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Autore: Love_My_Spotless_Mind    09/02/2016    2 recensioni
Avere il coraggio di perdersi, inseguirsi, ritrovarsi. Ma sarà mai questo l'amore?
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Leo, N
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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떠나지 마라 (Stay) 

Hakyeon inarcò la schiena, una bellissima schiena dalla pelle ambrata e le spalle ampie, attraversata dal sudore. I capelli erano umidi sulla nuca ed alcuni ciuffi aderenti alla fronte. Aveva gli occhi chiusi, le palpebre distese, le ciglia lunghe e nerissime. Il petto si sollevava ritmicamente, il respiro si faceva affannoso ogni qual volta i movimenti di Taekwoon si facevano più veloci, ogni qual volta egli sfiorava più a fondo.
Hakyeon aveva le mani su quel petto glabro e bianchissimo, le dita tremolavano impercettibilmente, i polsi fremevano. Strinse tra le ginocchia i fianchi del ragazzo, si mosse adagio, non voleva accadesse come con gli altri. Perché Taekwoon era del candore della neve appena caduta e lui quel candore l’avrebbe difeso ad ogni costo, perciò agiva con cautela. Quando Hakyeon aprì gli occhi il ragazzo disteso sotto di lui si ritrovò scrutato da quelle pupille nerissime, da uno sguardo che sembrava possedere molti più anni di colui a cui apparteneva. Quegli occhi lo sconvolgevano, lo destavano dall’apatia in cui avrebbe voluto faticosamente recludere la sua anima. Quegli occhi gli facevano comprendere mille parole, tra cui “battaglia”, “sofferenza”, “amore”.  Ognuno di quei termini assumeva un significato solamente grazie a quegli occhi silenziosi, per nulla sinceri.
Chissà se fingeva piacere, Hakyeon, mordicchiandosi quel labbro inferiore carnoso, facendolo splendere con il semplice tocco della lingua. Sembrava quasi una visione, quella sua grazia, quel corpo sottile eppure dalla struttura tanto solida. Taekwoon era in quel corpo, imprigionato nel suo tepore. Non credeva esistesse una sensazione così. Era Hakyeon ad avergliela fatta scoprire, era lui che lo stava introducendo a quella nuova vita fatta di sospiri, attese, movimenti e molto altro che a parole non sapeva nemmeno definire. Era bastata l’attrazione, quella chimica irresistibile, perché il corpo facesse il resto, come se non attendesse altro, come se avesse saputo come fare fin da sempre.
 
Hakyeon era un suo amico d’infanzia, un ragazzino senza genitori che aveva fin da subito imparato a cavarsela da solo. Da bambino era loquace, aveva un sorriso capace di fermare il mondo e farlo girare al contrario. O, almeno, questa era la sensazione che Taekwoon provava quando Hakyeon gli rivolgeva uno di quei suoi sorrisi, preziosi quanto gemme. Era così generoso nel distribuire quei gioielli che molti iniziarono ad ignorarne il valore. Naturalmente per Taekwoon non fu così.
Caratterialmente erano molto diversi, infatti Taekwoon era taciturno, permaloso e dall’indole solitaria. Non aveva mai desiderato un amico, fino a quando non aveva visto Hakyeon ballare durante la recita di natale. Mettendo in pratica quei movimenti che aveva imparato a lungo e con impegno sembrava sprizzare gioia da ogni poro, ogni millimetro del suo viso si era illuminato quando era giunto l’applauso degli adulti. Lo conosceva da qualche mese eppure nelle attività quotidiane non aveva mai avuto la possibilità di osservare quella sua irripetibile bellezza. Ora che l’aveva scoperta era divenuta per lui quasi un’ossessione. Appena quell’esibizione era terminata e la maggior parte di bambini avevano fatto ritorno nelle loro case, Taekwoon era diventato il suo migliore amico, non ricordava nemmeno più come. Comunque fosse accaduto le dinamiche non avevano importanza, era stato così e basta.
Essere amico di Hakyeon era come avere la possibilità di vivere per un po’ in un racconto dai toni pastello. In quel periodo felice era stato inondato di preziosi sorrisi ed ognuno di quelli possedeva lo scintillio che rendeva la vita unica, speciale.
Poi era cambiato tutto, crudelmente. Era bastato un bacio, nel bagno della scuola. Il ginocchio di Taekwoon sanguinava dopo essere caduto durante la partita di calcio ed Hakyeon stava passando un fazzoletto intriso d’acqua fresca sulla pelle dell’amico. Era stata una vicinanza attesa, finalmente ottenuta in un luogo dove erano soli. Ed Hakyeon non riuscì a resistere, lo baciò sulle labbra, si fece spazio con la lingua fra quelle dell’altro. Taekwoon restò pietrificato.
Qualcuno aveva udito quei sospiri ed aveva immortalato il momento, sbirciando al di sopra della cabina che divideva i bagni maschili. Ben presto tutta la scuola seppe che Hakyeon aveva baciato un ragazzo, di cui nella foto erano visibili solamente i capelli castani.
Fu l’inizio della loro fine.
 
