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Autore: __roje    09/02/2016    1 recensioni
-- QUESTA STORIA CONTIENE SCENE DI SESSO ESPLICITE! --
Ryu è un ragazzo di appena sedici anni praticamente invisibile al mondo intero, ma che un bel giorno si trova a fare la conoscenza del ragazzo più ammirato e desiderato della sua scuola, Hara. Solo che quell'incontro darà il via a tutta una serie di episodi tutt'altro che piacevoli per il nostro protagonista. Infatti finirà con lo scoprire che proprio Hara nasconde un carattere davvero particolare e schivo sulla propria vita privata, e spetterà proprio a Ryu scoprire il perchè del suo atteggiamento. Con determinazione e amore Ryu dovrà passo dopo passo arrivare al cuore di una persona che non sa che significa amare, e dovrà combattere contro i suoi demoni.
Genere: Drammatico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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SHIKKARI SHIRO! しっかりしろ

Hara Yuuto è il nome del ragazzo che più di tutti odio. E’ la persona che sarei voluto essere ma che non sono mai riuscito ad essere e guardandolo provavo rabbia perché lui riusciva con tanta naturalezza a farsi amare dalle persone. Era così disinvolto quando si trovava al centro dell’attenzione, diversamente da me che preferivo restare nell’ombra e non farmi notare. Forse a quei tempi meno della metà della classe conosceva il mio nome ma non mi importava, il mio unico obiettivo era studiare e prendere appunti, del resto, del contatto col prossimo non mi interessava affatto eppure nel profondo del mio cuore osservavo con amarezza gli altri mentre parlando, scherzavano amichevolmente e ridevano magari della serata prima passata insieme.
Era la primavera del mio secondo anno delle superiori e come sempre me ne stavo sulle mie giocherellando con la penna mentre il solito professore spiegava qualcosa che per me sarebbe stato facile da apprendere.
Si, perchè per me la scuola era una barzelletta, portavo a casa sempre ottimo voti e avevo la stima dei professori. Nonostante tutto restavo comunque anonimo agli occhi dei miei compagni.

“Yuuto!” gridò all’improvviso il professore ripetendo ancora e ancora il suo nome.

Come al solito si era addormentato sul banco, era tipico di lui, molto spesso trascorreva le prime due ore appisolato sui libri. Chissà forse la sera usciva e rincasava tardi, pensai. Ma non era una giustificazione per essere tanto negligente.
Al quinto richiamo Hara finalmente sobbalzò e molto assonnato si stiracchiò senza curarsi dell’ira del professore. Come faceva ad essere così?
“Dormito bene?” chiese il professore trattenendo la rabbia ma aveva una grossa vena che gli pulsava in testa.
“Avrei potuto dormire meglio se non avesse urlato”
Eccola la solita impertinente risposta e come al solito il professore lo cacciò fuori dall’aula dove Hara non vi rimaneva mai a lungo perchè solitamente se ne andava in infermeria a riposare ancora.
Tale atteggiamento era inaccettabile per me e i docenti, ma tutti i miei compagni lo trovavano figo, un tipo da stimare. Per i ragazzi era un esempio da seguire, infatti al suo seguito durante le pause vi era il solito corteo di lecchini, e le ragazze... tutte le ragazze gli sbavavano dietro. Per me era un comunissimo ragazzo ma forse agli occhi del sesso femminile era appetibile.
Lineamenti del viso morbidi, capelli neri e fluenti, del colore della pece. Li portava solitamente scompigliati e non troppo corti in modo che gli arrivassero sulle orecchie per coprire gli orecchini che sfoggiava visto che il regolamento lo vietava ma non sembrava fregarsene molto.
Fisicamente era abbastanza alto, snello ma robusto praticando quotidianamente sport, infatti col tempo grazie alla sua predisposizione agli sport era diventato il capitano della squadra di basket.
La parte più enigmatica della sua persona restavano però gli occhi, essi avevano un taglio felino ed elegante, le iridi erano di un colore molto particolare un misto tra l’oro e l’arancio conferendogli uno sguardo sfuggente, e spesso ancora apatico per chi lo vedeva la prima volta.
Insomma oggettivamente era un bel tipo e non mi stupiva affatto che avesse tutto questo successo, non passava certo inosservato e credo che tutto questo in parte accrescesse smisuratamente il suo ego.

