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Autore: Water_wolf    09/02/2016    7 recensioni
{ Alexandra Freeland/Marc de Ponthieu | 847 parole }
Si dice spesso di essere nati nell'anno sbagliato, che quest'epoca non fa per noi. Alex lo sa bene. Una festa caotica, musica a tutto volume e vodka sono abbastanza per mettere a tacere la sensazione di appartenere a un'era sbagliata?
Non c’è nessuno che la guidi, che le insegni i passi o che abbia un vestito abbinato al suo, perché questa è una danza che si balla da soli e senza cavaliere, perché questa è una danza che si balla per scordarsi di stare ballando.
(Vuoi dimenticare le note su cui hai danzato l’ultima volta, Alex?)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Daniel Freeland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Take Me Home

Would you take the wheel
if I lose control?
If I'm lying here
will you take me home?

Could you take care
of a broken soul?
Will you hold me now?

Jess Glynne, “Take Me Home”
 
 
La musica che esce dalle casse è così forte da far vibrare le pareti. Alex non riesce nemmeno a sentire i suoi pensieri, ma non le dà fastidio. È grata al caos, perché è l’unica cosa che riesce a sovrastare la confusione nella sua testa.
Si gira, cercando Debbie, ma non la trova al suo fianco. La sua accompagnatrice si è dileguata, abbandonandola in un mare di gente pronta ad inghiottirla.
(Era questa la normalità a cui volevi tornare, Alex?)
Non poi così sola, alla fine. Stretto nelle sue mani tiene un bicchiere di carta ancora pieno, sicuramente l’incoraggiamento muto della sua amica a buttarsi. Scrolla le spalle e alza il bicchiere. Alla mia. L’alcol le brucia le pareti dell’esofago, quando svuota metà bicchiere in un colpo solo. Tossisce un paio di volte e le vengono le lacrime agli occhi. Ma che cos’è questa roba? Dinamite liquida? Probabilmente, solo vodka.
(Erano cocktail quelli che sorseggiavi ad Auxi-le-Chateu, Alex?)
Chiude gli occhi. Rimane così per un po’, immobile nel mezzo di una marea di corpi brulicanti, la musica che le preme contro i timpani. Alla fine, si decide a sollevare di nuovo il bicchiere e a bere. Fino in fondo, questa volta. Le tremano le gambe, mentre l’alcol brucia dentro di lei e mette a tacere anche il suo cuore. Il suo stupido, stupidissimo cuore.
Muove un passo in avanti, impacciata, colpa dei tacchi alti che è stata costretta a indossare e della sensazione di ebrezza che sta prendendo pian piano il controllo del suo corpo.
(Meglio la coscienza o l’incoscienza, Alex?)
Inizia a ballare. Il ritmo serrato la costringe a concentrarsi sui passi, anche se c’è pochissimo spazio per muoversi. Corpi di sconosciuti la spingono e la schiacciano a destra e a sinistra e districarsi nel caos non è semplice. Quando attacca una nuova canzone, ha capito che è impossibile. Così, si lascia guidare a casaccio, abbandonandosi alla piacevole sensazione di galleggiare nelle acque calme dell’intorpidimento.
Muove il bacino, rovescia la testa all’indietro, alza le mani in aria, batte i piedi per terra. Non c’è nessuno che la guidi, che le insegni i passi o che abbia un vestito abbinato al suo, perché questa è una danza che si balla da soli e senza cavaliere, perché questa è una danza che si balla per scordarsi di stare ballando.
(Vuoi dimenticare le note su cui hai danzato l’ultima volta, Alex?)
Mani calde si appropriano del suo bacino da dietro, riscuotendola. Non le rifiuta e, come premio, riceve un bacio sulla spalla nuda. Lo vuole guardare in faccia, (vuoi assicurarti che non sia la sua faccia che vedrai, Alex?) perciò si volta.
Lui sorride. Ha i capelli castani tenuti su dal gel, gli occhi scuri e un orecchino. Si irrigidisce senza volerlo.
(Che c’è, sorpresa che non sia lui, Alex?)
Si avvicina a lui e riprende a ballare. Il contatto con la sua pelle brucia, ma le scottature sono tutt’altro che dolci. Fanno male. Fanno male.
(Dove hai lasciato il tuo balsamo, Alex?)
Lui la tira vicina a sé, le passa una mano tra i capelli sciolti e la tiene lì. Le sostiene la nuca mentre si china su di lei.
Bacialo, Alex. Bacialo, finché puoi. Bacialo, e dimentica tutto quanto.
Le sue labbra sfiorano la sua bocca.
Posso dimentic—no. Non è vero. Non posso.
Alex si allontana con forza da lui. Scaccia le mani che cercano di trattenerla e fugge. La corrente di persone le oppone resistenza, ma alla fine riesce a guadagnare l’uscita. L’aria della sera le ghiaccia il sudore sulla pelle.
(Dov’è il mantello che ti ha posto sopra le spalle, adesso, Alex?)
Non c’è, quindi si stringe le braccia al corpo e cerca di riavviare la circolazione sfregandoci sopra le mani.
Non è servito a niente. Sei mesi e vorrebbe ancora essere in un altro mondo, in un altro tempo, tra altre braccia. Sei mesi e nulla è cambiato, se non l’abitudine alla sensazione di vuoto che si è appropriata del suo petto. Sei mesi ed è ancora la stessa codarda. E non basteranno la musica spaccatimpani, la vodka e tutti i ragazzi che non sono lui a farle dimenticare che cos’ha lasciato indietro.
Le lacrime le pungono dietro gli occhi, minuscoli spilli che la spingono a mordersi le labbra per impedirsi di piangere.
Non ce la faccio.
Non è questa la felicità che vuole. Non è questa la menzogna che si racconterà ogni giorno finché non diventerà la verità.
Si allontana dalle persone, dalla festa, dalla villetta e tutto il resto. Vuole ritornare a casa.
(Già, ma dov’è la tua casa, Alex?)
Alex cede finalmente alle pressioni dei suoi pensieri. Non qui, risponde. Non qui.
Eppure, ripesca il cellulare dalla pochette e chiama suo padre.
«Voglio tornare a casa, papà» dice.
All’altro capo, un sospiro pesante. «Sono lì in cinque minuti. Aspettami.»
E anche questa volta, quando arriva, è per portarla via. E anche questa volta, quando arriva, è per amore. E anche questa volta, quando arriva, la prima cosa che fa è affidarsi alle braccia che non l’hanno mai abbandonata.
 
