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Autore: lilac_sky    07/02/2016    1 recensioni
who am I?
who am I when I don't know myself?
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personaggio della mia long "I feel so bohemian with you"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Luke Hemmings
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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a M.
e a tutte quelle persone che, anche per un solo momento, non si sono sentite abbastanza.

 


Sto galleggiando?

Sto forse affogando?

Non è facile da dire o da spiegare, forse è più facile piangere.

Eccoli, li vedo, ecco i miei limiti, lì, in fondo a questo corridoio. Come posso fare qualcosa se vedo chiaramente che posso fino ad un certo punto?

Formazione, mi ero detto, formati da solo e senza dire niente a nessuno, facendo vedere a tutti che razza di persona sei, dura come la roccia.

Forse però la roccia si è sgretolata, o forse è solo qualche crepa.

Dalle crepe escono lacrime, e non lo sapevo. Tu, tu, lo sapevi? Se sì, perchè non me lo hai detto?

Fanculo, dico, e lo dico forte e chiaro, con le sopracciglia aggrottate e i pugni chiusi. Solo che poi mi chiudo nel mio guscio, guardo il mondo e piango.

Piango tanto.

Dicono che piangere faccia bene. Anche se non sembra. Non so se la tristezza sia una cosa bella o brutta. Un po' come le persone.

Non so se le persone siano cose belle o cose brutte.

La compagnia è bella, ma dopo un po' dà fastidio. Come una torta al cioccolato: se prendi una fetta va bene, ma già la seconda fa venire la nausea.

Le persone ogni tanto me la fanno venire anche, la nausea. E allora devo stare da solo, per recuperare il tempo passato insieme agli altri.

 

Suono, ma solo per piacere personale. Sarebbe bello poter fare strada: ogni tanto ci penso anche, che potrei diventare un fantastico musicista.

Solo che poi ho visto gli altri, sì, gli altri, e anche tu li avrai visti qualche volta, e anche tu ti sarai scoraggiato. Fa abbastanza schifo. Posso dire schifo? Beh, ormai l'ho detto, com'è che si dice?, verba volant scripta manent.

Sarebbe bello che non ci fossero altri più bravi di me, dio, come sarebbe bello: non starei qui a pensare che quello che faccio non serve né a me né a nessun altro.

 

Insegno in una scuola elementare, e i bambini mi piacciono perchè sorridono sempre, e io sorrido a loro, e loro sorridono ancora di più. Adoro i sorrisi. Quando Agnes sorride sono felice.

Sorrido anche io, perchè così le persone pensano che io sia una persona sempre allegra e sorrideranno anche loro.

Cosa? Una maschera? Sì, probabilmente è questa la mia vita, un metti e togli continuo di maschere a seconda delle situazioni. Beh, mi sono abituato. E forse mi piace pure.

Non credo di essere un timido, no, mi piace conoscere nuove persone. Mi viene anche facile, soprattutto con le ragazze, ma questo probabilmente è perchè a quanto pare mi trovano di bell'aspetto. Non che me ne importi, visto che io cerco solo di fare amicizia il più possibile.

Solo, mi dà fastidio l'essere circondato da troppe persone. O trascorrerci troppo tempo insieme, anche se si tratta solo di poche persone. Sicuramente è per questo che dopo un po' si annoiano anche loro e allora quella bella amicizia si spezza e devo crearne di nuove. Credo che ciò non mi faccia né caldo né freddo, visto che non mi dispiace mai più di tanto. Anche perchè gli amici veri sono pochi ma almeno sono sicuro che resteranno, è così.

 

A volte vorrei essere nato nel corpo di qualcun altro. Non essere me, ma un ragazzo con una vita diversa, con più possibilità di diventare qualcuno. Io sono solo un insegnante di scuola elementare senza il futuro che vorrei veramente. Ci penso sì, spesso, ma subito li vedo, loro, che mi ricordano sempre che no, non posso farlo.

I miei limiti, eccoli là, li vedo chiaramente, come se mi ridessero in faccia, mi indicassero e umiliassero davanti ad un pubblico invisibile che mi deride a sua volta e mi circonda con le sue amare risate. Un pubblico che mi ricorda chi sono, cosa faccio, che mi riporta con i piedi per terra e mi fa rendere conto che non sono che uno su miliardi, e che non potrò mai superarli tutti.

