Le lenzuola di cotone ricoprivano completamente i nostri corpi.
Il mio corpo era completamente voltato verso di lui.
Il mio petto, a contatto con il suo, riusciva a percepire il suo cuore.
Il mio viso ,a pochi centimetri dal suo, riusciva a percepire il suo respiro.
Il mio cuore batteva all'unisono con il suo  e il mio respiro inspirava la sua presenza.
Il suo braccio sinistro mi disegnava cerchi sulla schiena creandomi fremiti continui.
Percependo la mia agitazione passò dalla schiena alla spalla fino ad arrvare alla mia guancia.
''Tranquilla'' mi sussurrò.
Iniziò ad accarezzarmi la guancia bagnata dalle lacrime. Il mio corpo ebbe fremiti più forti.
Il contatto cosi ravvicinato era pericoloso e lo sapevamo.
Cercai di controllarmi , cosi,afferrai e strinsi la sua camicia con forza.
Passarono minuti? Ore?
Non saprei dirlo con certezza.
Ma mi accorsi che i nostri nasi si toccarono.
Il battito del nostro cuore aumentò. Il nostro respiro si fece più affannoso.
Eravamo in un momento cruciale. Di non ritorno.
Sapevo che se avessimo avvicinato i nostri visi ancora di qualche millimetro sarebbe andato tutto all'aria.
Il desiderio era forte.
Lui mi strinse con più forza contro il suo corpo.
Il tempo si fermò.
Nella stanza l'unico suono percettibile era il nostro respiro e il nostro cuore.
Poi accadde:  Inizialmente fummo entrambi incerti. Le nostre labbra sembravano respingersi.
La razionalità cercava di farci aprire gli occhi. Cercava di farci capire che stavamo sbagliando. Ma l'istinto ebbe la meglio sulla razionalità.
Le nostre labbra si incrociarono scambiandosi un bacio casto che durò pochi secondi. Ci staccammo una prima volta per poi riniziare a cercare le labbra dell'altro nel buio.
quando ci staccammo una seconda volta, ci staccammo definitivamente.
Mi staccai io per prima. Misi fine a tutto.
In quel momento mi assalì un senso di disgusto verso me stessa. Tutto era sbagliato e come stava succedendo lo era. Cosi mi rannicchiai sul suo petto ed iniziai a singhiozzare.
''Ehi andrà tutto bene, non devi preoccuparti'' disse lui cercando di tranquillizzarmi.
Mi abbracciò e mi cominciò ad accarezzare la nuca dolcemente.
Le sue mani erano calde. Attutirono quella sensazione di ripudio che provavo, ma senza eliminarla del tutto.
Lui cercava sempre di non farmi vedere il peggio delle cose. Peccato che quella volta era diverso.
Quando ci staccammo dall'abbraccio ci sdraiammo separati.
Mi addormentai avvertendo una strana senzazione. Una sensazione di vuoto.
Quando mi svegliai la mattina dopo , infatti, lui non c'era.
Sapevo che sarebe andata a finire cosi.
Era svanito nel nulla senza lasciare traccia.
Era andato via.
Per sempre.