Hakyeon sentì il liquido di Taekwoon invadergli le membra. Tremò, chiuse nuovamente gli occhi, strinse le labbra. Lo accolse in sé come se si trattasse di un segreto rivelato. Attese interminabili istanti prima di dividersi. Vacillò prima di scomparire oltre il corridoio, scansando i vestiti abbandonati a terra, per entrare nel bagno. Ben presto si sentì lo scroscio dell’acqua della doccia, Taekwoon era stordito, solo nel suo letto.
 
-Dillo che ti faccio schifo come a tutti gli altri!  -Hakyeon aveva gridato, lanciando alla rinfusa le scartoffie che aveva tra le mani. Ma a Taekwoon lui non avrebbe mai potuto fare schifo, né avrebbe mai potuto farlo il suo primo bacio. Era stato violento, incredibile. Avrebbe voluto dirglielo ma non lo fece. Si perse in quegli occhi tersi di lacrime, il viso era adirato, si leggeva soltanto delusione, una rabbia infinita. Ma di che cosa poteva mai arrabbiarsi? Di aver baciato il suo migliore amico? Di essere cresciuto così, da un giorno all’altro?
Hakyeon a scuola era un’ombra, era l’ultimo delle graduatorie, ben presto decise di abbandonare gli studi. Di lui si parlava spesso nei bagni maschili. Era diventato un poco di buono, almeno secondo quei racconti. Hakyeon si era perso. Ormai chiunque sapeva della sua omosessualità , non c’era più nessuno che si comportasse in maniera naturale con lui. Perché Hakyeon era diverso, era un difetto di fabbrica. Hakyeon trattava se stesso come un oggetto, ormai.
 
