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Autore: 9Pepe4    19/03/2009    9 recensioni
«Minerva, gentilmente vai alla capanna di Hagrid, dove troverai un grosso cane nero nell'orto delle zucche. Porta il cane nel mio ufficio, digli che lo raggiungerò tra poco, poi torna qui».
Ricordate questo punto di "Harry Potter e il calice di fuoco"? Come avrà comunicato l'informazione a Sirius, la McGranitt?
Genere: Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Minerva McGranitt, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Doverosa premessa: ho trovato questa breve One-Shot su un foglio, sepolto sotto montagne di altri. L'avevo scritta in seconda o in terza media, quando l'ho riletta mi è venuta una nostalgia... Comunque ho deciso di pubblicarla. Grazie per l'attenzione (e scusate il titolo, ma a suo tempo non lo avevo dato, quindi l'ho inventato di sana pianta)

Rivolgersi ad un cane



La professoressa McGranitt fissò il cane nero che aveva appena condotto nello studio di Silente, come su indicazione del Preside. Lui la squadrò a sua volta, la lingua a penzoloni.
Era un bestione enorme, di quelli che Hagrid avrebbe potuto apprezzare al massimo. Forse era nel campo di zucche proprio perché apparteneva al guardiacaccia… Aveva il pelo completamente corvino, e gli occhi – stranamente chiari e limpidi – risaltavano in modo impressionante. Parevano quasi animati da un’insolita scintilla di intelligenza.
La McGranitt sospirò.
Fece vagare un attimo lo sguardo. Onestamente si sentiva un’idiota. Era felice che gli unici testimoni di quanto stava per fare fossero i presidi che sonnecchiavano nei loro ritratti.
«Dio, cosa mi tocca fare!» sospirò.
Non era da lei tentennare così, specialmente quando in un’altra stanza, ad attenderla, si trovavano Silente, Potter e un pazzo assassino che aveva trascorso l’anno scolastico travestito da professore. Però, quel che le toccava fare la sconcertava un po’…
Il cagnone accennò uno scodinzolio.
«Ah, be’…» si arrese lei. «Silente ha detto che ti raggiungerà a momenti» lo informò.
Il lato positivo della faccenda, era che nessuno dei suoi studenti avrebbe mai immaginato che lei potesse mettersi a parlare ad un animale come ad un essere in grado di comprendere pienamente il linguaggio umano.
La donna combatté con la sensazione che, effettivamente, quel cane fosse in grado di capirla. La guardò in un modo, appiattendo le orecchie contro il cranio e fissandola con quegli occhi chiari… Poi si accucciò, la coda batté una volta sul pavimento.
La professoressa lottò con la propria assurda impressione che l’animale avesse capito e si fosse messo comodo ad attendere il Preside.
Il cane mugolò appena, la testa tra le zampe anteriori.
Lei gli voltò le spalle e uscì, con una certa fretta.
  
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