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Autore: eremita88    31/01/2016    4 recensioni
Mi sono chiesta spesso, nei lunghi mesi trascorsi senza the 100, come sarebbero i nostri amati protagonisti se fossero dei normali liceali... l'idea mi affascinava tanto che ho deciso di dedicarci una long, unendo due delle mie passioni più grandi: il bellarke e il teatro.
Infatti la storia prende avvio da una Clarke, liceale studiosa e responsabile, che ha bisogno di crediti extra per iscriversi ad un campo estivo di medicina e si ritrova, per questo, a dover frequentare un corso di teatro insieme ad uno dei ragazzi che lei ritiene più antipatici della scuola: Bellamy Blake, che con la sua arroganza e malizia prima le risulterà odioso, ma poi la conquisterà piano piano. Volevo riproporre con questo l'evoluzione del rapporto tra questi due personaggi che li porta dall'antipatia, all'amicizia , all'amore, e che sono una delle coppie più belle dello show a mio avviso, il tutto sullo sfondo di un'opera dall'atmosfera magica come "Sogno di una notte di mezza estate", la cui messa in scena coinvolgerà anche molti altri volti familiari ...
Si tratta della mia prima ff in questo fandom, quindi vi prego di essere indulgenti e di recensire numerosi!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellamy Blake, Clarke Griffin, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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~~QUESTIONE DI FIDUCIA

I pancake la guardavano minacciosi dal piatto, con un aspetto decisamente poco invitante.
-Non fai colazione tesoro? Guarda che si raffredda…- disse Abby Griffin a sua figlia, che indugiava con uno sguardo titubante sul piatto della colazione.

Clarke era perfettamente consapevole di quanto sua madre fosse negata in cucina, insomma, era un chirurgo incredibile, eppure i fornelli continuavano ad essere un problema insormontabile per lei…
Era sempre stato suo padre quello bravo ai fornelli, ma da quando Clarke e sua madre erano da sole avevano cercato di cavarsela al meglio delle loro possibilità. Abby ce la metteva tutta ed era per questo che Clarke sapeva che mangiare i suoi pancake bruciacchiati e dire che erano deliziosi era il minimo che potesse fare per ringraziarla di ciò che faceva sua madre per lei.

-Non ti senti bene? – L’istinto materno combinato all’istinto da medico faceva di Abby Griffin un radar molto pericoloso per i problemi di Clarke.
-No, sto bene, il fatto è che mi aspetta una giornata piena, tutto qui. -
-Cominci le prove col gruppo di teatro, giusto? –   Le dice la madre con un sorriso interessato.
-Eh già…- Clarke tentò di non sembrare troppo nervosa all’idea, ma si rese conto di non esserci riuscita.
-Andiamo tesoro, vedrai che andrai benissimo, quando eri piccola eri così brava a recitare! -
-Sono passati anni mamma, e non si tratta solo di quello…-
-E di che si tratta allora? -

Per un attimo Clarke valutò di spiegare alla madre il vero motivo per cui non voleva fare parte di quel corso, di come non le piacesse l’idea di dover lavorare con individui odiosi come Bellamy Blake o dover affrontare Raven Rayes, ma ci ripensò. Non valeva la pena far preoccupare sua madre. Se la sarebbe cavata, come faceva sempre.
-Niente di importante mamma, davvero… probabilmente hai ragione tu, sarà divertente. –

E detto ciò iniziò a mangiare i suoi pancake, sfoderando il suo sorriso più ampio mentre li ingoiava velocemente cercando di non pensare al persistente sapore di bruciato e ai grumi di pastella.
Sua madre interpretò la sua velocità nel mangiarli come un segno del fatto che stava migliorando come cuoca.
-Ti piacciono, Clarke? -
-Da morire, mamma! – ok, si disse, in fin dei conti forse non era tanto pessima a recitare.

Finita la colazione si lavò velocemente i denti, afferrò la borsa e, dopo aver salutato velocemente sua madre, uscì di casa.
Come ogni giorno incontrò Monty e Jasper davanti al cancello del liceo. Per entrambi si prospettava una normale mercoledì come tanti altri ma per lei era il giorno del giudizio…
-Allora, pronta per le prove di oggi? –
-Come no, Jasper, non sto più nella pelle…-
-Ehi, guarda il lato positivo, se a Stanford le cose non vanno come previsto, avrai sempre una carriera nel mondo dello spettacolo! –
-Già, questo sì che mi aiuta, come farei senza un amico come te? – disse Clarke spintonandolo, ma non riuscì a nascondere una risata. Jasper con le sue battute idiote sapeva di certo come tirarla su di morale.
-In ogni caso cosa può andare storto? – concluse Jasper.
-Sei serio Jas? Escludendo una Raven Rayes che mi caverà gli occhi non appena ne avrà l’occasione? –

Monty e Jasper sembrarono stupiti dalla notizia; in effetti si era dimenticata di dire loro del piccolo dettaglio della presenza di Raven bomba a orologeria Rayes.
-Raven? Al corso di teatro con te??? È ufficiale, vogliamo dei posti in prima fila per lo spettacolo. –
-Oh certo, sarà una cosa epica, probabilmente ci sarà anche un omicidio in scena. IL MIO. –
-Non essere così drammatica, Clarke. – disse conciliante Monty –quella ragazza è un’adulta, ormai l’avrà superata. –
Clarke dubitava seriamente della cosa. Quello che era successo tra loro due era il tipo di cosa che tra ragazze porta ad un violento omicidio o, nel migliore dei casi, ad ignorarsi totalmente a vita: lei e Raven si erano ritrovate a litigare per lo stesso ragazzo.

