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Autore: St_rebel    07/02/2016    2 recensioni
Riliane Morgan torna a Beacon Hills, dopo quasi undici anni dal suo trasferimento a New Orleans con la madre.
Ma, ora che sua madre è morta, e lei è stata debitamente addestrata; ha avuto il permesso di fare ritorno a casa.
Ma tutto quello che Riliane si ricorda, è cambiato. I due mostriciattoli a cui faceva da babysitter, sono diventati adolescenti di diciassette anni, e sono entrati nello stesso mondo di Riliane. Quello del sovrannaturale.
Anche lei è cambiata da adolescente maschiaccio e debole qual'era è diventata una ragazza dai modi bruschi e duri, ma indubbiamente bella.
Solo una cosa non è cambiata in lei, l'amore per un ragazzo, quello che era il suo migliore amico, probabilmente adulto come lei, ora.
Derek Hale.
E nel mentre, il loro passato viene a galla, un branco di Alpha minaccia la "pacifica" convivenza dei nostri lupi mannari, e una nuova creatura sovrannaturale compie sacrifici per riattivare un potere antichissimo.
(La storia segue le vicende della terza stagione, ma completamente diversa, aggiungendo una nota di pericolosità in più rispetto all'originale)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Derek Hale, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lemon, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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3. Different
 
 



 
All I know since yesterday is everything has changed
(Taylor Swift/Ed Sheeran)
 
 
 
Si dice che il cervello, quando entra in stato di shock, sta cercando di riavviarsi. Come un computer che crasha a causa di un corto circuito o di un affollamento di dati.
Per me invece, la causa di tutto questo era l’essere bellissimo che stava davanti ai miei occhi. Derek Hale.
Sentivo le gambe molli come gelatina, e il cuore pompare più velocemente.
“Non adesso, Lia, non adesso” continuavo a ripetermi in testa, memore dei consigli di Tiana, sul controllo delle emozioni. Incrociai le braccia sotto al seno, come abitudine, che avevo acquisito per controllare le emozioni negative. Sentivo lo sguardo dei quattro ragazzi su di me; soprattutto quello sguardo, che sembrava volermi incenerire con la forza del pensiero.
-Ehm, non vorrei interrompere questo “magico” momento ma lei chi è? – chiese il ragazzo con i capelli ricci, indicandomi con il pollice.
-Lei è Riliane Morgan – rispose Derek con voce astiosa, stringendo i pugni contro i fianchi, e assumendo la sua solita espressione da “ti odio, perché mi hai trattato male”.
Sì, mentalmente era ancora l’adolescente che ricordavo.
-Perché sei qui?– continuò lui contraendo i muscoli delle braccia e stringendo i pugni, ancora più forte, mentre gli occhi cominciavano a prendere una sfumatura rossastra.
- Come fate a conoscervi? – chiese incuriosito Scott girando la testa tra me e Derek.
Non farti venire il torcicollo, pensai sarcastica.
-Così bene, aggiungerei! – s’intromise Stiles indicando me e Derek, cosa che lo portò a  spostare il suo sguardo astioso e imbrociato sul piccolo Stiles.
Bravo, mostriciattolo! Ti sei guadagnato una morte veloce e rapida, pensai accennando un sorriso.
Ignorai la domanda di Scott e l’affermazione di Stiles, rivolgendomi per la prima volta, al ragazzo, che ricordavo molto meno musone.
-Non sono fatti tuoi, Hale! – gli risposi con la stessa durezza, tenendo le braccia incrociate sotto al seno.
Lo vidi stringere i pugni ancora più forte, mentre i suoi occhi diventavano rossi, come quelli di un Alpha. Nonostante lo avessi già saputo da Scott e Stiles quella mattina, ancora non riuscivo a crederci. Nei miei ricordi, solo Talia possedeva quegli occhi, simbolo di potere, e autorità, vederli su Derek, mi faceva davvero realizzare che Talia era davvero morta.
-Hai ragione Riliane, non sei più affare mio – mi rispose sillabando chiaramente l’ultima frase. Come se il concetto non fosse stato ancora abbastanza chiaro.
Sì, Derek. L’ho capito che mi odi dal profondo del tuo cuore, ma se tu sapessi quante volte ho provato a scappare per tornare da te, forse non mi odieresti, e non mi guarderesti in quel modo, ma non posso dirtelo, perché comunque non mi crederesti, pensai mentre si formava un nodo alla gola, che mi rendeva impossibile pensare lucidamente. Mi aveva ferito, di nuovo.
Mi guardò ancora una volta, con quegli occhi verde bosco che ancora mi ritrovavo ad amare, dopo tutti quegli anni, e poi se ne andò correndo velocemente verso il bosco,
lasciando i tre ragazzi sconvolti e sorpresi, e una me ferita. Sentii il mio cuore perdere uno dei suoi furiosi battiti; forse riuscii a sentirlo addirittura rompersi, di nuovo.
Mi odia, mi odia per averlo lasciato da solo, pensai
-Ehm, mi sono perso qualcosa? – disse il ricciolino grattandosi la nuca in preda all’imbarazzo.
-In effetti anche io ho ne ho l’impressione – disse Stiles ironico
Mi lasciai cadere sul prato massaggiando le tempie con le dita, fregandomene del vestito bianco.
-Ho dimenticato di raccontarvi un pezzo prima, ma speravo di non doverlo incontrare così presto – ammisi  nervosa mentre ancora mi massaggiavo le tempie.
Tutti rimasero zitti in attesa che cominciassi a raccontare. Meglio togliersi il problema ora, che riesco ancora a parlarne, pensai.
Presi una bella boccata d’aria, allungai le gambe intorpidite sull’erba, e iniziai a raccontare.
 