A volte credo che quello che sono sicuro mi sia piaciuto sempre fare, ora non mi piaccia più. Mi abbia dato la nausea. Come le persone, sì, e mi rendo conto che la mia vita è come un circolo vizioso, un cane che si morde la coda, che non mi porta a concludere niente di quello che ho iniziato.

 

Ho letto per caso su un giornale che neanche ricordo, che gli uomini piangono in media una volta al mese. Posso dire che è una stronzata bella e buona? Beh, l'ho detto...

Io piango. Piango tanto. In media una volta a settimana, perchè ci sono mille motivi per cui piangere. Quando Agnes non è in casa e comincio a pensare troppo – perchè immagino sia questo il mio vero problema – mi viene da piangere. Mi sento male, perchè mi guardo allo specchio e vedo solo un buono a nulla che a ventitrè anni suonati non sa ancora quello che vuole.

Mi rannicchio sul divano, o sul letto, in camera, e piango come un bambino. O come un perdente.

Forse è questo che sono davvero, un povero sfigato che non sa prendere le proprie decisioni da solo, che non è bravo a fare niente, che per quanto ce la metta tutta non raggiungerà mai i suoi obiettivi.

Io, Luke Hemmings, piango a dirotto e mi vergogno. Per questo cerco in tutti i modi di fare ombra su questo lato di me, mostrandomi ai miei amici come un ragazzo apparentemente sempre allegro, con la soluzione ai suoi problemi sempre in tasca.

Poi torno a casa.

Lascio la giacca sull'appendiabiti, appoggio la borsa a terra, vado in bagno, mi sciacquo la faccia, vado in camera, mi siedo un attimo sul letto. Metto le mani sul viso e tolgo con un po' di fatica la maschera che ho tenuto addosso tutto il giorno, e la poso sul comodino.

La userò la mattina dopo, e quella dopo, e quella dopo ancora. Chissà però che non ci sia qualcuno nel mondo che possa far sparire per sempre questa maschera indistruttibile.

Sospiro, già con le lacrime agli occhi, ma le ricaccio subito indietro.

 

 

Perchè devo essere duro, come una roccia, giusto?















Ehilà.
Sì, sono io, l'autrice che non pubblica cose a distanza di mesi che sembrano secoli, ma che ogni tanto torna con qualcosa di nuovo.

Come potete ben vedere questa è una os sul Luke personaggio della mia long (se non avete idea di quale sia e avete un po' di curiosità, passate pure perchè sono ancora solo 7 capitoli ed è abbastanza fattibile leggerla senza prendere troppo tempo). Ho deciso di dedicare una os ad ognuno dei personaggi della storia, perchè avevo cominciato con Agnes e Thelma e niente, mi sembra una cosa carina dedicare un paio di pagine di word per ognuno di loro. Può anche servire a voi lettori e a me autrice per scoprire nuove sfaccettature dei loro caratteri.

Seconda cosa, all'inizio della os ho messo una piccola dedica, a M. (una mia carissima amica che sta passando attraverso un periodo non troppo facile) e - copio direttamente il testo, scusate - a tutte quelle persone che anche per un solo momento non si sono sentite abbastanza.
Immagino che sia successo a molti di pensare che ci sarà sempre qualcuno migliore di noi, o che non riusciremo a portare a termine qualcosa che, magari, ci piace moltissimo. Pensare ai propri limiti (che siano solo creati dalla nostra mente o meno) è la prima cosa che distrugge e fa crollare i nostri sogni in un abisso.
Ho cercato di inserire in questa os anche le cose che mi è capitato di vivere in prima persona, in modo da non sembrare totalmente estranea all'argomento.
Luke è un ragazzo molto insicuro, come avrete già visto se state seguendo la long, e ci vuole poco a far crollare le sue aspettative.

Spero davvero che questa cosina vi sia piaciuta, in caso vi invito a lasciare un parere, che per me è sempre bene accetto!
Vi lascio, sperando di riuscire a pubblicare l'ottavo capitolo il prima possibile.
Tanti baci,
elena

  
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