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Autore: piperina    11/02/2016    2 recensioni
Un'azione sbagliata porta a delle conseguenze disastrose - e inaspettate. Se c'è un disegno divino, ce n'è anche uno diabolico.
Non era una buona giornata. Decisamente non lo era, e sapeva che non avrebbe potuto far nulla per evitare che la falce della disgrazia si abbattesse su di sé. Del resto, che diritto aveva di lamentarsi? Si era ficcato da solo in quella situazione.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VI libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Draco&Hermione -Leather&Libraries'
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Buona lettura!

 

 

 

 Un giorno il Diavolo venne da me

*Act X*

The Lake Under The Stars

 

 

 

 

 

Erano trascorse tre settimane da quel giorno e la vita di Hermione Granger sembrava rose e fiori, prati verdi e unicorni che volavano su cieli azzurri pieni di arcobaleni dai colori brillanti.

In poche parole, era innamorata.

La sfacciata e divertente corte di Draco Malfoy aveva colpito nel segno e lei era capitolata tra le sue braccia. Non era riuscita a resistere ai suoi sorrisi, ai baci che continuava a rubarle a tradimento, alle piccole sorprese che organizzava solo per lei.

Il ricordo della notte in Biblioteca durante l’allagamento si era impresso nel suo cuore e non voleva saperne di schiodarsi da lì. E lei non voleva che lo facesse, perché nessuno aveva mai fatto una cosa tanto semplice ma bellissima per lei, neanche gli amici che la conoscevano da tanti anni.

Lui era riuscito a sorprenderla e continuava a farlo giorno dopo giorno.

Era bello sentirsi innamorata con la consapevolezza di poterselo permettere: da quando la lotta tra Harry e Voldemort era diventata una vera e propria guerra, ogni cosa buona le era sembrata un miracolo. Ora era finalmente libera di pensare alle leggerezze della vita, a godersi gli amici, a sorridere dalla mattina alla sera pensando al suo ragazzo.

Ciò che in quel momento la rendeva particolarmente allegra era il programma del giorno: l’uscita a Hogsmeade. La famosa uscita per cui Draco si era prenotato in largo anticipo, estorcendole in modo gentile un appuntamento per bere un caffè insieme.

Ancora le veniva da ridere al pensiero di quel giorno, aveva cercato in tutti i modi di rifiutare, ora invece era impaziente di vederlo e trascorrere del tempo insieme a lui fuori da Hogwarts. La mattina sarebbe stata dedicata agli amici, il pomeriggio all’amore, e forse anche la sera, chissà.

«Ma guardatela…» la voce di Ginny la riscosse dai suoi pensieri, «Malfoy ti fa un brutto effetto, Hermione.»

«Cosa? Perché?»

Calì le fece l’occhiolino. «Sei cotta a puntino, tesoro. Stasera consumerete?»

Hermione divenne immediatamente rossa in viso e fece un salto sulla sedia. «Cosa stai dicendo?!» esclamò con voce acuta.

L’altra scrollò le spalle. «State insieme da un po’, è San Valentino… e lui è piuttosto figo.»

«Non sono affari tuoi, Calì.»

«Però è così romantico…» si intromise Luna, togliendosi gli Spettroccoli dal naso. «Sono sicura che lui ci stia pensando.»

«E poi non è la tua prima volta, no?»

Hermione guardò Padma e scosse la testa, ancora imbarazzata per il tono di quella conversazione. «No, non lo è.»

«E allora buttati, tesoro!» Calì le diede una sonora pacca sulle spalle. «Prendi il tuo uomo e fagli vedere le stelle fino a domattina.»

Inutile dire che Hermione era sempre più a disagio, nonostante fosse ormai abituata a sentire certi discorsi tra ragazze. Certo che ci aveva pensato, eccome… Draco non era affatto un brutto ragazzo e lei era davvero cotta di lui, aveva già immaginato di fare qualcosa di speciale per quel giorno.

Il problema era che non era riuscita a organizzare nulla di carino. Non sapeva cosa fare dopo aver passato il pomeriggio insieme. Una passeggiata nei giardini? In riva al Lago Nero? Draco aveva molte attenzioni nei suoi confronti e lei non voleva essere da meno. Voleva fargli capire quanto intensi fossero i sentimenti che provava per lui.

Ma come? Voleva che la loro prima volta insieme fosse speciale, ma tutto ciò che le era venuto in mente era San Valentino… un po’ banale, ma non c’erano molte altre occasioni e non voleva rimandare ancora quel momento.

Hermione perse convinzione e decise di rimandare la questione a più tardi. Non voleva tenere il muso durante il pranzo con le amiche e tanto meno voleva rovinare quel pomeriggio con Draco. Le sarebbe venuta qualche idea entro sera, ne era certa.

 

 

 

Quella sera Hermione era sia esausta che su di giri. Era una sensazione strana. Aveva camminato molto per tutto il giorno, era stanca e molto felice. Le veniva da ridere ogni volta che ripensava agli sguardi che lei e Draco avevano ricevuto quel pomeriggio.

