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Autore: Zanexd22    04/02/2016    6 recensioni
La vita scorre tranquilla a Tokyo, quando viene recapitato a casa del Dottor Agasa un enorme e misterioso pacco, con inscritto sopra: "To Silver Bullet". Shinichi e Shiho, tornati diciottenni, sono pronti ad iniziare la lotta finale contro l'Organizzazione, ostacolati dai MIB, da Ran, che sospetta una relazione fra i due, e da un misterioso infiltrato nell'FBI. In due giorni, la tua vita può cambiare.
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“Finalmente, Kudo-kun!! Ci hanno trovato. È finita…” Ai si rivolse a lui con le lacrime agli occhi, sentiva che quel giorno sarebbe finito tutto. Per loro.
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Aveva appena baciato Ran, l’amore della sua vita…e allora perché non aveva sentito le emozioni che provava quando stavano insieme, l’imbarazzo, ma anche l'enorme amore? Stavolta, c’era qualcosa di diverso…e non poteva negarlo, il bacio con Shiho era stato più bello.
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“Forza Shiho!! Buttati, ti prendo io!”
Shiho era aggrappata al balcone, mentre sentiva i due uomini cercare di sfondare la porta.
“Io… e se non mi prendi?? Perché dovrei fidarmi di te, un assassino, un MIB ?”
“Io…io non lo so. Fallo e basta! Talvolta non abbiamo bisogno di una ragione per fidarsi di qualcuno. È il nostro cuore a deciderlo.”
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Tooru Amuro, Vermouth | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Se il destino chiama…

Erano le dieci del mattino, il sole era già alto in quella giornata d’autunno, e il cielo prometteva pioggia. Ai Haibara, alias Shiho Miyano ed ex-scienziata criminale, stava ancora dormendo…e sognando. Spesso, da quando aveva ingerito l’APTX 4869 ed era diventata bambina, le capitava di sognare lo spietato Gin, killer dell’Organizzazione Nera, terribile associazione criminale con affari illeciti in tutto il mondo, uccidere tutti i suoi nuovi amici, fra cui spiccava Conan Edogawa, alias Shinichi Kudo e tornato bambino proprio come lei. Da un po’ di tempo, però, succedeva qualcosa di leggermente diverso nei suoi sogni: quando Gin era in procinto di ucciderla, entrava in scena il detective liceale che, con una pistola d’argento, sparava al killer e successivamente si gettava fra le braccia della scienziata.  Si svegliò con una punta di malinconia: una cosa del genere non sarebbe mai potuta accadere, perché il caro detective aveva già una persona nel suo cuore: Ran Mouri, sua amica d’infanzia. Certo, i due rimbambiniti negli ultimi tempi erano molto affiatati, e qualunque persona li poteva benissimo scambiare per fidanzati (come spesso accadeva), sempre a parlare sottovoce e a lanciarsi sguardi sospetti. Eppure, erano solo partner. Il suo sogno era ancora più surreale se si aggiungeva il fatto che lo scontro finale con l’Organizzazione non sarebbe arrivato molto presto, visto che era ancora ad un punto morto con l’antidoto del veleno APTX. Si alzò, controvoglia, e si diresse in cucina per fare colazione, quando si fermò terrorizzata davanti ad una finestra. Chiamò a gran voce il Dottor Agasa, che stava ancora dormendo, e si precipitò in giardino, seguita a ruota dal simpatico vecchietto. Lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi era molto curioso, ma anche spaventoso: un’enorme scatola di cartone (avrebbe potuto benissimo contenere un letto matrimoniale) a cui era appiccicato un biglietto, con sopra scritto: “To Silver Bullet”. Intravisto questo nome, Ai e Agasa rabbrividirono: dentro quella scatola poteva esserci qualsiasi cosa, anche una bomba, ed era sicuramente stata mandata dall’Organizzazione. Solo Vermouth, altra spietata killer dell’associazione criminale che per qualche sconosciuto motivo non invecchiava e aiutava i due nella lotta contro gli uomini in nero, conosceva la vera identità dei due ragazzi, e chiamava Shinichi con questo appellativo, definendolo colui che poteva distruggere l’Organizzazione. Ma se Vermouth avesse deciso di tradirli, per guadagnarci qualcosa? L’unica cosa da fare, secondo i due, era chiamare Shinichi.
