un lungo istante, ed intuisce che sono sincera. “Lo so, Bella. Posso capire le tue preoccupazioni. Ma sappi che sono perfettamente in grado di badare alla mia salute.”
 

Lo so, mio Signore. Conosco bene la solitudine interiore che vi ostinate a preservare.

Avete sempre messo in chiaro le cose: io ero l’allieva e voi il maestro.

Ero solo io a dover accettare indicazioni da voi, a subire le vostre decisioni, a seguirvi senza fiatare perché tutto quello che facevate mi sembrava, e mi sembra tuttora, perfetto.

Ed ogni tentativo di avvicinarmi di più a voi, anche solo di avere delle legittime premure per la vostra persona (e credetemi, perché mi conoscete, che non è da me, perché mai, con nessun altro uomo, l’ho fatto) si conclude sempre con una vostra brusca repulsa. Ma perché? Perché non mi lasciate intravedere almeno un po’ di voi, di quel voi che in passato è stato ferito, deluso, umiliato dalla scoperta delle sue origini? Ve l’ho detto, vi adoro per tutto quello che riguarda la forte componente magica che è in voi. Ora lasciate che io ami la vostra parte più umana!

 

Ad un certo punto, come distratto da un pensiero improvviso, cambia nettamente argomento.
“Hai commesso una grossa imprudenza nell’ultima missione in cui ero presente io, lo sai?” lo sapevo. Lo sapevo che un giorno mi avrebbe rimproverato per questo. In quell’occasione, il suo silenzio ed il suo sguardo erano stati terribili da sopportare. Dannazione… lo sono sempre, per me!

“Mio Signore…”
“No, ascoltami! Abbi almeno la decenza di tacere! Vuoi spiegarmi il motivo per cui hai fermato Alecto? Pensavi che non sarebbe stata in grado di eseguire i miei ordini? Perché hai voluto farlo tu?”

“Perché… oh, lei non vi è fedele quanto me! Su me potete sempre contare! Lei è squallida, opportunista, e… estremamente meno abile di me! Lei non è stata educata alle Arti Oscure da voi! Da dove deriva il suo potere? Potrebbe anche tradirvi! Non dovete crederle, mio Signore, non…”
“Smettila!” Il tono non ammette repliche. “è una Mangiamorte tanto quanto te, e mi ha sempre servito bene. Se ci sarà motivo di punirla, puoi star certa che lo farò. Quindi finiscila immediatamente con questi deliri!”
 

Come posso finirla? Io non sopporto che nessun’altra donna si avvicini a Lui! So di essere circondata da altre streghe oscure che bramano di servire il mio Signore… ed odio vedere come Lui ne è compiaciuto e dà loro ordini! Odio vederlo anche solo parlare con altre donne!

Lo odio perché, in quel modo, mi sembra di essere solo una delle tante. Mi sento come una delle servitrici della sua schiera, solo un numero insignificante nel suo esercito, anzi, il più vile di tutti! Quando la smetterà di alternare momenti in cui sembra che condividiamo qualcosa che nessun altro sa e altri in cui invece non fa altro che pormi allo stesso piano di altre donne, che non potrebbero mai amarlo quanto lo amo io?!?

Chi dice che sono una strega nera e senza pietà dovrebbe conoscere la mia gelosia: oh, quello è il mio vero lato oscuro.

 

“Comunque, Bella, voglio dimostrarti che non è così. Voglio, ancora una volta, mostrarti che sei degna della mia fiducia.”
 

Qualsiasi cosa, qualsiasi. Mostratemi che non mi vedete solo come una vostra allieva. Mostratemi un qualunque accenno di umanità. Fatemi sentire come dovrebbe sentirsi la più potente delle streghe davanti all’unico uomo che potrebbe mai amare. Almeno una volta.

 

“Occupati tu della missione presso la Foresta dove si è disputata la Coppa del Mondo di Quiddich… ricordi? Un gruppo di Mezzosangue si è accampato lì. Pensaci tu e porta con te chi vuoi. Tuo marito, magari… c’è sempre stata una certa affinità tra voi in questo tipo di imprese.”
 

