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Autore: _Kiiko Kyah    07/02/2016    3 recensioni
Endou Daichi compie oggi diciotto anni, e i suoi genitori hanno un regalo speciale per lui.
***
Daichi si passa nervosamente una mano tra i capelli color rame.
Tra le dita dell’altra, gira e rigira la sottile custodia da DVD che i suoi genitori gli hanno lasciato sul comodino questa mattina.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Desclaimer!
1) Il personaggio di Endou Daichi (figlio di Mamoru e Natsumi) appartiene a Raven Callen, che ringrazio ancora del suo permesso di utilizzarlo e della sua approvazione (andate a leggere le sue fanfic sul Break Trio e Daichi! Sono adorabili!). Gli altri OC presenti appartengono a le moi.
2) Questa storia è ispirata ad un episodio della sitcom Friends in cui viene celebrato il primo compleanno di Emma. Nell’episodio, Ross e Rachel parlano di e mettono un po’ in pratica l’idea di creare un filmato della festa da poter regalare ad Emma per il suo diciottesimo compleanno.

Questo è tutto! Buona lettura e arrivederci alle note di fondo!



***



You are the best gift.


Daichi si passa nervosamente una mano tra i capelli color rame.
Tra le dita dell’altra, gira e rigira la sottile custodia da DVD che i suoi genitori gli hanno lasciato sul comodino questa mattina.
Senza svegliarlo, gli hanno lasciato anche un vassoio con un’abbondante colazione e, scritto nella scrittura morbida della mamma, c’era anche un bigliettino:
Buon compleanno tesoro! Come promesso ti lasciamo la casa libera per i tuoi festeggiamenti. Spero che questo regalino ti piaccia! Lo teniamo in caldo da anni!
Sentiti libero di guardarlo con i tuoi amici.
Un bacio,
Mamma e Papà.

Lì per lì, Daichi aveva solo inarcato un sopracciglio nel vedere il disco, e lo aveva abbandonato sul suo letto.
Aveva una giornata piena in programma: oggi è il suo diciottesimo compleanno e quando riesci ad ottenere dodici intere ore di casa completamente a disposizione, non puoi non invitare quanti amici ti sia possibile.
La mamma lo perdonerà per il disordine. Lo striglierà un po’, ma lo perdonerà.
Al neo-diciottenne è vagamente passata nell’anticamera del cervello l’idea di fare come suggerito e guardare il DVD con i suoi amici; l’idea non è però andata oltre.
Anche se Daichi ama – e non tanto per dire, li ama-ama – i suoi genitori, deve ammettere che possono essere, beh... imbarazzanti. A volte. Spesso.
Non sapendo cosa aspettarsi da un regalo del genere, ha preferito non rischiare.
Ha quindi aspettato che i festeggiamenti finissero e, quando la casa è stata sgomberata dai suoi amici, si è diretto subito in camera per aprire quella custodia.

È curioso, Daichi.
Non sa davvero cosa aspettarsi di trovare in quel disco.
La cosa, a dirla tutta, quasi lo spaventa. Giusto un tantino.
Lo teniamo in caldo da anni, ha scritto la mamma, ed è un commento abbastanza vago da stuzzicare sia curiosità, sia leggera inquietudine.
Beh. Non saprà mai cosa significa se continua a perdere tempo.
Il leggero click! che la custodia emette nell’aprirsi gli provoca un sospiro, e quasi esita nell’inserire il DVD nell’apposito scompartimento del suo portatile.
Aspetta con impazienza che il file si carichi.  “Dai, computer, ce la puoi fare...”  
Ugh, deve assolutamente ripulire quello stupido hard-disk da qualsiasi cosa renda il pc così lento. Il file si apre proprio mentre Daichi finisce questo pensiero, distraendolo.

L’inizio del filmato è una ripresa completamente fuori fuoco.
Dopo qualche secondo, però, l’immagine diventa finalmente chiara e la prima cosa che Daichi vede è un primo piano della mamma, che sta quasi toccando l’obiettivo.
È giovane e bellissima, ed è molto vicina. Il ragazzo riesce a contare le sfumature di colore nei suoi occhi ramati.
Di quanti anni è vecchio questo filmato?, si chiede stringendo le labbra. La mamma non sembra poi tanto più grande di lui...

