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Autore: Liya_Sazza    01/02/2016    0 recensioni
Sono passati dieci mesi dall'ultima volta che Alice ha visto e parlato con Michael, da allora più nulla fino ad una settimana fa: "torno in Italia". Questo è quello che legge sul display del cellulare appena sveglia e quello che succederà dopo saranno entrambi a deciderlo.
NB: questa storia è il sequel di "Insieme"
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Clifford, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dieci mesi. Ad alcuni possono sembrare tanti ad altri pochi, per me sono solo dieci mesi o possono essere anche definiti come il tempo in cui Michael Gordon Clifford non si è fatto più sentire da quel fatidico 29 giugno. Dopo dieci mesi mi sono trovata un suo messaggio: “Torno in Italia”, semplice, diretto, senza aggiungere niente, mi bastava anche un “ciao, come stai?” prima di tutto il resto. Mi ha fatto sentire usata, altro che non è stato solo sesso, per lui è stato quello e a quanto pare non vede l'ora di tornare per la seconda manche. Non gli ho risposto, né a quello né a quelli successivi nei quali mi indicava precisamente quando sarebbe arrivato, ma non rispondere non serve a niente con lui, passa direttamente alle chiamate e ignorando anche quelle pensi che finalmente capisce di lasciar perdere ma non è così e forse colpa dell'alcool, della voglia di gridargli il male che mi stava facendo senza nemmeno rendersene conto mi isolo dalla festa per trovare un posto tranquillo per rispondere.
“Cosa vuoi?”
Nessun saluto, nessun gesto delicato. Non ho alcuna intenzione di farmi distrarre dal mio intento, ho risposto per chiudere per sempre questa faccenda ed è quello che farò con o senza il consenso della persona dall'altra parte del telefono.
“Parlare, credo che dovremmo parlare seriamente per una volta.”
“Credi? Davvero Michael? Dieci mesi, sono dieci mesi che non rispondi ad un mio messaggio ad una mia chiamata, adesso che torni in Italia hai deciso di farti sentire? Non funziona così o almeno se sei solito farlo con tutte, io non sono tutte, sono Alice e mi sono stufata di aspettare qualcuno a cui non gliene frega un cazzo di come sta la gente. Quindi sì abbiamo parlato e anche troppo se non mi dispiace torno alla mia vita.”
Chiudo la chiamata senza aspettare una risposta. È finita anche se non è mai iniziata ma allora perchè mi sento una merda? Perchè vorrei comporre quel fottuto numero e chiamarlo per dirgli che non voglio perderlo, perchè vorrei urlargli in faccia che lo odio quando so benissimo di non poterlo odiare?Mi appoggio alla parete cercando di reggermi in piedi ma in pochi secondi sono seduta a terra a tenermi la testa con le mani.
“Perchè io, con tutte le persone che ci sono al mondo perchè proprio io dovevo innamorarmi di un idiota dai capelli verdi?”
Cerco una risposta dai rumori che mi circondando ma nessuno riesci ad aiutarmi. Rimango fuori ancora per un po' per cercare di riprendermi da tutto e sperando che l'aria gelida faccia passare un po' di sbornia per riuscire a reggermi in piedi senza barcollare ad ogni passo. Non so per quanto tempo sono stata ferma ma dei passi mi fanno alzare di scatto e tornare dentro non prima di sentire un “sono blu ora” portato dal vento.
Appena entro in casa mi pento di essere uscita, com'è possibile che la gente riesca a distruggerti casa appena l'abbandoni per venti minuti, credo, forse. Cerco Vanessa con lo sguardo prima di avventurarmi in giro per cercarla e la vedo appoggiata allo spigolo della cucina. Mi avvicino velocemente cercando di evitare di andare a sbattere contro gente della quale ho scoperto l'esistenza solo sta sera, quando sono abbastanza vicina mi notata anche lei e mi viene in contro con un sorriso che va da un orecchio all'altro, cos'ha combinato questa volta?
“Al finalmente, c'è Matt che ti cerca, non lo farei aspettare più di tanto”
“Van, che cacchio hai combinato? Dobbiamo far uscire tutti prima che i vicini chiamino la polizia, sta volta mio padre mi ammazza.”