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Il detective liceale Shinichi Kudo, ora Conan Edogawa, si era appena svegliato e stava facendo colazione con Ran Mouri e il padre Goro, detective privato “aiutato” da Conan nel risolvere i casi, quando squillò il telefono. Ran rispose e successivamente passò il telefono a Conan, dicendogli che era Ai. Quest’ultima gli disse che era un’emergenza e che doveva recarsi subito dal Dottor Agasa. Shinichi si vestì più veloce della luce e uscì di casa, fra gli sguardi confusi dei Mouri. Arrivato dall’amica, si ritrovò davanti lo stesso spettacolo riservato ai due abitanti della villetta.
“Finalmente, Kudo-kun!! È indirizzata a te, con il nome di –Silver Bullet-. Ci hanno trovato. È finita…” Ai si rivolse a lui con le lacrime agli occhi, sentiva che quel giorno sarebbe finito tutto. Per loro.
Conan si avvicinò a lei, dicendole di non saltare a conclusioni avventate, anche se sapeva che erano poche le possibilità che dentro ci fosse qualcosa di positivo. Decise di aprire l’enorme scatola, e se la sua presenza aveva sconvolto chi l’aveva vista, il contenuto non fu da meno. Niente bombe, armi, carri armati o roba del genere. All’interno, vi era una bellissima moto nera, una valigia e un contenitore per orecchini, a cui era appoggiata una lettera. Con grande coraggio, Shinichi cominciò a leggere.
“Caro Cool Guy,
So che ti avrà sorpreso la presenza di questa scatola nel giardino del tuo amico, e soprattutto il suo contenuto. Sarò molto chiara: bisogna agire. E subito. L’Organizzazione sta per attuare uno dei suoi più terribili piani. Intende eliminare tutte le autorità dell’intero Giappone e sostituirle con dei suoi uomini, con un veleno che uccide senza lasciare traccia: l’APTX 4869, lo stesso ingerito da voi. Il problema è che se spuntasse un caso anomalo come il vostro, l’organizzazione non ci metterebbe molto per fare due più due e, nell’arco di due settimane, verreste trovati ed eliminati. Oltre al fatto che se il loro piano riuscisse, tutto il paese diventerebbe il covo degli uomini in nero. Per questo ho deciso di lasciarvi qualche piccolo regalino: la moto servirà per raggiungere la vostra destinazione, Osaka…l’unica possibilità che avete di fermare il loro piano è distruggere i loro laboratori, che si trovano in un grande edificio ad Osaka, l’indirizzo è sul retro della lettera. La scatola per orecchini non contiene gioielli, ma ciò che avete desiderato per molto tempo: l’antidoto definitivo, elaborato su mia richiesta dai migliori scienziati dell’Organizzazione. Il problema è che stanno cominciando a sospettare di me, quindi non potrò fare molto. Nella valigia, ci sono gli indumenti adatti ad attuare il mio piano: mimetizzarsi nell’Organizzazione, con dei documenti falsi e robe del genere, entrare nei laboratori e appiccare un incendio…è l’unico modo per fermare la produzione in massa dell’APTX. Basterà non incontrare i membri importanti dell’Organizzazione, solo loro conoscono Sherry, visto che lavorava in laboratorio sempre da sola. O al massimo, ti infiltrerai solo tu, Cool Guy. Mi raccomando però: non contattare l’FBI se non per situazioni estreme, fra di loro c’è un nostro infiltrato. Buona fortuna, Silver Bullet.
Tua Vermouth
P.S.= Ho scelto un completino adatto a Sherry…devi dirle di cominciare a vestirsi come me, se vuole far colpo su qualcuno!”
