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Autore: Owlseatheartsforbreakfast    09/02/2016    3 recensioni
"Mi hai fotografato."
Disse con tono scocciato, disegnando nell'aria strani ghirigori.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sono tornata!
O forse no (?)
Resta di fatto che mì è partita l'illuminazione e via, ho buttato giù quattro righe.
Non sono riuscita a controllarle, nonostante abbia riscritto tutto più volte, quindi è possibile che ci siano errori.
In tal caso segnalatemeli e farò del mio meglio per correggerli!
Un'ultima cosa, poi vi lascio alla lettura.
Questa.. mh.. cosa.. la dedico alla mia fedele Riko, sempre presente e fiduciosa.
Sei una ragazza fantastica mia cara e mi sembra il minimo dedicarti qualcosa.
Lo so, lo so, non è un gran chè, ma guarda a che ora mi sono messa a scrivere! (00:21)
Spero ti possa piacere, o almeno.. non deludere, ecco..

E niente, finito il momento -vi rompo le scatole con le mie paturnie-!
Ora siete liberi di leggere..
Fatemi sapere cosa ne pensate, so che è un'idea.. strana, ma boh, dai, m'è venuta in mente e perchè non condividerla?
È da molto che non scrivo, devo riprendere la mano.. quindi.. siate clementi >/////////<

Buona lettura ♥
E.


 


•Polaroid•


L'episodio che mi sto accingendo a raccontare è uno dei ricordi più dolci che abiti nella mia mente.

Tutto iniziò una mattina di Aprile; l'aria era tiepida e il profumo del glicine si disperdeva insieme alle grandi volute di fumo provenienti dalla sigaretta che il mio amico, Sherlock Holmes, teneva pendente tra le labbra.
Io, dal canto mio, sedevo su una poltroncina in vimini, sorseggiando un ottimo tea, mentre Sherlock giaceva ben steso su una panchina in legno, gli occhi coperti dal giornale che mi era stato da poco rubato, le gambe accavallate e le braccia strette al petto.
Dovetti trovare qualcosa di veramente interessante per riuscire a distogliere lo sguardo da quel corpo così pallido alla luce del sole, e alla fine l'edera che ricopriva il muretto risultò un ottimo espediente.
Non manco di dire che ci trovavamo in Francia da qualche giorno soltanto, e, anche se Holmes sembrava essersi ambientato decisamente bene, io rimanevo comunque un pesce fuor d'acqua.
Mi mancava Londra, e considerando che la nostra partenza era stata affrettata, non avevo potuto portare nemmeno i miei soliti oggetti personali, tant'è che quando arrivammo scoprii che la valigia conteneva per lo più gli effetti di Sherlock.

Grazie al cielo, nella fretta e furia, riuscii a braccare (tutt'ora mi sfugge come sia stato possibile in quel caos ordinato) la mia Polaroid, fedele compagna di viaggio.

Così, tornando a quella mattina, l'edera e la sigaretta del mio amico divennero le protagoniste perfette per la mia prima fotografia in territorio francese.
Ricordo ancora lo sbuffo divertito che fece Sherlock quando sentì il rumore metallico che accompagnò quello scatto.
In quel momento pensai che non c'era altro posto al mondo dove volessi essere se non lì, con il mio amico e la sua malsana dedizione al fumo.

"Mio caro Watson, posso farti una domanda?"
"Certamente."
"Perchè non riesci a scindere nemmeno la semplice arte della fotografia dal tuo sentimentalismo?"

Non fiatai, per qualche minuto non seppi cosa rispondere, così mi limitai a sorridere placido.

"Mio caro Holmes, posso farti io una domanda?"
"L'hai appena fatta, per tua informazione."
"Hai ragione."

E tacqui.
Sapevo sarebbe stato così curioso da dovermi chiedere di terminare il discorso.

"Bene, ora che abbiamo assodato l'ovvio, puoi terminare?"

E infatti ebbi ragione.

"Volevo sapere come tu possa dedurre che io non riesca a separare i sentimenti da una semplice fotografia."
"È così semplice che non trovo nemmeno la voglia di spiegarlo."
"Fallo per me, e non fare quella faccia, io non so cosa stia succedendo nella tua mente."

Con una mano si tolse il giornale dal viso, ripiegandolo e poggiandolo sul tavolino traballante.

"Mi hai fotografato."
Disse con tono scocciato, disegnando nell'aria strani ghirigori.

"Sì, me ne sono accorto, ora, puoi spiegarmi?"

Suffò ancora, come se, dirmi con parole semplici cosa stesse succedendo, richiedesse uno sforzo sovraumano.
Poi si sedette composto, i gomiti sulle ginocchia e lo sguardo puntato nel mio.

"È questa la spiegazione. Tu mi hai fotografato."

E solo in quel momento tutto acquisì senso, le sue parole risuonarono leggere nella mia mente, riempiendola, sovrastandola.
Sherlock lo sapeva, l'aveva sempre saputo, persino una semplice foto poteva risultare una prova contundente.. era chiaro, lapalissiano.
Potevamo anche smetterla di giocare e punzecchiarci, chiamarci Watson e Holmes, per gioco, per dare un tono autoritario a qualcosa che di autoritario non aveva nulla.

"Questo non vuol dire niente." pigolai per protesta.

"Questo dà voce a tutto quello che non hai il coraggio di dire."

E il giardinetto francese divenne buio, l'aria divenne fredda e il suo sguardo troppo difficile da sostenere.
Lasciai scivolare un rivolo di sospiro fuori dalle labbra, appoggiai la Polaroid sul tavolino e intrecciai le mani sotto al mento.

"Bene."

Su di noi scese un silenzio innaturale costellato da sguardi perplessi.
Ci osservavamo, a debita distanza, mentre tutti gli anni passati insieme, tutti i problemi che avevamo dovuto superare, tutte le giornate piovose davanti al camino, sembravano così lontani da appartenere a un'altra vita.
Non so dire quanto tempo passò, forse qualche minuto, forse qualche ora.
So solo che ad un certo punto ci avvicinammo, come due magneti che si sono respinti per troppo tempo.
Chiusi gli occhi e aprii la mente, per imprimere il primo nuovo ricordo della vita che avevo tanto sognato.
Percepii il suo respiro scorrere leggero sulla mia pelle e mi accorsi che il sole aveva ricominciato a scaldarmi le ossa e la terra a ruotare
Le nostre labbra si sfiorarono, sentii Sherlock tendersi verso il tavolino, poi udii uno scatto seguito da un rumore metallico.

Sul suo viso affiorò un sorriso delicato e decretai che sarebbe bastato quello a riempirmi il cuore.

Probabilmente per sempre.

   
 
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