Anime & Manga > Captain Tsubasa
Segui la storia  |       
Autore: berlinene    21/03/2009    6 recensioni
Una etero con Genzo, semplicemente... con una sorpresina finale... I capitoli saranno solo due, poteva anche essere una one shot ma così c'è più "saspanz" XD...
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Pochissimo fu davvero pochissimo, Genzo non aveva ancora mangiato l’oliva nel suo Martini, quando Nanà lo raggiunse.
Indossava un semplice abitino blu e delle ballerine, sul volto non c’era un velo di trucco e le guance erano arrossate solo per la corsa. Ma era uno splendore.
“Bella, spiritosa e puntuale” le disse Genzo accogliendola. “Gradisci un aperitivo?”
“Meglio di no, sono minorenne”
“Non l’avrei detto”
“Ho quindici anni, beh, quasi”.
Oddio. Questo Genzo non l’aveva calcolato. Ma era carina e presto sarebbe stata consenziente, molto consenziente. Ma prima doveva fugare un paio di dubbi.
“Così giovane e già lavori?”
“Solo per pagarmi gli studi, sai la retta del Toho è altina…”
“Quindi vivi nel campus?”
“Sì”.
“Da sola?”
“In realtà con mio fratello e alcuni suoi amici”.
La serata fu piacevole, quella ragazza era davvero interessante, oltre che carina. Genzo le disse un po’ di cose di sé, ma cercò di non andare troppo nello specifico. Non aveva voglia di sapere se l’aveva capito o no di aver davanti Genzo Wakabayashi, il famoso SGGK: preferiva essere semplicemente Genzo e godersi una serata senza farsi tanti problemi. D’altronde anche lei non fece alcun accenno troppo personale, probabilmente Nanà non era neanche il suo nome ma pazienza. Ormai quella partita se l’era giocata così, con un modus operandi che non era il suo abituale. Insomma, con le ragazze non aveva mai avuto grossi problemi, ma di solito non rimorchiava le cameriere quindicenni dei ristoranti per portarsele a letto nel giro di qualche ora. Questa l’aveva proprio colpito. Ed evidentemente era stato così anche per lei.
Le ore volarono e, alle dieci, lei strabuzzò gli occhi guardando l’orologio.
“Oh mio Dio! È tardissimo! Mio fratello mi ucciderà”.
“Se vuoi vengo a parlarci io”.
“Ti garantisco che è meglio di no”.
“Comunque ti accompagno”.
“Figurati, son due passi”.
“Non accetto repliche. Quando riaccompagno una ragazza mi assicuro sempre che arrivi a casa sana e salva”.
Mentre di buon passo, per tenere dietro a Nanà che praticamente correva, attraversava il campus del Toho, desiderò ardentemente avere il suo fido cappellino per celare la sua identità a eventuali sgraditi conoscenti.
Finalmente Nanà si fermò davanti a una porta.
“Beh, eccoci qua” disse trafficando nervosamente con la borsetta, probabilmente alla ricerca delle chiavi. “Puoi andare… vedi? Sono a casa e sana e salva”. C’era una certa urgenza nella sua voce. Le chiavi le caddero di mano.
Con uno scatto Genzo le raccolse e gliele porse. Poi ergendosi in tutta la sua altezza, appoggiandosi con la spalla alla porta, la fissò. Ormai non li dividevano che pochi centimetri.
“Grazie” mormorò Nanà.
“Tutto qua?” disse Genzo con dolcezza.
In quel momento la porta si aprì verso l’interno, Genzo perse l’equilibrio e rovinò addosso al ragazzo che aveva aperto.
“Attenzione!” gridò quello, sorreggendolo.
Genzo si rialzò fulmineo con un colpo di reni e sistemandosi gli abiti cominciò a dire “Scusa non-”.
Ma le parole gli morirono in bocca.
Anche la mascella dell’altro cadde balbettando: “Wa… Wa… Wakabayashi?!?!?”
Le sinapsi di Genzo si attivarono in un nanosecondo: se di fronte a lui stava Wakashimazu, il quale non ha sorelle, Nanà era la sorella di… porca puttana! Nanà certo! Naoko Hyuga!
Ken, che in un primo momento era sbiancato, adesso sembrava essersi ripreso. Lo afferrò per le spalle e guardandolo negli occhi gli disse a bassa voce: “Io non so cosa cazzo ci fai qui e con Naoko, anche se credo di potermelo immaginare. Quello che so per certo, è che se non scompari entro pochi secondi, la maglia di titolare sarà sicuramente mia…per sempre”
“Ma che cazzo dici?”
“Sparisci Genzo, se ti becca con sua sorella Kojiro ti uccide!”sibilò Ken.
In quel preciso istante da dentro Hyuga urlò: “Allora Ken? Chi è? È Naoko?”
“Sì” rispose Ken.
“E allora che cavolo ci fate sulla porta andiamo…”
La figura di Kojiro si materializzò alle spalle di Ken. Sul volto del Karate Keeper si disegnò un’espressione che diceva a chiare lettere: “Eccoci, è la fine”.
Ma Naoko, che aveva avuto alcuni momenti per ricollegare impressioni di familiarità, foto di squadra e nomi, non si fece cogliere impreparata: “Visto che bella sorpresa, eh?”
Nessuna risposta dai giocatori del Toho.
“Ero al ristorante con le mie amiche, come vi ho detto, e lui era lì tutto solo, l’ho riconosciuto subito e sono andata a salutarlo e parlando mi ha detto che non è riuscito a trovare una stanza per stanotte qui a Tokio e allora ho pensato che, visto che Takeshi è dai suoi, poteva usare la sua camera. Lui non voleva ma io gli ho detto che sareste stati estasiati di rivederlo dopo tanto tempo, che così fate una bella rimpatriati fra compagni di squadra”. Si bloccò, evidentemente a corto di fiato per la tirata.
Anche gli altri trattenevano il respiro, scambiandosi sguardi indecifrabili.
Infine Kojiro parlò: “Beh, certo perché no”.
Ken lo guardò come se gli fossero spuntate le antenne.
Genzo rimase, al solito, impassibile: “Beh, allora se siamo tutti d’accordo, vado a prendere la valigia”.
Mentre si avviava verso la macchina, non potè fare a meno di sorridere. Bella, spiritosa, puntuale e.. pronta di riflessi… si trovò a pensare. Peccato solo che sia troppo brava a mentire. E peccato per il fratello…