I tre nel giardino rimasero sconvolti da tutto ciò che era scritto nella lettera, soprattutto dal fatto che nel gruppo di agenti dell’FBI di cui si fidavano vi era un traditore. Conan corse ad aprire il contenitore per preziosi, Agasa osservava la moto da discreta distanza, e Ai apriva con estrema cautela la valigia, che si rivelò riempita di alcuni indumenti, delle scartoffie, due pistole e un cappello nero che somigliava molto a quello indossato da Vodka. Conan fece i salti di gioia alla vista di due piccole pasticche, mentre Ai aveva una faccia piuttosto sconvolta.
“E io dovrei indossare questo??” Disse con un tono profondamente imbarazzato, tenendo in mano una tuta nera (simili a quelle che portava talvolta Vermouth) che sembrava essere abbastanza aderente. Troppo aderente. Conan la guardò e rise di gusto, ma non riuscì a non immaginarsi una Shiho diciottenne con addosso quella roba, e arrossì profondamente. Ai fece altrettanto e gli urlò addosso “Pervertito!!”, e il detective bambino rispose con una risatina imbarazzata.
“Ehi, Kudo-kun, ti dispiace se passiamo a comprare qualcosa di decente da mettermi? Lo so che abbiamo fretta, ma il mio guardaroba è carente: non voglio girare né con un camice da laboratorio, né con una tuta da operaio (presa durante la sua prima trasformazione in Shiho all’Haido Hotel ndZane), né con dei brutti abiti invernali (presi nell’episodio precedente al Mistery Train, quando si trasforma in Shiho per salvare i Detective Boys dall’incendio nella baita ndZane) e, soprattutto, né con questa tuta. Possiamo passare al negozio che sta sulla strada per Osaka.”
Conan annuì velocemente, non le aveva dato nemmeno troppo retta, la gioia nata dal fatto di poter tornare ad essere un liceale era troppa. I rimbambiniti raggiunsero i bagni delle proprie case (Ai in quella del Dottore, Conan in quella di Shinichi), e ingerirono l’antidoto. Ciò che pensava Ai era simile a: “Ora o mai più”, mentre Conan non riusciva a pensare a qualcosa di differente dalla trasformazione.
Improvvisamente, Conan sentì un dolore atroce, più delle altre volte, e cominciò ad urlare talmente forte, da svegliare il misterioso Subaru Okiya, che si vestì in tutta fretta, arraffò la sua pistola dal comodino, e si avvicinò al luogo da dove provenivano gli urli: il suo bagno. Quando ne uscì un pimpante Shinichi Kudo, si nascose e si tranquillizzò: altre volte il giovane aveva usato casa sua (anzi, teoricamente la casa era proprio del Detective, che l’aveva generosamente affidata a Subaru) per prendere un antidoto temporaneo. Ma stavolta qualcosa non andava. Infatti, il ragazzo si recò nell’ufficio del padre e prese la sua pistola e il giubbotto anti-proiettili. Voleva avvicinarsi e chiedere cosa succedesse, ma Shinichi si accorse della sua presenza e gli fece un gesto con un preciso significato: si mise le mani sulle orecchie, che stava ad indicare che c’era qualcuno che poteva sentirli. Subaru annuì e tornò in camera, preparandosi anche lui per un ipotetico scontro a fuoco, deciso a seguire il detective. La cosa che lo sorprese ancor di più fu veder uscire dalla casa del Dottor Agasa una bellissima Shiho Miyano, avvicinarsi a Shinichi, che indicava la moto nera.
“Forza, sali!  Non abbiamo tempo da perdere!!”
“Kudo-kun, lo sai che teoricamente nessuno di noi due può guidare? Non abbiamo la patente.”
“Ah…Miyano-san, avevo previsto questa eventualità e, così, mi sono fatto dare dall’FBI una speciale patente di guida!! Possiamo andare ovunque, con questa…volendo, è valida anche, per fare un esempio, in Canada, in Australia o in Nigeria. E possiamo infrangere tutti i limiti di velocità che vogliamo.”
