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Autore: _Reset_    30/01/2016    0 recensioni
One shot incentrata su Erica e Jennifer, due gemelle così simili nel fisico ma diverse di carattere e il loro opporsi a una bugia così crudele da poter essere reale.
Mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensiate, quindi non temete e lasciate recensioni
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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...Un'auto che frena improvvisamente, il rumore di vetri rotti, il suono della sirena dell'ambulanza...

Erica si svegliò di soprassalto. Si mise a sedere sul letto, anche se stava ancora tremando.

Sua sorella Jennifer la abbracciò da dietro, appoggiandole il mento sulla spalla. Come sempre Erica si calmò subito e si voltò per guardare quegli occhi così simili ai suoi incorniciati dai lunghi capelli neri. Si riaddormentarono abbracciate e si svegliarono ancora così, in quella stessa posizione.

Al suono della sveglia Jennifer si era alzata subito, mentre Erica era rimasta accoccolata nelle coperte. - Svegliati, Erica! Farai tardi a scuola!- esclamò la madre entrando nella stanza improvvisamente. Dopo che la donna fu uscita la ragazza si alzò svogliata.

Prima di andare in bagno a cambiarsi però si voltò: sua sorella gemella era già pronta per andare a scuola, era vicino alla finestra e le sorrideva nel suo solito modo beffardo.

Corse a vestirsi e fece velocemente colazione, poi uscì di casa, sua sorella al suo fianco, come sempre.

Alla fermata del bus aspettava come d'abitudine Alessandro, il loro migliore amico. Si salutarono e subito Alex iniziò a raccontare la trama del film visto la sera prima. Le gemelle sorrisero, una in modo dolce, l'altra in modo divertito, nel sentire nuovamente lo strano accento dell'amico: chiunque avrebbe potuto capire che non era di quelle parti!

Il loro coetanei lo avevano escluso da ogni attività e da ogni tipo di gruppo, ma le ragazze l'avevano accettato soprattutto perché era diverso. A scuola stavano sempre insieme: erano compagni di banco ed anche all'intervallo si facevano compagnia. - Erica...- le sussurrò all'orecchio Alex durante l'ora di inglese, - Ti va di venire a pranzare a casa mia? Così possiamo fare insieme i compiti: non capisco niente di matematica!- Erica si voltò verso Jennifer per chiedere conferma. La sorella la fissava stupita e subito esclamò: - Non devi nemmeno pensare di non andarci! A casa sua ci si diverte sempre! Per non parlare dei pranzoni che prepara sempre sua madre! In più tu sei brava in matematica e lui è tuo amico. Ha bisogno del tuo aiuto e tu non puoi negarglielo!-. Subito convinta Erica si voltò verso l'amico e annuì sorridendo.

All'intervallo erano usciti in corridoio per sgranchirsi le gambe. Si erano appena allontanati dalla porta quando una loro compagna di classe che non prestava attenzione sbatté contro Erica, rovesciando tutto il suo caffè bollente sulla sua camicetta e un po' anche nei suoi capelli biondi.

- Oh, scusa...anzi no, non mi dispiace affatto, Psyco!- esclamò ridacchiando in modo crudele mentre si allontanava insieme ai suoi amici.

- Io la uccido, quella lurida sanguisuga,...anzi no, vipera! O meglio cornacchia! Come si permette di trattarti in quel modo! Dovresti reagire! Deve assolutamente smettere di chiamarti “Psyco”, se no la picchio! Le do così tanti pugni e calci che deve andare all'ospedale, se ti chiama ancora così! Non ti preoccupare Erica, ci penso io!- scoppiò in un moto d'ira Jennifer facendo sorridere la gemella. Sapeva perfettamente che non l'avrebbe fatto, ma le faceva piacere che si scaldasse così tanto per lei: la faceva sentire un po' meno sola, un po' più amata. Anche Alex si era arrabbiato, ma non aveva reagito subito. Non appena era sparita la “cornacchia” si era voltato verso l'amica chiedendole: - Stai bene? Ti sei scottata?-. Ecco un altro motivo perché lui era diverso: era sempre interessato a come stavi. Ci teneva davvero molto e se c'era un qualche problema offriva sempre il suo aiuto, qualsiasi esso fosse. Dopo aver avuto la conferma che non si era scottata, le propose subito di prestarle la sua felpa, ed Erica, con una spinta di Jennifer, accettò timidamente.

Ovviamente non appena arrivarono a casa di Alex gliela restituì, chiedendo scusa se l'aveva sporcata di caffè. Come aveva previsto Jennifer il pranzo era incredibile, non solo per la quantità di cibo, ma anche per le strane e buonissime combinazioni di gusti. Fecero insieme i compiti ed Erica cercò di spiegare matematica all'amico, che però capì solo parzialmente.

Si stava avvicinando la sera e il cielo stava diventando più scuro quando Erica e Jennifer tornarono a casa dove le stava aspettando una brutta sorpresa. Entrarono in salotto sorridendo, ancora di buon umore per il pomeriggio passato a ridere, ma si bloccarono quando videro qualcuno seduto sul divano con i loro genitori. Erica lo riconobbe subito: l'uomo in questione era uno psicologo, quello dove i genitori volevano mandarla.

- Tesoro, siediti, ti dobbiamo parlare di tua sorella...- mormorò la madre. Entrambe le sorelle si sedettero. Lo psicologo prese la parola e borbottò: - Tu ritieni di andare tutti i giorni a scuola con lei, che lei è sempre con te?-.

Entrambe annuirono, mentre una lacrima iniziava a scivolare sulla guancia di una delle due. Lo psicologo annuì serio, poi mormorò: - Erica, tua sorella è morta in un incidente stradale il mese scorso....-.

La ragazza corse via. Lei lo sapeva: stava mentendo! Jennifer non era morta! Era sempre con lei!

Si chiuse in bagno e guardò la sorella negli occhi.

Jennifer non l'avrebbe mai abbandonata.

Sorrise e con lei sua sorella.

Erica appoggiò la mano sullo specchio e così fece sua sorella, dall'altra parte.

  
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