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Autore: _diana87    30/01/2016    3 recensioni
"Whatsapp era un bel sistema per parlare con le persone... [...] fino a quando si rese conto che non c’era nessun messaggio da parte di Tony. Tragedia. Solo una chat vuota. E le spunte blu. Doppia tragedia."
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mamma glielo ripeteva sempre: “Quando vuoi far pace con i tuoi amici, devi offrir loro la torta ai sette vasetti.” E così il piccolo Steve Rogers si metteva in cucina, seguiva sua madre, e imparava a fare quel dolcetto dell’amicizia.
Ora che era diventato grande, però, le cose erano cambiate. Quelli del governo volevano fare una lista dei supereroi con le loro rispettive identità, e Steve non era d’accordo. Per questo aveva litigato con Tony, quello che considerava il suo amico più caro, perché lui era dalla parte del governo.
Cos’era quel nuovo sistema che utilizzava la gente per comunicare?
Giusto, i telefoni cellulari.
Quella fredda sera d’inverno, Capitan America aveva lasciato il posto al bravo ragazzo patriottico Steve Rogers, che era seduto da solo in quella caffetteria, nascondendosi sotto il berretto e il giubbotto in pelle. Afferrò quello che comunemente viene definito ‘smartphone’ e con grande fortuna scoprì una connessione wi-fi all’interno del locale.
Del resto si trovava da Starbucks, se non prendeva lì la linea, allora l’America era davvero nei guai.
Per fortuna c’era lui, Capitan America! Colui che avrebbe restituito al suo popolo la connessione Internet!
Ok, ora stava esagerando.
Con il dito sul display illuminato fece scorrere il menu a tendina e trovò circa un centinaio di notifiche di Whatsapp, da ben 10 differenti destinatari. Sospirò, maledì la tecnologia per l’ennesima volta da quando era stato catapultato nel ventunesimo secolo, e si fece coraggio ad aprire i messaggi.
La prima chat era da parte di Sharon Carter, la beneamata nipote di Peggy, suo grande amore mai dimenticato, durante la Seconda Guerra Mondiale. La ragazza aveva scritto a Steve una ventina di messaggi, di cui dieci vocali – che evitò come la peste, perché troppo pigro nell’allungare il braccio e raggiungere il borsone con le cuffiette – dove lo intimava di lasciar stare il cellulare perché avevano una Civil War da fare – già, cera anche questo nella vita del supereroe.
Si lasciò sfuggire una mezza risata.
Sì, come no.
Da come scriveva, sembrava che l’agente Carter potesse osservarlo. Era così carina sua nonna...
Steve visualizzò i messaggi e rispose come avrebbe fatto l’uomo moderno medio: pigiò un semplice OK sulla tastiera. Avrebbe fatto infuriare Sharon, se lo sentiva.
I successivi 27 messaggi erano di Natasha Romanoff, la quale, per rendersi più bastarda del solito, aveva scritto una lettera in ogni riga e poi aveva premuto invio, così che i 27 messaggi fossero in realtà un’unica frase. Tutto ciò mandò in tilt il Whatsapp di Steve. Nella sua chat, la Vedova Nera gli chiedeva ripetutamente di comprarle gli assorbenti. Con tante donne alla Avengers Tower, possibile che toccasse proprio a lui?? Poi iniziò a contare sulle dita della mano. In realtà la presenza femminile scarseggiava.
Le successive chat provenivano da giornalisti che volevano intervistarlo per chiedergli cosa pensasse del piano del governo, e tra una discussione e l’altra, aprì una chat di un Thor tutto innamorato che gli aveva inviato un selfie di lui e Jane mentre si godevano le vacanze in crociera. Il dio del tuono aveva un ammasso di trecce in testa, tali da sembrare un giamaicano bianco.
Steve scese con il dito sul display per vedere le altre conversazioni e arrivò a un messaggio di Clint che diceva:
 
“Nat vuole i suoi assorbenti, muovi il culo oppure manda me a comprarli. E tu sai cos’è successo l’ultima volta…”
 
Il Capitano ricordava benissimo la faccia della Romanoff quando l’arciere le aveva portato un pacco di pannolini al posto degli assorbenti. Poverino, l’agente Barton aveva una benda su un occhio e non aveva completa visuale. Era il colmo per uno che veniva soprannominato Occhio di Falco.
L’ultimo messaggio era un vocale di Visione e Steve si rincuorò               quando realizzò di poter udire qualcosa di intelligente e sensato. Frugò nel borsone e trovò le cuffiette che mise agli orecchi, per sentire meglio, e premette sull’audio:
 
“Salve, Capitano! Volevo solo registrare la mia voce e poi risentirla, per vedere che effetto fa! Le auguro una buona e splendida serata!”
 