Mi continua a guardare con lo stesso sorriso e cerco di mantenere la calma prima di buttarla giù dal balcone. Si riprende solo nel momento in cui stacco la musica e caccio tutti fuori, è la prima a protestare e anche ad azzittirsi a colpa di uno sguardo non tanto carino ricevuto da parte mia dall'altro lato della stanza. Quando riusciamo a far uscire tutti il disastro che avevo notato rientrando sembra triplicato senza l'ammasso di gente a nascondere tutti i particolari. Guardo Vanessa supplichevole di aiuto, e finalmente quel sorriso odioso scompare dalla sua faccia, purtroppo che la causa sia l'alcol che la fa crollare sul divano invece che aiutarmi a sistemare tutto.
Mi avvicino a lei e cerco di sistemarla alla meglio sul divano coprendola con una coperta che mi arriva alle spalle, e solo dopo averla adagiata su Van mi volto per cercare di capire chi possa averlo fatto, Matt mi sorride e dopo lo stupore ricambio ringraziandolo con uno sguardo. Non mi ero accorta di non essere sola con la morta stecchita dall'alcool, ma è piacevole aver qualcuno con cui concludere la serata.
“Bel casino, vuoi una mano?”
“No, ti ringrazio. Sono le quattro, cercherò di fare il minimo e finire domani. Mio padre torna lunedì nel tardo pomeriggio ho ancora tempo.”
Le mie parole sono dette al vento in quanto inizia a metter mani nel casino che fino a quella mattina chiamavo soggiorno. Dopo avergli rubato bottiglie e bicchieri di mano una decina di volte mi arrendo, sperando di trovare il pavimento il prima possibile per andare a trovare il letto. Lavoriamo in silenzio fin quando Matt non decide di romperlo.
“Ti cercavo prima, dov'eri finita?"
“Ero al telefono con una persona, ma era meglio se non rispondevo nemmeno questa volta”
“Problemi di cuore?” domanda curioso, forse con troppa speranza che la risposta sia negativa.
“No di cervello forse, non puoi amare qualcuno che ti considera meno di zero.”
A quell'affermazione si blocca a guardarmi, uno sguardo pieno di significato che non sarò mai in grado di colmare, se per lui provò solo amicizia, per lui non è lo stesso e la questione non potrebbe farmi più male. Distolgono lo sguardo dal suo, è diventato troppo forte e non voglio far provargli provare quello che mi ha fatto passare Michael, cerco di allontanarmi andando in cucina e quando torno in sala a dividerci c'è solo un respiro. Lo annulla con un bacio casto e pieno di speranze che mi portano ad approfondire, so che è sbagliato, come so che quando se ne andrà mi pentirò di quello che ho fatto, ma a volte per far star bene qualcuno bisogna farlo soffrire.

Quando mi ricorderò di abbassare le tapparelle il mondo le avrà inventate autonome e non mi servirà più a niente ricordare di farlo, ma il sole non è l'unica cosa che mi sveglia. Il cellulare continua a vibrare sul comodino provocando un rumore che dovrebbe essere vietato alle sei e mezza del mattino, quando lo afferro smette di suonare e noto le quattro chiamate perse da parte di Michael. Mi alzo cercando di non svegliare Matt e mi vesto il più in fretta possibile per evitare che la vibrazione lo svegli e appena arrivo in salotto inizia a suonare, tiro un sospiro e rispondo ora quello che deve parlare è lui, lo devo solo ascoltare.
"Pronto?"
"So che sei Alice, so che dovrei stare con te ma non riesco a far coincidere tutto. Come posso risponderti sapendo che non posso vederti fino alla prossima data italiana? Non sei l'unica a stare male. Sai quante volte avrei voluto venire da te ma non ho potuto per via del mio lavoro, sai quante volte avrei voluto dirti che ti amo ma anche qui dirlo per telefono non sarebbe stata la stessa cosa. Puoi aprire la porta? Dovrei dire ad una ragazza che la amo come non ho mai amato nessuna."
Stacco la chiamata andando verso la porta senza aprirla, non posso farlo, in camera c'è Matt che dorme nudo nel mio letto, non posso aprire la porta come se nulla di questa mattina fosse successo.
"Michael io...io non ti posso aprire, non dopo quello che è successo. Non...non volevo rovinare tutto ma ero arrabbiata, ubriaca e volevo averti qui con me ma tu non c'eri quando avevo più bisogno di te, c'era Matt. Ti amo Michael ma non merito di essere ricambiata."
