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Autore: foggy_SnowDay    12/02/2016    0 recensioni
[Surface - Il Mistero degli Abissi]
La Iderdex nasconde molto più di quello che si pensa: la specie a cui appartiene il piccolo Nim infatti è solo l'inizio di ciò che Alger Koastler ha in programma per il mondo e la specie umana.... e Miles è il centro di tutto quanto.
Con uno tsunami pronto a colpire la sua città e grossi cambiamenti già in corso nella sua vita, il ragazzo dovrà affrontare una realtà del tutto diversa da quella che pensava di conoscere, una realtà che lo costringerà a tirar fuori la parte di sé che aveva dimenticato e che lo porterà a scoprire un passato che non avrebbe mai pensato gli appartenesse.
Nuove conoscenze, vecchi amici e antiche memorie perse nel tempo saranno i protagonisti di questa nuovissima ed entusiasmante -speriamo xD- seconda stagione di "Surface - Il Mistero degli Abissi"
Genere: Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Lunghissima n.d.a (se volete subito la storia, vi conviene andare diverse righe più in basso u.u)

Bene, non so da dove cominciare... facciamo dall'inizio va: ho scoperto la serie per caso, da piccola, scorrendo una sera fra i canali in tv e mi sono vista quell'episodio trovato per caso.
Rimasta subito colpita -che carina la lucertolaaa- attendo impaziente gli episodi successivi... Mai capito perché non arrivassero (avevo dodici anni e internet per me esisteva solo per i giochini xD).
Passano gli anni.
Guardando in giro per il web, in tempi più recenti, eccola lì: l'intera serie disponibile in streaming. Tutta felice inizio a guardarmela dall'inizio. Ovviamente, arrivata a metà che cosa scopro? Che in realtà si tratta di una serie CANCELLATA!
"eccooooo perché non ci sono mai stati altri episodi" ho pensato. Poi questo è stato il ragionamento che mi sono fatta: “ma sì dai, ormai finiscila tutta che voi che sia.... tanto mica ti ci fissi" .
Ebbene, cosa più stupida non potevo farla.
Ultimo episodio: noooooo e ora come cavolo faccio? E dopo cosa succede? Come hanno potuto obliterarla dalla faccia dell'universo?!
Lo ammetto, mi sono innamorata di questa serie, mi sono affezionata ai personaggi, alla narrazione, ma soprattutto a Nim, Miles e al loro stupendo legame..... e beh, visto che avete aperto questa pagina, immagino che sappiate cosa voglia dire amare un racconto ed essere destinati a non sapere come sarebbe andato a finire (=odio profondo).
In seguito poi, guardando in giro per internet ho notato che ci sono pochissime fanfiction riguardanti questa serie ed è un vero peccato, perché secondo me meritava davvero un po' di attenzione. Quindi, visto che qualcuno si è preso la briga di lasciarci tutti quanti a bocca asciutta con un odioso cliffhanger alla fine della stagione, volevo provare a pubblicare una mia versione dei fatti, sempre sperando che qualcuno l'apprezzi.

Percio' eccomi qua.... a cercare di rsuscitare un fandom praticamente defunto.

Piccola premessa: negli avvertimenti ho messo what-if, ma non sono esattamente sicura che si possa definire tale dato che tecnicamente nessuno sa come avevano intenzione i produttori di mandare avanti il racconto... mbah. In ogni caso state tranquilli, non cambierò quasi nulla della trama principale, le più grandi differnze riguarderanno più che altro piccole aggiunte alla vecchia stagiome accennate qua e la durante il racconto della "nuova".

Ah e un ultima cosa prima di cominciare: siccome sto scrivendo questa fic anche in inglese, è probabile che passerà un po' di tempo fra la pubblicazione di un capitolo e l'altro, ma in base al feedback che riceverò sceglierò a quale delle due versioni dare la precedenza... percio' se vi interessa sapere come continua e non amate le lunghe attese... beh, l'unica soluzione è recensire u.u

...e siccome mi sono dilungata anche troppo con questa n.d.a che son sicura molti non leggeranno neanche, adesso me ne starò zitta e vi lascerò leggere in pace ;D 


 

 

 

Confusione.
Per un attimo fu quella l'unica cosa che riuscisse a provare.
Poi i pensieri lo investirono come un treno in corsa.