“Vedi? Girando così metti a fuoco.” spiega la giovane donna, “Cerca di non girare troppo! Non vorrai rovinare la telecamera – è nuova!” ammonisce poi, e Daichi sente una risatina imbarazzata – l’inconfondibile risata nervosa di suo padre.
“Lo so, lo so. Non preoccuparti!” dice, e Natsumi sospira.
“Spegni, dai. Non voglio sprecare la batteria. E poi, gli altri saranno qui a momenti e devo ancora dare da mangiare a Daichi.”
Quell’altro esita un momento. “...Sei sicura che sia una buona idea?” domanda.
“Certo!” risponde prontissima lei, sfoderando un bel sorriso, “Sono sicura che gli piacerà!”
Detto ciò, si china verso la telecamera e si sente lo schiocco di un bacio – per la propria sanità mentale, Daichi immagina che sia sulla guancia – prima che la donna si allontani e scompaia dietro la porta di quella che ancora oggi è la stanza di Daichi.
Suo padre gira l’obiettivo verso di sé e inclina la testa. “Speriamo!” dice, prima di spegnere la telecamera.

Daichi sbatte un paio di volte le palpebre; non ha tempo di fare teorie, congetture o qualunque tipo di pensiero, perché un altro filmato comincia immediatamente.

La telecamera sta inquadrando il soggiorno di casa Endou, che per l’occasione – Daichi sta pian piano cominciando a capire di quale occasione stiamo parlando – è stata riempita di decorazioni.
Soprattutto, ad attirare la sua attenzione è un banner sulla porta che divide soggiorno e cucina. Su uno sfondo azzurro, reca le parole “Buon primo compleanno!” scritte in oro.
Osservando meglio, Daichi nota un altro particolare: persone. Tante persone.
Il video fa un leggero taglio, e nell’inquadratura ora ci sono zio Kidou e zio Fudou, il primo con un’espressione perplessa in viso e l’altro visibilmente seccato.
Anche loro sembrano estremamente più giovani di come Daichi li conosce.
“Stiamo facendo un video-montaggio,” dice la voce di suo padre, che evidentemente è il designato cameraman, “del primo compleanno di Daichi, da regalargli quando ne farà diciotto!”
Oh. Beh, ogni mistero è stato risolto, pensa il ragazzo mentre si appoggia meglio al muro accanto al suo letto, sul quale è seduto. Se possibile, ora è ancora più curioso.
“È l’idea più stupida e sdolcinata che io abbia mai sentito,” commenta acidamente Fudou nel video, e a Daichi scappa una risatina.
Sente suo padre avere la stessa reazione. “Siete stati voi a dire che era inutile fare questa festa perché non si sarebbe ricordato niente! Così ha un senso, no?” cerca di ragionare, ma i due sono chiaramente poco convinti. “Volete dire qualcosa al diciottenne Daichi??” incalza Mamoru dopo qualche secondo di silenzio.
Zio Fudou sbuffa, e il rasta accanto a lui alza le spalle. Sorride, comunque, il che è un buon segno. “Buon compleanno, Daichi. Consiglio da amico: ora che sei maggiorenne, scappa.”
Okay, forse quel sorriso non era un buon segno. Il viso teso del giovane Fudou si rilassa in una risata, che copre un “Ehi!” proveniente dal giovane Mamoru.
Daichi è tentato di mandare appena appena indietro il video per risentire quel commento. Alla fine decide di lasciar perdere, perché le proteste confuse di suo padre sono più divertenti.
È contento di vedere che gli ‘zii’ andavano già abbastanza d’accordo diciassette anni fa. A detta di suo padre, per molto tempo non facevano altro che litigare, anche dopo essersi messi insieme. Anche adesso bisticciano parecchio, ma mai per niente di troppo serio.
L’Endou del video smette di lamentarsi delle risate di Fudou e del sorriso semi-divertito e semi-maligno di Kidou – qualcosa gli dice che quei due non avevano tanta voglia di andare a quella festa – e decide di allontanarsi.
L’obiettivo si sposta su una donna dai corti capelli verdi che, seduta sul divano, sta smaneggiando con il computer. Daichi inspira a fondo.
È tanto che non vede zia Aki, ma la riconosce. I suoi tratti leggeri e il contorno dolce dei suoi occhi sono gli stessi che ricorda. Cerca di ricordare quanti anni aveva quando la zia si è trasferita in America – nove? dieci?
È stato difficile un po’ per tutti rimanere in contatto con lei dopo la sua partenza. La mamma non l’aveva presa molto bene. Nessuno l’aveva presa benissimo, in realtà.
“Ancora niente?” chiede la voce di Mamoru, e la donna gli sorride.
“Niente, ma ti prometto che ci riuscirò,” rispose dolcemente, “Oh, Kazuya ci teneva tanto a poter salutare Daichi! Mannaggia a questo computer...”
Daichi non ha mai incontrato il fantomatico Ichinose Kazuya dal vivo. Lo ha visto qualche volta in video-chat, ma non è la stessa cosa. È per questo che non si sente troppo in vena di avercela con lui per la partenza di Aki; mantenere una relazione a distanza dev’essere difficile, e a quanto pare per lui è stato proprio impossibile trasferirsi in Giappone.
“Ci conto, eh!” l’ammonisce allegramente l’Endou del video, e si incammina di nuovo in un’altra direzione, lasciando Daichi con la speranza di dimenticare la sensazione dolce-amara che gli è risalita su per la gola.
La telecamera fa una panoramica della sala, e il ragazzo si rende conto di una cosa: fra tutte quelle persone, non vede se stesso. Né la mamma, se è per questo.
Come scoprirà entro pochi secondi grazie ad una domanda posta al cameraman da qualcuno che non viene inquadrato, Daichi scopre che al momento di quel filmato, lui stava dormendo, e tutti stavano aspettando il suo arrivo. Ops.
“Arriverà presto,” rassicura suo padre nel video con una risatina, e si sente uno sbuffo.
Il video fa un altro lieve stacco e riappare il divano. Aki è ancora lì, ma non si vede per intero perché è all’estremo bordo del sofà, appoggiata ad uno dei braccioli.
Più in là, dritto davanti all’obiettivo, c’è zia Yuuka. Eccetto i capelli rosa confetto, che ora sono castani, la ragazza – all’epoca aveva, se non andava errato, diciotto anni – non è affatto diversa dalla donna che è adesso. Minuta, pallida e con gli occhi nero pece, con un dolce sorriso stampato sulle labbra.
Daichi arrossisce rammentando di aver avuto una cotta per lei per anni quando andava alle medie.
Appoggiate ad ognuna delle spalle di Yuuka, ci sono due bambine di circa due anni, entrambe dai capelli di un acceso rosa salmone, a caschetto.
Daichi non è mai stato bravissimo a distinguere le gemelle Fubuki – “l’unico motivo per cui Kidou ha abbandonato i suoi piani di uccidere zio Shirou”, le aveva definite una volta sua madre – ma è piuttosto sicuro che Atsuko sia quella addormentata sulla zia e Miyako quella che, vispa e attenta nonostante la giovane età, fissa il libro di figure che Yuuka le sta mostrando.
Mamoru, o almeno Daichi crede che si tratti sempre di lui, filma le tre in silenzio. È piuttosto certo che stia sorridendo con tenerezza.
Il cameraman sobbalza e si volta, portando con sé la telecamera, verso chiunque lo abbia spaventato, che si rivela essere la madre delle gemelle.
“Guarda che se filmi solo cose del genere, Daichi si annoierà da morire!” ridacchia zia Haruna, scuotendo la testa e facendo dondolare così il suo caschetto di capelli blu.
Il ragazzo cade dalle nuvole e improvvisamente ricorda che quel video è un regalo per lui.
“E cosa dovrei filmare?” ribatte Endou, e c’è tanta sincera perplessità e curiosità nel suo tono che a qualsiasi persona verrebbe da sospirare un “Awh” intenerito. ...A qualsiasi persona che non sia suo figlio adolescente, è chiaro.
