Videogiochi > Warhammer
Ricorda la storia  |       
Autore: Van_Horstmann    01/02/2016    1 recensioni
[Warhammer Fantasy Roleplay]Sono anni che la famiglia Van Horstmann soffre per il terribile tradimento perpetrato da Egrimm ai danni dell'Impero, reputazione e alleanze sono state distrutte e così l'unica cosa che il barone Wilhelm Van Horstmann può fare è resistere e attendere che il tempo faccia svanire il ricordo del traditore.
Ma le forze del Caos sono in movimento, un culto forse vicino proprio a Egrimm sta tramando di rapire i due più giovani membri della famiglia Van Horstmann per motivi sconosciuti ma sicuramente terribili.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
L’Horstschlösse era immerso nel silenzio tanto che ogni suo respiro, ogni fruscio, ogni scricchiolio delle sue ossa gli sembrava abbastanza forte da poter svegliare nobili e servitori o allarmare le guardie.
Più avanti il corridoio girava a destra, oltre l’angolo riuscì a vedere la porta e un uomo di guardia, lo riconobbe dai grandi baffoni neri e dai capelli ricci, era Klaus, stava appoggiato al muro con aria annoiata, la daga legata alla cintola.
«Ci siamo Felix» sibilò Gunther «la stanza del piccolo bastardo è là.»
Si voltò verso di lui, il viso grassoccio e rubicondo di Gunther era ancora più brutto alla scarsa luce delle torce da muro, sudava come se fosse davanti a un fuoco e i capelli rossicci gli si erano appiccicati alla pelle.
«Parla piano, idiota.»
Si accorse di sudare anche lui, nonostante fosse tutta’altro che caldo, si passò il dorso della mano sulla fronte e poi tastò la tasca della giacca di lana, il sacchetto era ancora là.
«Vado io, tu non farti vedere finché non è il momento. Non fare casino, non fare le tue solite scemenze.»
Gunther digrignò i denti marci davanti:«Fai il tuo lurido lavoro, non sei tu che comandi.»
«Neanche tu, scemo.»
Camminò verso l’angolo, si tenne radente alla parete, il cuore gli batteva tanto forte che ebbe paura che Klaus lo sentisse.
Si fermò subito prima di svoltare, inspirò a fondo, poi proseguì.
«Fermo là!» disse Klaus.
Nonostante se l’aspettasse ebbe un sussulto, Klaus aveva estratto la daga:«Ah, sei tu, che ci fai qua? Tornatene nel buco dove dormi!»
«Ehi, sc-scusa, st-stai c-calmo.» balbettò.
Klaus ghignò e rinfoderò la daga:«Non pisciarti addosso, sguattero. Mi piombi addosso in piena notte, è già tanto che non ti ho aperto la pancia. Che ci fai qua? Qua ci dormono quelli della famiglia di Ferdinand.»
«N-niente, m-mi hanno detto di p-portati q-questo.» disse mentre tirò fuori il sacchetto.
Dannazione a me! Sto balbettando troppo! Sospetterà qualcosa!
«E che roba è? Soldi non credo, birra neanche. Di chi è?»
Inventati qualcosa, inventati qualcosa, perché non ci ho pensato prima?
«È u-un r-regalo di Uwe.»
Klaus afferrò il sacchetto, un ghigno divertito gli mosse le labbra:«Quella sgualdrinella? Se vuole un’altra ripassata poteva venire subito senza mandare te o questa roba.»
Sciolse la cordicella e aprì il sacchetto, uno sbuffò di polvere rosa raggiunse il viso di Klaus:«Ma che cosa…?»
Non finì la frase, si portò la mano alla gola e strabuzzò gli occhi, cadde a terra con un tonfo senza riuscire a dire nulla.
Felix arretrò di un passo e fece segno con la mano a Gunther di raggiungerlo, il grassone arrivò sudaticcio e ansimante, guardò Klaus a terra immobile e gli sferrò un calcio alla testa:«Questo maledetto lo odio!»
«Muoviti idiota, non c’è tempo! Se gli altri combinano un casino siamo nella merda! Entriamo e facciamo quel che dobbiamo fare!»
Gunther gli diede una spinta:«Per fortuna che ero io a fare casino, eh?»
«Taci idiota.»
Aprì la porta con calma, la stanza era immersa nel buio, la luce della torcia sul corridoio investì il letto dove una piccola figura era distesa.
Felix entrò mentre Gunther rimase fuori, la sagoma sotto le coperte di lana si mosse, una voce infantile disse:«Chi è? Mamma?»
Era a pochi passi da lui, il piccolo Bastian forse neanche sapeva chi aveva di fronte, del resto non andava nelle stalle dei cavalli a vedere chi spalava lo sterco.
Piccolo ricco bastardo.
«Mamma?» chiese ancora Bastian.
Fece un altro passo, poi scattò, il bambino aprì la bocca, un grido acuto che durò solo un momento prima che la mano di Felix lo fermasse.
«Stai zitto piccolo o ti do in pasto ai cani.»
«Dannazione agli Dei! Ha gridato! Filiamocela!» disse Gunther.
Felix sperò che nessuno avesse fatto caso al brevissimo grido ma prese Bastian tenendo stretta la mano al volto e uscì dalla stanza, saltò il corpo di Klaus e corse lungo il corridoio.
Sentì Gunther dietro di lui ansimare e sbuffare nel cercare di stargli dietro, raggiunsero le scale e scesero di fretta, poi la cucina, era deserta ma le serve dormivano nella stanza a fianco.
Bastian prese ad agitarsi, lo scosse con forza, poi fece cenno a Gunther di seguirlo verso la porta di servizio, ce l’avevano quasi fatta.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Warhammer / Vai alla pagina dell'autore: Van_Horstmann