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Autore: LDianaJaceMalfoy    11/02/2016    0 recensioni
Christina è la governante della famiglia Smith, ma la vita lì è difficile e vuole andarse. La sua vita sta cambiando, sta succedendo qualcosa che non saprà spiegarsi.
Per fortuna non è la sola.
Dovrà nascondersi se vuole sopravvivere.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« Christina svegliati!»
Quella voce quanto la odiava, era peggio di un violino scordato, secondo lei, quella era di Nicolas Smith.
«Dai svegliati!» iniziò lui a urlare per tutta la stanza.
«Si, ora mi sveglio» rispose Christina e si girò sul lato opposto...
Purtroppo doveva sopportare quella voce, insieme a quella di Loredana e quella della persona che odiava di più, Thomas, visto che era la loro governante. Se avesse potuto sarebbe scappata, ma non poteva, non aveva dove andare. I suoi genitori, non poteva dire niente di loro non li aveva mai conosciuti, non sapeva se l'avevano abbandonata o erano morti, non sapeva il loro aspetto,i loro nomi, niente. Era da quasi un anno che stava lì, era insopportabile, e la cosa più insopportabile era Thomas, con i suoi scherzi, e i suoi modi di approcciare. 
«STO ANCORA ASPETTANDO» urlò Nicolas, dal piano di sotto. Era l'unico della casa che si comportava così con lei, Thomas era solo un ragazzino che se la tirava, mentre Loredana la trattava come una figlia. 
Sbuffando si alzò e si preparò, si guardò allo specchio, il suo viso era sottile, i zigomi si notavano appena, aveva piccoli occhi marroni e una chioma di capelli scuri ribelli, si trovava normale, in confronto alle altre persone che aveva visto camminare per Londra, niente di speciale. Indossò il suo solito vestito, mentre Nicolas la chiamava dalla cucina, maglietta nera con ricami in pizzo, intorno al colletto e, anche, alle maniche, una gonna non troppo corta con sopra un grembiule bianco, mentre sotto la gonna indossava un paio di leggings neri e delle scarpe da ginnastica bianche. Si incamminò verso la porta, mentre si mangiava le unghie, era un brutto vizio, ma non riusciva a smettere. Mentre usciva andò a sbattere contro qualcuno, Thomas, non si era ancora messo la maglietta e lei odiava questo suo vizio. 
«Guarda dove metti i piedi.» disse lui, per provocarla. 
«si, si ora se ti levi e vai a metterti una maglietta sono più contenta» disse Christina, facendo segno di togliersi dalla porta. 
«Perché non ti piaccio così? A scuola darebbero la vita per vedermi così, tu sei fortunata» 
Davvero?! Chi darebbe la vita per vederlo così? Un Ippopotamo? no, non credo, neanche lui lo farebbe, pensò Christina.
«Io non sono come le altre, io preferirei morire che vederti così! E ora se ti togli, tuo padre sta urlando per tutta la casa e, se arrivo in ritardo, mi farà pulire camera tua» disse Lei, ma lui non aveva intenzione di muoversi, allora attuò il suo secondo piano. Visto che lui teneva un braccio steso contro il cornicione della porta, gli diede un pizzicotto. Christina, mentre lui toglieva la mano che le bloccava l'uscita per metterla su dove gli aveva dato il pizzicotto, sgattaiolò fuori e raggiunse la cucina.
«Era l'ora!» disse Nicolas, alzando le braccia al cielo. 
«Scusa!» disse lei, alzando gli occhi al cielo, e iniziò a preparare la colazione, decise di preparare dei pancake.
«Dai Nicolas, non ha fatto così tardi» disse Loredana al marito.
«Si che ha fatto tardi, questa scansafatiche, se arrivo in ritardo al ministero sarà tutta colpa tua» disse Nicolas , guardandola con odio. Perché da sempre la colpa a me? Lo odio, pensò Christina. Nel frattempo Thomas entrò in cucina. Mise in tavola i pancake e andò a sistemare le camere.
Sistemò il letto di Nicolas e di Loredana, dopodiché avrebbe dovuto sistemare il letto di Thomas e, avvicinandosi alla sua camera, notò che Thomas era già dentro, com'era possibile? Busso due volte e lui rispose con «avanti». Entrò, la stanza era tutta disordinata, vestiti dappertutto, libri buttai a destra e manca, il letto era quasi del tutto disfatto. 