Zia Haruna ridacchia ancora in risposta. “Da’ qua!” esige poi allegramente, togliendo la telecamera di mano al giovane Mamoru e inquadrandolo. “Sono io l’esperta di giornalismo, no? Lascia fare a me.”
Il moro sembra ponderare l’idea di protestare, per poi forse decidere che sarebbe inutile, e alza le spalle.
Daichi clicca il tasto stop con il mouse per osservare meglio l’immagine di suo padre. È giovane. Molto giovane. Sembra persino più piccolo di come gli era parsa la mamma all’inizio del video. Per il resto, però, è uguale a come è adesso.
Il ragazzo preme di nuovo il tasto play e fa così partire la voce di Haruna. “Beh, non vuoi lasciare un messaggio a tuo figlio?” sta giusto chiedendo la giovane donna.
L’ex-cameraman alza le mani davanti a sé, come a schermarsi, e sorride imbarazzato. “No, no, magari dopo. Con Natsumi.” aggiunge, e Daichi immagina che sia in risposta a qualche espressione contrariata o scettica della zia – è un’espressione che fa spesso ancora oggi.
La telecamera si muove su e giù, come se la zia avesse appena alzato le spalle – cosa che probabilmente ha fatto – e fa un giro completo della sala.
Nell’inquadratura ci sono ora zia Fuyuka e zio Kazemaru, seduti l’uno accanto a l’altra davanti ad un tavolo pieno di regali, la prima con indosso la sua divisa da infermiera – che avesse tagliato corto qualche turno all’ospedale per venire? – il secondo con in grembo un bambino di quattro anni – o almeno così suggeriva la matematica fatta da Daichi.
Yuki, il ragazzo nippofrancese che zio Kazemaru ha adottato poco dopo la nascita di Daichi, morirebbe se sapesse che ora Daichi è in possesso di un filmato di lui così piccolo.
È un cugino simpatico, ma sarebbe abbastanza imbarazzato all’idea da minacciarlo per impedirgli di mostrare quel filmato a qualcuno.
Endou ride all’idea mentre l’obiettivo zoomma sul viso del bambino, tanto che si distinguono i capelli uno per uno in quella zazzera verde che si ritrova.
Haruna zoomma indietro e si avvicina ai tre, che sollevano su di lei lo sguardo quando se ne accorgono.
“Oggi Daichi fa diciotto anni! Messaggi per lui?” inquisisce con tono sbarazzino la cameraman, e zia Fuyuka è la prima a sorridere delicatamente.
“Buon compleanno Daichi! Come vola il tempo, eh? Mi sembra oggi che avevi appena un anno!” scherza, appoggiando le mani sulle guance con aria sospirante.
Zio Kazemaru ridacchia e non smette di giocare con Yuki, stringendo le sue piccole mani nelle proprie.
“Buon compleanno,” esordisce, “Ti stai ancora godendo il tuo pisolino?”
Sia Fuyuka che Haruna ridono, e così anche Yuki, anche se probabilmente non ha capito veramente la battuta.
Daichi sente le punte delle sue orecchie scottare ed è sicuro di aver preso la stessa tonalità dei suoi capelli. Ehi, non è colpa sua se da piccolo era un gran dormiglione!
Il grido di una voce femminile squarcia i suoi pensieri. “METTIMI GIÙ, BRUTO!”
Conosce quella voce... prima che zia Haruna giri la telecamera nella direzione di provenienza di quel grido, il ragazzo sa già che tipo di situazione si troverà davanti.
Nell’inquadratura appare zio Gouenji, in piedi vicino al divano, e appoggiata sulla sua spalla come un sacco di patate c’è una giovane donna dai capelli corvini e le gote rosse di rabbia, la quale si sta dimenando come può sotto la presa delle braccia del biondo, e che Daichi identifica subito come una giovane zia Nana.
Se non va errato, all’epoca utilizzava ancora il suo cognome da nubile. Kaze, se non sbaglia.
Sporgendosi sul bracciolo del divano, Miyako osserva la scena con sguardo adorante – ancora oggi li considera i suoi zii più buffi – e anche Yuuka, poggiando il libro sulle proprie gambe, ride divertita.
Non è l’unica, perché anche zia Haruna e altri intorno a lei si uniscono alla risata.
Daichi sente Gouenji rispondere con aria tranquilla. “No.”
“Gouenji.” intima la corvina, visibilmente furiosa. Niente di questa scena è minimamente sorprendente per Daichi.
No.”
“GOUENJI!” L’interpellato ignora ancora il suo tono furente e alla donna non rimane altro che ringhiare per la rabbia. 
“Smettila di gridare, sveglierai Atsuko, o Daichi.”
“Sarebbe anche ora...” commenta Miyako da sotto di loro, coprendosi la bocca con una manina e lanciando un’occhiata alla sorella addormentata.
Zia Haruna si avvicina lentamente, ma non sfugge all’occhio di Nana. Quest’ultima interrompe infatti un altro grido contro Shuuya per rivolgersi alla blu.
“Haruna, cosa stai facendo?! Non filmare!” sbotta imbarazzata, e riceve in cambio una risatina.
In suo aiuto arrivano le mani scure di Mamoru, che prende delicatamente la telecamera dalle mani della sorella di zio Kidou. “Dai, lascia.”
La donna si lamenta di come una scena così divertente sia stata interrotta, ma quando l’obiettivo inquadra nuovamente i due, Nana ha finalmente i piedi per terra e sta stendendo piano con le mani la camicia spiegazzata.
Mormora qualcosa che suona moltissimo come un’imprecazione che Miyako usa spesso, e Daichi prega che non sia in quel modo che l’ha imparata. Di sicuro non dai suoi genitori...
Suo padre interviene, forse proprio per impedirle di dire qualcos’altro di sconveniente. “Beh, Gouenji, Nana, volete dire qualcosa a Daichi? Per il suo diciottesimo compleanno?”
La corvina alza gli occhi su di lui. “Ah, già, Natsumi mi aveva detto che avreste fatto qualcosa del genere.” È ancora rossa in viso. “Beh, Daichi, happy birthday,” esordisce. Afferra poi zio Gouenji per un braccio e lo trascina con forza verso di sé, indicandolo con la mano libera. “Questo è tuo zio Gouenji. Non l’hai mai incontrato, perché l’ho ucciso.”
Mamoru emette un verso sorpreso e si sente un’altra risata di Yuuka dal divano.
“Uh-huh,” annuisce sarcastico Shuuya, roteando gli occhi, “E questa è tua zia Nana. Deve fare effetto vederla senza le sbarre di una cella a coprirle il viso.”
“Ne è valsa la pena,” ritorce sicura lei, come se l’omicidio fosse già accaduto.
Si guardano di traverso, e Gouenji sta per ribattere, quando si sente di nuovo zio Fudou. La telecamera viene voltata verso di lui, che si trova nello stesso punto di prima, ancora vicino a Kidou – quest’ultimo sembra piuttosto annoiato dal tutto.
“Oh, vi prego,” dice il castano, “Per come stanno le cose, quando Daichi avrà diciotto anni voi avrete come minimo venti figli.”
Due, corregge mentalmente Daichi con una risatina.
“FUDOU!” sbraita Nana nel video, e sebbene Mamoru non la inquadri suo figlio sa che se era rossa prima, ora è bordeaux dalla testa ai piedi.
Shuuya sembra meno colpito dall’insinuazione. “Per come stanno le cose,” imita, “mi sorprende che tu e Kidou non siate ancora riusciti a cambiare la regola che due uomini non possono avere figli.”
È il turno di Kidou di arrossire, tuttavia il rasta non fa niente se non colpire Fudou con una manata sulla spalla per impedirgli di ribattere.
Anche perché è di nuovo Miyako ad interrompere: “Perché non possono?”
Tutti gli adulti a portata di orecchio trasaliscono alla domanda della piccola e sua madre quasi scatta verso di lei per prenderla in braccio.
“Ehm, perché la cicogna porta bambini solo alle donne!” spiega non appena l’ha sollevata.
La bimba non sembra convinta. “Ma zio Kazemaru ha un figlio! E lui è un maschio!”
“Ehm... Perché non te lo fai spiegare stasera da papà? Lui è tanto più bravo di me in queste cose!” Cioè ad inventarsi scuse per mantenere le loro figlie innocenti, pondera Daichi fra sé e sé.
Chissà come mai zio Fubuki non andò a quella festa, si chiede, ma il momento passa.