Come mio solito durante la pausa pranzo me ne stavo per conto mio cercando sempre un posto tranquillo nel cortile dove nessuno mi notasse ma come mio solito beccavo sempre i posti più chiassosi e spesso mi trovavo circondato da gruppi che pranzavano allegramente insieme. No che provassi invidia ma pensavo dentro di me che doveva essere bello condividere del tempo tra le persone e in cuor mio mi chiedevo perchè non riuscissi a ridere così spontaneamente come facevano tutti.
Proprio in quel momento fui colpito alla testa da un pallone tirato alla cieca da qualcuno. Il colpo mi frastornò per qualcosa secondo ma subito mi resi conto di quello che era accaduto così afferrai il pallone e l’osservai. Non era uno di quelli omologati dalla scuola ma sembrava essere stato comprato da qualche parte e portato a scuola.
“Hey tu!”
E di chi poteva essere se no di Hara Yuuto? Come al solito era col suo branco e mi venne incontro per riprendersi la palla. Aveva la divisa in disordine come anche i capelli.
“Quello è mio” disse affannato.
“Lo sai vero che non puoi portare certe cose a scuola?”
Hara prese la palla controllandola come se il mio tocco avesse potuto far del male all’oggetto “Capirai”
“Bene” senza dire nulla ripresi il mio bento.
Hara mi lanciò un altra occhiata “Vuoi unirti a noi?”
Cosa? La domanda mi spiazzò, nessuno ci aveva mai neanche pensato ad invitarmi a fare qualcosa eppure lì davanti c’era proprio il popolarissimo ragazzo della scuola.
“Io?”
Fu tutto quello che riuscii a dire.
“No dicevo al bento” rispose.
E quel sarcasmo? Stavamo sul serio avendo una conversazione, il mio cuore batteva a mille per l’agitazione e sentivo le mani sudate tanto che stavano iniziando a tremare.
“I-io non so giocare”
Altra risposta idiota da parte mia.
“Non devi essere un campione devi solo dare un calcio alla palla” il tono era quasi seccato, forse aveva trovato fastidiosa la mia titubanza, me ne vergognai molto.
Alla fine presi coraggio e lasciai le mie cose lì e decisi di seguire Hara verso il suo branco di amici che ridacchiavano e parlavano animatamente attirando l’attenzione.
“Eccomi!” si annunciò da solo.
“Finalmente pensavo fossi andato a costruirne una” rispose Tetsuo un altro mio compagno di classe. Quest’ultimo era ancora più alto di Hara, era castano e molto più muscoloso degli altri.
Avevo passato molto tempo ad osservarli quindi sapevo bene che caratteraccio avesse Tetsuo, il quale dava retta solo ad Hara mentre gli altri li trattava con sufficienza.
“Hara ma ti ha seguito qualcuno” fece notare una delle ragazze presenti.
Qualcuno notò la mia presenza e sentii il mio corpo prendere fuoco. Non sapevo cosa dire, cosa fare, io conoscevo perfettamente tutti loro ma loro neanche ricordavano che ero della loro stessa classe.
“Ah si l’ho invitato io. Lui è... come hai detto che ti chiami?”
Hara si era di nuovo rivolto a me e i ragazzi presenti mi fissavano attendendo una mia riposta.
“Ecco.. io.. Ryuchi”
“Ok questo è Ryu” spiegò scherzosamente Hara dandomi un soprannome senza neanche chiedermi il permesso.
“Accidenti Hara non puoi invitare mezzo cortile” commentò Tetsuo poco entusiasta del mio arrivo.
Una ragazza mi venne vicino era Yuki Ao un altra mia compagna che mi porse un dolcetto dal suo bento, “Vuoi assaggiarne uno Ryucchan? Li ho fatti io”.
“N-no grazie” abbozzai un sorriso.
Nessuno mi calcolava di solito ma dopo essere stato presentato da Hara i presenti sembravano finalmente avermi messo a fuoco, nonostante avessimo già trascorso un anno e mezzo insieme nella stessa classe.
“Hey mezzasega giochi a basket?”
Mezzasega? Tetsuo mi aveva proprio chiamato così. Perchè?
“Veramente no, non ho mai giocato”
“Perfetto! Io lascio giocateci voi” e il ragazzo si mise a sedere sul prato insieme ad altre ragazze che sbavavano per lui.
Che ci trovavano in quel tipo, pensai.
“Lascialo perdere” disse un altro ragazzo e il suo nome era Onoe. Non potevo credere ai miei occhi il ragazzo più intelligente della classe mi stava rivolgendo la parola. Egli non era solo bravo a scuola ma anche bello, ed era affabile sia con i docenti che con i ragazzi. Per questo motivo era diventato il nostro capo-classe.
“Conosci almeno le regole del basket?” mi domandò Hara venendomi vicino.
“Ah si, qualcosa”
“Ok tieni” mi lanciò la palla e a stento riuscii ad afferrala.
Avevo il cuore in gola, avevo gli occhi dei cinque/sei ragazzi che avrebbero giocato con noi. Più quelli dei ragazzi seduti sul prato, tra cui quelli di Tetsuo che era divertito della scena.
“Hara se volevi umiliare qualcuno me lo dicevi” commentò ancora bieco nei miei confronti.
Hara ricambiò l’occhiata divertita dell’amico come se anche lui volesse solo umiliarmi. Forse era quello il gioco del giorno altro che basket, forse avevano tirato la palla di proposito verso di me per prendermi in giro.
Possibile che fossero così cattivi? Cercai di scacciare quei pensieri ma non potevo fare a meno di sentirmi vittima di un gioco meschino, e mentre pensavo ciò avevo tra le mani quella palla. Cosa dovevo farci secondo Hara?
“Hey la palla la si lancia sai!” disse ancora raccogliendo fragorose risate.
A quel punto qualcosa scattò in me senza più usare la ragione raccolsi tutta la forza che avevo caricai il tiro e scagliai con estrema forza la palla in direzione di quello stronzo.
Mi resi conto di quello che avevo fatto quando una delle ragazze sul prato gridò; ebbene si avevo centrato in pieno viso Tetsuo e quest’ultimo stava ora sanguinando da naso e bocca.
“Figlio di puttana!” esortò pieno d’ira, si era messo in piedi per pestarmi ma fu placcato da Hara che senza parole mi stava fissando sconvolto cercando di medicare l’amico.
In parte mi pentii del gesto ma dall’altra parte mi sentii soddisfatto.
“Ma che ti è preso?” mi domandò un altro, e così anche un altra ragazza, mentre gli altri cercavano di bloccare il sangue dal naso di Tatsuo, che probabilmente gli avevo rotto.

PREMESSA
Allora prima di tutto voglio sottolineare che la storia è palesemente ispirata allo stile dei manga, quindi ci potrebbero essere più avanti i classici episodi demenziali e/o sentimentali. Non sarà dunque una storia pesante, e ho cercato di mettermi il più possibile nei panni di un ragazzino di sedici anni alle prese con la scuola. Detto ciò volevo proporre in questa premessa un disegno rubato alla bravissima Yamamoto per darvi un idea dell'aspetto di Hara.
  
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