Era stato la primavera precedente. Clarke aveva conosciuto Finn Collins a lezione di arte. Era bello, divertente, dolce e si era appena trasferito da Boston con la sua famiglia.
Clarke aveva lasciato che lui diventasse una parte importante della sua vita, si era fidata, come non aveva mai fatto prima. Gli aveva parlato dei suoi sogni e delle sue paure. Era stato il suo primo amore e la sua prima volta.
Il tutto per poi scoprire, un bel giorno, che lui, a Boston, si era lasciato indietro una ragazza. Una ragazza perdutamente innamorata di lui, tanto da chiedere una borsa di studio per il loro liceo, così da poter stare di nuovo vicina al ragazzo che amava.
Finn non le aveva mai parlato di quest’altra ragazza, Clarke sapeva soltanto che un bel giorno, quando lei e Finn stavano insieme da più di un mese ormai, se la erano ritrovata davanti ai cancelli, mentre entravano. Finn si era bloccato per la sorpresa, come se avesse appena visto un fantasma. Lei gli era corsa incontro e gli aveva gettato le braccia al collo, e quando lui le aveva chiesto cosa ci facesse lì, lei gli aveva risposto che era lì per lui, che aveva cambiato scuola, che voleva stargli vicino, che non l’avrebbe lasciato mai più, e che non gli aveva detto nulla per fargli una sorpresa. Clarke era rimasta lì confusa, a guardare la scena, e aveva chiesto timidamente a Finn di presentargli la sua “amica”.
-Sono la sua ragazza veramente. – aveva risposto lei, chiaramente curiosa di sapere piuttosto chi fosse lei.

Era stato probabilmente il momento più umiliante che Clarke avesse mai vissuto. Da allora non aveva più voluto sapere nulla di Finn. Non aveva mai risposto a tutte le telefonate, i messaggi e le mail che le aveva lasciato, in cui spiegava che lui e Raven avevano praticamente rotto da quando lui si era trasferito, che pensava non l’avrebbe più rivista e che era per questo che non le aveva nemmeno detto della loro storia, che sì, certo, Raven per lui era importante, ma provava qualcosa per Clarke, e che quello che avevano era importante per lui, e non voleva che finisse.
Ma Clarke era stata decisa nel chiudere la faccenda. Non le sembrava giusto nei confronti di Raven, e non si sarebbe messa tra quei due. Dopo due settimane di depressione e vaschette di gelato portatele a casa da Jasper e Monty l’aveva superata, o almeno così le piaceva pensare. Non aveva quasi più parlato con Finn, e ogni volta che incrociava lui e Raven per i corridoi, lui le sorrideva, e la ragazza la guardava come se volesse ucciderla. Finn voleva che rimanessero amici, e Raven aveva cercato di essere conciliante, anche se si capiva benissimo che l’unica cosa che voleva era tenerla il più lontano possibile dal suo ragazzo, e Clarke questo lo capiva, ma era impossibile negare che ogni volta che lo vedeva per i corridoi le vecchie ferite si riaprivano, e anche se il dolore si era attenuato decisamente non era sparito.

Monty e Jasper non dissero niente, ma dai loro occhi capiva chiaramente quello che in fondo sapeva già: era stata una pessima idea, stava giocando con il fuoco, e quando il fuoco si chiama Raven Rayes puoi stare sicuro di scottarti.
-Pensa solo a Stanford. – le disse Monty. E lei gli diede ascolto, perché probabilmente era l’unico pensiero che l’avrebbe fatta andare avanti con quel corso pieno di gente orribile.
E parlando di gente orribile ecco arrivare Bellamy Blake in tutta la sua altezzosità.

Clarke, Monty e Jasper erano davanti all’armadietto della ragazza, e Blake stava passando proprio dalla loro parte seguito da Murphy e da un gruppetto nutrito di ragazze tutte sorrisi, che non facevano altro che parlargli all’orecchio, ridere delle sue battutine e guardarlo adoranti.
Clarke gli gettò appena uno sguardo continuando a parlare con i suoi amici ma, sorprendentemente, quando Bellamy la vide, le regalò uno dei suoi sorrisi più maliziosi e passandole davanti disse a voce alta:
-Buongiorno, PRINCIPESSA! – per poi allontanarsi con passo molleggiato.
Tutte le ragazze intorno a lui si girarono di scatto e fissarono Clarke con un misto di irritazione e preoccupazione, chiedendosi chi fosse la ragazza che Bellamy chiamava “principessa”.
Clarke gli rispose con uno sguardo interrogativo, chiedendosi perché quell’irritante ragazzo adesso si sentisse autorizzato a salutarla.

Jasper e Monty sembravano ugualmente confusi. Jasper fu il primo a dare voce ai pensieri di tutti:
-Scusa, ma come ti ha chiamata?! –
-Lascia perdere, Bellamy Blake ha intrapreso come missione nella vita quella di farmi diventare matta. –
-probabilmente quelle ragazza l’hanno interpretata diversamente…-
Clarke non poteva non sorridere all’idea che quelle ragazze potessero vederla come una minaccia. “Tranquille, ochette, è tutto vostro…”. Di sicuro non riusciva a capire cosa vedessero quelle lì in Bellamy Blake… insomma, certo, era alto, slanciato, con un bel fiisco, e i suoi occhi scuri e la chioma arruffata potevano dargli un’aria sexy ma… “Che diamine stai pensando Clarke?!” beh, anche se poteva ritenersi un bel ragazzo, Bellamy era soltanto un idiota di proporzioni gigantesche.
-Ti aspetta un lungo pomeriggio. –
-Non dirlo a me. –

Il resto della giornata trascorse tranquillo, così come il pranzo. Poi Clarke salutò Jasper e Monty e si avviò verso l’aula grande, dove si tenevano le prove del gruppo teatrale.
Trovò il posto già gremito di gente in attesa che arrivasse il regista.