Dopo qualche risata semi sollevata all’assenso di Miyako, infatti, il video fa un nuovo taglio. Anzi, ne fa vari.
Si vedono prima Kazemaru e il giovane Endou che, seduti per terra l’uno accanto all’altro, parlano fitto – ma il sonoro è pessimo, e non si sente niente.
Poi c’è un’inquadratura piuttosto professionale – probabilmente opera di Haruna – del banner di buon compleanno e poi di una torta circolare glassata di giallo e con su scritto a grandi lettere blu “Daichi!”.
Speriamo non l’abbia fatta la mamma..., pensa inavvertitamente Daichi.
Nell’occhio dell’obiettivo appaiono poi Nana e Yuuka, la prima a braccia conserte e ancora un po’ turbata, che conversano tranquillamente sul divano, e poi ancora Fuyuka che sta gentilmente rimproverando Fudou di qualcosa, con Kidou lì vicino che annuisce convinto.
Inutile dire che Fudou la sta piuttosto chiaramente ignorando, seccato.
Appare l’immagine di Atsuko, finalmente sveglia, e Miyako che danzano intorno ad un confuso Yuki, il quale sta giocando con i capelli di suo padre.
Molte persone appaiono nella visuale di Daichi, – non ha mai visto la casa così piena se non per le riunioni del vecchio club di calcio della Raimon – com’è che non si sono ancora messi a guardare qualche partita? – tante che non riuscirebbe neanche volendo a nominarle tutte.
Però, ognuna di loro ha la possibilità di fermarsi davanti alla telecamera per augurargli un buon diciottesimo – e anche primo – compleanno.
In sottofondo si sente, una lieve musica, allegra. E in tutto questo, nemmeno una volta appaiono Daichi o sua madre.
Insomma... l’ha persa proprio del tutto, la sua prima festa di compleanno? Il pensiero gli lascia una punta di amarezza sulla bocca dello stomaco.

