Film > Una notte al museo
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Autore: Akiko Swift    05/02/2016    2 recensioni
Una nuova avventura attende i personaggi storici del famoso museo di storia naturale.
Fin dall'antichità la famiglia di Iside ha avuto il compito di proteggere e tramandare la profezia legata al faraone Ahkmenrah, non appena si sono compiuti i primi segni dell'avverarsi della profezia la ragazza decide di andare dalla guardiana della tavola per dirle tutto.
Nisha la sacerdotessa guardiana ha già iniziato il suo lento decorso in questa e Iside arrivata a New York pensa che sia già troppo tardi, ma non ha conosciuto la forza di volontà di Nicky e il coraggio del Faraone.
Un potere immenso, una nuova avventura porteranno i nostri eroi alla ricerca di un cugino deluso dalle aspettative della sua antica vita.
Salve cari lettori, il mio nome è Akiko Swift e per me è la prima volta che scrivo su questo meraviglioso film, ma ad accompagnarmi ci sarà una mia cara amica Lunamelly e spero di riuscire, grazie anche al suo aiuto, di farvi emozionare.
Genere: Avventura, Fantasy, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ahkmenrah, Nick Daley, Nuovo personaggio, Sacagawea, Theodore 'Teddy' Roosevelt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corro veloce attraverso i vari corridoi del museo con in mente un solo obbiettivo, raggiungere la stanza dedicata all’Egitto.

Schivo un mammut e poi saluto la mia amica Sacajawea, intenta a preparare Teddy per lo spettacolo di questa sera, dedicato alle scuole medie.

Devo proprio ammetterlo, sono una coppia meravigliosa e un po’ li invidio perché loro possono vivere il loro amore, anche se in un modo strano, in fondo sono statue situate in un museo.

Invece il mio amore è destinato a rimanere chiuso nel mio cuore e il motivo è semplice, mi sono innamorata di Ahkmenrah.

Mi fermo un attimo e sospiro triste a questo pensiero, ma sussulto non appena sento una mano sulla mia spalla, così mi giro di colpo e mi trovo davanti Sacajawea.

-Saca,mi hai fatto prendere un infarto- guardo la mia migliore amica e le sorrido, ma dal suo sguardo vedo che non riesco a convincerla per niente

-perdonami, ma ti ho vista così giù di morale e mi sono preoccupata- la guardo e ringrazio tantissimo Nicky
per quella volta che mi ha fatto venire di notte a vedere il museo dove il padre lavorava come guardiano notturno.

Sospiro nuovamente e mi avvicino ad una panchina posta al fianco della teca dove fino a pochi minuti fa si trovavano i romani ora intenti a ridere all'ingresso assieme ai cowboy.

-sei triste per qualcosa, ma non dovresti, sei una ragazza meravigliosa e poi hai questa grande opportunità di poter vivere quest’esperienza unica al mondo- guardo Sacajawea e lentamente annuisco, ma ormai non riesco più a trattenere
tutto quello che sto provando all’interno del mio cuore.

Mi lascio cadere sulla panchina e mi porto le mani al volto non riuscendo più a sostenere lo sguardo della mia migliore amica

-non ce la faccio più, non posso più tenere dentro questo peso- stringo le mani attorno ai capelli e cerco di trattenere le lacrime

- che cosa stai dicendo? non ti capisco- sento le sue mani prendermi per le spalle e voltarmi verso di lei, poi sposta le mie mani
dal volto e me lo alza in modo da vedere i miei occhi grigio chiaro, scuri solamente vicino alla pupilla.

Non appena incrocio il suo sguardo penso che pochi istanti prima quegli stessi occhi stavano guardando la sua anima gemella e nel mio cuore sento tanto dolore chiedendomi il motivo per cui io debba soffrire così tanto. 

“Ormai non posso tirarmi in dietro” penso continuando a guardarla negli occhi “ ho parlato e ora devo dirle tutto, se no soffrirò il doppio se mi tengo ancora tutto dentro” 

Distolgo lo sguardo abbassandolo mentre prendo un respiro profondo, poi mi preparo a dirle tutto ciò che provo.

-n…non riesco più a tenermi tutto dentro, ormai sto soffrendo come non mai e tutto questo solo a causa del mio cuore- provo ad essere chiara, ma mi è molto difficile rivelarle tutto, anche se lei è la mia migliore amica.

Ci conosciamo a fondo, a scuola mi è sempre piaciuta la sua storia e non appena ho avuto la possibilità di incontrarla dal vivo non ho perso tempo, le ho chiesto di parlarmi di tutto quello che la riguardava e io ho fatto lo stesso.

Ora basta solamente guardarci per capire ciò che pensa l’altra, eppure sento come se ci fosse un muro in questo momento di fronte a noi.

-Nisha giuro che non ti sto capendo, per quale motivo il tuo cuore ti sta facendo soffrire così tanto- mentre mi dice queste parole mi prende le mani e le stringe tra le sue con fare affettuoso

-o…ogni volta che vedo te e Teddy provo invidia, invidia per il vostro amore perché so che io non potrò mai avere quello che voi avete- dalle mie labbra le parole escono come un fiume in piena, ma una mano sulla guancia riesce a farmi zittire un secondo

-questo non è vero, vedrai che troverai anche tu l’amore che adesso abbiamo io e Teddy, ci vuole solo un po’ di tempo- scuoto la testa e abbasso il volto, incapace nuovamente di sostenere il suo sguardo.