Le prime persone che notò furono Raven e, con suo grande orrore, Finn. Perché mai Finn si trovava lì??? Lui le fece un cenno con la mano, invitandola ad avvicinarsi, con grande fastidio della fidanzata.
Clarke, suo malgrado, non conoscendo nessun’altro dei membri del gruppo, si avvicinò lentamente e azzardò un “ciao” con il tono più incolore che riuscì ad utilizzare.
Finn la salutò abbastanza allegramente, cercando di non rendere eccessivo l’imbarazzo; in fondo, nonostante ciò che era successo, non dovevano certo comportarsi in maniera immatura, potevano avere un rapporto civile, e da adulti, tutti e tre.
-Ehi Clarke, come vanno le cose? -
-Non c’è male. Siete nel gruppo di teatro, vedo…-
-Eh già. -  rispose Raven lapidaria
-Beh, in realtà Raven è nel corso, io sono stato reclutato per dare una mano con le luci e le musiche-
 –Tu che ci fai, qui, a proposito? – chiese di nuovo Raven.
-Mi servivano dei crediti in più per un corso estivo… -
-Quello di Stanford? – scattò Finn entusiasta. –è fantastico che tu ti iscriva, ti prenderanno di sicuro! -
Lo diceva chiaramente per essere gentile e metterla a suo agio, ma non faceva altro che peggiorare la situazione.
Gli sorrise educatamente, scrutando la platea in cerca di posti liberi.

Finn, capendo che stava cercando un posto a sedere le chiese prudentemente se voleva sedersi con loro. La proposta fu accolta con entusiasmo zero sia da parte di Clarke che da parte di Raven.
-Oh, no, grazie mille, ma davvero, in realtà pensavo di sedermi… ehmm… -
Cercava disperatamente un posto libero; i membri del gruppo di teatro erano circa una ventina, e si erano raccolti tutti in maniera compatta nelle prime tre file davanti al palco, occupandole per intero, e lasciando tutte le altre completamente vuote. Avrebbe potuto occupare senza problemi una di quelle, ma non voleva far capire a Finn e Raven di essere tanto a disagio da preferire sedersi da sola che con loro. Cercava disperatamente qualcuno accanto a cui sedersi, sia conosciuto che sconosciuto, sarebbe andato bene chiunque…

E in quel momento adocchiò Bellamy Blake, seduto un paio di file dietro a Raven e Finn, accanto ad un posto vuoto, quello che sembrava essere l’unico altro posto vuoto nelle prime tre file.
-Si, ecco, c’è Bellamy che mi ha tenuto il posto… potrebbe sembrare scortese lasciarlo lì da solo…-
Raven parve sollevata, mentre il volto di Finn era una maschera di sorpresa.
-Bellamy Blake? Da quando conosci Bellamy Blake? –
-Ehm, da un po’…- disse lei con noncuranza e salutandoli con un cenno si avviò verso dove era seduto Blake.

Il ragazzo parve sorpreso di vederla avvicinarsi, ma al limite dello stupore quando si sedette accanto a lui.
-Bene bene… guarda un po’ chi si rivede…-
-Taci Blake, non ho avuto altra scelta che sedermi qui. –
-Io non ho detto niente… mi fa piacere un po’ di sana compagnia. – e detto ciò le rivolse un sorrisino a mezza bocca. Clarke fece del suo meglio per ignorarlo, come per ignorare gli sguardi furtivi che le rivolgeva Finn, che si voltava a intervalli di trenta secondi per vedere cosa stessero facendo lei e Bellamy.

Non ci volle molto che perché il ragazzo si accorgesse di essere scrutato.
-Scusa, Griffin- le sussurrò -puoi chiedere al tuo ragazzo di smettere di fissarmi, è un tantino inquietante…-
-Non è il mio RAGAZZO. Non è nemmeno mio amico, se vuoi saperlo. –
-Oook, non farò domande e subirò stoicamente gli inquietanti sguardi del tuo non-ragazzo-non amico per il tempo che ci separa dalla fine di questo corso, e questo solo perché sono un uomo discreto. –
Suo malgrado trovò la battuta un tantino divertente, e si ritrovò ad incurvare le labbra in un sorriso.
-Ma guarda un po’, sai anche sorridere… me lo segno. –
-Ma di che parli? Io sorrido spessissimo…-
-Non che non lo fai, sei sempre ridicolmente seria. -
-Non mi conosci nemmeno. –
-Sono bravo a interpretare le persone. –
-Come no. -
-Non ci credi? Va bene, vorrà dire che dovrò dimostrarlo… adesso ti dico qualcosa di te, e se ho ragione…-
-Sono sicura che il problema non si porrà…-
-Scommettiamo? -
-Scommettiamo. -
-Perfetto… vediamo… sei un tipo che ha problemi di fiducia. –
Clarke rimase impassibile, chiedendosi tra se’ e se’ se il ragazzo potesse avere ragione. – Come ho detto, non capisci nulla delle persone e non capisci nulla di me. – dirlo ad alta voce rese molto più semplice crederci…
-Ah, quindi ho sbagliato? –
-Ovviamente si, come era prevedibile. –

Bellamy sembrò indeciso se crederle o meno, ma alla fine lasciò perdere.
-Va bene Griffin… Una cosa però non riesco proprio a intuirla: come sei finita in questo corso? Insomma, sarai pure un’intellettuale, ma non mi sembri un tipo da teatro, è una cosa troppo divertente per una come te…-
-Se proprio vuoi saperlo sono qui per dei crediti extra. –
-Ma non mi dire, essere una principessina non dà crediti extra? -
-Di sicuro non abbastanza per un campus di medicina a Stanford- rispose con un sospiro, ignorando la battuta.
-Stanford, eh? Beh, dovevo immaginare una cosa di questo genere…- concluse con tono di supponenza.
-Ora tocca a me, ok? Scommetto che sei qui perché se frequenti il corso di teatro ti abboneranno dei votacci… è così? –
Bellamy distolse un attimo lo sguardo e Clarke capì di aver fatto centro. Il ragazzo fece una piccola risata
 – Complimenti Sherlock, ci hai preso. Rischio di perdere la borsa di studio per il football perché il mio ultimo tema su Shakespeare era “il peggiore mai scritto”, o almeno così ha detto l’insegnante. Ha detto anche che se recitassi Shakespeare potrebbe essere più propensa a farmi passare il corso. Soddisfatta? –
Clarke rispose con un sorriso compiaciuto, mentre la sua mente faceva una piccola danza della vittoria. Ovvio che Bellamy facesse schifo in inglese, era un essere privo di sensibilità,