Ah, le gioie della tecnologia!
Whatsapp era un bel sistema per parlare con le persone e fortunatamente il vocale dell’androide viola lo aveva messo di buon umore per qualche minuto, fino a quando si rese conto che non c’era nessun messaggio da parte di Tony.
Tragedia.
Solo una chat vuota.
E le spunte blu.
Doppia tragedia.
Visualizzò la tastiera del cellulare, prima di ordinare un altro cappuccino.
“E’ il quarto questa sera, signore”, gli fece osservare la cameriera appena prese l’ordinazione.
Steve alzò lo sguardo da sotto il cappello e le rispose con occhi di ghiaccio.
“Meglio bere caffeina che affogare i problemi nell’alcol, non crede?”
Il suo ragionamento così tagliente e vintage fece indietreggiare la ragazza. Steve sfoggiò un sorriso che più di conquistare la sua ammirazione, la fece sgattaiolare impaurita mentre mormorava un “Sì, certo... tutti matti questi uomini d’oggi... o sono gay o sono da manicomio”.
Povero Capitan America.
La sua vita sentimentale e personale lasciava veramente perplessi.
Non riusciva a conquistare neanche una semplice cameriera! Com’era possibile che un gran bel pezzo di ragazzo come lui fosse ancora single? E soprattutto, come faceva ad essere da solo la notte che precedeva il suo compleanno?
Forse era la faccia da bravo ragazzo che aveva a penalizzarlo. Aveva perso Peggy Carter: lei bloccata negli anni quaranta, lui lanciato nel freddo oceano e poi scongelato settant’anni dopo.
Aveva perso e ritrovato Bucky, l’amico d’infanzia trasformato nel Super Soldato dai suoi nemici – ma a proposito, che fine aveva fatto? Anche con lui, una chat vuota. E quelle maledette spunte blu che restavano lì ferme.
Poi c’era lui.
Eh Tony.
Perché non rispondeva ai suoi messaggi? Dopo gli auguri di Natale, non c’era stato più niente.
Eh Tony.
Voleva dirgli che aveva fatto l’aggiornamento a IOS e che non ci capiva nulla di tutte queste sigle. Perché mai nel ventunesimo secolo le persone usavano i linguaggi cifrati come se vivessero nella Seconda Guerra Mondiale?
Eh Tony.
Avrebbe voluto dirgli tante cose. Tipo che si era studiato la genealogia degli Stark per capire meglio la sua personalità e quindi comprendere il perché Tony non rispondeva ai suoi messaggi.
Intanto era arrivato il quarto caffè. La gente entrava ed usciva da Starbucks, ma lui restava seduto. Chiuso nel suo giaccone di pelle, ed iniziava a far freddo, e abbassava la visiera del cappello per nascondersi meglio.
Cercava solo un amico che potesse spiegargli perché quelle spunte blu di Whatsapp erano state introdotte, perché ammettiamolo. Per colpa loro, le nostre relazioni non sono più le stesse.
In quella gelida notte del suo compleanno a New York, niente e nessuno poteva scaldargli il cuore. Tranne il caffè che gli scottò le labbra.
Rilassati, Steve, non disperare. Non puoi farti vedere in questo stato.
Credi che Rossella O’Hara si sia disperata quando Rhett l’ha rifiutata? Giammai!
Terminò lentamente il caffè, dando un’ultima occhiata a Whatsapp. Niente. Nessuna notifica. Da nessuno dei suoi amici supereroi.
E la mezzanotte stava per avvicinarsi.
Si erano forse dimenticati di lui?
 
Eh Tony, ti ricordi di quella volta in cui abbiamo sconfitto Loki insieme agli altri?! Ti eri svegliato, dopo aver respinto la sua armata, chiedendo se qualcuno ti aveva baciato. E poi siamo andati tutti a mangiare shawarma. Ma che razza di nome è, poi!? Forse era meglio ordinare la torta ai sette vasetti. Non dirmi che non la conosci, eh Tony??
 

Quel cellulare così silenzioso lo rendeva triste e allo sconforto si aggiunse la depressione.
 
Eh Tony, devo venire a citofonarti sotto casa? Guarda che ci metto poco a chiamare un taxi e farmi portare a Malibu.
 