Ovviamente lui non aveva perso l’occasione di dare spettacolo, stringendola e baciandola con grande trasporto in mezzo alla strada, davanti a tutti. Si era divertito parecchio e un po’ si era divertita anche lei. Non era abituata a fare quelle cose, di solito stava sotto i riflettori per aver salvato la vita di Harry mille volte, non per avere una relazione sentimentale scandalosa e di dominio pubblico. Avevano attirato parecchi sguardi quando erano entrati mano nella mano ai Tre Manici di Scopa. Draco anche insistito per imboccarle uno dei pasticcini che aveva ordinato apposta per completare il quadro “coppia sdolcinata”, come l’aveva definita lui.

Accanto a Draco, però, tutto sembrava diverso, in qualche modo divertente e lei si sentiva leggera, spensierata, sempre allegra. Forse era l’amore, forse era il fatto di aver scoperto il vero carattere del ragazzo, qualunque fosse il motivo Hermione era felice e voleva continuare ad esserlo.

In quel momento il breve biglietto che aveva ricevuto dal suo ragazzo era una grande fonte di gioia – non riusciva a smettere di sorridere. Le aveva chiesto di incontrarsi alle serre dopo cena e lei si stava dirigendo proprio lì.

Era incredibile che dopo un pomeriggio passato insieme lui avesse ancora voglia di stare con lei. Di solito le persone la sopportavano per un tempo limitato, Draco invece sembrava non riuscire a starle lontano. Gli piaceva ascoltarla mentre parlava dei libri che aveva letto o di quelli che progettava di leggere; le faceva domande mirate, si interessava alle sue teorie, aveva davvero voglia di stare in sua compagnia.

Mentre camminava, stando attenta a non percorrere i corridoi più trafficati, Hermione si rimproverò di non essere riuscita a risolvere il suo dilemma del giorno: organizzare qualcosa di speciale per lei e Draco. Si chiese dove potessero trascorrere del tempo in intimità senza la paura di essere beccati da Gazza o da un professore e, purtroppo, le opzioni erano tutte poco invitanti.

«Che tristezza…» sospirò, uscendo in giardino e raggiungendo la serra indicata sul biglietto.

C’era una manciata di candele fluttuanti a illuminare il posto. Sorrise quando individuò Draco poco lontano – tra le braccia aveva un enorme bouquet con tutti i fiori esistenti al mondo, non ce n’erano due uguali ed erano coloratissimi. Probabilmente qualcuno era anche velenoso, si disse.

«Mi inviti nelle serre per regalarmi dei fiori? Che originalità.»

Draco le sorrise con fare malizioso e fece volare il regalo verso di lei. «Era da un po’ che volevo regalarti dei fiori,» disse facendo spallucce, come se fosse una cosa da niente.

Alla luce delle candele Hermione era molto bella e sembrava davvero felice: le brillavano gli occhi e aveva un’aura di gioia intorno a sé. Draco rimase a guardarla in silenzio tanto a lungo da metterla a disagio, ma non poteva farne a meno.

I suoi capelli erano un disastro e non era truccata, eppure lui la trovava splendida. Si rimproverò mentalmente e decise di passare alla fase successiva: in fin dei conti era San Valentino e loro due si erano limitati a uscire insieme. Era il momento di fare qualcosa di diverso.

Fece un passo verso di lei e con un movimento della bacchetta fece levitare il mazzo di fiori accanto a loro.

«Vieni, andiamo a fare un giro.»

Hermione prese la sua mano e intrecciò le dita con le sue. «Dove?»

«Fuori.»

Lei non chiese altro e Draco rimase in silenzio. La condusse in giardino camminando con calma, una lenta passeggiata al chiaro di luna. Una cosa molto romantica per un povero diavolo come lui.

Scesero fino al Lago Nero e arrivarono alla rimessa delle barche. Draco si godette la sorpresa sul volto di Hermione quando raggiunsero la piccola barca che fluttuava a pochi centimetri dall’acqua.

Era piena di piccole luci magiche che ricordavano le lucciole dei boschi, coperta come se fosse una tenda e con morbidi, invitanti cuscini bianchi che sembravano risplendere nella notte. Non era moto grande, ma abbastanza da starci comodi in due.

«Questo è…» disse sorpresa la ragazza. «Draco, cos’è?»

«Il nostro San Valentino,» rispose lui, sfiorandole il viso con la punta delle dita e chinandosi per darle un casto bacio sulle labbra.

La fissò negli occhi, in quegli occhi castani così profondi in cui avrebbe potuto perdersi, e sentì una morsa allo stomaco – che decise di ignorare, perché non era proprio il caso di perdersi davvero.

«Volevo stare da solo con te, ma qui a scuola è difficile… e volevo che fosse speciale.»