“Ce l’ho fatta!” trilla ad un tratto la voce di zia Aki, interrompendo il montaggio di filmati o silenziosi o di auguri. “Endou, vieni qui!”
Al richiamo, l’uomo con la telecamera accorre presso il divano, e si siede accanto all’amica.
Questa sposta piano il computer per fare in modo che l’obiettivo la inquadri bene, e con un click apre la scheda di una video-chat.
Sullo schermo appare un giovane uomo dai capelli castano cioccolata.
“Ichinose!” esclama felice Mamoru, e l’interpellato sorride radioso.
“Ciao, Endou! Sono felice di vederti!” dice, “Mi sono perso l’apertura dei regali?”
La telecamera si muove a destra e a sinistra, facendo capire che il cameraman sta scuotendo la testa, e Ichinose sorride. “Vuoi dire qualcosa a mio figlio del futuro?” propone poi, e quell’altro ridacchia.
“Dai, lo state facendo sul serio? Pensavo Aki stesse scherzando!”
“E perché avrei dovuto?” rimbecca divertita la verde.
Kazuya conviene in silenzio che la donna ha ragione e cerca di guardare come meglio può nell’obiettivo della telecamera attraverso quella del computer. “Beh, Daichi... buon compleanno! Spero di essere riuscito ad incontrati di persona in tutti questi anni!”
Speranza vana, commenta nella propria testa il ragazzo, arcuando appena le sopracciglia.
“Hai intenzione di rimanere collegato con noi fino ai regali?” chiede suo padre nel video, e il suo tono è quasi supplichevole.
Il castano sorride ancora. “Finché Aki non decide di andare a casa!”
Mamoru esulta gioiosamente e comunica ai due che li lascerà un momento da soli per andare a filmare la pila di regali finché è integra, e chi non lo conoscesse potrebbe pensare che lo fa apposta per lasciare ai due il tempo di salutarsi come si deve.
Non è così, perché Endou Mamoru ha un po’ di, come dire, difficoltà a capire certe cose. Comunque, il gesto è apprezzato.
Prima che la telecamera sia troppo lontana, si sente la voce di Kazuya provenire dal computer.
“Ciao, tu,” saluta dolcemente, e Aki ridacchia.
“Ciao anche a te, tu.”
Daichi si domanda se si salutano così anche ora che vivono insieme. Beh, poco importa.

