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Autore: Canzonette    05/02/2016    0 recensioni
Storia scritta a quattro mani, a 1700 km di distanza.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carlo correva. Correva velocissimo. Gli mancava il respiro, ma gli sembrava di essere troppo lento. Non era ancora arrivato abbastanza lontano. Ma dopo qualche centinaio di metri dovette fermarsi. Invece di riprendere fiato si mise ad urlare, facendo riecheggiare la sua voce nella foresta. Doveva uscire di lì. Pensava che la tranquillità di quel posto gli avrebbe fatto bene, ma quel silenzio gli metteva paura. Solo che ora non riusciva a muoversi, le gambe rifiutavano di obbedirgli, e dovette accasciarsi a terra. Smise di urlare, ma sentiva ancora il rimbombo della propria voce nelle orecchie. La terra era fresca, piacevole sul viso accaldato. Carlo si girò a pancia in su, e guardò le cime degli alberi sopra di lui. Il cielo era grigio, e i rami degli alberi sembravo anch’essi grigi. Era uscito di casa senza dire nulla, dopo che aveva visto il postino saltare la loro porta, e consegnare una lettera ai vicini.

Perché non riceveva sue notizie? Era un’attesa frustrante, che lo portava alla follia. Anna era partita un anno prima, e da allora non si era fatta sentire. Per dodici mesi Carlo aveva guardato il postino passare alla casa a fianco, e per dodici mesi aveva riaccostato la tenda, ed era tornato in casa facendo finta di nulla. Non aveva mai promesso di farsi sentire, in effetti. Anche la sua partenza era stata improvvisa, nel giro di pochi giorni aveva fatto le valigie ed era partita.

Carlo si alzò di scatto. La possibilità che le fosse successo qualcosa non l’aveva mai sfiorato: e se Anna non tornava perché era morta? O se non morta, in una situazione che le impediva di mandare lettere. Nella sua testa si creò l’immagine di Anna rapita dagli indigeni della foresta amazzonica, o resa schiava di un principe arabo, o rinchiusa in una cella. Ma certo! Ora gli sembrava tutto finalmente chiaro. E alla luce verde che filtrava tra le foglie ogni cosa acquistò un senso, ogni frase e ogni gesto di Anna ora significava qualcosa. Si guardò in torno con calma mentre si puliva la schiena dai fastidiosi aghi di pino che si erano impigliati nel suo maglione preferito e, riconosciuta la direzione da cui era venuto, si mise a camminare. Sempre con calma, perché sapeva dove stava andando, o meglio, sapeva dove voleva arrivare.
   
 
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