A quel punto arrivò il signor Jaha, professore di matematica, nonché regista e coordinatore del corso di teatro.
-Buongiorno a tutti. - disse mettendosi sul palco, di fronte ai ragazzi seduti in platea.
-E’ stupendo poter coordinare il corso di teatro anche quest’anno, e sono ancora più felice di rivedere tanti volti conosciuti, con cui ho avuto il piacere di lavorare l’anno scorso, e tanti nuovi elementi, che hanno deciso di unirsi al gruppo…- li scrutò tutti intensamente. Dopodiché iniziò a scendere più nei dettagli della rappresentazione.

-Benissimo, come sapete tutti, quest’anno metteremo in scena “sogno di una notte di mezz’estate”, una delle commedie più belle mai scritte. La storia racconta di due coppie di innamorati, Ermia e Lisandro ed Elena e Demetrio. Ermia è la principessa di Atene e suo padre vuole che sposi Demetrio, un giovane nobile, anche se sa benissimo che lei è innamorata di Lisandro; allora i due giovani decidono di scappare insieme, quando Demetrio lo viene a sapere li insegue, rinnegando il suo amore per Elena, deciso a sposare Ermia. Elena a sua volta segue Demetrio, cercando di convincerlo a sposare invece lei. Tutti e quattro i giovani si ritrovano così nel bosco in piena notte; stanchi, si addormentano in una radura magica, abitata da spiriti e fate. Il re delle fate, Oberon, decide di fare uno scherzo alle coppie e manda il suo servo Puck a spargere nei loro occhi una polvere magica per l’innamoramento, per risolvere una volta per tutte i loro problemi, ma Puck sbaglia tutto, e al loro risveglio i due uomini si ritrovano innamorati entrambi di Elena e iniziano a litigare per lei. Le cose tronano a posto soltanto dopo che Puck spruzza nei loro occhi la polvere di nuovo, così che al loro risveglio Lisandro è di nuovo innamorato di Ermia e Demetrio è di nuovo innamorato di Elena. Bella storia no? - Jaha fece una pausa ad effetto.

-Ho già tante idee su come metterla in scena, ma sono molto molto indeciso sui personaggi. Ovviamente vorrei lasciare spazio alle nuove reclute, ma non vi conosco ancora bene, quindi vorrei che saliste sul palco per fare qualche esercizio insieme, e poi farò leggere a ciascuno di voi alcune battute dal copione, giusto per vedere come ve la cavate… forza, tutti sul palco! –
Dopo che fu salita sul palco insieme agli altri, a Clarke sembrò di riconoscere qualcuno di loro, persone che frequentavano i suoi stessi corsi ma con cui lei non aveva mai scambiato più di due parole, e anche se sapeva di non essere un tipo molto socievole, e la cosa non le era mai importata particolarmente, In quel momento si sentì molto sola sul palco davanti alla platea vuota, vulnerabile come non era abituata ad essere.

Jaha fece fare loro alcuni esercizi di riscaldamento, li fece camminare sul palco in tutte le direzioni e a tutte le velocità possibili, gli fece fare esercizi di respirazione e, infine, ebbe la geniale idea di far provare loro le cadute di fiducia.
-Questo esercizio è fondamentale, e ve lo farò rifare anche in futuro. Per mettere in scena uno spettacolo dovete imparare a lavorare insieme, a conoscervi e a fidarvi l’uno dell’altra, la vostra capacità di lavorare insieme è visibile chiaramente a chi vi guarda, per questo le cadute di fiducia sono importanti. Ed è il motivo per cui non voglio che stiate in coppia con qualcuno che conoscete già. – tutti si scambiarono sguardi preoccupati.
-Niente panico ragazzi, ok? Facciamo così, ho qui l’elenco degli iscritti al corso. Sceglierò dei nomi a caso per formare le coppie, va bene?  Allora… cominciamo con Raven Rayes che starà con… Joshua Stewart – si fecero avanti Raven e un ragazzo magrolino con gli occhiali e un’aria spaventata.

Clarke tirò un sospiro di sollievo per non essere stata messa in coppia con lei. Probabilmente l’avrebbe non solo lasciata cadere, ma poi l’avrebbe presa anche a calci una volta a terra.
Jaha continuò a formare le coppie in maniera casuale.
-E poi mettiamo il signor Bellamy Blake con… Clarke Griffin. –
Bellamy le lanciò uno sguardo dal punto del palco in cui si trovava, e le si avvicinò per fare l’esercizio.
-Però, è proprio destino…-
-Oh certo, io però la chiamo sfortuna. –
La battuta non diminuì l’allegria di Bellamy. Una volta che tutti ebbero un compagno, si mise dietro di lei a braccia stese.
-Ok, principessa, buttati pure. –
Clarke si sentì inspiegabilmente trattenuta, e avvertì un nodo allo stomaco all’idea di buttarsi all’indietro nel vuoto.
-Ohhh ecco vedi, il problema è proprio questo: io non mi fido di te. – disse Clarke girandosi per guardarlo negli occhi, cercando di rimanere impassibile, mentre Bellamy si dondolava compiaciuto.
-Visto, che ti dicevo? Problemi di fiducia. Credo proprio di aver vinto la scommessa. –
-Per niente, è solo che non mi fido di TE. -
-Va bene, allora mi butto io e tu mi prendi? – disse conciliante, con un’alzata di spalle.
-Vuoi scherzare??? Peserai almeno 70 kg!!! –
-La scelta è tua Griffin. O mi butto io o ti butti tu. A meno che non voglia rimanere a fissarmi per la prossima ora… –
-Va bene. – disse lei mettendosi dietro Bellamy, nella speranza che quello stupido esercizio finisse il prima possibile. Bellamy Blake la guardò divertito e si preparò all’esercizio.
-Vuoi che conti fino a tre? –
-Piantala, Blake, buttati e basta. –
E Bellamy si lasciò cadere gentilmente all’indietro, di peso. Clarke provò a prenderlo dalla vita, ma Bellamy era molto più alto di lei e molto più pesante, quindi la cosa fu un fallimento totale e, nel tentativo di reggerlo perse l’equilibrio cadendo a terra, insieme a Bellamy. Il ragazzo aveva infatti cercato di recuperare l’equilibrio, ma siccome la ragazza non lo aveva lasciato era inevitabilmente caduto anche lui. Su di lei.