Bugia.
Con quell’aggiornamento IOS non riusciva neanche ad effettuare una telefonata.
Eh amici, perché vi siete dimenticati di me?
La cameriera lo intimò di lasciare il locale poiché stavano chiudendo. Beh sì, era quasi mezzanotte, era del tutto normale, pensò.
Mezzanotte.
Tra pochi minuti avrebbe aggiunto un anno in più alla sua vita.
Un anno più vecchio.
 
“Ehi, Stark, ma Steve ancora non risponde?”
Thor super preoccupato si avvicinò al miliardario dandogli una sonora pacca sulla spalla. Tony reggeva un bicchiere di champagne in una mano, mentre nell’altra aveva il suo smartphone di nuova generazione.
Con lo sguardo apprensivo, continuava a fissare il display del suo cellulare. Sospirò.
Aveva provato a contattare Steve per tutto il giorno, con la scusa di un affare di lavoro, ma il Capitano non si era degnato di rispondere.
Quel maleducato!
Per una volta che Tony Stark dimostrava di avere un cuore e si era messo in testa di organizzare una festicciola – a spese sue – per il compleanno del suo amico, lui neanche aveva il tempo per controllare il suo cellulare. Era proprio un vecchietto, rimasto incollato a quegli anni quaranta da dove proveniva.
Si guardò intorno sconsolato, mentre i minuti passavano inesorabili e la mezzanotte si avvicinava.
C’erano proprio tutti in quel party organizzato per il compleanno a sorpresa di Steve Rogers.
Natasha col suo ciclo che si metteva a disturbare Clint e Bruce Banner, raccontando loro quello che aveva combinato nella sua giornata; Visione era immerso in una conversazione virtuale con Siri; e Thor mandava selfie con tanto di duck face alla sua amata Jane, la scienziata Premio Nobel sempre in viaggio per lavoro.
Tony riprovò a chiamare Steve per l’ennesima volta.
Dall’altra parte udiva sempre la segreteria telefonica. E se avesse spento il telefono?
Il disastro.
“Io quel coglione lo ammazzo.” Mormorò a denti stretti.
Il dottor Banner aveva intuito già tutto. Del resto, una volta gli aveva anche fatto da psicologo quando Stark era in preda ai suoi attacchi d’ansia dopo gli eventi di New York e di Loki. Sapeva bene quindi capire gli stati d’animo del suo amico di scienza.
Si avvicinò e gli riempì il bicchiere mezzo vuoto con dell’altro champagne.
“Non dirmelo. Il Capitano ha di nuovo lasciato il cellulare in modalità aereo?”
Tony annuì e guardò il suo spumante. “Qualcuno deve dirgli che la modalità aereo non è una stata creata per lui perché sapeva pilotare un aereo.”
“Ho capito. Andiamo a prenderlo. Sicuramente sarà dentro qualche Starbucks.” Bruce concluse che era la soluzione migliore.
Tony semplicemente fece mezzo sorriso, senza scomporsi troppo.
Andava bene avere un cuore, ma dimostrarlo apertamente non era da lui.
“Guidi tu, però. Credo di aver assunto troppo alcol per colpa di quest’idiota che non risponde al telefono.”
Le spunte blu di Whatsapp erano una tragedia.
Specialmente se si lasciava il cellulare in modalità aerea e si pretendeva che i messaggi venissero inoltrati.
Intanto, sul cellulare di Stark, arrivò l’ennesima notifica.

Eh Tony, ma non avrò mica sbagliato qualche impostazione al mio smartphone? Ma se attivo modalità aerea vuol dire che devo pilotare un aereo?? Eh Tony?? Ma perché non mi rispondi???





Angoletto dell'autrice (poco) sana di mente:
Chi non muore si rivede...
Purtroppo manco da EFP da tempo per motivi personali, poca ispirazione e altre situazioni che mi impediscono di dedicarmi alla scrittura come vorrei.
In ogni caso, non potevo non dedicare una piccola shottina alla mitica storia delle spunte blu tra Luca e Cristina e scriverla in versione Tony e Steve. Solo che, al contrario dei primi due, almeno Tony Stark ha un cuore e si degna di andare a recuperare l'amico 'vecchietto'. I personaggi, ci tengo a precisare di nuovo, sono leggermente OOC, perché è la storia che lo richiede (non so se Steve abbia mai fatto la torta ai sette vasetti con la mamma, ma in ogni caso sembra sia un buon cuoco :p). 
Nella speranza di poter ritornare di nuovo su EFP più frequentemente, un grazie a tutti quelli che passeranno per di qui ;)
D.

 
   
 
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