«Basta, io mi arrendo» disse lei, alzando le mani. Non poteva sopportarlo, aveva pulito quella stanza due giorni fa, due. 
«Perché? Non è così disordinata» disse lui facendo un gesto ampio con la mano «O forse si, bè la voglio pulita entro una quindicina di minuti».
Christina alzò gli occhi al cielo, aspettò che lui uscisse dalla camera prima, poi iniziò prendendo i libri e scaraventandoli nel scaffale apposito, poi prese i suoi vestiti, con due dita e li mise nel armadio senza provare a sistemarli tutti impilati perfettamente, quello che ne uscì fu un mucchio di vestiti nel armadio, che si chiudeva a fatica, e un mucchio di libri messi a caso. Ora toccava al letto, era quasi completamente disfatto, sistemò il copriletto, prese il lenzuolo e lo sistemò, poi la Coperta e infine il cuscino, buttato per qualche strana ragione dall'altra parte della stanza. Aveva finito.
«Christina, Vieni subito qui, c'è una macchia sul tavolo!» urlò Nicolas.
«Arrivo!» Urlò Lei. Arrivò in cucina e guardò il tavolo, dov'era la macchia? Si chiese. 
«Ma dov'è la... Lascia stare, non devi andare al lavoro?» chiese, pulendo la macchia invisibile.
«Mi hanno chiamato, dicendo che... Perché ti sto parlando?» chiese, in forma retorica, e uscì.
La giornata era movimentata più delle altre, correva su e giù, tra una stanza ed altra senza mai fermarsi. E quando provava a riposarsi, subito un'altra persona aveva bisogno, un'altra persona intenda sempre Thomas, visto che Nicolas era andato al lavoro e Loredana stava seduta in soggiorno a leggere un libro. Solo perché l'indomani sarebbe andato al Campus che lui frequentava. 
Arrivò il momento più bello della suo vita, no, non avrebbe lasciato questa casa, quello casomai, era un miracolo. Bensì non avrebbe visto Thomas per quasi quattro mesi, capite quattro mesi, per lei era la cosa più bella al mondo dopo Lasciare Questa Casa, poi ci sarebbero state le vacanze natalizie, e poi non l'avrebbe visto per 6 mesi. Vabbè lo vedrà un paio di volte durante questi mesi, perché dovrà portarli le camice stirare e/o vestiti. 
Si svegliò di buon ora, e andò da Thomas per svegliarlo.
«Dai, Thomas svegliati te ne devi andare!» disse, spostando la tenda in modo che entrasse la luce, e sperando, inutilmente, che lo rendesse cieco. 
«Potresti essere più gentile, non credi?» gli chiese lui, passandosi una mano sull'occhio destro. 
«come? dandoti un bacio sulla fronte e dirti "Svegliati Thomas" con una voce smielata, come se fossi tua moglie. Mi viene il vomito a dire queste cose!» disse Christina facendo finta di vomitare. 
«Comunque sarebbe un inizio!» disse lui alzandosi, un inizio per cosa? Cosa intendeva? si chiese. 
Quando lui uscì dalla camera, iniziò a saltare dalla gioia e a dire:
«Finalmente se ne va!»
Lui rientro, lei si bloccò e con uno scatto veloce mi rimise in posizione eretta. 
Si guardò attorno, e fece per andarse quando lui la afferó il braccio. Come si permette, questo bradipo, di toccarmi? pensò.
«Non gioire così tanto, quando tornerò te la farò pagare!» disse con un ghigno sul volto. 
«ho già i brividi!» disse sarcasticamente, liberandosi dalla presa e uscendo dalla camera.
«Ti ricordo che questo natale dei miei amici verranno qui, e tu dovrai dormire in stanza con me» disse lui. Christina si bloccò, era così, ogni volta che un amico o parente, il che era impossibile visto che abitavano dall'altra parte del mondo, veniva in vista è restava qualche giorno, doveva trasferirsi in camera di Thomas, perché loro avrebbero preso la sua camera, e nessuno dei due, in quel caso, dormiva perché pensava che l'altro l'avrebbe strangolato nel sonno, o fatto dei brutti scherzi. Con il morale a terra, se ne andò a preparare la colazione. Grazie mille Thomas, per aver rovinato questa fantastica giornata.
   
 
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