Clarke si ritrovò a terra con Bellamy addosso, il suo viso ad un centimetro da quello di lui, incapace di qualunque reazione, sentendosi all’improvviso incapace di parlare o respirare. Lui, al contrario, dopo un attimo di confusione, sembrava star traendo il meglio dalla situazione, e non accennava a volersi alzare, ne’ a voler mettere alcuna distanza tra di loro.
-Ricordami di non fidarmi più di te, principessa. –
Clarke lo guardò irritata –Te l’ho detto che eri troppo pesante. –
-E io ti ho detto che sarebbe stato meglio se fossi stata tu a cadere e io a prenderti. Non mi hai dato retta, e io sono quello che ne subisce le conseguenze. –
-Già, beh, dato che la situazione non fa impazzire neanche me, SI PUO’ SAPER EPERCHE’ NON TI ALZI??? –

A quel punto arrivò i professor Jaha che, trattenendo un sorriso, si mise in ginocchio accanto a loro a, con voce tranquilla, disse:
-Io insegno matematica, non fisica, ma sono abbastanza sicuro che non sia stata una grande idea fare lei quello che cade, signor Blake. –
-Che ci creda o no, professore, ho espresso la sua stessa opinione qualche minuto fa. –
-Credo sia il caso che vi alziate, adesso. –
Clarke e Bellamy si tirarono su. Molti dei ragazzi avevano assistito alla scena e li guardavano interessati, con grande disappunto di Clarke e grande ilarità di Bellamy.

Jaha si rivolse a Clarke con voce bassa.
-E’ vero signorina? E’ lei che ha voluto fare così? –
-Si, professore. – Clarke cercò di elaborare mentalmente una spiegazione plausibile per una scelta tanto illogica.
-Posso sapere perché? Hai problemi di fiducia? –
A quel punto intervenne Bellamy, trionfante, –le ho detto la stessa identica cosa, professore!!! –
-Taci Blake. – tagliò corto lui, con sommo piacere di Clarke.
-E’ che non mi fido molto di lui professore, tutto qui. Sarebbe molto più facile fidarsi di qualcun altro… –
-Capisco… vedi però, Clarke, lo scopo di tutto questo è esattamente imparare a fidarsi gli uni degli altri. Sarebbe troppo facile metterti in coppia con qualcuno di cui già ti fidi. Perché non fai un tentativo, sono sicuro che il signor Blake non ti farà cadere a terra. – concluse Jaha con un sorriso conciliante, per poi allontanarsi per controllare come stavano andando gli altri.

Clarke, nel tentativo di non mostrarsi irragionevole, lasciò che Bellamy si mettese dietro di lei a braccia tese e, dopo aver preso un respiro profondo si lasciò cadere dolcemente.
Per quanto non avrebbe mai ammesso quella irragionevole preoccupazione, tirò un sospiro di sollievo quando Bellamy la prese. Sentì le braccia di lui stringersi intorno alla vita e attirarla verso il suo petto. Sentì per qualche istante il piacevole calore del suo corpo. Tra questo è la sensazione di essere stata presa fu un bel momento. Vide uno sguardo soddisfatto da parte del professor Jaha che si era allontanato per supervisionare anche gli altri.
-Visto, non è stato poi tanto male…- disse piano Bellamy parlandole piano, vicino all’orecchio. Le teneva ancora le braccia attorno alla vita. Clarke  percepì una strana sensazione di nodo allo stomaco nel sentire il respiro caldo di Bellamy sul collo.
All’improvviso si rese conto di aver lasciato che quel momento si protraesse un pochino più del necessario, e allora si staccò dalla sua stretta il più in fretta che poté.
-Si, in effetti poteva andare peggio… potevi lasciarmi cadere…- disse con una risatina nervosa, ricomponendosi.
-Significa che adesso ti fidi di me? – Disse lui ironico.
-Assolutamente NO. – rispose lei, ma si ritrovò a dirlo sorridendo.

Dopo questi esercizi Jaha li fece scendere tutti dal palco, invitandoli a sedersi, e solo a quel punto diede qualche indicazione su cosa li aspettava a quel punto della lezione. Li avrebbe fatti salire su palco uno alla volta. Le ragazze avrebbero tutte dovuto leggere le prime battute di Ermia, mentre i ragazzi avrebbero dovuto leggere il primo monologo di Lisandro.
Il primo a essere chiamato fu un certo Alex Wight. Salì sul palco un bel ragazzo con i capelli biondi a spazzola e un fisico ben piazzato. Doveva aver partecipato al corso di teatro anche l’anno precedente, perché era davvero molto bravo, constatò Clarke.

