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Autore: _MeAndYou_    04/02/2016    11 recensioni
Raccolta di One Shot sulla vita di coppia di Root e Shaw che racconteranno avventure e momenti da quando inizieranno a vivere insieme. Sequel di Root&Shaw – Spin OFF.
Ci sarà da divertirsi!
Genere: Comico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Root, Sameen Shaw
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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[Nei precedenti capitoli mi era stato richiesto di fare un capitolo un po' più movimentato e beh... vi ho accontentate. Un nuovo numero fresco, fresco per voi. Siate clementi, la storia è stata compeltamente inventata da me e non sono brava in questo. Non sono quel genio di Nolan o dei suoi colleghi, però ho provato a fare del mio meglio. Buona lettura.]

Personaggi: Root, Shaw, Reese e Finch.
Rating: Giallo.
Genere: Azione, Triste, Suspance.
Missione

La Macchina aveva assegnato loro un nuovo numero, Chaz Preston, un ventunenne che si guadagnava da vivere vendendo droga, o meglio fingendo di venderla. Prometteva ai suoi clienti droga e alla fine si fregava i soldi e senza dar loro nulla. Credeva di poter andare avanti così per il resto dei suoi giorni e invece si sbagliava. Non aveva fatto bene i conti e si era cacciato nei pasticci. Chaz aveva truffato un membro della Mafia Russa e convito di aver concluso l’ennesimo colpo, non sapeva che la sua vita era in grave pericolo.

John intervenne giusto in tempo, prima che alcuni membri della banda criminale riuscissero a catturarlo e lo portò al sicuro. Dopo aver dialogato a lungo col ragazzo e risposto alle solite domande: “Chi sei?” “Che vuoi da me?” “Perché sono qui?”, la Macchina inviò loro un altro numero. Alan Preston, fratello minore di Chaz.

Finch richiese aiuto a Root e Shaw che subito si attivarono, mettendosi in viaggio verso il piccolo appartamento dei due fratelli.

«Come mai così silenziosa?» domandò, Sameen stupita dall’atteggiamento apatico dell’altra.

«Nulla… pensavo.»

«Non pensi mai così silenziosamente e soprattutto quando stiamo in macchina. Avanti spara!»

Lo sguardo di Root vagò a vuoto. Era ormai un anno che lei e Sameen avevano una relazione e da diverso tempo un pensiero non voleva saperne di uscire dalla sua testa. Più i giorni passavano, più questo pensiero si fortificava.

«Oggi voglio pensare silenziosamente, non posso?» sbuffò, accavallando le mani. «Sì, ti sento!» sbottò, rivolgendosi alla Macchina. «Ho capito, ho capito. Gira a destra» ordinò a Sameen.

La donna al volante obbedì, ma aggrottò la fronte perplessa dagli strani modi di Root.

«Oh santissimo cielo Root! Non dirmi che vuoi litigare proprio adesso, non mi sembra il momento più adatto.»

«Non voglio litigare. A me sembra che tu voglia litigare. Non ho la testa per iniziare una discussione, quindi no, non litigheremo ora» rispose a tono.

«Vuoi litigare dopo allora?» Shaw la guardò per un breve momento.

«No!» il viso di Root si corrucciò in una strana smorfia. «Ma cosa..?»

«Va bene, allora litighiamo ora. Avanti comincia pure, sono tutta orecchie. Ma ti prego sfogati velocemente che abbiamo delle vite da salvare e…»

«Voglio avere un bambino» sbottò, interrompendo Sameen e lasciandola immediatamente di stucco. «Voglio avere un bambino… con te» specificò, abbassando e calmando il tono.

«Cosa?» Shaw fermò di colpo la macchina. «V-uoi un ba-bambino?» farfugliò, sperando di aver capito male.

Credeva di aver già chiarito e superato l’argomento “Famiglia/Matrimonio” ma probabilmente non era così.

«Io…tu non vuoi?» Root sospirò, ritrovandosi parecchio  in difficoltà.

Conosceva Sameen e sapeva come la pensava riguardo i figli e la famiglia, ma c’era una parte dentro di lei che sperava potesse cambiare idea.

«Non penso questo sia il momento più adatto per parlarne» Sameen accostò la macchina. «Siamo arrivate.»

