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Autore: peppe fanfictor    12/02/2016    2 recensioni
Apro gli occhi grondante di sudore, un altro di quei incubi, se così si potevano definire, o forse dovrei dire... memorie recondite, ognuna discordante e diversa dall'altra, guardo l'orologio, è già mezza notte passata, vado a spegnere la televisione, ma un annuncio mi sconvolge ...
Genere: Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Humans Animatronic, Nightmare Animatronics, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Rotta....
I miei piedi si muovono da soli...
Rotta...
Cosa sono quelle risate?
Rotta...
Oggi tutto finirà...
Rotta...
Qualcuno morirà...
Rotta...
Non soffrirò più...
La mia coscienza è...
I peccatori pagheranno, non sopravviveranno
ROTTA !



Uh, cosa? Sono... al locale, la giornata... sembra essere volata, non mi sono accorto di essere arrivato al locale, ricordo solo... le risate, quelle odiose risate mi hanno assillato per tutto il giorno, il solo pensiero mi porta una rabbia incontenibile. Prendo un bel respiro e... entro nel locale ancora vuoto, non c'è anima viva, ne i miei amici, ne quei... FIGLI DI PUTTANA. Solo dopo mezz'ora dall'inizio della serata, lo so perché sento le loro fastidiosissime risate idiote, sono indeciso se chiudere la porta dell'ufficio... oppure chiudergliela in faccia, ma purtroppo prima che io possa decidermi sento un pugno nello stomaco, un pizzicore alla spalla, e poi i miei sensi si fanno deboli, riesco a malapena a vedere e sentire:
< Penseremo dopo a *********** e lui so****** così non ci sarà più nessuno che saprà di ***** >
e poi il vuoto...




Un altro ricordo, riesco a vedere me, sul tavolo operatorio dove mi hanno messo... queste braccia. Gli animatronic stanno... cercando di liberarmi, anche la guardia li sta aiutando, vedo avvicinarsi alla guardia un ragazzo dal sorriso macabro...
< Papà che stai facendo? >
< Non lo vedi, qualche animatronic rotto ha bloccato questo povero bambino sul tavolo, vammi a prendere qualcosa per aiutarmi, così lo libero... >
il bambino se ne va per un po', e quando ritorna porta una grossa chiave inglese, chiave che usa per colpire la guardia in testa. Dopodiché la vista si oscura di nuovo, e quando posso di nuovo vedere vedo la guardia, con un costume animatronico, tutto il suo corpo grondante di sangue è coperto dal costume, fatta eccezione per la testa; il viso della guardia, coperto di sangue e sudore è contratto in un intensa smorfia di dolore. Mentre il ragazzo sta per infilargli la testa del costume, canticchia una macabra canzoncina, poi, un attimo prima di infilargli la testa ed ucciderlo si ferma, e dice:
< Non dovevi fermare i miei esperimenti, questa è la fine che ti meriti, ed è la stessa fine che farà quel bambino, povero stupido, è svenuto non appena gli ho infilato le braccia, ma non tarderò a finire il lavoro, ma... penso che prima mi divertirò a farlo soffrire. Ma prima, ADDIO PAPA' >
< Un... gi... orno...le tue... a....zi...oni... ver...anno... pu...nite... JESSIE >
dice l'uomo un attimo prima di morire per mano del ragazzo... aspetta! Ha detto che il ragazzo era Jessie?!



Con la violenza di un elastico che schiocca una volta tornato al suo posto, anche io torno in me. Mi sveglio di nuovo sopra quel tavolino, in una stanza vuota, la situazione è la stessa, ma... QUESTA VOLTA SARA' LUI A SOFFRIRE. Con uno sforzo minimo riesco a liberarmi dalle cinghie che mi bloccano al tavolo, merito dei miei arti animatronici... per tutta la vita li ho considerati un peso, un intralcio, un fardello... solo ora mi rendo conto... CHE SARANNO LORO A DONARMI LA VENDETTA CHE DESIDERO. Sento dei passi pesanti ed un tremolio, c'è qualcuno, ed a giudicare dal tremolio ha paura degli animatronic... MA C'E' QUALCOSA MOLTO PEGGIORE DI CUI AVER PAURA, prendo un cacciavite posato sopra una cassa degli attrezzi, poi con passo felpato mi avvicino al ragazzo spaventato, tiene una torcia in mano, la tremolante luce emanata dalla torcia offre una scarsa quantità di luce, ma non mi interessa, non ho bisogno dell'illuminazione di uno stadio per attuare la mia vendetta. Veloce come un lampo infilo la punta dell'attrezzo del ginocchio della mia ignara vittima, impedendogli di scappare, poi gli tappo la bocca con la mano per evitare che possa allertare gli altri, estraggo il cacciavite dal ginocchio, poi glielo infilzo nello stomaco una, due, tre, tante volte, il sangue sgorga dalle sue ferite, uno spettacolo magnifico, pendo la sua mano, e gli stacco le dita a morsi, poi le ficco tutte nella sua gola soffocandolo, ma non gli concederò una morte così... indolore, manca qualcosa... un attimo prima che possa morire soffocato io gli infilo il cacciavite della gola, sgozzandolo. Fuori uno, ne mancano 4...





