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Autore: anaiv    02/02/2016    8 recensioni
Sana Kurata ha ventisei anni ed è un'attrice di fama mondiale. Dopo le scuole superiori e un anno di convivenza con il suo fidanzato Akito Hayama, ha deciso di trasferirsi a Londra lasciandosi alle spalle un amore finito male. Ci sarà riuscita?
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Rei Sagami/Robby, Sana Kurata/Rossana Smith | Coppie: Sana/Akito
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sono in ritardo. In un tremendo e fottutissimo ritardo.
Certo, non sono mai stata famosa per la mia puntualitá ma oggi, proprio oggi, ho superato ogni limite. L'orologio che ho al polso sembra aver messo il turbo e sembra che le sue lancette abbiano bevuto un litro di bevanda energetica. mi guardo intorno spaesata, devo avere l'aria di una che non sa dove si trovi e cosa stia facendo, chiudo gli occhi e inspiro profandemente sperando che l'aria nei polmoni metta in moto le mie sinapsi in catalessi.
È così tardi.
Ho due opzioni; una è chiamare Rei, scusarmi costarnata e magari piangere come una fontana, l'altra è compiere altri venti metri, arrivare alla fermata della metro e sperare nel buon cuore del produttore. Se volessi interpretare la parte della persona adulta dovrei scegliere la seconda opzione, ma durante i miei ventisei anni di vita non ha mai funzionato, intendo calarmi nei panni di una donna saggia e matura. Cosi sfilo lo smartphone dalla tasca anteriore dei jeans e compongo rapidamente il numero del mio manager
- Sana dove diavolo sei finita? - ecco. Appunto.
- Oh Rei! Sono così costernata... credimi non avrei mai voluto fare tardi ma...-
- Non ci provare! Mr. Brooks non è ancora arrivato, prendi un taxi e arriva prima che puoi!- con un gesto di stizza sbatto entrambi i piedi per terra rischiando di rompere un tacco, proprio come si addice ad una donna saggia e matura. Il problema è che fermare un taxi a Londra, nell'ora di punta è un'impresa titanica. Mi sfilo la giacca -inizia a fare davvero caldo qui- e mi precipito ai margini del marciapiedi, prima o poi dovrò riuscire a fermare un taxi. Inizio a correre dimenticando che a Londra piova anche quando c'è il sole, ed è inutile dire che la suola della mia scarpa sinistra scorre liscia sul suolo, proprio come il burro in una padella antiaderente e mi ritrovo con il sedere in terra e una caviglia dolorante. Per non parlare della mia dignitá, che a giudicare dalle grasse risate dei passanti, deve essere andata a farsi friggere. Dove diavolo è finita la a plomb degli inglesi?!? Tento di rialziarmi in un maldestro tentativo, che rincara la dose sciogliendo come neve al sole quella parvenza di credibilitá che mi era rimasta e cado nuovamente senza alcuna grazia.
- Ha bisogno di aiuto signorina? - oh finalmente! Un essere umano degno di questo nome.
- grazie - bisbiglio all'uomo alto e gentile che mi ha appena offerto la sua mano
- Cosa le è successo?-
- sono tremendamente in ritardo e queste non sono le scarpe adatte per fare una corsetta - annuncio indicando le mie splendide Jimmy Choo color avorio
- Capisco. Io sono Bill -
- Sana Kurata - gli stringo la mano e noto con grande piacere che al collo porta uno stescopio
- È un medico?-
- Si un chirurgo d'urgenza - se fosse stato uno psichiatra non avrei mai più lasciato quella mano.
- Signorina il suo telefono -
- oh ma certo!- ecco cos'era quell'incessante rumore. Poggio il piede sinistro in terra ed è inutile dire che la mano di Bill ancora una volta mi ha salvato la vita. Ahi!
- Dio che male!- - Forse è il caso che la porti in ospedale con me- inspiro esasperata e rispondo al telefono
- Sana! dove sei?-
- Rei sto andando in ospedale, sono caduta e la caviglia mi fa un male cane - rispondo sinceramente aspettandomi un bruciolo di comprensione
- Santo cielo! Ti sei slogata una caviglia pur di non essere qui?!? Ascolta parlerò con Brooks ma sappi che non sará semplice- sorrido. Sorrido perchè Rei non sa ternermi il broncio e perchè Billi con pazienza mi sta tenendo la mano. Non sono poi così male gli uomini.
- Allora andiamo?- mi chiede gentilmente l'unica persona che non penserá a ne quando vorrá farsi delle grosse risate...forse. - Certo. Chiama un taxi?-
- No la mia auto è proprio li - dice indicando una jeep scura e di certo nuova. Mi porge il suo braccio e lo afferro senza cerimonie, non c'è tempo per essere schizzinosi. Certo, potrebbe essere un maniaco o uno stupratore, ma la caviglia mi fa male e devo rischiare. Mi apre la portiera dell'auto da bravo gentleman e mi aiuta a salire
- Lei è un vero galantuomo- sorride gentile poi prende posto accanto a me
- Signorina Kurata mia moglie diceva che le donne sono diamanti preziosi e come tali vanno trattate.- brava la signora Bill! Ehi un momento...
- Diceva?- senza pensarci ho dato fiato alla bocca, se Akito fosse stato qui mi avrebbe dato della stupida. Akito. Akito. Perchè diavolo ho pensato a lui?!? Erano almeno sei anni che non... oh cielo! Devo aver preso anche una botta in testa.
- Si, mia moglie è morta due anni fa.-
- Mi spiace molto Bill, non avrei voluto farle vivere un ricordo doloroso.- ammetto sinceramente dispiaciuta
- Non si preoccupi, amo parlare di lei. Allora a cosa sta pensando?- mi volto verso di lui e noto agli angoli delle sue labbra delle piccole rughe dettate da un sorriso
- a nulla in particolare...- Akito. Avrei dovuto riaspondere Akito. Ma Bill non mi conosce e io non so perchè oggi, proprio oggi sto pensando a lui.
- Capisco. Siamo quasi arrivati, vedrá il dottor Hayama è il migliore nel campo dell'ortopedia.-


Salve! spero che questa mia nuova fanfiction vi piaccia! baci! viviana
  
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