Mi accascio vicino alla porta, sentendo lo stesso rumore dall'altro lato. Ci siamo detti quello che dovevamo e ora nessuno dei due ha il coraggio di mandare via l'altro, come puoi mandare via qualcuno con il quale ti sei sentita viva dopo mesi di buio, con che coraggio non provi a fermarlo quando lui se ne va, lasciandoti dietro a quella porta. Ti alzi nonostante tutto, lo chiami sulla rampa delle scale provando a fermarlo, fregandotene dei vicini e cercando di non spaccarti l'osso del collo scendi le scale due alla volta, sperando che siano dalla tua parte e quando lo raggiungi sul pianerottolo non puoi fare altro che bloccarlo da dietro, ma essendo più forte ti trascina per qualche metro fin quando non lo lasci e lo chiami, perché forse la tua voce è l'unica cosa che gli interessa, sentire quel ti amo pronunciato davanti a lui e non attraverso una stupida porta o un telefono, guardandosi negli occhi per poter parlare anche con lo sguardo, non solo con la voce.
"Blu hair, green eyes. Non era meglio green hair, green eyes?"
Ride divertito per l'affermazione e si volta; dopo dieci mesi posso guardarlo ancora negli occhi, in quegli occhi verdi che mi hanno colpito la prima volta che l'ho visto, quegli occhi che per dieci mesi ho cercato in ogni persona intorno a me, quegli occhi che mi hanno fatto innamorare di lui, un ragazzo con i capelli verdi come i suoi occhi.
"Sono dieci mesi che non mi vedi e la prima cosa che mi dici è i miei capelli blu?"
Sorrido e gli vado incontro stringendolo a me. Inspiro a pieni polmoni il suo profumo e mi sento a casa. Lo interrompe troppo presto guardandomi e allontanandosi da me, lo guardo perplessa cercando di capire il suo sguardo e tutto diventa più chiaro quando sento la voce di Matt chiamarmi.
"Immagino che sia Matt. Vi lascio soli."
"Mike aspetta, ti prego non andartene anche questa volta."
"Sai dove trovarmi, devo andare prima che si accorgono che non sono in hotel, questa volta non me ne sto andando di mia spontanea volontà."
Esce dal portone lasciandomi sola e quando vengo raggiunta da Matt capisco il suo sguardo, la necessità di allontanarsi il più in fretta possibile da me. Mi sono distrutta da sola, ho mandato a monte tutto solo per il fatto che lui non è qui con me, ho buttato letteralmente nel cesso l'unica persona che mi ha fatto sentire viva dalla morte di mia madre, e tutto quello che sono in grado di fare è guardarlo andarsene senza riuscire a fermarlo.
"Perché sei venuta a letto con me quando sei innamorata di un'altra persona che ti ama allo stesso modo?"
"Ne avevamo bisogno entrambi, in quel momento non mi sembrava giusto ma da quando se è andato nulla è giusto."
"Vai da lui, lascia perdere quello che possono dire di te, la gente parla quando è invidiosa."
Mi dà un bacio sulla guancia e se ne va anche lui, lasciandomi con quelle parole che continuano a rimbombarmi nella testa fin quando non accompagno Vanessa a casa per poi andare da Michael. Con molta difficoltà riesco ad entrate e per poco non mi buttano fuori ma quando gli dico il mio nome mi lasciano avvicinare alla reception.
"Tu sei Alice? Ho delle domande da farti. Quando vi siete visti per la prima volta?"
"Il ventisette giugno in piazza duomo a Milano, ci siamo scontrati e lui mi ha afferrato prima che cadessi a terra."
"Ok, la camera è al settimo piano, Davide ti dispiace accompagnarla? Grazie"
Saliamo fino al piano in silenzio e quando arriviamo mi lascia con una guardia del corpo.
"Alice, è un piacere conoscerti, Michael non parla molto di te ma quando lo fa gli brillano gli occhi."
“La ringrazio ma credo che non sentirà parlare ancora di me.”
“Michael è scorbutico e se mi permetti anche stronzo ma da quando ti conosce è cambiato, fidati se ti dicono che sei l'unica ragazza che guarda.”
