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Autore: Pixforever    07/02/2016    0 recensioni
È l'ignoto che temiamo quando
guardiamo la morte e il buio,
nient'altro.
Genere: Dark, Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Corvonero, Cosetta Corvonero, Helena Corvonero, Tom O. Riddle, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley
Note: AU, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Altro contesto
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È l'ignoto che temiamo quando
guardiamo la morte e il buio,
nient'altro.

Il cielo era buio e l'oscurità lo circondava.
Arrancava in essa su un terreno sconnesso, invaso da spesse radici che si intrecciavano fra loro.
Le fronde degli alberi secolari sibilavano al vento.
Tom continuava a camminare, senza nemmeno fermarsi quando inciampava.
Tra gli alberi intravedeva una luce, un delicato bagliore azzurrino. 
Ma nonostante si muovesse in quella direzione, questo continuava adessere lontano alla stessa maniera. Sembrava irraggiungibile.
Ma perché sentiva il bisogno di raggiungere quella luce? Dopotutto, Tom aveva sempre amato il buio, l'oscurità, dove si nascondevano i segreti più irraggiungibili dell'uomo e le sue paure più profonde. Dove chi la temeva, trovava la pazzia e chi la desiderava, trovava lamorte.
La Morte. Ecco forse era l'unica cosa che Tom temeva davvero. Perché la Morte era ignota e Tom aveva sempre prestato molta attenzione a ciò che era a lui ignoto. 
E se poi qualcosa continuava a restare per lui ignoto, fingeva che fosse di poca importanza, un dettaglio che non necessitava grande considerazione. Perché non accettava di non conoscere qualcosa. 

Però la Morte era un tipo diverso di ignoto. Nessuno poteva dire che cosa avrebbe comportato. Quindi Tom non poteva scoprire la Morte nella sua vera essenza senza esserne la vittima. Ma aveva troppi piani, troppi progetti per morire. 
Si trovava in quella foresta per un motivo ben preciso. Aveva abbandonato tutto per seguire il suo piano e non doveva distrarsi.
Possibile che quella luce indicasse il luogo che doveva raggiungere? 
Che Helena avesse lasciato una traccia? 
Tom aveva pensato diverse volte alla possibilità di trovarsi di fronte a prove di intelligenza degne dell'unica figlia di Priscilla Corvonero. Ma sempre aveva smentito egli stesso queste ipotesi, dopotutto se Helena fosse stata una donna colta come la madre, non avrebbe rubato il suo diadema, non avrebbe tentato di dimostrarsi più intelligente di Priscilla. 
Helena in realtà voleva la gloria, una gloria guadagnata con l'inganno.
Il bagliore finalmente sembrava avvicinarsi e ben presto Tom si ritrovò di fronte ad un albero argentato. 
La luce era tale che dovette proteggersi il viso con il braccio per riuscire a vedere dove andava. 
L'albero aveva le radici intrecciate sopra quella che sembrava essere la fonte della luce. 
Tom prese la bacchetta e con un gesto secco tagliò le radici. E l'albero si spense. Perse tutto il suo bagliore argenteo e tornò un comune albero che però, a differenza di tutti gli altri, aveva custodito per secoli un piccola parte di magia.
Tom si chinò fra le radici spezzate e raccolse il diadema elegantemente inciso e decorato. Un ingegno smisurato per il mago è dono grato.
-Sei sicuro di ciò che stai facendo?
Tom si voltò nell'udire quella voce. 
Un ragazzo lo guardava appoggiato ad un albero vicino. 
La scena che appariva dall'esterno doveva essere piuttosto curiosa: due ragazzi con lo stesso viso, gli stessi abiti e lo stesso portamento che si guardavano nel bel mezzo di una fitta foresta nel Nord dell'Albania, uno dei due con un diadema in una mano, mentre nell'altra stringeva un bastoncino di legno talmente forte che le nocche della mano gli erano diventate bianche, l'altro appoggiato quasi con disinteresse ad un vecchio albero. I più razionali potrebbero pensare a due fratelli gemelli che stanno parlando. 
Eppure non era così.
-Non è la prima volta che ci incontriamo Tom –  disse il ragazzo appoggiato all'albero.
Tom rammentava il loro primo incontro. E ricordava anche il luogo. Little Hangleton, casa Riddle, la notte in cui uccise quella che era la parte della sua famiglia che si ostinava a rinnegare, suo padre e i suoi nonni.
E poi di nuovo, quando uccise quella vecchia, Hepzibah Smith, incolpando un'elfa della sua morte.
Si, se lo ricordava. 
Era come se in entrambi i casi fosse apparsa la sua coscienza che gli chiedeva se era giusto ciò che stava facendo. 
In entrambi i casi l'aveva cacciata. 
Ma ora non sembrava così semplice. Tom continuava a ripetersi di ignorarlo, eppure lui era lì e continuava guadarlo.
-Cosa vuoi?- la voce gli tremava e Tom capì di essere spaventato. 
No, non spaventato, dopotutto una stupida allucinazione di se stesso non gli faceva paura, non poteva. 
Niente spaventava Lord Voldemort, si ripeteva Tom .
-Io?Solo chiederti se stai facendo davvero la cosa giusta.
-Tu sei me, sai che lo sto facendo- disse furente Tom.
-Si, io sono te, ma non sono come te.
Un bagliore strano illuminava gli occhi dell'altro Tom e il suo sguardo sembrava provare pietà e dolore per Tom.
-Puoi ancora tornare indietro, puoi ancora pentirti.
-Io non parlerei mai così. Sono fiero di ciò che ho fatto e sono convinto che ciò che farò mi porterà al successo e al potere.
-Hai ucciso tuo padre.
-Mi ha abbandonato.
-Hai ucciso una donna che ti idolatrava.
-Era patetica.
-Hai ucciso una ragazza innocente.
-Il suo sangue era marcio e si proclamava una strega.
-Chi sarà il prossimo che ucciderai?
-Dovrà ritenersi onorato. Per purificare il mondo, per raggiungere il mio scopo ucciderò chi dovrà essere ucciso.
-Tom..
-Non chiamarmi così!- sbottò Tom livido di rabbia, forse l'unico sentimento che riusciva a provare. 
-Tu puoi ancora fermarti- gridò l'altro che, al contrario di Tom, portava ancora una sfumatura d'amore negli occhi scuri.
-No! Avada kedavra!- urlò Tom per poi cadere a terra a causa del contraccolpo subito dal suo stesso incantesimo.
L'altro Tom giaceva a terra con gli occhi vuoti, spenti, il corpo molle. 
E fu li che comprese.
Dopo essersi alzato in piedi, formulò l'incanto puntando la bacchetta contro il corpo a terra che scomparve.
Il diadema brillò e poi tornò come prima.
In una foresta era appena stato commesso un omicidio.
In quella stessa foresta era stato creato un Horcrux. 
In quella foresta un uomo aveva ucciso la parte più debole di se condannando se stesso per sempre a non provare più pentimento, amore e tutto ciò che rende una vita degna di essere vissuta.
Ma Voldemort era oltre la vita, più potente della morte e del tempo.
Immortale e indistruttibile.

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Angolo autrice 
Finalmente sono riuscita (credo) a scrivere una fanfiction su Harry Potter! Yes. Fatemi sapere cosa ne pensate!
C.
  
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