Hermione aveva gli occhi lucidi. «Mi dispiace di non aver fatto niente di carino per oggi, giuro ci ho pensato tanto, ma non avevo idee e –» Draco la zittì posandole un dito sulle labbra.

«Ti va di salire?»

Incapace di articolare frasi di senso compiuto, lei si limitò a fare cenno di sì con la testa. I fiori vennero posati con cautela sul prato e Draco aiutò la ragazza a salire.

Decise di porre fine ai suoi dubbi quando vide la sua espressione diventare seria e anche un po’ preoccupata.

«La barca è incantata, nessuno può vederla tranne noi e non sarà di disturbo alle creature magiche qui intorno,» spiegò, godendosi il suo breve momento di saputello.

«Sei sicuro?» gli chiese Hermione, poco convinta, e questo lo fece scoppiare a ridere.

«Dubiti delle mie capacità?» rispose alzando le sopracciglia in un’espressione veramente buffa e divertita al tempo stesso.

Lei mostrò la lingua. «Un po’.»

Draco si sedette sui cuscini ed Hermione prese posto accanto a lui. Le cinse subito le spalle con un braccio, attirandola a sé, mentre con un colpo di bacchetta la barca iniziò a dondolare dolcemente sulla superficie del Lago Nero.

Il cielo era abbastanza limpido e si vedevano molte stelle, una gran fortuna, oltre che una grande casualità, pensò lui. Decise di non porsi altre domande e si rilassò quando Hermione posò la testa sulla sua spalla.

«Mi fai il solletico con i capelli» ridacchiò.

«Abituati,» fu la risposta della ragazza.

Hermione era incredibile, mai al mondo Draco avrebbe immaginato che la so-tutto-io avesse una tale vena ironica e fosse così divertente. Un piccolo tarlo nella sua mente lo fece pentire di averla trattata tanto male senza essersi mai preoccupato di conoscerla come persona, ma giudicandola solo in base al suo sangue. Era stato stupido e superficiale. Avrebbe risparmiato a lei delle sofferenze e a se stesso la figura dell’idiota bigotto con la mente sigillata nel pregiudizio.

Per non parlare del fatto che alla fine proprio lei si era rivelata fondamentale per il recupero dei suoi poteri perduti.

«Draco?» La voce di Hermione lo riscosse dai suoi pensieri.

«Sì?»

«Vorrei stare qui tutta la notte.»

Il cuore del ragazzo perso un paio di battiti. Era pronto a fare il primo passo, non a riceverlo. Hermione continuava a stupirlo e in quel momento desiderò che non smettesse mai. Era pazzo di lei, era impossibile negarlo.

Lei si scostò appena per poterlo guardare in viso. Era emozionata e glielo si leggeva in viso, nelle guance arrossate e negli occhi lucidi. Non era mai stata più bella di così. Forse, tra i due, il più emozionato era proprio lui – perché nessuno l’aveva mai guardato in quel modo.

Fu lei a farsi avanti di nuovo, baciandolo quasi con incertezza. Draco dimenticò ogni proposito, ogni cosa riguardasse la sua vita precedente, ogni tipo di piano e macchinazione atto alla riconquista dei suoi poteri. In quel momento non poteva importargli di meno dei poteri – aveva Hermione, di che altro poteva mai aver bisogno?

La strinse in modo quasi doloroso a quella rivelazione interiore e lei approfondì il bacio. Entrambi avevano avuto esperienze in passato, ne avevano parlato casualmente qualche settimana prima, eppure si sentivano emozionati come se fosse la prima volta. Forse perché il sentimento era diverso, o perché erano più grandi, o perché il momento sembrava perfetto, assolutamente perfetto. Magico.

Hermione lasciò che Draco l’aiutasse a stendersi sui cuscini e aprì gli occhi. Su di loro c’era uno splendido cielo stellato. Lui la guardava con una tale intensità da farle sentire le capriole nello stomaco. Non si era mai sentita così, neanche con Victor, che tra centinaia di ragazze si era interessato proprio a lei; neanche con il suo primo ragazzo con cui le cose erano andate fino in fondo.

Draco le faceva provare sensazioni così intense da spaventarla e farla impazzire di gioia al tempo stesso. Un lato di lei voleva afferrarlo e non lasciarlo andare mai più; un altro lato voleva scappare a gambe levate, sparire e allontanarsi il più possibili da quei sentimenti troppo forti. Faceva paura sapere di essere vulnerabili, mettere il proprio cuore in mano a un’altra persona.

Sorrise e alzò una mano per accarezzargli il viso, sfiorandolo piano, in modo delicato – come se un poco di energia in più avesse potuto rompere l’incantesimo.

«Mi fai girare la testa,» disse in un sussurro.

Lui rispose con il suo solito mezzo ghigno. «Posso farla girare ancora di più se vuoi.»

«Vediamo se ne sei capace…»

Draco non se lo fece ripetere due volte.

 

 

 

 

 

   
 
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