Piccole creature dall'aspetto familiare lo seguivano sott'acqua... luci verdastre illuminavano a tratti le profondita' dell'oceano... la piacevole sensazione dell'acqua che gli carezzava la pelle... piccole bollicine che sfuggivano dalle sue labbra dopo che l'ultima traccia di ossigeno abbandonava i suoi polmoni.... e quei sussurri. Tanti, prepotentissimi sussurri sfioravano gli angoli più remoti della sua mente.

Nuota

Caccia

Vieni con noi, gli dicevano senza parlare.

... e l'istinto di seguirli, un istinto più forte di qualsiasi altra cosa avesse mai provato, più forte persino della sua stessa volontà...


Miles stava ancora nuotando quando riuscì a tirarsi fuori da questi ricordi.
I battiti del suo cuore gli rimbombavano nelle orecchie e un'ormai familiare scarica elettrica si faceva strada nelle sue vene appena si rese conto che il suo corpo aveva seguito una scia in autopilota mentre la sua testa si era fatta abbindolare da quei sussurri fastidiosi che sembravano volerlo trascinare verso le profondità marine.
Era diversi metri sotto la superficie dell'acqua, ma c'era comunqe abbastanza luce da permettergli di vedere chiaramente attraverso il nulla che lo circondava. Il borbottio dei motori del traghetto che si era lasciato alle spalle rimbombava ancora nelle vicinanze.
Quella situaziome, il fatto d trovarsi in quel particolare tipo di penombra -quella semi-oscurità oleosa tipica del mondo sottomarino- e anche il fatto che nonostante tutto stesse ancora respirando, avrebbe dovuto spaventarlo... come avrebbero dovuto spaventarlo quelle voci che non erano voci ma che in qualche maniera lui riusciva lo stesso a sentire.
E per un breve mometo ebbe paura. Quello che stava facendo, il posto in cui si trovava.... quello che sarebbe successo se avesse perso il controllo delle sue azoni un'altra volta. Erano tutti dei validi motivi per essere spaventato.
Quella strana notte -quella sulla quale i suoi pensiero si erano appena soffermati, la notte in cui aveva guidato quelle creature lontano dai suoi concittadini a Compton Marsh- era come se il suo cervello si fosse completamente spento.
Ricordava solo immagini ed emozioni molto confuse... ma la presenza di quei pensieri alieni -quegli stessi pensieri che percepiva pure adesso- era ancora vivida nella sua memoria traumatizzata. Quella notte la loro insistenza era riuscita chissà come a sopprimere la sua idetità, costringendolo a fare quello che loro gli avevano bisbigliato... e sarebbe successo di nuovo se poco prima non fosse riuscito a tirarsene fuori.
La loro voce, se cosi' poteva essere definita, era sempre lì nell'acqua e sembrava stesse aspettando impazientemente qualcosa.... o qualcuno.
Per un momento si era spaventato certo, perché anche se aveva amato il fatto di possedere un'istinto che l'aveva aiutato a sopravvivere in acqua, non aveva amato per niente svegliarsi in spiaggia senza ricordare un accidente di come ci fosse finito. Ed era sicurissimo che il merito di ciò appartenesse a quei pensieri non suoi che stavano di nuovo cercando di controllarlo.
Solo che questa volta il motivo che l'aveva spinto a tuffarsi in acqua era più che sufficiente per tenerlo aggrappato alla realtà.
Doveva trovarla. Sì. Doveva raggiungerla.
Il tempo stava scadendo.
Miles non sapeva come ci stesse riuscendo, come potesse essere così sicuro che quella fosse la rotta giusta da seguire. Di nuovo, quest'assoluta certezza avrebbe dovuto spaventarlo, ma le uniche sensazioni sulle quali decise di concentrarsi furono le piacevoli carezze dell'acqua e la costante furia che gli permetteva di nuotare velocememte verso la sua destinazione.