Dopo di lui vennero chiamate alcune ragazze e un altro paio di ragazzi. A quel punto fu il turno di Bellamy. Salì sul palco in maniera disinvolta, come era tipico di lui, e cominciò a leggere.
Clarke si predispose con soddisfazione ad ascoltare la più tremenda delle performance e… Wow. Dopo nemmeno un minuto già non riusciva a crederci, ma Bellamy Blake era davvero bravo. Era perfetto nei gesti e nel modo di parlare. Sembrava che avesse provato quelle battute per una vita, non certo che le stesse leggendo per la prima volta.

- “Signore, io provengo da una famiglia illustre e piena ricchezze e amo la bella Ermia, così come, al contrario del buon Demetrio, posso vantare di essere da lei riamato…” - proclamava con la sua voce vellutata.
Molti guardavano assorti. Soprattutto le ragazze. Cercavano lo sguardo di Bellamy come se volessero sentire loro stesse di essere Ermia. Dal canto suo Bellamy regalava a tutte uno sguardo dolce, strappando a tutte le ragazze della sala un sospiro estasiato. Clarke se ne accorse e si ritrovò, senza nemmeno capire perché, a sbuffare con disappunto. Quel ragazzo era un idiota persino quando recitava…
Una volta finito Jaha non disse una parola, anche se era chiaramente colpito in positivo. E chiamò direttamente le persone rimanenti.
Qualche tempo dopo venne chiamata Raven. Anche lei non era affatto male. Recitava le battute con energia e, anche se non era perfetta, era chiaramente a suo agio e trasmetteva il messaggio con forza.
Quasi alla fine toccò a Clarke. Salì sul palco con aria fiera, cercando di mostrarsi in soggezione. Non aveva paura del palco o cose simili, ma non poteva negare di essere leggermente intimidita da tutte le persone che la fissavano. Si fece coraggio e iniziò a recitare le sue battute:

- “Supplico vostra grazia di perdonarmi… non so cosa mi spinga a chiedere tanto, e forse il manifestare il mio pensiero così arditamente fa di me una persona poco modesta, ma…” -
Man mano che andava avanti si scioglieva. Al contrario delle altre ragazze non cercava di recitare le battute con enfasi, ma con naturalezza, e l’effetto le sembrava decisamente positivo.
Una volta finito scese dal palco parzialmente soddisfatta. Una volta sentiti tutti quanti, Jaha dichiarò che si sarebbe preso dieci minuti per decidere come distribuire i ruoli, e detto ciò si ritirò dietro le quinte.
Bellamy, seduto accanto a lei, le fece i complimenti per l’interpretazione.
-Dico davvero… forse ti avevo sottovalutata. Non sei stata affatto male lì sopra…-
-Grazie, ma tu sei stato davvero fantastico. – E lo disse senza ironia, lo pensava davvero. Bellamy dal canto suo le regalò un sorriso ampio di ringraziamento, provocandole uno strano calore nel petto.

Al termine della pausa Jaha riemerse da dietro le quinte con aria soddisfatta.
-Benissimo, penso proprio di aver raggiunto un verdetto! Procediamo con ordine: Puck sarà interpretato dal signor Stewart, Titania sarà interpretata dalla signorina Austen, Oberon dal signor Mccharty, Elena dalla signorina Raven Rayes…-
Vide Raven esultare piano e Finn stamparle un bacio sulla fronte.
-…Demetrio lo farà invece il signor Alex Wight, congratulazioni… poi vediamo… Lisandro sarà interpretato dal signor Bellamy Blake mentre a recitare la parte di Ermia sarà la signorina Clarke Griffin…-
Ci fu un mormorio diffuso, e Bellamy e Clarke si guardarono un istante, entrambi sorpresi.

Se in un primo momento Clarke sentì un moto d’orgoglio per aver ottenuto uno dei ruoli principali, subito dopo si rese conto con orrore di che cosa avrebbe comportato…
-Beh, non sei felice di fare la parte della principessa, principessa? – disse lui dandole una piccola gomitata.
Ci doveva essere uno sbaglio, pensò lei. Dopo aver visto quanta poca complicità c’era tra loro, come poteva Jaha averle assegnato quel ruolo??? Perché lo aveva fatto??? Ora avrebbe dovuto fare la parte della… eeeeeewww FIDANZATA di Bellamy.
A peggiorare il tutto c’erano lo sguardo stranito di Finn, che Clarke sentiva inevitabilmente su di se’.

Jaha detto ciò diede alcune indicazioni tecniche per le prossime prove del giorno dopo, per poi riprendere la sua borsa e avviarsi verso l’uscita.
Clarke raccolse la sua roba e si avviò velocemente verso l’ingresso, senza degnare di uno sguardo nessuno, decisa a parlare con Jaha, a chiedergli perché le aveva assegnato proprio quel ruolo, ma fu bloccata da Raven, che le si piantò davanti con decisione, seguita da Finn.
-Vai da qualche parte? –
-In realtà SI. –
-Beh, prima vorrei parlarti…-
-Raven ti prego, non potresti evitare…- provò a dire Finn, evidentemente sapendo cosa la ragazza avrebbe detto, ma Raven sembrava non avere intenzione di ascoltarlo, aveva un’aria davvero arrabbiata. In effetti era facile per Clarke immaginare il perché: avrebbero dovuto condividere praticamente tutte le loro scene, e l’idea non rendeva felice nemmeno lei, anche se era solo uno dei molteplici problemi che quello spettacolo le avrebbe causato.
-No, Finn, fammi parlare, non intendo stare zitta STAVOLTA!!! Volevo soltanto chiarire una cosa, Clarke: magari ci toccherà dover recitare la parte delle amiche, ma voglio che tu sappia come stanno le cose: non siamo e non saremo mai amiche, e per il tempo restante che passeremo qua dentro, sta alla larga da me. –
-Credi forse che io mi diverta Raven, beh, indovina un po’? NON E’ COSI’! – cercò di allontanarsi, sperando di essere stata chiara. Non voleva un litigio, non in quel momento, ma Raven continuava a sbarrarle la strada.

