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Autore: Made of Snow and Dreams    11/02/2016    2 recensioni
Altro regalo per Becky313, ovvero colei che mi ha costretta a scrivere un'altra fanfiction sulla coppia Jeff x Jack. Avermi torturata con la precedente storia non ti è bastato, vero? ;)
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eyeless Jack, Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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TEARS






Le fronde degli alberi sbattevano le une contro le altre, facendo precipitare le poche foglie autunnali rimaste, portate dal vento gelido e fatte volteggiare in un'irresistibile danza nel cielo notturno.
Quel vento era pungente e crudele, inarrestabile come la figura che, imperterrita, proseguiva il suo cammino per arrivare all'unico luogo che conduceva il sentiero boscoso.
A ogni passo che faceva, il ragazzo rabbrividiva e sentiva il rimorso e il senso di colpa attanagliarlo. Lui, proprio lui... era impensabile.
Eppure era proprio così: quello strano sentimento che il ragazzo classificò come pentimento, gli stringeva il cuore e lo addolorava sempre più, visto che non c'era rimedio - e lui se ne rendeva perfettamente conto - a quello che aveva fatto.
Lui stesso, ripensandoci, ammetteva che l'intera situazione era assurda: aveva ucciso centinaia di persone fino a quel giorno, e ne avrebbe uccise molte di più col tempo. E allora perchè stava tornando a testa bassa da suo fratello, la sua terza vittima, come se non potesse farne a meno?
'Non lo so... e non voglio saperlo.' sussurrò lui, stringendosi le mani nelle tasche della felpa bianca.
Con sgomento, si accorse che era arrivato: la sua vista viaggiò da dove si trovava lui immobile, e la vasta e sconfinata pianura disseminata da lapidi e coperta da fiori di ogni tipo.
Lapidi grigie e di pietra, bianche e marmoree... alcune erano scheggiate o irrimediabilmente danneggiate dal tempo; ma tutte avevano una cosa in comune: le frasi di commemorazione, le scritte fermate dai parenti e dagli amici e intrise d'amore e affetto.
Il ragazzo le guardò e le lesse tutte. Da 'Te ne sei andato qui, ma non te ne andrai dai nostri cuori.' o 'Addio amore, ci rivedremo in Paradiso. Mi manchi.' a 'Non vedo l'ora di stare vicino a te, lassù... ti prego, aspettami!' e roba del genere. I soliti aforismi intrisi di troppo amore, e così dannatamente falsi...

Amore, amore e amore... cosa te ne fai dell'amore quando il calore lo senti con il sangue che ti cola tra le mani e la faccia? Ohhh... non esiste sensazione più bella, più dolce di gustare il sangue di quei coglioni dei tuoi genitori in bocca!

Si umettò le labbra e ridacchiò, mentre continuava a camminare leggendo beffardamente ogni singola scritta e ogni singola data. Compiva questo rituale ogni volta che tornava nel cimitero, divertendosi e sentendosi anche più forte mentre leggeva tutto, esaminava e scrutava. Si cibava di ogni piccolo insignificante dettaglio, e si sentiva sempre più forte immaginando che,forse,quella poteva essere la tomba di una delle sue vittime.

Emily... che sia la mocciosetta che ho ucciso mentre frignava nel vedere il suo caro paparino morto? O Emily, magari la troia che parlava sempre al telefono con il fidanzatino, a parlare della loro prossima scopata... O magari-

Così tanti nomi uguali per immagini confuse e indistinte, macchiate di rosso come la lama del coltello che brillava, brillava sempre.
In ogni uccisione rideva. Aveva riso mentre osservava trionfante gli occhi dei bambini farsi vitrei, il sangue gocciolare copioso dalle interiora brutalmente rovesciate per terra dai corpi squarciati, aveva riso quando aveva affondato il coltello nella pancia di sua madre e nella gola di suo padre, notando i loro respiri spezzati e i loro gemiti soffocati.
Era divertente, sì. Ma non lo era stato quella volta...
La sua lapide era sempre lì: spoglia di ogni scritta a parte le date anonime di nascita e morte, mancava anche la foto di riconoscimeto,mancavano i fiori.
Era la lapide più bella per Jeff.
'Ehy,fratellino...' mormorò lui. 'Come va oggi? Scusami se non ti ho portato i fiori. Non ho trovato niente di speciale per te, niente che mi ricordasse di te,niente che mi facesse pensare a noi. Scusami.'
Allungò il braccio per carezzare la terra umida e fredda, laddove ci sarebbe dovuta essere la faccia di Liu sotto parecchi metri di terriccio, sepolta in una stupida cassa di legno inutile.

Meglio lasciare i corpi a decomporsi sotto al sole ma almeno liberi di essere toccati, che dimenticati chissà dove, senza che i familiari ci possano parlare!