                                                                             
(terza persona)
< Alex, hai già detto a Peppe quella cosa? > chiede Kathy alla sorella
< No, a dire il vero... dovevo dirglielo oggi > dice Alex sistemando le ultime cose in valigia
< Allora sbrigati, la notte non dura in eterno, e domani dovremo già essere al nuovo locale >
< Va bene, vado subito a dirglielo... > dice chiudendo la valigia prima di dirigersi verso l'ufficio di sicurezza.
< Spero solo che tutto vada bene...  quel ragazzo, il suo sguardo, è pieno di dolore, spero solo che insieme a mia sorella > dice la gatta bionda facendo un sospiro.
Nel frattempo Alex ha raggiunto l'ufficio delle guardie, ma al posto di Peppe c'è un altro ragazzo, sembra proprio che di Peppe non ci sia traccia, o almeno così sembra, infatti la presenza di Peppe c'è, infatti è sullo schermo delle telecamere di sorveglianza mentre lo si vede con un cacciavite sventrare un ragazzo, i suoi occhi sono vuoti, sul suo viso c'è un sorriso sadico, l'ombra di quello che è il ragazzo conosciuto dalla gatta. Alex non può credere ai suoi piangenti occhi rubino, quello che vede è proprio Peppe mentre uccide a sangue freddo un ragazzo, deve fare qualcosa, deve evitare il massacro.





(Peppe)
E anche Leopold è sistemato, l'ultimo rimasto è Jessie, oh guarda, la telecamera mi sta puntando, Jessie sa della mia presenza, OTTIMO, i suoi ultimi minuti saranno pieni della paura che ha inflitto me quel giorno, ma io non farò l'errore di lasciarlo vivo. Prima di andare conficco il cacciavite del cranio ormai aperto di Leopold, Jessie voglio ucciderlo con queste mie mani, le stesse che lui ha incostumato, mi godrò ogni minuto della sua morte. Mi dirigo verso la camera di sorveglianza, ma davanti ad essa noto il corpo di un umantronica, un gatta nera... ALEX! Tende le mani a mo di blocco, mi avvicino piano...
< Non ti avvicinare, non ti permetterò di fargli del male >
< Levati... >
< NO! Peppe, perché fai questo? >
< Levati... >
< Peppe tu, io... non posso permettertelo, non voglio che tu ti rovini, perché... perché io... >

 dice avvicinandosi, poi mi dà un forte bacio in bocca, un bacio molto ricambiato, quante volte ho desiderato questo bacio, quante volte l'ho sognato, mi avvicino al suo orecchio, e...
< Alex, per favore... lasciami entrare >
< Cosa ?! Vuoi ancora ucciderlo, non te lo permetterò, dovrai scavalcare il mio cadavere per passare, ti prego Peppe, non... >
< LEVATI ! >

dico molto incazzato, ormai la vendetta copre i miei occhi, il mio cuore, le mie mani; mani che non mi faccio scrupoli ad usare per spingere Alex via, la forza con cui lo faccio però è troppa, quindi la scaravento contro il muro. Lei non si è fatta niente, ovviamente, almeno il suo corpo non si è fatto niente...
< quindi... sigh... è così... sigh. L'odio ti accecato al punto da non riconoscere nemmeno gli amici... ADDIO Giuseppe Visconti >
< Vattene >

dico senza espressione, la mia mente è piena d'odio, non ho altro in mente, nemmeno il suono delle lacrime di Alex che cadono mentre scappa via riesce a scalfirmi.



Mi trovo davanti alla porta chiusa dell'ufficio...
< Toh guarda, il coniglio si è rifugiato. MA NEMMENO UNA PORTA PUO' FERMARE LA MIA VENDETTA > con un mio pugno animatronico abbatto la porta con un colpo, e trovo l'idiota rannicchiato sotto al tavolo...
< N-non ti avvicinare, o per te saranno guai > dice il bullo, ma il suo corpo tradisce tutta la sua paura, vederlo spaventato è una goduria, lentamente mi avvicino a lui, che come un lampo balza in piedi...
< L-l'hai voluta tu >
carica verso di me, dandomi una testata allo stomaco, spera davvero di salvarsi in questo modo?
Lo prendo per le orecchie, poi lo sbatto per terra, lui tenta di scappare trascinandosi per terra, ma una volta sotto la porta io la chiudo, tranciandolo a metà, poi riapro la porta e vedo Jessie tossire sangue, mi avvicino alla sua parte ancora viva, e gli sussurro:
< Vedi Jessie, nel momento stesso in cui mi hai lasciato vivo... HAI FIRMATO LA TUA CONDANNA >
il ragazzo prova a difendersi con un coltellino, ma io lo disarmo e comincio a colpirlo in testa, finché quest'ultima non si spappola, a furia di colpire le giunture delle braccia animatroniche hanno ceduto, adesso le mie braccia sono di nuovo libere, riesco a sentire l'aria fresca sui miei polsi, è una sensazione... bellissima. Finalmente la mia vendetta è conclusa, finalmente potrò essere tranquillo. Ma... a quale prezzo? Ho perso gli unici amici che avevo sono rimasto solo... ho... perso....
< AAAAALLLLEEEEXXXX ! >



EPILOGO

Pulendo la stanza dal sangue continuo a pensare a tutto ciò che ho perso, ne valeva veramente la pena... ormai non posso più farci niente, nel locale non c'è anima viva apparte la mia, tutti i miei amici... loro non ci sono, non li vedrò più. Seppur ho avuto la mia vendetta... ho perso tutto ciò che mi rendeva felice. Che strana ironia della sorte. Pulendo trovo il coltello che voleva usare Jessie, vederlo mi fa venire in mente una cosa... che senso ha vivere senza Alex, senza felicità... una vita infelice non merita di essere vissuta. Prendo il coltello fra le mie mani, lo stringo forte puntandomelo al petto e...
< Alex... mi dispiace... ti auguro una splendida vita, addio. >
ma prima che possa infilarmelo nel petto una mano mi ferma, una mano morbida, una mano dolce, calda, bianca e candida come la neve
< Tu non morirai oggi... >
< Ma tu sei... >


                                                        continua con lost myself, lost it all

   
 
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