Root abbassò la testa e accantonò l’argomento per dedicarsi alla loro missione. Irruppero nell’appartamento ben armate, ma l’unica cosa che trovarono fu l’abitazione sotto sopra.

«Siamo arrivate tardi Finch» Shaw parlò al suo auricolare. «Credo che la Mafia ci abbia anticipate.»

«Vieni Sameen, dobbiamo andare» Root, dopo aver ricevuto istruzioni dalla Macchina, afferrò l’altra dal braccio e la trascinò fuori dall’appartamento. «Harry, presto contatteranno Chaz, fate attenzione» aggiunse, chiudendo in fine il collegamento.

«Allora? Hanno trovato mio fratello?» il ragazzo si scaldò.

«Mi dispiace» Harold abbassò la testa sconsolato.

«Devo andare» si alzò di colpo. «Devo risolvere questa situazione, è tutta colpa mia, lui non c’entra nulla.»

Reese lo bloccò prontamente, mettendogli una mano sul petto.

«E cosa credi di fare? Pensi che si fermeranno dopo che avrai dato loro ciò che volevano? Ti vogliono morto Chaz, quindi lascia fare a noi.»

«I nostri genitori ci hanno abbandonati quando lui aveva solo quattro anni e io mi sono ripromesso che lo avrei cresciuto e mantenuto senza l’aiuto di nessuno. Ho fatto tutto questo per lui, per far si che conducesse una vita normale e invece ora l’ho messo in pericolo» la voce del ragazzo tremò vistosamente. «Ha solo otto anni, vi prego…» guardò Harold negli occhi e poi John.

«Devi fidarti di noi, sappiamo quello che facciamo.»

Come anticipato da Root, Chaz ricevette una chiamata dalla Mafia Russa che diede lui un ultimatum: o si sarebbe fatto avanti consegnando loro la droga pagata, o suo fratello sarebbe morto.

Così Chaz, protetto alle spalle da John, si presentò nel luogo stabilito dalla Mafia; un giardinetto disperso e abbandonato di New York.

Nel frattempo Shaw era appostata in lontananza con un fucile di precisione e stava ricevendo le ultime dritte da Root.

«Tutto chiaro?» concluse, dopo aver spiegato cosa il piano da seguire.

«Sì» annuì Sameen. «Senti Root!» la bloccò prima che si allontanasse. «Non credo che io sia pronta a questo e non credo lo sarò mai. Guardaci, guarda il nostro lavoro. Stiamo per salvare un povero bambino innocente che rischia di morire senza aver vissuto per nemmeno dieci anni.»

Root la guardò contorcendo la bocca e si allontanò senza dire una parola, raggiungendo John.

«Il bambino è in quella piccola palazzina» lo avvertì Root. «A momenti usciranno tutti e Sameen se ne occuperà.»

Proprio come detto da Root, una decina di criminali armati, uscirono dalla palazzina e si avvicinarono a Chaz. John e Root osservarono la scena attentamente e diedero il via libera a Sameen che immediatamente si precipitò dentro l’edificio.

Salì prima al piano superiore e poi scese a quello inferiore, dove trovò il bambino legato e imbavagliato.

«Calmo piccolo, sono qui per aiutarti.»
..........

«Ecco la vostra roba, ora però lasciate mio fratello» disse il ragazzo, lasciando i sacchetti di droga per terra.

«Bravo, hai fatto la scelta giusta» uno di loro prese parola e si fece avanti. «Nessuno truffa la Mafia Russa» borbottò, raccogliendo i sacchetti.

«Sì, ho capito di aver sbagliato. Ma ora ho rimediato e…»

«Rimediato? Non credo proprio.»

Root e John si guardarono per un attimo. Sapevano sarebbe andata a finire così ed erano pronti per intervenire.

«Tuo fratello morirà, ma tranquillo non sarà il solo. Tu gli farai compagnia» rise meschinamente e puntò contro di lui la pistola.

A quel punto ci furono diversi spari, ma provenienti dalle armi di Root e John che intervennero per mettere al sicuro il ragazzo. Si scatenò così una vera e propria sparatoria; John colpì tre di loro e Root quattro, altri due fuggirono e l’ultimo rimasto si fece avanti a mani alzate in segno di resa.