“Come fa a stare ancora dormendo?” domanda acidamente Fudou, dando inizio ad un nuovo frammento di video.
La mamma, presente nel filmato per la prima volta in quasi un’ora, lo guarda in tralice. “Daichi dorme molto. E il pediatra mi ha detto più volte di non svegliarlo di proposito se non strettamente necessario, quindi se hai intenzione di lamentarti ancora per molto puoi anche andartene.”
Il moro rotea gli occhi e sbuffa, ciò nonostante non ribatte.
Sono tutti seduti per terra nel bel mezzo del salone – hanno spostato il divano – chi a gambe incrociate chi a gambe stese, intorno alla mamma in ginocchio, circondata anche dai vari pacchi regalo che Daichi ha visto prima nel video.
“Sicura che non stia male?” suggerisce Aki con aria preoccupata. Appoggiato sulle gambe ha ancora il computer, rivolto verso l’amica per dare a Kazuya la possibilità di vedere.
Prima che Natsumi possa rispondere, è Fuyuka a scuotere la testa. “No, sono andata a controllarlo prima. È solo un gran dormiglione come il suo papà...”
Endou, a portata d’orecchio, arrossisce e si gratta la testa con la mano.
Non si riesce a capire chi stia tenendo la telecamera. Con tutte le persone che ci sono nella stanza, potrebbe essere chiunque. Forse Yuuka, o zio Utsunomiya.
“Vuoi aprire questi regali? Sta cominciando a farmi male il didietro!” incita Nana, appoggiata all’indietro al petto di Kazemaru. Fra le sue gambe, Yuki.
Daichi si chiede se zio Gouenji fosse del tutto d’accordo con quella posizione. Certo, a Kazemaru piacciono gli uomini, ma in genere, poco cambia per il geloso calciatore...
La mamma ride, e si liscia i capelli color rame con una mano. Daichi fa la stessa cosa, sovrappensiero. “Va bene, va bene,” concede la donna, e procede all’apertura dei pacchi.
I regali sono piuttosto banali, in realtà: qualche peluche, un paio di biberon, un set di piatti per bambini, un cellulare giocattolo, una piccola palla di gomma simile ad un pallone da calcio, e vari vestiti per il piccolo Daichi di un anno.
La parte più interessante di questa scena è proprio la mamma: ogni volta che apre un regalo, sembra incredibilmente felice. Lei ama tutt’oggi ricevere doni, però mai suo figlio l’ha vista così eccitata per qualcosa del genere.
“La mamma è proprio radiosa oggi, huh?” mormora una voce, e la telecamera inquadra brevemente Mamoru, che sorreggendosi il viso con una mano sta osservando sua moglie con gli occhi socchiusi.
Anche questo è qualcosa che Daichi non ha mai visto. Da quando papà è capace di lanciare sguardi così dolci e seri?, sente una vocina domandare nella sua testa.