Shiho non poté fare a meno di sorridere malinconica…il detective aveva pensato a tutto, si era già preparato per lo scontro finale da molto tempo, con lo scopo di poter abbracciare la sua Ran… Rimase immobile per qualche secondo, afferrò la valigia nera, poi decise di salire sulla moto.
“Tieniti forte, Miyano-san…andremo più veloci della luce!”
Detto, fatto. Partirono a razzo, imboccando varie stradine del quartiere alla massima velocità. Shiho non poté fare a meno che tenersi stretta a Shinichi, provocando un arrossamento generale delle guance dei due, la ragazza perché era emozionata ad abbracciare il ragazzo che amava, il detective invece non sapeva dare una spiegazione al fatto. Pensò un attimo se non fosse Shiho a farlo emozionare così, ma poi scacciò quel pensiero e concluse che era il contatto con il seno della ragazza a fare quell’effetto. Caso volle, però, che mentre schizzavano sulla strada, una ragazza li vide sfrecciare vicino a lei. La signorina in questione era Sonoko Suzuki, figlia del magnate Suzuki, e amica (molto) pettegola di Ran Mouri. Era a conoscenza del fatto che Shinichi mancasse molto all’amica, e vederlo ora sfrecciare su una moto con un’altra bella ragazza (se pur vestita orribilmente, con quel maglione rosso fuori moda), la fece innervosire molto. “Lo sapevo che non c’era da fidarsi!!” pensò l’ereditiera. Decise che questa gliel’avrebbe fatta pagare e così prese appuntamento con Ran, proprio nel bar davanti al negozio di vestiti citato da Shiho.
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I due ragazzi arrivarono molto velocemente al negozio, e Shiho vi si fiondò dentro. Nonostante la fretta, i due vi passarono molto tempo, con Shiho che si comportò come una vera diciottenne, provando migliaia di capi, dando il tempo a Sonoko di incontrarsi con Ran. Si trovavano in un bar molto carino, e ordinarono due gelati, e con il loro arrivo Sonoko le spiegò cosa aveva visto.
“Ma dai, Sonoko!! Mi stai prendendo in giro! Shinichi, con una moto e un’altra ragazza?? Ti ricordo che si è anche dichiarato a me!” Ran Mouri era, nonostante la frase apparentemente rassicurante, innervosita. E se davvero Shinichi la stesse tradendo da così tanto tempo?? Era impossibile, c’era la dichiarazione a Londra…però Ran non mise a fuoco un particolare che invece non era sfuggito all’amica.
“Ran, mi dispiace ricordartelo, ma quel fatto è successo quasi sei mesi fa…e se il suo interesse fosse diminuito perché ha incontrato un’altra ragazza?? Non è impossibile…è da un anno e mezzo che non si fa più vedere, eccetto in rare occasioni.” Ran si fece pensierosa. E se fosse…? No, era impossibile, loro erano una coppia perfetta, fin da piccoli…ma se un’altra avesse attirato l’interesse di Shinichi?? Si immaginò la tipa descritta da Sonoko con un aspetto demoniaco, e decise che avrebbe chiamato Shinichi.
“Aspetta Ran… se ora è sulla moto, come vuoi che ti risponda? Ti consiglio di aspettare. Intanto, ti andrebbe di rilassarti un po’ visitando il negozio qui di fronte? È uno dei più forniti di tutta Tokyo!!” Ran annuì debolmente e, una volta finiti i gelati, si diressero nel negozio. Quella era una giornata piena di strane coincidenze, e non sarebbero terminate qui.
 
Shinichi era visibilmente scocciato. Altro che salvare il Giappone, erano da un’ora in quel negozio e Shiho aveva scelto una dozzina di capi, che andavano dalle magliette alla biancheria, e per lei non bastavano ancora. “Se d’ora in poi dovrò vivere normalmente, mi serviranno un po’ di vestiti” aveva detto, ed era stato inutile replicarla. Shiho lo chiamò dal camerino, dicendogli di restare lì, perché doveva mostragli una maglietta, Quando uscì, Shinichi rimase a fissarla, visibilmente arrossito. Portava una maglietta bianca a maniche corte che le metteva in risalto il seno, sicuramente non adatta al periodo autunnale, e una minigonna azzurra.