Taekwoon sentiva ancora il calore delle sue mani sul petto, chissà quante persone aveva guardato in quel modo e quante cose sbagliate aveva fatto. Si sentì rabbrividire, allora si alzò in piedi e pescò dall’armadio una vecchia felpa, di almeno qualche taglia in più, infilandola in fretta.
 Lo vide uscire dal bagno, ricomparve senza abiti in dosso ed il corpo bagnato. Sembrava che volesse prestarsi agli sguardi del suo vecchio amico. Restò immobile, proprio di fronte a quegli occhi, si fece scrutare per bene. Ma nello sguardo di Taekwoon non c’era la bramosia che aveva sempre trovato nei suoi amanti, in quello sguardo si leggeva malinconia. Era un sentimento che credeva di aver dimenticato.
Era scesa la sera, Taekwoon aveva infilato i pantaloni della tuta ed era uscito dall’appartamento per comprare una birra e qualcosa da mangiare. Al suo ritorno trovò Hakyeon disteso sul letto, le lenzuola candide gli avvolgevano la vita. Sembrava stesse facendo bei sogni, aveva il viso rilassato. Non lo vedeva così da quando erano bambini. Taekwoon scostò la sedia dal tavolino sotto la finestra, si accomodò e bevve la sua birra osservando Hakyeon che dormiva.
Quel ragazzo era stato il suo primo amico, il suo primo bacio, la sua prima volta. E dopo di lui nessuno avrebbe mai retto il confronto. Di baci ne aveva ricevuti. Molto più cauti, dolci, eppure in nessuno di essi aveva ritrovato quel sentimento. E di persone che gli aveva voluto bene ne aveva avute ma non l’avevano mai fatto in quel modo così sbagliato e struggente. Dopo Hakyeon il resto non ha sapore, non ha sostanza.
Aveva scoperto che si prostituisse appena una settimana prima. Era stato un shock. Hakyeon si era perduto per sempre, questo aveva pensato. E l’aveva cercato ovunque, aveva preso appuntamento tramite l’agenzia per la quale lavorava. Aveva detto che voleva un ragazzo dalla pelle scura e l’aspetto docile. Poi quella sera alla sua porta si era presentato Hakyeon, che però sembrava un altro. L’aveva baciato con quella rabbia, l’aveva spogliato con quella foga. Si era preso una libertà che in realtà la professione non gli concedeva. Ma Taekwoon era diverso. Aveva compreso fin da subito che quell’incontro non era stato un caso.
-Perché non hai detto che eri tu, il ragazzo della foto? – sentì bisbigliare mentre le lacrime che gli avevano già rigato il viso. E visto che non seguì alcuna risposta Hakyeon pianse mestamente, il suo copro venne scosso da tremiti. Piangeva come un bambino. Non aveva mai avuto il coraggio di piangere così.
Taekwoon lo prese di peso. Lo strinse a sé, Hakyeon iniziò a picchiarlo, lo colpì forte ma Taekwoon non lo lasciava. Ed allora si morse le labbra tanto da farle sanguinare. Taekwoon imprigionò quelle labbra tra le sue, sentì il sapore del suo sangue. Avrebbe voluto dissolvere il tempo, ritrovarsi nei bagni di quella scuola e baciarlo con coraggio, non dividersi mai da quelle labbra. Quando tutto aveva iniziato a crollare non l’aveva fatto. Adesso non aveva più paura delle macerie.
-Vali molto più di così, Hakyeon. –
-Stupidaggini. –
Hakyeon si ritrovò con la schiena contro il materasso e Taekwoon che lo stringeva, non era docile nemmeno in quei gesti.
-Se solo sapessi di che cosa mi sono macchiato mi staresti alla lontana. –
 -Non mi importa. –
-Gli altri ti renderebbero la vita impossibile, come hanno fatto con me. –
-Non avrei dovuto lasciarti solo. –
 
Hakyeon, alla prese con il suo primo amore che era per un ragazzo, per il suo migliore amico. Aveva trovato il coraggio di baciarlo, era stato forte e questo gli era costato troppo caro. A seguito di quel bacio il suo amore non l’aveva più cercato. Si era ritrovato senza più nessuno. Si era perso tra le braccia di qualcuno, tra gesti insulsi e sporchi. E non c’era stato chi aveva cercato altro. Almeno fino a quella sera.
Hakyeon pianse tutta la notte, tra le braccia di Taekwoon. Lo privò di quel maglione, pianse contro la sua pelle nuda, gli inumidì il petto. Pianse fino ad addormentarsi. Taekwoon restò a guardarlo così, fino al sopraggiungere del mattino.
Immaginava che il primo raggio di sole se lo sarebbe portato via, che non l’avrebbe mai più rivisto. E quella pelle ambrata sarebbe scomparsa per sempre. Ora che aveva ricordato il suo sapore non poteva più farne a meno. Peccato che probabilmente fosse troppo tardi.
 