«Chi siete voi dei poliziotti?» domandò lui, ferito ad una spalla.

«Siamo quelli che ti sbatteranno in prigione» mormorò Reese.

«Come volete» rise il mafioso.

«Cosa hai da ridere?»

«Rido perché credete di aver vinto, ma non è così. Ho messo una bomba nell’edificio e mi dispiace per il tuo fratellino, ma morirà ugualmente.»

Root spalancò gli occhi e contattò immediatamente Shaw.

«Sameen, esci subito dalla palazzina» parlò col fiato corto. «Mi hai sentita Sameen?»

«Ho preso il bambino» rispose lei.

«Ciao, Ciao» il mafioso premette un pulsante e il rumore di una forte esplosione venne seguito dall’urlo di Root e di Chaz.

Reese sparò un altro colpo alla tibia di quel criminale e si voltò verso la palazzina in fiamme.

«Sameen» Root tentò di contattarla nuovamente tramite l’auricolare. «Sameen» riprovò tremando.

Il ragazzo, distrutto, iniziò a piangere e poi ci fu silenzio. Un eterno ed estenuante silenzio mentre l’edificio di fronte a loro andava in fiamme. Root stava assistendo ad uno spettacolo a cui non avrebbe mai voluto assistere, quelle fiamme stavano divorando il suo amore.

Il suo cuore batté velocemente nel vedere il movimento di un ombra nelle fiamme. Ma ad uscire fu solo un ragazzino che corse immediatamente verso suo fratello Chaz.

Root continuò a guardare verso la porta principale con la speranza che da un momento all’altro sarebbe uscita anche Sameen. Ma niente.

«Dov’è Sameen?» Root tirò il ragazzino verso di se e strinse le sue spalle. «Dov’è?!?»

«Lei… lei è rimasta incastrata per liberare me» il bambino farfugliò, sentendosi decisamente in difficoltà e in colpa.

«Io vado!»

«Si fermi signorina» Harold comparve dal nulla e la bloccò da un braccio. «Non può rischiare così tanto, lei…»

«Sì che posso» Root fece una smorfia contrariata. «Lei non ha titubato un solo secondo prima di sacrificarsi per tutti noi. Ora il minimo che io possa fare è tentare di salvare lei.»

Root aveva fatto la sua scelta e nessuno avrebbe potuto fermala. Doveva rischiare e tentare l’impossibile. Contro la volontà dei suoi compagni e della stessa Macchina, corse verso la palazzina e si gettò tra le fiamme riparandosi il volto con un braccio. Per la prima volta aveva ignorato gli ordini della Macchina. L’amore per Sameen superava tutto, anche il Dio che tanto venerava.

Intorno a lei c’erano solo fiamme e fumo, non riusciva a vedere di più.

«Sameen!» gridò con tutta la voce che aveva. «Sameen… ti prego rispondi, ti prego. SAMEEN!»

Un nodo le si fermò alla gola e le impedì di respirare correttamente. Non sapeva se fosse colpa del fumo o della disperazione, ma probabilmente sarebbe morta lì bruciata dalle fiamme o per mancanza di ossigeno.

Stava per perdere conoscenza, quando improvvisamente una voce, quella di Sameen, rimbombò alle sue orecchie. Quella voce riuscì a darle forza e a permetterle di rimanere cosciente. Erano grida di aiuto e provenivano da piano inferiore.

«Arrivo Sameen!» urlò, affrettandosi a scendere giù.

Schivò le fiamme e delle travi di legno che le ostacolavano il passaggio e giunse al piano inferiore. Immediatamente la vide, era incastrata in mezzo a delle colonne e le sue gambe erano completamente bloccate.

Rapidamente si avvicinò verso di lei e iniziò a sentirsi meglio.

«Che ci fai qui Root?» le domandò, tossendo ripetutamente. «Non avresti dovuto farlo.»

«Come potevo lasciarti qui senza far nulla?» rispose, cercando di liberarla. «Non avevo alcuna intenzione di perderti.»

«Allora datti una mossa, altrimenti moriremo entrambe bruciate e non è di certo così che meritiamo di finire.»