E, riguardo a questo, era come se qualcosa lo stesse letteralmente attirando in quella direzione, come se il suo corpo fosse un specie di bussola capace di sapere dove si trovasse il nord -nel suo caso la sua abitazione- senza aver bisogno di una mappa per orientarsi.
Non aveva bisogno di concentrarsi -beh, escludendo ovviamente la concentrazione che stava gia' impegnando per resistere all'altra forza che voleva portarselo via- ma gli bastava semplicemente lasciare che il suo corpo facesse da sé.... e per il momento decise che era meglio non chiedersi come o perché fosse possibile.
Lo strano rivolo magnetico che aveva iniziato a percepire da che si era tuffato, lo stesso rivolo che adesso lo stava guidando verso casa, vacillò anch'esso all'isistenza degli altri. Il loro richiamo era così potente... tanto che il piccolo flusso di pensieri che l'aiutava era pure lui tentato di arrendersi. Fortunaramente il legame che lo univa al ragazzo era molto più potente e familiare della loro insistenza e questo fu abbastanza per mantenere la connessione stabile.
Miles però sapeva che, nel caso in cui quella piccola ancora che lo teneva ancora aggrappato alla realtà avesse smesso di combattere con lui unendosi alle altre voci, niente gli avrebbe più dato la forza di resistere al loro richiamo.
Ora che però si trovava molto più vicino, riusciva a pensare anche più chiaramente.
Si fece strada attraverso le acque del canale. La luce era fioca e oleosa in quel punto, ma questo non gli impedì di riconoscere il luogo in cui si trovava.
Una sagoma dall'aspetto familiare iniziò ad emergere di fronte ai suoi occhi: colonne di legno che sorreggevano una struttura orizzzontale... altrimenti nota come il pontile dietro casa sua. Dal punto in cui stava nuotando poteva persino vedere la chiglia della barchetta dei suoi genitori.
Il suo cuore fece una capriola.
Finalmente, pensò. Era arrivato.
Affiorò silenziosamente, uscendo dall'acqua senza preoccuparsi più di tanto del fatto che avesse appena percorso a nuoto l'intera distanza fra il molo dove partivano i traghetti e casa sua, né esssendo minimamente infastidito dal fatto che non fosse stata l'aria la sostanza che aveva respirato per tutto quel tempo. Solo uno strano solletico alle vie respiratorie lo avvertì che forse avrebbe dovuto importargli la differente consistenza dell'ossigeno che penetrava nei suoi polmoni, ma in ogni caso non si soffermò più di tanto su questo pensiero.
Infatti, adesso che era arrivato a destinazione, adesso che l'acqua non lo cullava più come prima calmando l'agitazione che sapeva di dover provare, tutto il pericolo della situazione gli piombò addosso come una montagna.
Un ondata di paura e frustrazione gli infuocò le guance mentre camminava sul pontile, ma la sua determinazione spazzò via tutto il resto: trovarla era la cosa piu' importante, anche più importante della sua stessa vita adesso che la vicinanza dello tsunami era diventata più reale che mai.

Poteva quasi percepirlo fra le sottili linee d'aria della brezza che gli pizzicava la pelle bagnata. L'atmosfera era elettrica tanto quanto lui... ed il suo istinto
l'avvertiva che non era per niente sicuro rimanere lì per troppo tempo.
Nonostante ciò, non si pentì della sua decisione.
Senza esitare ulteriormente s'incamminò oltre il pontile.
«Caytlyn» gridò.
Silenzio.
Cominciò a correre.
«CAITLYN!»
Ancora niente.
Il panico gli stava già consumando lo stomaco.