Finn cercava invano di far ragionare Raven, che alzava sempre di più la voce. Qualche curioso che non era ancora andato via si avvicinò per sentire meglio la conversazione.
La situazione si stava facendo sempre più imbarazzante. Clarke non voleva fare una scenata davanti a tutti, e avrebbe dato di tutto per non trovarsi lì in quel momento…
-Ehi Clarke!!! CLARKE! – vide Bellamy arrivarle d dietro e avvicinarsi a lei come se non avesse idea di cosa stava succedendo.
-Ah finalmente ti ho trovata! Devi venire un attimo con me, ti sta cercando il professor Jaha, ha detto che doveva assolutamente parlarti prima di andarsene…-
Poi guardò Finn e Raven come se li vedesse per la prima volta: -Oh, scusate, ho interrotto qualcosa? –
Clarke non l’avrebbe mai creduto possibile, ma l’apparizione di Bellamy fu provvidenziale.
Raven provò a ribattere che si, aveva effettivamente interrotto una discussione. E lui si scusò mitemente e con un’alzata di spalle disse che purtroppo non poteva fare diversamente, era urgente e il professor Jaha se la sarebbe presa molto se avesse saputo che una discussione tra compagni di corso veniva ritenuta più importante che essere convocati da lui.
Detto questo prese Clarke per il braccio e la trascinò fuori in corridoio. Lei lanciò un ultimo sguardo a Finn e Raven e poi si allontanò con Bellamy.

Una volta che il ragazzo l’ebbe portata fuori dalla portata di sguardi indiscreti, Clarke chiese: -Dov’è Jaha? Di che cosa voleva parlarmi? –
Lui le rivolse uno sguardo complice: -Andiamo, sei davvero così ingenua? Jaha è già andato via, non c’era proprio nessuno che doveva parlarti…-
Clarke era ufficialmente confusa. -E allora perché…-
-Perché le cose si stavano mettendo chiaramente male per te là dentro. Ho pensato che avessi bisogno di una mano…-
Oh. La sua antipatia per quel ragazzo si scontrava con la gratitudine che sentiva per averla salvata da quella situazione. Non sapeva che cosa dire, era ancora leggermente confusa dal gesto gentile di Blake, incerta se ritenerla l’inizio di una strana alleanza.
-Senti, so che non sono fatti miei, ma cos’hai fatto per far arrabbiare tanto quella ragazza??-
-E’ una lunga storia…-
-Ti sei messa in mezzo tra lei e il ragazzo, per caso? -
-E’ tanto chiaro? – Clarke era semplicemente troppo stanca anche solo per cercare di spiegare.
-Si vede da come lui ti guarda. È chiaro che la cosa la faccia infuriare… -
-Lui non mi guarda in NESSUN modo. –
Bellamy le rispose con una semplice alzata di spalle, evitando di discutere oltre, e si allontanò verso l’uscita.

-Comunque Blake…- Disse Clarke correndogli dietro.
-Si? – si girò sorpreso.
-Grazie. –
-Ma figurati…- Rispose con noncuranza, - salvare le principesse in difficoltà è la mia specialità… -
Clarke lo guardò andar everso l'uscita sentendo suo malgrado le labbra incurvarsi, chiedendosi fra se’ e se’ perché non riuscisse, anche dopo una giornata simile, a fare a meno di sorridere.

 