“Allora, come sto?” domandò con una voce infantile, sembrava si divertisse a mettere Shinichi in situazioni del genere. Poi continuò, con un tono che al detective parse malizioso: “Dalla tua faccia, Kudo-kun, mi pare di capire che ti piaccia...” Il liceale corse ai ripari, balbettando frasi e preposizioni sconnesse, seguite da vari “no”, mentre le sue guance si tingevano sempre più di rosso. “Kudo-kun, io intendevo il vestito, non me…” disse con uno sguardo malizioso, anche se Shinichi notò che anche lei era leggermente arrossita.
La situazione fu completamente osservata da due ragazze (penso che tutti noi conosciamo la loro identità ndZane), una profondamente arrabbiata, l’altra che versava lacrime pesanti. Quest’ultima, Ran, ad un certo punto asciugò le lacrime e decise che gliel’avrebbe fatta pagare. Fu ancora una volta Sonoko a fermarla. “Ran, aspetta…ora abbiamo visto soltanto che la ragazza gli ha chiesto un opinione sul vestito, non abbiamo prove che ci sia qualcosa, e se glielo domandi, lui mentirà. La cosa da fare è seguirli e aspettare che si scambino un abbraccio, un bacio o… qualcosa di peggio! Ehehehe!!” Ran decise che quello di Sonoko era un ottimo piano, ma le venivano le lacrime agli occhi a pensare che Shinichi, aspettato da Ran da tantissimo tempo, la tradiva con quella ragazza. Aveva già capito che tipo era: una tutta forme, niente cervello, insomma, una “facile”. Ma lei non l’avrebbe perdonata; si sarebbe ripresa Shinichi, con la sua bontà d’animo, quella che tanti ammiravano. (Bontà d’animo che in quel momento era andata a farsi benedire…se due persone si piacciono, non è da “buoni” cercare in ogni modo di separarle, o no? ndZane)
Shiho e Shinichi avevano appena finito di pagare, la ragazza si era cambiata mettendosi addosso degli abiti un po’ più adatti alla situazione, ed erano corsi alla moto. Partirono velocemente, e Ran notò che Shinichi stava sicuramente infrangendo i limiti di velocità. “Guarda quella vipera, lo ha anche trasformato in un cattivo ragazzo…ho capito, lui dice che si occupa di un caso importante mentre gira per tutto il Giappone a fare scampagnate con quella!!!!” Ran era piena di rabbia, voleva seguirli…ma come? Non li avrebbe mai raggiunti in tempo, e Sonoko non avrebbe potuto accompagnarla…chissà dove si sarebbero diretti.
“Ehi, Ran-kun!! Come va??” A parlare era stato un bel giovane, biondo e abbronzato di nome Amuro Tooru, cameriere part-time del locale Poirot vicino a casa Mouri, e grande amico di questi ultimi. Ciò che Ran non sapeva, è che il giovane faceva parte dell’Organizzazione Nera, con il compito di indagare sulla fuga di Shiho Miyano. Era riuscito anche a farla fuori, sul Mistery Train (*vedere il mio commento ndZane), ma era rimasto a lavorare come cameriere perché la reputava una copertura perfetta, e anche perché Vermouth sembrava tenere in qualche modo alla giovane liceale che era davanti a lui.
“Oh, Amuro-san…ecco, mi servirebbe un taxi per seguire un mio amico in moto…”
“Ma posso accompagnarti io, con la mia macchina!! Dimmi, dov’è che dobbiamo andare?”
Ran impazzì di gioia a quell’affermazione, ma prima disse a Sonoko di avvisare il padre e Conan che sarebbe andata a trovare Heiji e Kazuha ad Osaka. Vedete, quante coincidenze?? La giornata però, non era ancora finita, anzi, era appena iniziata, considerando che era ancora mattina, nonostante il cielo grigio che portava il significato di temporale imminente.