Mentre si spogliava, sulla soglia ricomparve Wakashimazu. “Altro che portiere paratutto, portiere paraculo ti dovrebbero chiamare” sentenziò incrociando le braccia, appoggiato al vano della porta.
Genzo sorrise. “Credo di doverti ringraziare. In fondo sei tu che hai cercato per primo di pararmi il culo”.
“Già, ma come sempre, c’è qualcuno che para meglio di me” fece alzando gli occhi al cielo con aria melodrammatica, poi sorrise.
“Già, gran brava ragazza” commentò Genzo.
“Fa’ il bravo tu, con lei”.
“Figurati! Non l’avevo mica riconosciuta, era solo un divertimento per stasera. Ma è davvero in gamba, si merita di più”.
“Già…”
“Magari… si merita… te?”
“Ma che vai a pensare?” rispose Ken arrossendo. “Guarda che Kojiro non bada a dettagli del tipo ‘è il mio migliore amico’, chi tocca sua sorella, muore. Punto”.
“Ah ah ah. Ma tu sei un tipo che non molla, ti conosco”.
“Chissà. Ti saluto bello, vado a letto. Buonanotte e… bentornato in Giappone” aggiunse facendo un cerimonioso inchino.
Ma sì, pensò Genzo rigirandosi nel letto, forse non era proprio estasiato, ma in fondo li aveva rivisti volentieri.

*******************************************+


Lo so è minorenne, ma ha quindici anni mentre Genzo, nella mia mente ne ha 4-5 di più...(non so quanto sia canon ma a occhio mi sembra che torni) e soprattutto non fanno NIENTE DI NIENTE.

"Portiere paraculo" non è proprio-proprio farina del mio sacco... sono sicura d'averlo letto da qualche parte ma l'arteriosclerosi galoppante mi impedisce di ricordare dove, si prenda questo discorso a bischero come un credit...

Ma soprattutto... chi aveva capito?!?!?!?!

Ma ancora più soprattutto, grazie a chi ha letto e recensito, spero di avervi strappato almeno un sorriso, per quanto sghembo^^^

Infine... vi pareva strano che ancora non fossero spuntati gli altri membri del Trio dell'Eterno Riposo Ken-Gen-Koji? (dovevo trovare un nome al mio Trio di tesorini prima che finissero le preghiere, visto il rischio bellico sempre sospeso fra questi tre, mi pare la più adatta^^)
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Captain Tsubasa / Vai alla pagina dell'autore: berlinene