♦♦♦
NdA: Ave, chevaliers (?)
Se avete questa breve shot, grazie ♥
Hyperversum Next ha riportato a galla i sentimenti che mi legano a questa saga, a questi personaggi e tutto il resto. Scrivere questa fic non è neanche stato un desiderio, ma un bisogno di ritornare in un mondo che amo particolarmente. Vorrei che il fandom fosse più grande e pieno di gente con cui sclerare ugh
Passando alla storia, due appunti: 1) Alex non è esattamente il tipo da festa sfrenata né da alcol, ma è impulsiva. Dopo sei mesi, credo sia plausibile che si butti a un party solo per tentare di levarsi Marc dalla testa. 2) Okay, il Daniel di H-Next non è quello di prima e ha forzato ad Alex la mano, ma aveva le sue ragioni -- a mio parere, anche giuste. Nessuno crede all'insta-love e la storia ha fatto bene a prendere le pieghe che ha preso. Ho ipotizzato che, dopo un primo periodo di intolleranza reciproca tra padre e figlia, Alex si sia riavvicinata a Daniel perché, comunque, è l'unico che sa come convivere con il dolore della separazione dalle persone che si amano di più. 
Spero di essere rimasta IC per entrambi e che la shot vi sia piaciuta.
Un bacio, alla prossima!

Water_wolf


 
  
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