 

Era in salotto adesso. La tv era ancora accesa sul notiziario, proprio come l'avevano lasciata i suoi. Un giornalista stava annunciando che l'onda avrebbe travolto Wilminghton -la sua città- nel giro di 22 minuti.
La notizia lo fece sentire ancora peggio: doveva trovare la sua amica e poi insieme avrebbero dovuto trovare il modo di scappare.. e non era sicuro che il tempo sarebbe bastato per fare enstrambe le cose.
Una sensazione familiare strattonò i suoi pensieri ricordandogli del piccolo aiuto che l'aveva guidato fino a casa. Come un fievole brusio nelle orecchie che gli suggeriva istintivamente cosa fare, capì che il suo amicp era nelle immediate vicinanze... esattamente nella stessa stanza in cui adesso si trovava anche lui.
«Nim» sussurrò voltandosi verso sinistra. La strana lucertola lo guardò profondamente, aguzzando i grandi occhi grigi, e gorgogliò qualcosa, per poi filarsela verso la porta.
Nella mente di Miles, la comunicazione fu più chiara che mai: "seguimi", gli aveva fatti intendere senza parole.
Il ragazzo obbedì correndogli dietro ed insieme si diressero verso il garage.
«Caitlyn?» chiamò di nuovo finendo solo per pietrificarsi alla vista di un certo qualcosa abbandonato sul pavimento: un casco. Il SUO casco.
Un'ondata di rabbia e paura si impossessò di lui mentre lo ispezionava. Se quel ragazzo col maglione nero non le avesse rubato lo scooter tutto quel trambusto non sarebbe stato necessario: l'amica non si sarebbe trovata ancora in pericolo ma sarebbe stata sul traghetto assieme lui e alle persone a cui teneva, dritti verso l'entroterra, invece che bloccati lì con un onda distruttiva in pericoloso avvicinamento.

Dove sei finita?

Ricominciò a correre dietro all'amico squamoso, che adesso si stava dirigendo verso la strada. Il battito del suo stesso cuore gli rimbombava nelle orecchie ed il panico stava prendendo il sopravvento.... che sarebbe successo se non l'avesse trovata in tempo?
Più ci pensava più sentiva crescere dentro di sè la paura. Adesso anche il suo istinto di sopravvivenza si era messo a tormentarlo insistendo perché provvedesse a mettersi in salvo, ma Miles lo ignorò. Si concentrò piuttosto su Nim: forse lo stava portando da lei, c'era ancora tempo, doveva solo continuare a cercare.

 -xxx-

«Caitlyn» chiamò per quella che gli sembrò la centesima volta.
Stava correndo lungo il viale sterrato di fronte a casa sua. Nim era in fondo e lo stava aspettando.
Non appena svoltò l'angolo...
«Caitlyn?!»
La ragazza era stesa sull'erba, svenuta. Nim era lì vicino e la stava annusando.
Miles si pietrificò sul posto, terrorizzato. Che cosa le era successo? Che ci faceva lì per terra?
Le parole del ragazzo sul traghetto gli pulsarono nelle orecche
Non le ho fatto niente amico, le ho solo preso lo scooter, nient'altro.
E questo che cosa significava allora? Perché Caitlyn era a terra allora?
Si costrinse a muoversi, il cuore minacciava di schizzargli via tanto gli batteva veloce nel petto. Un passo dopo l'altro giunse di fianco a lei, si chinò e pallido in viso si costrinse a capire se fosse viva.... oppure no.
«Caitlyn?» domandò incerto posandole una mano sulla spalla. Si accorse che stava ancora respirando.... e questo bastò a fargli coraggio.
Cominciò a scuoterle le spalle.
«Caitlyn svegliati! Caitlyn ti devi svegliare! Avanti» le sfiorò il viso con le dita. «Caitlyn, ti prego... siamo in pericolo»
La ragazza strizzò piano gli occhi, aprendoli a fatica... e un sorriso debole ma genuino si fece strada fra le sue labbra non appena si rese conto che di fronte aveva proprio lui.
«Miles»
Gli occhi le si erano illuminati di gioia.... e questo bastò a spazzar via ogni traccia di paura nel cuore del ragazzo.
Lei stava bene e questo per ora gli sarebbe bastato.

 

   
 
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