Il video si interrompe bruscamente quando i regali da scartare sono finiti e la mamma ha baciato e ringraziato più o meno tutti.
Daichi si preoccupa un momento quando si rende conto che lo schermo è rimasto nero già per svariati secondi. Non ha tempo tuttavia di controllare se il computer si sia impallato o meno, perché il video ricomincia nello stesso istante in cui si decide a muoversi.
“Daichi, ehi Daichi!” chiama la voce della mamma nel video – ora è lei a tenere la telecamera – e il ragazzo che sta guardando arrossisce un po’ nel vedere una versione in miniatura di se stesso tra le braccia di suo padre, seduto per terra.
Il Daichi del video sposta gli occhi scuri verso la mamma e allunga le piccole braccia verso di lei, aprendo e chiudendo le mani – come sono piccole! – “Mah!” chiama, e i genitori ridacchiano quasi all’unisono.
“Sì amore, io sono la mamma,” dice la voce gentile di Natsumi, “Sai chi è lui?” chiede poi, e Mamoru prende fra le sue dita la manina di suo figlio.
“...Pah!” esclama il bambino dopo un momento di esitazione, e ride felice quando sia la mamma che il papà si congratulano eccitati con lui per aver indovinato.
Ancora ridacchiando, la mamma appoggia la telecamera da qualche parte – forse sul divano – per poter entrare anche lei nell’inquadratura, e corre a sedersi accanto a suo marito e a suo figlio.
Accarezza la testa di quest’ultimo e si rivolge all’obiettivo.
“Hai dormito durante tutta la festa,” inizia, “Spero tu sia meno pigro ora che sei grande!”
Il Daichi del presente distoglie lo sguardo, imbarazzato, anche se sa che la mamma non è veramente lì a rimproverarlo. Nota inoltre che non c’è più nessuno, nella casa nel video, se non i suoi genitori e, beh, lui.
“E dai Natsumi, vuoi cominciare con un rimprovero?” interviene suo padre.
La donna alza le spalle. “Beh, meglio togliersi di dosso le cose negative subito, no?”
“Credo di sì...?” assente docile l’uomo, non troppo convinto.
Il Daichi del video emette un verso senza senso, che li fa sorridere tutti e due.
“Tesoro mio, sono sicura che te li avremo già fatti, ma di nuovo, tanti auguri di buon compleanno!” dice la mamma, tornando a guardare l’obiettivo.
Papà annuisce soltanto e sfoggia un enorme sorriso.
La donna esita un minuto, poi si porta le mani a coppa intorno alle labbra e sussurra: “Siamo dei bravi genitori?”
Mamoru quasi cade sul posto. “Che- Non puoi fargli domande del genere!”
“Perché no?” sbotta lei, portandosi le mani sui fianchi.
Il moro pare rifletterci su, dopodiché le patta piano la testa. “Lo metterebbe sottopressione! Povero Daichi...”
Natsumi arrossisce e allontana la mano del marito. “Va bene, ma non trattarmi come un cagnolino!”
“Non ti stavo trattando come un-“
“Non farlo e basta.”
Oh-kay.”
 C’è un attimo di silenzio, poi la mamma sospira. “Scusa.”
“E di che?” ribatte quell’altro, sincero.
Lei lo guarda storto. “Sei troppo buono, Endou. Non devi permettermi di trattarti troppo male.”
“Ma tu te ne accorgi sempre e mi chiedi scusa, quindi non mi va di farti sentire in colpa.”
I due continuano a parlare così per qualche minuto, come se si fossero dimenticati della presenza della telecamera.
Il Daichi nel video cammina piano piano dal grembo di suo padre a quello di sua madre, mentre il Daichi nel futuro si siede più comodo per osservarli meglio. Non gli capita spesso di ascoltare per bene le conversazioni che i suoi genitori hanno.
Parlano tanto. Non se l’aspettava. Parlano di cose serie per un po’, poi l’argomento si sposta su qualcosa di più leggero, ed infine sui loro amici e su Daichi e sulla festa, il che li induce a ricordarsi della telecamera.
“Beh,” dice la mamma, strofinandosi la guancia con la mano con aria imbarazzata all’idea di essersi scordata della situazione in cui si trovava, “Buon compleanno.”
“Spero che sia stata – o sarà! – un giornata divertente per te!” aggiunge suo padre.
“Pensi che dovremmo fargli anche qualche altro regalo oltre a questo?” chiede Natsumi, e il marito fa spallucce.
“Non lo so,” ammette, “Comunque tranquilla, in fondo abbiamo diciassette anni per decidere.”
“Suppongo di sì...” spalanca leggermente gli occhi quando si accorge di qualcosa. “AH, la batteria sta per scaricarsi!”
“Di già?”
“Ehm-“ Natsumi cerca le parole che deve dire prima che la telecamera si spenga. “Ancora buon compleanno, tesoro! Ti vogliamo bene!”
“Un sacchissimo!” aggiunge Mamoru, e l’ultimo suono che il Daichi del presente avverte prima che lo schermo diventi nero e il computer espella il disco terminato è un mugolio allegro proveniente dal Daichi di un anno.