 
-Quindi mi stai dicendo che tu e Derek facevate il bagnetto assieme? Mi prendi in giro Lia? – mi chiese Stiles anche fin troppo sorpreso, visto il modo in cui gesticolava furiosamente.
-Di tutto il racconto solo l’episodio del bagnetto ti è rimasto, Stiles? – gli chiesi quasi ringhiando.
-Beh, non è normale! Quello è un.. Cioè non ci credo – rispose ancora sorpreso.
-Senti anche tu e Scott lo avete visto spesso a casa mia, solo che probabilmente non ve lo ricordate – gli risposi esasperata
-Quindi eri una sua mezza fidanzata? Perché non c’è lo immagino Derek amichevole con qualcuno –disse il ricciolino, che oltretutto non si era ancora presentato.
-E tu saresti? – gli chiesi quasi infastidita puntando lo sguardo contro di lui.
-Sono Isaac Lahey – mi disse sorridente il ragazzo, il che lo rendeva ancora più bello.
Mica brutti i tuoi beta, Hale, pensai guardando Isaac.
-Comunque no, non ero la sua ragazza. Ero sua amica. – ammisi con una smorfia, pensando a quella Argent che lo aveva davvero avuto al posto mio.
-Gli facevo anche i compiti di storia e di letteratura, e oltretutto gli davo i miei appunti. Dovrebbe solo essermi grato, e invece.. – continuai ironica per alleggerire l’atmosfera, e per alleggerire la mia testa da quei pensieri nefasti e crudeli.
-Sei anche tu come noi? – mi chiese Isaac gentile spostandosi un ricciolo biondo dal viso.
-Si, sono solo un po’ più speciale – mi vantai non potendo non accennare un sorrisetto arrogante.
Adoravo il mio ruolo. Adoravo essere una Suprema.
Isaac mi guardò interrogativo, e io con piccolo cenno della mano feci sollevare la palla da lacrosse in aria, facendola volteggiare davanti al bellissimo viso del ragazzo.
Lui guardò stupito la palla volteggiare, mentre Scott e Stiles ridacchiavano come bambini.
La magia è bella per qualsiasi età, mi ripeteva mia madre quando per gioco creava delle bolle enormi con la schiuma del sapone, e mi ci faceva volteggiare all’interno.
Il solo ricordo mi portò via un po’ della tristezza e dell’amarezza che mi aveva lasciato l’incontro improvviso con Derek.
-Wow, è.. è Wow, non ci credo! Cosa sei? –boccheggiò Isaac meravigliato.
-Sono una Suprema, oltre ad essere un lupo mannaro, ovviamente. Una Suprema è un po’ come una strega, anzi in realtà siamo come le streghe. Solo che le streghe si sono estinte da parecchio, quelle vere intendo, e dalle ultime sono nate delle ibride. Mezze streghe e mezze creature soprannaturali. Le streghe controllavano il mondo sovrannaturale in origine, e ora il compito è passato a noi. Siamo tre: io, Jocelyne e Tiana. Ognuna di noi ha un ramo del sovrannaturale su cui ha il pieno potere. Tiana è una druida, e quindi controlla le stirpi dei druidi, e di coloro che scelgono la magia nera; si occupa anche dell’educazione delle future Supreme. Jocelyne è una cacciatrice – gli dissi facendo cadere la palla a terra.
- E tu? Controlli i lupi mannari? – chiese ancora più incuriosito Isaac, mentre Scott e Stiles rimanevano ad ascoltare.
- Non solo, controllo tutte quelle creature che assumono forme animali. Diciamo che sono tornata anche per il movimento che c’è stato con Jackson. Un kanima è una creatura rara – risposi con tono da maestrina.
-Ma, prima quando te lo abbiamo raccontato, tu sembravi non saperne niente! – esclamò Scott stranito
-Sapevo del Kanima, non sapevo che però fosse Jackson – ribattei sicura
-Okay, basta parlare di animali e sovrannaturale. Io ho fame, e pretendo di mangiare – impose Stiles alzandosi in piedi.
Probabilmente il mio vestitino bianco si era sporcato tutto, ma non mi importava poi molto. Li vidi recuperare tutta l’attrezzatura da lacrosse; volli aiutare anch’io ma il ricciolino mi rubò presto il borsone di mano, regalandomi uno dei suoi enormi sorrisi, che invece di farmi innervosire, come solitamente succedeva, mi fece piacere.
-Ehi Isaac, ricordati che sei appena sopravvissuto a quel rapimento– lo sgridò Scott facendo la sua tipica smorfia di disapprovazione.
- Sono in piena forma, amico!- esclamò Isaac allargando le braccia.
-Sì, ma non ti sforzare lo stesso – gli ripeté accondiscendente il moro.
Stavo per aprire la bocca, ma Stiles mi interruppe.
-Si, abbiamo altri problemi. Due beta del branco di Derek sono spariti, e non sono tornati come Isaac. Non sappiamo dove sono, e non riusciamo a trovarli. Derek sa qualcosa che non vuole dirci, e continua a cercarli da solo. Stupido sourwolf! – esclamò Stiles nervoso verso gli alberi, come se Derek fosse appostato lì con la sua aria arcigna.
Non feci in tempo a ribattere, che ci ritrovammo davanti la Jeep di Stiles. Stavolta cedetti il posto d’onore a Scott che sospirò felice.
Io ed Isaac ci sistemammo dietro. Lui si strinse nel suo posto, per non farmi pesare la sua presenza. Era davvero troppo gentile con il suo modo di fare. Nemmeno Derek nei suoi anni migliori aveva mai pensato di fare gentilezze simili. Ed ecco che il pensiero tornava a lui, ed ai suoi occhi verdi che mi guardavano con disprezzo e delusione.
Scossi la testa, cercando di scacciare quell’immagine dalla testa. Dopotutto ero proprio l’unica persona con cui lui avrebbe dovuto prendersela. L’avevo avvertito che andare a letto con quella Argent sarebbe stata una cattiva idea, ma lui non mi aveva ascoltato, e ora ero io che dovevo sentirmi in colpa.
Tzè. Dovrei essere io ad odiarti Derek Hale.
Incrociai le braccia al petto, appoggiando la schiena al sedile con la conseguenza che sentii la schiena pulsare per la tensione accumulata e infine, chiusi gli occhi.
Sentii i ragazzi parlottare tra loro, e finalmente riuscii a rilassarmi; anche se la schiena mi sembra ancora un pezzo di marmo.
-Ehi Lia, vuoi che ti porto a casa, o mangi con noi? – mi chiese Scott girando il viso verso di me.
-Ho da sistemare le valigie, magari un’altra volta okay? – gli risposi ancora con gli occhi socchiusi.
Scott ritornò al suo posto mente vidi Stiles, lanciarmi un’occhiata apprensiva dallo specchietto.
 
