Alice In Wonderbook
 

Nico vagava desolato per i corridoi della Witherspoon High School.
Il professore di storia e filosofia lo aveva cacciato dalla classe, dopo che si era lasciato scappare la propria opinione a proposito dei matrimoni tra persone dello stesso sesso, in modo troppo colorito, a voler credere a ciò che aveva scritto nella nota, che aveva intenzione di far controfirmare dal preside.
Era così impegnato ad inveire contro il sistema scolastico, che impediva agli allievi di dire ciò che pensavano, che non si accorse dei passi felpati che si avvicinavano velocemente alla porta del bagno dei ragazzi, dove si era fermato.
“Pensi davvero le cose che hai detto prima?” chiese la voce nota del biondissimo Will Solace, spaventandolo a morte.
“Dèi del cielo, Solace! Avverti, prima di piombare così all’improvviso” esclamò Nico, mentre scrollava la testa, con aria di rimprovero.
“D’accordo. Ma pensavi davvero ogni cosa che hai detto?” ripeté il ragazzo, arricciando il naso coperto di lentiggini.
Nico lo fissò in silenzio, poi aprì la bocca per parlare, ma la serrò poco dopo.
“Si, altrimenti non lo avrei detto” affermò alla fine, inclinando la testa di lato “Non dico mai cose che non penso, non è nel mio stile”.
Will sembrò sollevato dalla risposta e sorrise, mostrando i denti bianchissimi.
“Come mai ci tenevi tanto a saperlo?” domandò Nico, improvvisamente interessato a conoscere i motivi di tanta insistenza.
“Semplicemente perché sei il solo che abbia difeso i nostri diritti” spiegò il ragazzo, alzando le spalle.
“Nostri?”
Nel silenzio che rimbombò nelle loro orecchie, il cervello di Nico iniziò ad elaborare le informazioni che aveva appena raccolto.
“Stai dicendo che…” non finì la frase, ma il movimento del capo di Will gli bastò.
Le labbra gli si distesero involontariamente, fino a formare il sorriso che si era spento tempo prima, senza mai essersi riacceso.
“Perché stai sorridendo, Neeks?” chiese Will, senza rendersi conto di averlo chiamato con il soprannome che gli aveva dato solo nei propri pensieri.
“Neeks… Mi piace…” mormorò il ragazzo, avvicinandosi al biondino, che si ritrovò con la schiena contro la parete, il freddo che gli provocava dei brividi per ogni parte del corpo.
Il silenzio era rotto solo dal respiro irregolare di Will e Nico. Non si sentivano voci provenire dai corridoi, né passi diretti verso il bagno. Nico prese ogni briciola di coraggio che si trovò addosso e cancellò i pochi centimetri di distanza che lo dividevano dal ragazzo, lasciandosi andare completamente al bacio che venne ben presto ricambiato.
Le mani di Will nei capelli, il sapore delle labbra del ragazzo, la felicità che lo pervadeva, il bacio che diventava da timido ad appassionato, pieno del desiderio nascosto per troppo tempo di entrambi. Ogni istante sarebbe rimasto impresso nella memoria di Nico per sempre.
Era felice, davvero.

NdA: salve miei cari semidei! come state? *le cicale friniscono di sottofondo, mentre si vedono pittoresche palle di polvere rotolare in giro*.
ho deciso di provare a scrivere questa storia senza mai usare la lettera u. è stato più difficile del previsto, ma alla fine eccoci qua. nonostante sia abbastanza pietosa, sono fiera di avercela fatta e sono molto fiera anche del lampo di genio che mi ha colpita mentre ero intenta a cercare un titolo, solitamente i miei titoli sono penosi!
un bacio e un biscotto della fortuna,
Alice In Wonderbook