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Autore: vero_bonnie    12/02/2016    0 recensioni
[Guerra e Pace]
Andréi Bolkonski non aveva mai visto il cielo.
Già pubblicata qui e poi cancellata.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Austerlitz

 

 

Il principe Andréi stringeva ancora la bandiera nella mano destra.

Voltò debolmente il viso per guardarla, gemendo dal dolore che questo gesto gli procurava. Era bella, incredibilmente bella: così luminosa, fiera, coraggiosa! Si sentì orgoglioso di averla tra le mani, come se il suo amore per la Russia fosse stato impresso in quell'oggetto sì pregno di significato, e per un attimo dimenticò le sue sofferenze e la sua mente fu occupata solamente da quella meravigliosa bandiera.

Ma presto un acuto dolore lo riportò alla realtà e, per via di uno spasimo, dovette lasciar andare l'asta che stringeva. Sentiva le mente annebbiarsi sempre più, le membra gli dolevano e sembravano non voler stare ferme, come avessero volontà propria, come se, muovendosi, avessero potuto alleviare la sofferenza.

Il principe Andréi sentiva il dolore diffondersi sempre più nel suo povero, martoriato corpo, e cercava di spostarsi, di trovare una posizione in cui non si sentisse come su un letto di chiodi, ma non la trovava e continuava a girarsi e a contorcersi come un verme sul terreno. Dopo alcuni minuti, esausto, si abbandonò ai tormenti perché aveva risolto che altro non poteva fare; stette immobile, disteso sulla schiena, sentendo che, man mano che il dolore si diffondeva e diveniva più acuto, meno lui lo sentiva e più sprofondava in un torpore pregno di nebbia. La sua mente si stava offuscando sempre più, e si sentiva sempre più annegare in quella nebbia quando per caso sollevò gli occhi.

Sopra di lui - ma al principe Bolkonski pareva che fosse tutto intorno a lui, che lui ci fosse immerso dentro - c'era un cielo completamente limpido, immenso, vuoto, che lo avvolgeva completamente: dove finiva il suo corpo ferito iniziava il cielo, e forse anche prima.

Andréi Bolkonski non aveva mai visto il cielo. L'aveva osservato di sfuggita, a volte, quando si chiedeva se sarebbe piovuto e doveva decidere se portare un altro soprabito a tal o tal altro ballo. Ma mai l'aveva visto davvero: guardato, a volte, ma visto, mai.

Ora quel cielo gli pareva l'unica cosa reale che esistesse al mondo, gli pareva che tutto il resto fosse una crudele bugia, gli pareva di aver trovato la vita vera. Lui stesso non esisteva più, il suo corpo era sparito, e la sua mente e il suo spirito erano annegati in quel cielo e vi si dibattevano debolmente, felici dopotutto di farne parte, come in un ipotetico stato ancestrale.

Una piccola nuvola apparve, e il principe Andréi pensò che quella nuvola fosse completamente diversa dalle altre che aveva visto finora, com'era diverso anche quel cielo. Gli pareva che anche la nuvola, ora, facesse parte di quel nuovo mondo, di quella nuova verità che era diventata l'unica per lui.

Sempre più immerso nel cielo e nella nuvola, non sentiva più il suo corpo: non riusciva nemmeno a sentirsi debole, il dolore poi non lo percepiva da chissà quanto tempo, a lui parevano anni. Si abbandonò completamente in quella nuova realtà, e l'unica, ultima cosa che poté pensare fu "sia lodato Dio". Poi, incredibilmente, anche il cielo sparì, quel cielo che sembrava essere l'unica cosa reale e vera.

   
 
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