Quando rientrai in casa, capii che anche Deaton se n’era andato e io ero rimasta da sola. Mia madre non c’era, e Tiana non sarebbe sbucata fuori da un momento all’altro. Nemmeno Jocelyne sarebbe uscita fuori all’improvviso intimandomi di fare qualcosa di utile.
Mi sentii talmente sola, e in tensione che non ho ebbi nemmeno voglia di prepararmi il pranzo. Portai le tre valigie al piano di sopra, e le posai sul pavimento della mia vecchia camera.
Era ancora come me la ricordavo: i muri rosa antico erano leggermente sbiaditi, ma la scrivania e il letto erano ancora intatti, così come l’enorme armadio, opposto al letto; eppure tutto era vuoto e triste, esattamente come me.
Aprii la prima valigia che conteneva tutti i miei vestiti, e uno alla volta furono appesi alle grucce dell’armadio, e finalmente sentii la stanza meno vuota. Quando la prima valigia fu finalmente vuota, presi il telefono attivando il lettore musicale, e le prima note di “Make your move” risuonarono tra le pareti.
Amavo cantare, amavo la musica, amavo come non mi facesse sentire sola.
Mentre canticchiavo misi apposto anche la seconda e la terza valigia, dividendomi tra il bagno e la mia camera. Passai distrattamente anche davanti alla camera di mia madre, ma non osai entrarci. Quando finii mi sentii quasi stanca, e mi appoggiai contro la scrivania, annotandomi mentalmente di comprare un computer. Lasciai vagare lo sguardo sulla mia camera, e sorrisi soddisfatta.
I libri erano tutti apposto, i vestiti anche, e io ero ancora un fascio di nervi. Fu così che ebbi l’illuminazione.
Presi dall’armadio una canotta grigia, dei pantaloncini elasticizzati neri e le scarpe da ginnastica, e infine recuperai dai cassetti un reggiseno sportivo.
Mi vestii in fretta e furia combattendo contro il reggiseno sportivo che non voleva collaborare; quando finalmente lo infilai, e quindi di conseguenza indossai anche la canottiera, presi al volo telefono e cuffiette appoggiate sulla scrivania, e uscii dalla mia camera.
Visualizzai mentalmente un elastico, e con uno schiocco di dita, questo mi volo in mano, dal bagno.
Essere una suprema era una figata pazzesca.
Scesi le scale di corsa, mentre mi facevo una coda alla veloce. (Pregai anche di non cadere di faccia sul pavimento).
Aprii la porta mentre facevo un po’ di skip, e dopo aver sgranchito le spalle uscii. Chiusi con un movimento della mano, la porta, e mi diressi nel bosco alle mie spalle, forse il miglior posto per fare jogging senza avere rotture di scatole.