NOTEDELL’AUTRICE
Eccomi tornata con il secondo capitolo di questa long bellarke!  Come sempre ringrazio in anticipo tutti quelli che hanno letto il capitolo e che avranno la bontà di recensirlo…
Innanzitutto mi voglio scurare per tutti gli errori di battitura presenti nel capitolo precedente, davvero non so come sono riuscita a fare un disastro simile!! Spero di non aver ripetuto la cosa questa volta…
In secondo luogo scusate anche per il ritardo con cui ho pubblicato questo secondo capitolo, ma sono nel pieno della sessione invernale degli esami, e sto letteralmente impazzendo! Infatti questo capitolo avevo finito di scriverlo da parecchio tempo, però non ho avuto un momento libero per riguardarlo come si deve… poi ieri dopo aver visto la 3X02 mi sentivo ispirata e davvero non ho potuto più rimandare!
A questo proposito… mi rivolgo a tutto il fandom: DITEMI CHE AVETE VISTO LA PUNTATA DI IERI, SE SI’ SCRIVETEMI NELLE RECENSIONI COSA NE PENSATE PERCHE’ IO STO IMPAZZENDO! Io l’ho trovata magnifica, in via generale, poi nelle scene di Bellamy e Clarke la mia mente non faceva che gridare BELLARKE IS ALIVE!!! Cioè, ditemi per favore che non sono matta, che non è stato uno scherzo della mia immaginazione!! Bob Morley, in una passata intervista ha dichiarato: “C. e B. provano secondo me ammirazione e rispetto l’uno per l’altra, ma nulla di romantico…” ora voi ditemi, MA STIAMO SCHRZANDO?! Insomma, riflettiamo: il modo in cui rischia la sua vita per salvarla, e in cui avrebbe continuato a cercarla anche a costo di saltellare su una gamba sola, il modo in cui dice “non possiamo perderla” con le lacrime agli occhi, davvero è solo “rispetto e ammirazione” ??? non scherziamo, non avrebbe fatto lo stesso per chiunque: Bellamy è uno stratega, sa quando è meglio aspettare e quando è meglio muoversi, ma dal momento in cui capisce che Clarke è in pericolo ed è così vicina, non ci capisce più niente, sa solo che deve fare qualcosa per salvare la sua principessa, e sono gli altri a doverlo fermare, e persino Monty, che è amico di Clarke dalla prima puntata della prima stagione, non perde la testa in quel modo quando vede Clarke in pericolo. Secondo me non può essere un caso. E invece il modo in cui lei dice “FARO’ QUALNQUE COSA, MA PER FAVORE NON UCCIDERLO” nemmeno quello lo avrebbe fatto per chiunque! Cioè, andiamo, Clarke di amici in pericolo di vita ne ha visti, e ha sempre mantenuto il sangue freddo, ma qui NO. Praticamente dice che le va bene diventare lo strumento della nazione del ghiaccio per una guerra contro il SUO popolo, che non farà resistenza, basta che Ronan non faccia del male a Bellamy. Come fate a dirmi che qui c’è solo amicizia??
Ma passiamo ora a parlare delle vicende di questo capitolo… allora, andiamo con ordine: finalmente sono cominciate le prove!! Certo l’inizio non è stato dei più promettenti, in primo luogo per la bruttissima scoperta che non solo Clarke dovrà condividere due pomeriggi a settimana con Raven, ma anche con il suo ex Finn. Come avevo già anticipato, Finn è presente nella storia. Nel bene e nel male, è stato il primo amore di Clarke, e rappresenta una parte importante della sua vita, per questo ho voluto parlarne. Ho dovuto un po’ adattare le vicende, perché ovviamente Finn è vivo e vegeto in questo universo e, un po’ come nella prima stagione, ha scelto di stare con Raven, anche se ha dei sentimenti forti per Clarke. Mi sono andata a riguardare alcuni episodi della prima stagione, e mi sono resa conto di due cose: innanzitutto che Clarke ha cercato di non ostacolare il rapporto tra quei due in tutti i modi possibili, in secondo luogo che Raven nella serie cerca sempre di essere civile con Clarke, perché capisce che quello che è successo non è colpa sua; certo la fa arrabbiare che Finn tenga tanto a lei, ma incolpa più lui che lei. Ecco, io ho cambiato un po’ la cosa perché, insomma, trasferirsi in un’altra città è diverso dall’essere mandati sulla terra dallo spazio, quindi mi sembrava che esigesse una reazione diversa e un po’ meno comprensiva… per me Raven è molto arrabbiata anche con Clarke perché anche se ha capito che non voleva rubare il ragazzo di nessuno, pensa che lei abbia un po’ ignorato la verità. Poi per lei vederla al corso di teatro e scoprire che dovranno recitare la parte delle amiche tutto il tempo è la goccia che fa traboccare il vaso. Inoltre bisogna considerare che, nell’opera di Shakespeare, la situazione di Elena e Ermia è molto simile a quella di Raven e Clarke: Elena scopre che il ragazzo che ama intende sposare Ermia, e gli eventi le portano sempre ad accapigliarsi per un uomo. Questo per Raven è la goccia che fa traboccare il vaso, e quindi sclera come se non ci fosse un domani.
Finn poverello, è sempre il solito scemo e cerca di fare la parte del paciere, ma con scarso successo, COME SEMPRE.
Dulcis in fundo, parliamo di Bellamy e Clarke. Piano piano il loro rapporto si sta evolvendo. Clarke continua a trovare Bellamy un idiota, ma sta scoprendo anche nuovi lati di lui…
Intanto farli sedere vicini era d’OBBLIGO. Non so se avete presenti quelle situazioni classiche, ad esempio alle assemblee scolastiche, quando vi rendete conto che l’unico posto libero è accanto alla persona che detestate, e voi non sapete cosa fare… ecco, a me è successo, e davvero è qualcosa di molto spiacevole…
Una parentesi sulle cadute di fiducia: volevo DISPERATAMENTE inserirle. Mi è capitato di farle un paio di volte a teatro, anche se con qualche piccola variante. Può sembrare stupido, ma quando si recita con altre persone, devi davvero poterti fidare di loro, e a volte non è così scontato… infatti Clarke ha decisamente problemi di fiducia, voglio dire GROSSI problemi di fiducia. E come biasimarla? Tra la morte di suo padre (di cui parlerò in uno dei prossimi capitoli) e quello che le è successo con Finn, è più che normale.
Bellamy, che è un osservatore attento, lo percepisce da tante cose, ma Clarke non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura. Io di sicuro farei tutte le cadute di fiducia del mondo con Bellamy Blake, anzi, gli salterei direttamente addosso, poi se mi prende mi prende, sennò bene lo stesso, ne sarebbe valsa la pena!
Per Bellamy, anche se non lo fa notare, non è facile capire perché Clarke non si fidi di lui, non è preparato al disprezzo che la ragazza nutre per lui, perciò decide di mostrarle che non è meschino come crede che sia. Penso che Bellamy sia intrigato da Clarke, chiaramente la torva bella, affascinante, ma non credo abbia ancora iniziato a provare veri sentimenti, perché devono ancora imparare a conoscersi; per ora quella che prova è solo attrazione, e un senso di orgoglio. Anche Clarke è un pochino attratta da lui, e ci mancherebbe altro! Però lo negherà a se’ stessa fino a quando potrà, e la vicinanza di lui la confonde terribilmente, perché si è imposta sin da subito di odiarlo; è un po’ prevenuta su di lui, in realtà… Di sicuro il fatto che debbano recitare la parte dei fidanzati costituirà una bella svolta!
 In merito a questo, parliamo di Jaha, il nostro “regista”. Premetto che ero un po’ in dubbio sull’assegnargli questo ruolo, ma alla fine ho pensato che avrebbe sicuramente fatto un buon lavoro, perché è equilibrato e saggio, e poi lo vedo molto in un ruolo di shipper… mi spiego: secondo me lui ha adocchiato da subito Bellamy e Clarke, è un professore, ha occhio per questo genere di cose, e ha capito che hanno una bella chimica, e ha pensato “questi due insieme mi piacciono.” Come un vero shipper bellarke, insomma!
Come sempre le mie note sono state interminabili e tediose, ma spero ugualmente che ci sia qualcuno tanto diligente da leggerle ahahah   Detto ciò, ci vediamo al prossimo capitolo, RECENSITE NUMEROSI!!!

 

 

 

  
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