'Anche oggi giornata... normale. Quella ragazzina non faceva altro che strepitare mentre le intagliavo un bellissimo sorriso sul suo visetto schifoso e sempre piangente. La cosa iniziava a diventare monotona.'
Sospirò, osservando il cielo argenteo.
'Sai, ho avuto un bel po' di ripensamenti ultimamente. Però non dirlo a nessuno. Quegli stronzi là fuori mi sputtanerebbero per niente, quindi rimani zitto. La verità è che mi manchi, cazzo... mi manchi così tanto, anche se non ho esitato a mandarti a dormire quella notte...'
'E questo dovrebbe farmi sentire meglio?'
Quella voce. Calda e allo stesso tempo gelida. Quegli occhi, verdi come il più puro degli smeraldi e smorti come le foreste in tempesta. E quella pelle, disseminata di cicatrici e pallida, e allo stesso tempo viva e giovane.
Bellissimo.
'Liu...'
Se avesse potuto sgranare gli occhi liberamete, Jeff era sicuro che l'avrebbe fatto. Era sicuro che, se tutto non fosse mai successo, sarebbe corso da lui e gli sarebbe saltato tra le braccia, lasciando che calde lacrime gli rigassero entrambe le guance e bagnassero i vestiti di entrambi. Chissà, magari avrebbe anche avvolto la sciarpa a strisce intrisa del profumo di Liu attorno al suo collo, legandola per bene al cappuccio bianco della felpa.
E magari gli avrebbe confessato che lo adorava, e che lo aveva sempre fatto; che gli dispiaceva di non essere il fratello perfetto che lui meritava, che sarebbe rimasto al suo fianco in ogni situazione, anche la più difficile.
Certo, se tutto non fosse mai successo.
'Ho aspettato per anni questo momento, fratellino. Vendicherò i nostri genitori e me stesso per ciò che ci hai fatto, e lo farò...' disse, mentre lo scintillio della lama di un coltello sfavillava nel cielo pomeridiano, così simile al colore delle nuvole. '… con questo.'
E fu sempre quello stesso bagliore della lama a imbrattarsi di rosso, mentre questa veniva affondata con forza crescente nel petto di Jeff.
L'ultima cosa che si sforzò di vedere, mentre l'oscurità piombava per reclamare il suo corpo, furono gli occhi del fratello.
Erano più verdi che mai.

 

 

Si svegliò di soprassalto.
Sudava.
'Liu... Liu, io... io...'
Parole disconnesse e pronunciate a stento, derivate dal dolore, dall'angoscia, dal rimorso.
Respire affannosi e interroti dai singhiozzi;
'Liu, fratello mio...'
Si tolse la benda che gli copriva gli occhi con mani tremanti e sudate, scoprendoseli rossi e brucianti per via delle lacrime che gli inondavano il viso, quasi come fosse il letto di un fiume in piena.
'Liu... mi dispiace così tanto...'
E poi la sua gamba andò a urtare inavvertitamente qualcosa di freddo e duro. Quando Jeff girò il viso per vedere cosa fosse, si maledì mentalmente di aver dimenticato che condivideva per mancanza di spazio il letto con Eyeless Jack.
Era bello come non mai, disteso sul letto con le membra abbandonate al sonno, e la bocca semichiusa da cui riusciva a intravedere i denti affilati.
A cosa sarebbe servito svegliarlo nel bel mezzo della notte per qualche lacrima e un brutto incubo, facendo la parte del mocciosetto che cerca attenzioni e coccole inutili? A cosa sarebbe servito farsi vedere in quello stato, più patetico che mai?
Perchè avrebbe dovuto svegliare Jack, interrompendo quell'incantesimo di bellezza dormiente?
Jeff scosse la testa, incredulo e irritato. Andiamo, si stava solo facendo mille film mentali in un solo, unico momento di debolezza!
Nessuno doveva giudicarlo fragile, specie il cannibale accanto a lui.
Fu per questo che scivolò silenziosamente per terra senza fare il minimo rumore, camminando a piedi nudi, acquattato contro le pareti, come faceva per non farsi vedere mentre si avvicinava alla vittima inconsapevole.
Andò in cucina, accendendo le luci e assicurandosi che il bagliore non andasse a colpire la porta socchiusa della sua camera

O di camera nostra?

rischiando così di svegliare l'amico.
E fu allora che Jeff si concesse di arrendersi totalmente alle lacrime, pensando al fratello Liu, rievocando nella sua mente i bei momenti passati con lui: le partite a pallone nel prato della loro vecchia casa, gli scherzi per prendersi gioco di tutto e tutti, compresi i loro genitori, o i loro sguardi complici quando dovevano pararsi le spalle a vicenda per i compiti scolastici.
E poi...

 

 

…si sentì accarezzare i fianchi da dietro, mentre cercava di trattenere le lacrime e tirava su con il naso.
Non aveva bisogno di girarsi per scoprire a chi appartenevano quelle mani fredde. Quel tocco era inconfondibile. Solo a lui aveva dato il permesso di sfiorarlo e stringerlo come amico, solo a lui si era mostrato vulnerabile e felice in svariate occasioni, solo a lui avrebbe permesso di mostrarsi tormentato e indifeso dai suoi ricordi che parevano assalirlo senza pietà.
Solo lui, e basta.
Attese di essersi calmato abbastanza da girarsi e incontrare il suo sguardo scuro e profondo, infinito, ed essere in grado di formulare una scusa adeguata per tutto.
Ma non ne ebbe mai il tempo, visto che un paio di labbra si posarono sulle sue, leggere come le ali di una farfalla, facendolo tremare e, contemporaneamente, ricambiare il tocco.
Ed era così strano che il suo primo bacio appartenesse solo a loro due, stretti senza volersi staccare in una morsa fatta di lacrime, baci e sorrisi.
E il sorriso di Jack era la cosa più bella che Jeff avesse mai visto.

 

 

  
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