La musica mi rimbombava nelle orecchie, e l’odore fresco e naturale del bosco mi riempiva il naso, trasmettendomi un sensazione di puro benessere.
Mi mancava questo posto, da morire. Potevo sentire il sole scaldarmi le spalle, e anche se odiavo sudare, correre era l'unica cosa che mi rendeva meno tesa.
Forse fu per le cuffiette o per il naso, temporaneamente occupato a sentire gli odori del bosco, che non sentii una mano spingermi contro il primo albero disponibile.
Sbattei la testa talmente forte che sentii un rivolo di sangue scendermi lungo la tempia destra.
Okay, beatitudine finita.
Ringhiai, lasciando che gli occhi si colorassero del solito viola, e le fattezze del mio viso si alterassero in quelle di un lupo. Mi girai verso la creatura che aveva osato, ma mi ritrovai bloccata contro il tronco dell’albero.
-Perché sei qui ? – mi chiese ringhiando.
Riconobbi gli occhi di Derek, ora rossi, come fuoco. Non gli risposi, e lui strinse ancora di più la presa sul mio collo.
Pensai che volesse uccidermi, e il peso sullo stomaco tornò a farsi più forte. Mi venne quasi la nausea, al pensiero, ma dovevo reagire. Lui, non era più il mio Derek.
Gli assestai una ginocchiata al centro dello stomaco, facendolo distrarre per quel poco che bastava per liberarmi dalla sua presa.
Infatti funzionò, e io potrei sgusciare fuori dalla "gabbia", mettendomi in posizione di difesa. Lui mi guardò con ancora gli occhi rossi, accesi dalla rabbia.
-Ci sono modi più civili per chiedere le cose – gli dissi ritornando alle fattezze umane, ma ancora sulla difensiva.
-Questa non è una gentilezza che ti spetta – mi rispose a labbra strette. Potevo sentire i suoi nervi in tensione e pronti a scattare, sotto la maglietta nera.
-Ah davvero? Bene! Io me ne vado – gli risposi acida facendo dietro front per tornarmene a casa, ma lui mi afferrò per un polso e mi girò verso di sé, rimanendo a debita distanza.
-E la terza volta che te lo chiedo, e gradirei una risposta. Cosa sei venuta a fare qui? – sillabò Derek tenendo ancora il mio polso fermamente, facendomi quasi male; ma non mi passo per la testa di staccare la presa.  
Era la prima volta da quasi undici anni, che non avevamo un contatto, ed anche se faceva leggermente male, era comunque il più piacevole che avessi avuto oggi.
-Questa non è una gentilezza che ti spetta – gli rinfacciai con un sorriso sarcastico al che, lui mi strattono il polso con più violenza avvicinandomi a sé.
Potevo avvertire il suo respiro affannoso per la rabbia e la frustrazione, e le vene pulsare sotto la pelle tesa. Le sue labbra si contrassero e sentii la sua mascella schioccare, per il nervoso. Era davvero diventato più bello, e io dovevo darmi un contegno.
-Riliane.. – cominciò lui minaccioso, come quando eravamo adolescenti e io non volevo ridargli la palla da basket.
Solo che non eravamo più dei ragazzi.
-Non è stata una mia scelta – gli rivelai guardandolo dritto negli occhi sempre meno rossi, e più verdi.
Lui rimase zitto aspettando che continuassi. Anche la presa sul mio polso diminuì, ma io non accennai comunque a toglierlo.
-Mia madre mi ha portata via, appellandosi al diritto di essere una Suprema, e Argent ci ha lasciate andare. Ma, io non volevo. Sapevo che ti stavo lasciando da solo, sapevo che il mio posto era accanto a te come sempre, anche se lo sentivo sempre più vacante negli ultimi mesi dopo che avevi conosciuto Kate. – gli confidai non lasciando che il macigno che avevo sullo stomaco mi occludesse la voce.
-Puoi pensare che ti stia ingannando, ma sai che non è così. Lo sai benissimo che non ti avrei mai lasciato da solo – terminai il monologo, continuando a guardarlo negli occhi che ora brillavano del loro solito colore verde bosco.
Lui continuò a guardarmi, cercando una minima traccia di bugia, di falsità, ma sapevo che non ne avrebbe trovata. Ero stata sincera, per tutto il tempo.
-Ti ho cercata dopo l’incendio, ovunque – mi confidò il moro mentre teneva ancora il mio polso.
-Mi dispiace, Derek – gli dissi allungando la mano libera verso il suo viso.
Volevo toccarlo, volevo sapere se mi avesse creduto, volevo averlo di nuovo accanto a me, anche se stavo infrangendo il mio codice. Anche se non avrei dovuto più avere questi attimi di debolezza. Ma lui era Derek, era il ragazzo che amavo da tutta una vita.
Era lui la mia debolezza.
Lui mi afferrò anche l’altra mano libera, fermandola pochi millimetri prima della sua guancia.
-Questo non vuol dire che ti ho perdonata, non vuol dire niente. Niente è più come prima, Riliane – mi disse brusco staccando entrambe le mani dalle mie, come se si fosse scottato.
-Tu mi odi, non è vero?- gli chiesi dura, ricacciando indietro il macigno che sentivo premere all’interno del mio stomaco.
-No, non ti odio. Solo che non è più come prima – ripeté con espressione assente sparendo di nuovo, nel bosco.
Quando non avvertii più la sua presenza, mi accasciai a terra priva di forze.
Mi sentii di nuovo come se avessi perso tutto.
Sentii di nuovo dolore.
 