Root spinse con forza e dopo diversi tentativi riuscì a liberarla dalla morsa. Si caricò il braccio di Sameen attorno al collo e le fece d’appoggio per farla soffrire di meno. La sua gamba era ridotta piuttosto male, probabilmente si era rotta quindi dovevano affrettarsi e correre immediatamente ad uno ospedale.

«Cazzo» ansimò Shaw, dopo aver salito l’ultimo gradino. «Non ce la faccio» crollò per terra, fortunatamente sorretta da Root.

«Andiamo tesoro, ci siamo quasi non puoi mollare ora» la incoraggiò Root.

«Non.. Root sto per perdere conoscenza. Esci da qu..qui..» le labbra affannate di Sameen si chiusero e contemporaneamente anche i suoi occhi.

Il dolore era troppo forte e nonostante avesse lottato con tutte le sue forze per reprimerlo, non aveva potuto evitare lo svenimento. Era finita. Lo sforzo di Root era stato inutile.
..........

Sameen riaprì gli occhi confusa. Solo dopo diversi secondi capì di essere avvolta tra le braccia di Root e soprattutto di essere ancora viva. Appena incrociò i bellissimi e lucenti occhi di Root, un ghigno le comparve sul viso.

«Presto i soccorsi saranno qui, per lo meno abbiamo evitato di morire bruciate.»

«Nemmeno il fuoco ci ha fermate» farfugliò debolmente. «Non mi ucciderà di certo un osso rotto.»

«Ne sono più che sicura» le prese la mano e subito Shaw la strinse. «La palestra è servita a qualcosa. Non è stato mica facile trascinarti fin qui» sorrise, cercando di non farle perdere nuovamente i sensi.

«Ti donano queste macchie di fumo nero sul viso» scherzò Sameen.

«Anche a te, soprattutto questa qui» disse, poggiando il dito sul suo naso. «Un look da pompiere.»

«Avremo un figlio» ansimò Shaw improvvisamente.

L’aver rischiato di morire per la seconda volta le fece capire che la vita era troppo corta per viverla a metà e le diede la spinta e l’incoraggiamento per dire quelle tre parole.

«Cosa?»

Per un momento Root pensò che Sameen avesse preso anche una botta in testa.

«Io non sono nessuno per impedirti di diventare madre, per cui sì! Avremo un figlio. Non saprei nemmeno da dove cominciare e probabilmente sarei una pessima mamma, ma tu… tu saresti la madre perfetta.»

Samantha sorrise e quando sentì i suoi occhi riempirsi di lacrime, si precipitò contro le labbra di Sameen e la baciò con tutto l’amore possibile. Ma la paura di poterle far male la fece allontanare immediatamente.

«Ma ti sbagli, noi saremo entrambe due madri perfette perché ci amiamo e il nostro amore farà solamente del bene al nostro bambino.»

Le sirene dell’ambulanza interruppero quel dolce momento. Shaw venne caricata su una barella e successivamente sul autovettura. Anche Root salì a bordo e le rimase vicina.

«Harold e John ci raggiungeranno all’ospedale.»

«Grazie Root, se non fosse per te…»

«Non devi nemmeno dirlo» la interruppe prima che terminasse. «Ho fatto la cosa giusta e la rifarei all’infinito. Sono sicura che anche tu al mio posto avresti fatto lo stesso. Quindi non ringraziarmi, stai tranquilla e pensa a riprenderti.»



LEGGERE ATTENTAMENTE.

Angolo Autrice
Vi avevo promesso un capitolo da colpo di scena e beh credo che il colpa di scena sia arrivato. Ho riflettuto molto su questa svolta e questo è il risultato finale. Purtroppo mi tocca darvi una notizia brutta... ho deciso di prendermi una pausa e di proseguire appena mi risentirò pronta a dare il massimo per tutte voi. Non appena deciderò di tornare a scrivere contatterò privatamente ognuna di voi per avvisarvi del continuo. Chiunque ci tenga ad essere avvisata me lo scriva nella recensione :)
Vi lascio comunque con un bel finale che vi lascerà sicuramente immaginare un bel futuro.
Come ultima cosa ci tengo a ringraziare tutte voi per il traguardo delle 100 recensioni, è la prima volta che su efp una mia storia arriva a soglia 100 ed è una bellissima soddisfazione. 
GRAZIE!
A voi i commenti.
  
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