 
 
Era appena giunto ottobre, con quelle sue piogge improvvise, i malanni di stagione ed i giubbotti tirati in fretta e furia fuori dall’armadio. Taekwoon era avvolto nella sua sciarpa di lana, conservava ancora l’odore dell’inverno passato, si trattava di uno di quegli oggetti che fanno fatica a guardare al futuro. Una pozzanghera aveva reso più scura la punta degli scarponi, Taekwoon si sentiva invecchiato di almeno cento anni in quell’ultimo periodo. Non sapeva da che cosa dipendesse ma improvvisamente quella vita aveva preso il sapore di una già vissuta, i colori erano monotoni, le fragranze non erano più le stesse. Forse lo sapeva da che cosa dipendesse. Anzi, lo sapeva perfettamente.
Hakyeon era scomparso quella mattina, nonostante avesse promesso di restare. Aveva scelto con cura i vestiti nell’armadio dell’amico prima di andar via. Taekwoon aveva provato a cercarlo all’agenzia in cui lavorava, aveva richiesto di un ragazzo dalla pelle scura e l’aria imbronciata ma alla sua porta questa volta era stato un altro a bussare. Non avrebbe dovuto rincontrarlo se era per dirgli addio. Si pentiva del coraggio che aveva avuto, lo rinnegava con tutta la sua forza eppure ogni gesto era immensamente vano.
-I sorrisi di una volta sono spariti per sempre. – aveva detto quando si era risvegliato.
-Per me almeno uno dovresti farlo. –
Hakyeon si era ritrovato con un cuscino contro il volto ed aveva riso per quell’improvviso attacco. Avevano lottato come bambini. Quel sorriso l’aveva rivisto, leggermente offuscato dal tempo, eppure era sempre lo stesso. Taekwoon l’aveva stretto così forte che Hakyeon aveva avuto timore di sparire tra quelle braccia.
-Voglio vivere per sempre con te. – aveva detto, Hakyeon aveva sorriso ancora, peccato che quello non fosse altro che un sorriso falso. Al ritorno dal lavoro Hakyeon era sparito, esattamente come la sua orma sul cuscino, come i suoi vestiti lasciati alla rinfusa a terra. Tutto cancellato, le lenzuola pulite sul letto, l’aria fresca che filtrava dalla finestra. Taekwoon aveva aspettato il suo ritorno per tutto l’inverno. La primavera aveva portato il dolore, l’estate la rassegnazione.
 
Lo rivide di nuovo, Hakyeon, era proprio di fronte a sé, da non credere. Indossava dei jeans primaverili, una maglia a maniche corte, lo sguardo era altrove. Ce n’era voluto di tempo per trovarlo, ma soprattutto per trovare il coraggio di cercarlo ancora. Era dovuto arrivare fino alle spiagge del sud per riuscirci ma ce l’aveva fatta. Hakyeon lavorava in una caffetteria sulla spiaggia, là dove l’oceano d’inverno assume colori inimmaginabili ed i fondali sono ancora più insidiosi. Persino il caffè odorava di mare, Taekwoon pensò che avesse il sapore del veleno. Hakyeon lo servì in silenzio, con aria professionale, senza accennare al fatto di averlo riconosciuto. Poi Taekwoon pagò il conto e se ne andò via, aveva fatto quanto doveva. Ma nella strada verso l’ostello fu proprio Hakyeon ad inseguirlo.
-Come hai fatto a trovarmi qui?  - i capelli erano più lunghi rispetto all’ultima volta ed oscillavano leggerissimi trascinati dalla brezza.
Non vi fu risposta. Le labbra erano state divise fin troppo a lungo. E si dice che una calamita non possa restare troppo tempo priva della sua metà. Le labbra di Hakyeon erano calde, erano la vita stessa, erano tutto ciò per cui si possa lottare, per cui si possa piangere e gridare di gioia.
La pelle del suo collo era salata come l’acqua del mare, era stata una follia immergersi tra quelle onde, proprio come era una follia amarsi. Eppure le follie regalano le sorprese migliori. Erano usciti infreddoliti dall’acqua, si erano avvolti ognuno nel corpo dell’altro, stretti tra delle braccia che sapevano amare coraggiosamente.
Non era troppo tardi per ritrovarsi, comprendersi, consolarsi, non lo è mai quando si ama davvero.
  
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