(Riliane Jogging)
http://www.polyvore.com/jogging/set?id=190098377



 
Say Hi to Riliane.


 


Say Hi to Derek.







Writer's corner

Buonasera bella gente! Mi dispiace tantissimo per il ritardo, ormai sono passati quasi due mesi dall'ultimo capitolo, e per chi mi segue, avreste tutti i motivi per trucidarmi. Ma avendo iniziato l'ultimo quadrimestre, e avendo l'esame, vivo praticamente d'ansia. Oltre al fatto che avevo pochissima ispirazione per scrivere questo capitolo, infatti non sono pienamente soddisfatta sopratutto del finale. 
Ho anche creato una pagina apposta dove si possono seguire tutti gli aggiornamenti delle storie che scrivo e che intendo iscrivere, tra cui anche questa: https://www.facebook.com/Storiadiunascrittriceinerba/
Ma passerei ad i ringraziamenti:


MorganaRoisinDubh81
Grazie per aver recensito lo scorso capitolo, siete state una marcia in più per rimettermi a scrivere.

bambo898
corinna_black303 
Hale_
Grazie per aver messo la mia storia tra le seguite, mi piacerebbe avere anche un vostro parere riguardo alla storia, per migliorarla sempre.

Spero che il capitolo via sia piaciuto e recensite! Mi fareste un regalo enorme :) E ovviamente farete felice una scrittrice :)

St_rebel



 


 
 
 
 
  
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