Bussa alla sua stanza e quando riceve il permesso di Michael mi lascia entrare chiudendomi la porta alle spalle non prima di avermi mimato un divertitevi, quanto possono essere simpatici se ti fai vedere più piccola di quello che sei? Sento Michael muoversi nell'altra stanza, non ero mai entrata in un albergo lussuoso né tanto meno in una stanza. Sembra una casa, a parte che manca la cucina, non penso che la gente che frequenta questi posti sia disposta a cucinare da se quando possono farlo degli chef pluri stellati e con il servizio in camera evitano anche di uscire, mi viene il volta stomaco al solo pensiero. Sento Michael continuare a muoversi nell'altra stanza ma non da segno di aver fretta per raggiungere il soggiorno e quindi mi guardo in torno per osservare ogni piccolo dettaglio della stanza. È stupefacente come anche un tavolino da soggiorno possa sembrare importante in una stanza del genere, senza sembrerebbe vuoto, come se mancasse qualcosa. Oppure un quadro di un pittore a me sconosciuto che varrà all'incirca come casa mia ma da un tocco di classe che senza non darebbe la stessa importanza alla stanza.
Dei rumori mi fanno girare di scatto e mi trovo faccia a faccia con Micheal, cosa che volevo alquanto evitare visto gli ultimi avvenimenti. Mi allontano di qualche passo, giusto per aver lo spazio necessario per entrambi.
“Adesso ti faccio anche schifo che ti allontani da me?”
“Cerco solo di capire.”
“Che nonostante tutto ti ho aspettato? Che non sono andato con nessuno in questi mesi?”
“No, non m'interessa questo. Io voglio capire chi sei tu, non m'importa con quante ragazza sei andato a letto. Voglio sapere chi sei davvero perchè è questo che mi sono chiesta in dieci mesi, è questo quello che ti chiedevo nei messaggio o quando provavo a chiamarti, voglio conoscere Michael Clifford, quello che mi ha afferrato quando abbiamo sbattuto la prima volta che ci siamo visti, voglio pensare di non essermi innamorata di un utopia ma di una persona reale.”
Tutto quello che riesce a fare è guardarmi, non da nessun segno di provare a spiegarmi qualcosa. In questo momento mi basterebbe sapere che il suo colore preferito è il blu, che ama pescare, odia il formaggio sulla pizza, qualsiasi cazzata che mi faccia capire che davvero ci tiene a me e non sono solo lo svago che si è trovato in Italia, perchè se per lui è stato solo sesso quello che è successo tra noi per me è stato molto di più e lui questo non lo capirà mai. Scuoto la testa sconfitta allontanandomi e prima che possa aprire la porta la sua voce mi blocca.
"Sei Alice Frattani, nata il dodici febbraio del novantasei, sei riservata e preferisci la compagnia di un libro invece delle persone. Ti piace qualsiasi sfumatura dall'azzurro al blu. L'anno scorso è mancata tua madre e da quel momento ti sei chiusa ancora di più in te stessa fin quando un ragazzo dai capelli verdi non ti ha salvato. Da quando me ne sono andato ho preso la residenza nei tuoi profili internet, ho sempre sperato che un giorno tutto quello che ami fare potevamo farlo insieme. Non m'importa di quel Matt, non m'importa di nessun altro se non di noi due insieme. Voglio stare con te, conoscerti davvero, tutto quello che ho bisogno di sapere è se tu vuoi lo stesso."
"Non sono sicura di reggere tutto quello che siamo, di riuscire a passare ancora dei mesi senza di te e non posso venire con te. Per quanto ti possa amare mio padre viene prima di tutto è l'unica persona che mi rimane. Amare vuol dire anche lasciare andare ed è quello che devo fare."
"Non puoi lasciarmi così, ti prego.”
“Lo sto già facendo Michael.”
Apro la porta ed esco senza aspettare risposta e trovo gli altri componenti della band ad origliare vicino alla porta., si ricompongono subito e cercano qualcosa da fare per giustificare la loro presenza davanti alla porta. Gli passo accanto mormorandogli un “stategli accanto” e mi dirigo verso le scale per scendere. Ogni scalino mi rimbomba nella testa e l'unica cosa giusta da fare mi sembra quella di tornare indietro e stare con lui ma quando raggiungo il piano sotto al suo sono stretta tra le sue braccia e fa unire le nostre labbra e giuro che non mi sono mai sentita amata come lo sta facendo ora Michael, non posso perderlo e anche se sarà difficile riusciremo a farcela, insieme.



Ciao a tutti,
sono tornata dopo quello che mi sembra un infinità e dopo un mese sono riuscita a dare forma a questa nuova...storia. Lascio a voi i commenti e torno a studiare.
Vi mando un bacio, Sara.

  
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