Quando Endou Mamoru apre la porta ed entra in casa, la prima cosa che vede è suo figlio neo-diciottenne seduto sul divano, che rigira attentamente tra le dita una vecchia maglietta di quando aveva quasi due anni.
Questa è anche la prima cosa che Endou Natsumi vede appena entrata. Entrambi sorridono.
“Ehilà!” salutano quasi canticchiando, all’unisono, “Le dodici ore sono finite. Vi siete divertiti tu e i tuoi amici?” dice Natsumi, togliendosi casualmente la giacca e posandola sul divano.
Si siede accanto a suo figlio e trattiene l’impulso di dargli un bacio sulla guancia – ha imparato che a molti adolescenti non piace molto quando le mamme lo fanno.
Viene colta di sorpresa, però, perché suo figlio, anche se finora non sembra averli notati per davvero, le appoggia la testa sul petto e la abbraccia.
“Oh. ...Okay.” emette una risatina confusa, la donna, e lancia un’occhiata al marito.
Quest’ultimo le sorride e si toglie a sua volta la giacca. “Tutto okay, campione?” domanda, e Daichi annuisce mentre la mamma lo avvolge tra le sue braccia.
“Hai già visto il nostro regalo?” insiste Endou, avvicinandosi ai due a sedendosi sul bracciolo del divano.
“Non sapevo fosse venuta tanta gente, al mio primo compleanno.” È l’indiretta risposta che riceve.
Si accontenterà. “Certo! Erano tutti molto eccitati all’idea!”
“Eccetto Kidou e Fudou,” corregge Natsumi, accarezzando la testa di suo figlio.
“Eccetto Kidou e Fudou,” concede Mamoru con una risata.
La rossa prende le loro difese. “È colpa nostra, abbiamo scelto proprio il weekend in cui avevano prenotato per quell’hotel così costoso!”
“Ehi, fu Haruna ad insistere che venissero!” prende le proprie difese il moro.
Natsumi sta per ribattere ancora, però...

“Vi voglio bene.” interrompe Daichi, e la sua voce trema un po’.
I suoi genitori sono presi leggermente alla sprovvista, ciò nonostante i loro visi sorpresi si sciolgono in dolci sorrisi quasi subito.
“Ti è piaciuto tanto, il regalo?” domanda scherzosamente la mamma.
“...voi siete il migliore dei regali.”
“Cosa?” chiede Endou, che non ha sentito bene.
Effettivamente, neanche Natsumi ha capito, perché Daichi lo ha quasi sussurrato.
“Ho- Ho detto di sì. Sì, mi è piaciuto molto, grazie.” replica il ragazzo, troppo imbarazzato per ripetere la vera frase. Si stacca dalla mamma e balza in piedi. “Vado in bagno!” annuncia, e si avvia in fretta verso la porta.
I due adulti si guardano perplessi. “Va bene tesoro...” dice Natsumi, inarcando un sopracciglio. “Anche noi ti vogliamo bene!” aggiunge poi, e un arrossito Daichi chiude la porta del bagno dietro di sé.




Angolo di _Kiiko
Evviva la famiglia. Daichi ne ha una proprio bella, ed enorme per di più! Con tutti quegli zii acquisiti, non ci si annoia mai ;)
Facciamo un elenchino degli OC presenti in questa fanfiction:
- Endou Daichi, figlio di Natsumi e Mamoru, di Raven Callen.
- Kaze Nana, mia. Perdonatemi. Non chiedetemi perché lei e Shuuya stessero litigando. Non lo so. Per un motivo stupido, questo è certo.
- Fubuki Atsuko e Miyako, figlie di Shirou e Haruna, mie (Il gene dei gemelli è ereditario, yay! +capelli rosa, ahah).
- Kazemaru Yuki, figlio adottivo di Ichirouta, mio. Non so bene perché è nippofrancese, forse solo perché sto guardando Miraculous Ladybug di recente che è ambientato in Francia e quindi la Francia adesso mi ispira. Sono strana, lo so.
Ecco qui! Spero che questa storiella vi sia piaciuta. È venuta più lunga del previsto, lol.
Ovviamente non sono riuscita a far parlare tutti gli invitati alla festa. Non c’è un criterio particolare con cui ho scelto a chi far avere delle scene, ho semplicemente scritto tutto quello che mi veniva in mente. Di nuovo, spero la lettura vi sia stata gradita.
Ed ora scappo.
Un enorme grazie alla mia HoneyDrop per avermi permesso di usare Daichi!
E un sacco di abbracci a tutti voi.
Un bacione,
Kiiko. 
  
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