Desolata. Tristemente desolata. Ma che mi aspettavo? Non potrebbe mai, mai mostrare un minimo di affetto nei miei confronti. Se cambiasse, forse cambierebbe anche la mia devozione nei suoi confronti. Se non fosse l’Oscuro Signore del male, forse non lo amerei neanche più.

Chi potrebbe sospettare che dietro la mia maschera di donna dura, infallibile, eroina del male, pronta a razionalizzare ed a dimenticare qualsiasi sentimento, si celi la ferita di un continuo rifiuto?

Dai, coraggio.

Per i suoi standard, l’avermi affidato un’altra missione è già tanto. Tantissimo, anzi. Poco importa se pensa che io sia ancora fedele a mio marito. Se non ha capito quali sono i miei reali sentimenti nei suoi confronti.

 

“Allora buonanotte, mio Signore, e… non so davvero come dirvelo, ma vi ringrazio. Non vi deluderò.” “Lo so, Bella. Vai.”

 

Mentre mi allontano, il moto di delusione che ho provato davanti al caminetto mi abbandona. C’è chi troverebbe del ridicolo se gli confessassi che il confronto che ho appena avuto con il mio Signore mi ha fatto innamorare ancora di più di Lui, ma è così. Non lo deluderò, questo mai. Io sarò la sua serva più fedele, la strega nera dalla quale dovrà sempre tornare per compiere i suoi piani.
 

E lo legherò inesorabilmente a me. Anche se un giorno, chi lo sa, dovessi pagare con la vita per fare sì che Lui se ne accorga…non ha importanza. Io sento, dentro di me, che Lui prima o poi saprà. E mi amerà. Almeno una volta.

 

Concentriamoci sulla missione, ora. Troverò quei Mezzosangue. E…no, nessuna compassione. Non ne mostrerò, mai, finché Lord Voldemort non ne avrà per me.

 

NOTA AUTORE: Eccomi tornata con una nuova one-shot!
La coppia è...particolare, lo ammetto. Ho cercato il più possibile di trarre spunto dal (poco) materiale che ci ha fornito la Rowling: l'affermazione di Silente riguardo al fatto che Voldemort è sempre stato solo e chiunque pensi di avere la sua fiducia è un illuso; la reazione stizzita di Bellatrix nei confronti dei Ghermidori che volevano una ricompensa; il fatto che il matrimonio di Rodolphus e Bellatrix fosse poco più che una questione di compagni di scuola e "purezza di sangue"; la dichiarazione che ha fatto Bellatrix prima di essere portata ad Azkaban.
Per il resto, ho provato a sondare i sentimenti ed i pensieri di un personaggio che per me è sempre stato immensamente complicato ed affascinante. Ho sempre pensato che Bellatrix fosse, in un certo senso, la "versione oscura" di Hermione: intelligente, appassionata, amica degli uomini ed allo stesso tempo più forte di tutti loro, determinata ed abile, ed ovviamente in grado di cedere e soffrire per amore.
Ho parlato troppo... ora tocca a voi! Che cosa pensate di questa one-shot?!? Fatemi sapere... Lasciate una recensione, anche piccola piccola!!

Approfitto di questo spazio per fare un po' di pubblicità alle altre mie storie:

TEMA HARRY POTTER:

- "Soldier side" (One shot su Narcissa Malfoy)
- "I sette peccati capitali" (Raccolta riguardante vari personaggi)
- "Il cielo ha una porta sola" (Long fiction... un Grifondoro ed una Serpeverde inaspettati ed in rotta di collisione!)
- "10 storie per Hermione e Fred" (Long-fic Fremione)

ALTRO:

- "Tutte le cose portano scritto: più in là" (Le mie poesie)
- "Io ricomincerei" (Una lettera tra amiche del cuore)
- "Because Taylor inspires life" (Una raccolta di racconti ispirata dai testi delle canzoni di Taylor Swift)
- "Storyline" (Fanfiction su Taylor Swift)
- "Piccolo calendario dell'Avvento" (Raccolta di flashfics natalizie)

Se vi ha incuriosito il mio stile di scrittura, fate un salto!

Grazie ancora ed a presto! :-)
  
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