Una volta entrati in macchina, Amuro ripeté la domanda, e la risposta di Ran fu questa:
“Ecco…non lo so! Il mio amico si chiama Shinichi Kudo, forse lo conoscerai, ed ha una moto nera. Guida senza casco e non rispetta i limiti di velocità, sarà facile riconoscerlo.” Amuro mise in moto pensieroso. Aveva detto Shinichi Kudo?? Secondo i registri dell’Organizzazione era morto e sepolto da oltre un anno e mezzo, eppure erano arrivate voci che era ancora vivo. Gin però aveva archiviato il caso come chiuso, sostenendo che le comparse di questo “redivivo Shinichi” erano solo tramite voce, quindi per telefono, e probabilmente si trattava di qualcuno che lo aveva sostituito per un motivo sconosciuto. “È morto davanti ai miei occhi.” Aveva detto Gin. Ed ora, quella ragazza diceva di averlo visto?? Era un’occasione troppo ghiotta per farsela sfuggire. Ma, quando Ran aggiunse un piccolo particolare, ad Amuro saltarono gli occhi dalle orbite.
“Ah, dimenticavo…è in moto con una ragazza, capelli di un colore strano, quasi color rame e a caschetto.”
“A cas--cas--chetto, hai detto? Color rame?? Sicura?” Lo sguardo era terrorizzato e sconvolto allo stesso tempo. Era impossibile, l’aveva vista morire con i propri occhi, non poteva essere ancora viva. Prima voleva chiamare Gin per avere direttive, ora capì che sarebbe stato un suicidio. Così decise che si sarebbero fermati ad un autogrill e avrebbe chiamato l’unica persona che non l’avrebbe spellato vivo.
“Tutto bene, Amuro-san?? Ho detto qualcosa di sbagliato?” Ran era preoccupata che il suo accompagnatore la abbandonasse, ma le intenzioni del giovane erano tutt’altre.
“No, non preoccuparti…penso solo di aver ritrovato una vecchia amica… che credevo morta.” Lo disse con uno sguardo abbastanza diabolico, e Ran capì che anche a lui quella persona doveva stare antipatica. Buon per lei, no? (Ma proprio per niente, cara Ran ndZane).
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Ehilà, popolo di EFP!! Sono tornato dopo tanto, e vi presento il primo di tre capitoli della mia nuova storia. Teoricamente era una one shot, ma visto che ha raggiunto le 20 pagine (e non ho ancora scritto il finale) ho deciso di dividerla per rendere più agevole la lettura. Non è il mio solito stile di scrittura, un po’ cupo e molto sentimentale, perché ho voluto fare un esperimento: in questa storia vi è più azione e vi sono più dialoghi. Ci terrei quindi a sapere una vostra opinione sulla storia, anche perché è da mesi che ci lavoro, e vi prometto che il prossimo capitolo uscirà fra una settimana esatta (stavolta niente false promesse, perché è già completo e lo devo solo rileggere). Comunque, vi chiedo di prendere per buono il fatto che Shiho abbia voluto andarsi a comprare i vestiti, ma mi serviva per la trama. Inoltre, Amuro si riferisce, quando parla del Mistery Train, al fatto che avesse ucciso Ai lasciandola nel vagone riempito di esplosivi; in verità, la ragazza stava al sicuro e ad aver preso le sue sembianze era stato Kaito Kid.  E ora, la parola alla mia assistente, tornata di sua spontanea volontà dopo la vacanza in America:
Ai: “Mmmhh!!! Mm—mmhhh!”
Zane: “Scusa, non ho ben capito. Vuoi che ti tolga il bavaglio, giusto?”
Ai: “Spontanea volontà un corno!! Ero riuscita a scappare dalle sue pessime storie… mi ha fatto rapire da un tizio vestito da banana che fingeva di pubblicizzare la Chiquita, mi ha legata ad una sedia e… mmhh…mhh!!”
Zane: “Ok, ok…stop! Non prendetela seriamente, sta delirando…grazie per il tuo commento!!””
Ai: “Mmm!”
   
 
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