- io non avrò mai quell’amore perché il mio cuore ha già deciso, ma questa volta non posso seguirlo come mi dici ogni volta, ne soffrirei troppo perché…- uno strano rumore blocca le mie parole e un urlo mi fa scattare, dimenticandomi immediatamente di ciò che stavo dicendo

- che sta succedendo- guardo Sacajawea e scaccio via le lacrime, iniziando a correre verso la stanza dedicata all’Antico Egitto

-fa presto, va a chiamare il padre di Nick- non so per quale motivo sono in ansia, ma so per certa che è stato Ahkmenrah ad urlare, così
aumento il ritmo della corsa.

Affanata raggiungo il luogo in cui si trova la persona più importante per me in questo momento e mi sento male nel vederloa terra in preda a strani dolori.

-Ahkmenrah!- mi avvicino e cerco di attirare la sua attenzione, in modo da distrarlo da tutta quella sofferenza, ma i miei tentativi risultano vani anche perché solo in questo mi accorgo di un orribile particolare.

La tavola che da vita ogni notte a tutto il museo non è più sulla parete a lei assegnata e questo sta causando tutta quella sofferenza al faraone, ma fino ad  adesso non era mai successo che lui soffrisse a causa della sua lontanaza.

Provo ad alzarmi per cercarla, ma la presa del faraone mi costringe a riavvicinarmi a lui e dolcemente cerco di metterlo in una posizione che lo faccia stare più comodo

-che cosa ti è successo Ahkmenrah- odio vederlo soffrire senza poter fare nulla, in fondo dovrei essere la guardiana della sua tavola, dovrei essere in  grado di capire come farlo guarire, eppure non so cosa fare

-l…la tavola è s…stata rubata- sgrano gli occhi spaventata a quella notizia e inizio a guardarmi in giro per vedere se riesco a capire cosa diamine è successo in quei pochi minuti in cui mi sono fermata a parlare con Sakajawea

-Nisha, Ahkmenrah- guardo davanti a me e ringrazio il cielo dell’arrivo del padre di Nick e degli altri, ma con mia sorpresa assieme a Nicky vedo una strana ragazza che mai prima di quel momento avevo visto.

Ha i capelli verdi chiaro, ma non quel chiaro pastello, un verde simile alla fresca erba mattutina, quella bagnata dalla dolce rugiada mentre viene inondata dai piccoli raggi timidi del sole appena sorto.

La vedo correre e i miei occhi si soffermano sui suoi che posseggono qualcosa che mi attira, ma non so dire di preciso che cosa.

Sono di un azzurro ipnotizzante, simili all’azzurro estivo del cielo, però su di essi vedo anche un “ velo” che impedisce ai sentimenti di esprimersi realmente o almeno è ciò che in questo momento riesco a scorgere in essi.

Subito dopo il viso mi concentro sui suoi vestiti e mi sorprendo nel vedere il forte contrastro che creano con gli occhi e i capelli.

Indossa una grande e nera felpa, la chiamo grande a causa del fatto che le arriva poco sopra le ginocchia, ma non sembra essere un problema per lei.

Subito sotto vedo dei leggins anch’essi neri, quasi fossero fatti di pura pece, anche perché ad essere neri non sono solo i vestiti, ma anche le scapre, delle vans con una sottilissima riga bianca ad indicare l’inizio della suola.

Più la guardo e più mi sembra che il nero faccia parte di lei, come fosse una seconda pelle, ma la cosa che mi sorprende e mi spaventa è il fatto di come mi sembra proprio lei ha comandare tutto quel nero, però scuoto la testa e penso che sia solamente una mia impressione dovuta alla stanchezza di tutto quello che è accaduto in queste pochi minuti.

-Nisha cos’è successo qui…ehi Nisha- la mano del signor Lerry mi risveglia dalla “trans” in cui mi sono bloccata, così mi faccio aiutare ad alzare Ahkmenrah e poi mi alzo io.

Improvvisamente mi ritornano alla mente le parole che il faraone è riuscito a dirmi con molta fatica e agitata mi aggrappo alla manica della divisa del signor Larry mentre le lacrime scendono sul mio viso, incorniciato dalla massa di capelli mossi e neri che ho ereditato da mio padre.

-la tavola…la tavola è stata rubata!- non riuscivo a pensare ad altro e se non avessimo trovato la tavola prima del tramonto avrei seriamente rischiato di non poter più vedere il mio adorato faraone.

-a…aspetta un secondo, ne siete proprio sicuri- guardo Nicky e mi chiedo se sia diventato cieco tutto in un colpo

-guarda tu stesso, non si trova al suo posto e Ahkmenrah è scosso da continui dolori, l’urlo che è rimbombato in tutto il museo è suo- tutta quell’agitazione completò l’opera e in un secondo mi ritrovo tra le braccia del mio migliore amico, svenuta.
   
 
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